Non ricordo molto bene cosa sia successo durante le primissime fasi dell’universo, anche se so per certo che c’ero. C’eravamo tutti, ma con forme e caratteristiche fisiche molto diverse da quelle attuali, quindi non possiamo averne memoria. Tutta la materia oggi esistente era concentrata in un solo punto, a densità infinita, senza possibilità di movimento, perché non esisteva spazio entro il quale muoversi. Poi ci fu una grande esplosione, e con essa la formazione dello spazio. Lo spazio iniziò ad espandersi rapidamente, e la materia venne scagliata in tutte le direzioni all’interno di esso, prendendo strade diverse, andando in contro a destini totalmente differenti.
Sono nato durante una selvaggia battaglia. Ho ricordi vaghi di quei primi minuti della vita dell’universo, ma me lo hanno raccontato ripetutamente gli antichi saggi tra le particelle, i fotoni della radiazione microonde di fondo. Loro narrano la storia del cosmo ininterrottamente, da sempre, con un sussurro udibile indifferentemente da qualsiasi punto del cosmo. Questi nonni fotoni narrano che subito dopo il Big Bang, si trovarono a coesistere particelle appartenenti a due tipi di materia, identiche in tutto tranne che per la carica elettrica. In particolare, erano numerosissimi gli elettroni, e gli antielettroni (chiamati positroni). Particelle identiche con carica opposta non possono coesistere. Quando entrano in contatto, si annichilano (annientano) spariscono in un bagliore di luce, producendo due fotoni. In quei tempi primordiali, l’Universo aveva appena iniziato ad espandersi, ed era quindi densissimo. Era impossibile evitare gli scontri e tentare una difficile convivenza pacifica! Iniziò quindi subito la lotta per la supremazia del cosmo, tra materia e antimateria. Fu una guerra abbagliante, dove gran parte dei nemici finì per annichilirsi a vicenda. Poiché la materia era presente in quantità leggermente superiore rispetto all’antimateria, quando tutte le coppie di nemici si erano annichilate, una parte di materia sopravvisse, e rimase a popolare l’Universo. Si tratta della materia che voi chiamate barionica. Ma niente muore nell’Universo, niente scompare per sempre, semplicemente si cambia forma e proprietà fisiche – lo dimostrò Einstein solo pochi anni fa: “la materia non si crea ne si distrugge”. I nemici che si erano distrutti a vicenda rimasero in vita sotto forma di brillantissimi fotoni, e presto iniziarono a vagare indisturbati nello spazio, permeando tutto il cosmo. Oggi irradiano nel microonde, poiché le loro lunghezze d’onda, un tempo cortissime, si sono allungate con l’espansione e il raffreddamento dell’Universo. Il loro continuo mormorare è la prova vivente del Big Bang e di ciò che seguì.
La mia paura più grande, ancora oggi, è di incontrare un antiprotone. E’ il ricordo più vivo che ho dei minuti successivi al Big Bang. Me ne stavo lì, un po’ frastornato, osservando la battaglia che infervorava, pronto a fuggire nel caso una particella identica a me ma di carica negativa mi passasse troppo vicino. In realtà non deve essere poi così brutto essere un fotone – una particella senza massa che può muoversi alla velocità più alta possibile, cioè quella della luce – però io ero nato protone, materia barionica, e non volevo trasformarmi, non così presto, almeno. Per fortuna non ci fu nessuna collisione, e più il tempo passava, più mi sentivo al sicuro. La temperatura scendeva, l’espansione cosmica creava più spazio in cui potersi spostare, la densità diminuiva. Dopo circa mezzora dalla grande esplosione, la battaglia si esaurì. La temperatura era scesa a circa 300 milioni di gradi (si stava decisamente meglio), l’antimateria era quasi del tutto scomparsa e i pochissimi esemplari rimasti erano fuggiti, al riparo da altre collisioni. Noi, i sopravvissuti, eravamo al sicuro, e liberi di iniziare il nostro viaggio cosmico nel tempo e nello spazio.
La materia allora non aveva tutte le svariate forme che ha oggi, con atomi di diversissimi tipi e perfino molecole, gruppi di atomi. La prossima volta vi racconterò qualcosa dei miei primi compagni di viaggio…
brava Francesca!!
Viva i protoni simpatici!!!!
Grazie Enzo! 😎
Anche del tuo prezioso contributo a questa pazza opera 🙂
Proteo, ti aspetto con ansia… 😉
@NiBiR
Ciao, piacere di conoscerti! Grazie del tifo. Io non vedo l’ora di continuare a narrare la mia storia. A presto! 😎 😉
Complimenti Francesca! 😀
brrrrrrrr che avventura questi primi vagiti dell’universo!!! e che fortuna per Teo non essersi scontrato con il suo opposto e poterci raccontare la sua storia, ma quale storia potrebbero narrarci i fotoni sprigionatisi dall’incontro della materia con l’antimateria? che destino aspetta la radiazione a microonde nei miliardi di anni a venire??? ci sarà per loro una nuova trasformazione o si perderanno alfine nel buio silenzioso di uno spazio-tempo sempre più immenso? 🙄
Teo sei un grande! 😀
@Paola,
carissima, tu mi lusinghi! Io sono solo un protoncino, non un astrofisico, quindi su questo sito c’è chi potrà risponderti in modo molto più competente di me. Non sono uno scienziato, ma ho osservato e osservo quello che succede intorno a me. Nei miliardi di anni della mia vita ho assistito a un progressivo allungamento delle lunghezze d’onda dei nonni fotoni, che ora irradiano nel microonde. Questo allungamento continuerà, corispondente all’abbassarsi della temperatura, dato che sono parametri correlati. Immagino che il loro destino dipenda, come il nostro, dal destino generale dell’universo, cioè se continuerà ad espandersi o imploderà su se stesso, o ancora se un giorno l’espansione cesserà e tutto rimarrà immobile. Questo dipende dalla quantità di materia presente nel cosmo, materia comune, oscura, ecc. Ma purtroppo non ne so di più di quanto non sia noto a voi esseri umani, che poi siete fatti di protoni! 🙂
Un bacio protonico
Complimenti Francesca, continua così! 😀