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Visualizza Versione Completa : La storia della scoperta dei pianeti in 60 secondi



Enrico Corsaro
19-02-2015, 00:14
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Vi traduco a seguire un breve articolo di Hugh Osborn, di interesse per i curiosi.
L'immagine allegata rappresenta una bella animazione dei pianeti scoperti nel corso della storia dell'uomo, fino ad oggi. Notere che negli ultimi anni, il numero è aumentato enormemente, grazie in particolare alla missione NASA Kepler, che ha più che triplicato il numero totale di pianeti confermati prima del suo lancio.


"La scorsa settimana ho tenuto la mia prima vera e propria presentazione in una conferenza di studenti di dottorato da università vicine. Essendo un uomo che facilmente si distrae, piuttosto che scrivermi il mio discorso, ho deciso di passare il giorno prima dell'esposizione a metter su una animazione sull'intera storia della Scoperta dei Pianeti, dal 1750 al 2015. Essa mostra il periodo orbitale (asse x), la massa planetaria (asse y), il raggio (dimensione del cerchio), il metodo di scoperta (colore) degli oltre 1800 pianeti noti ad oggi.


Maggiori Dettagli

L'idea di questo grafico è di confrontare il nostro Sistema Solare (con i pianeti raffigurati in blu scuro) a confronto dei mondi extrasolari scoperti di recente. Pensate a questo grafico come una proiezione di tutti i 1873 mondi nel nostro stesso Sistema Solare, con il Sole (e tutte le altre stelle) posizionati lontano verso sinistra. Muovendoci verso destra, il periodo orbitale dei pianeti cresce, e di conseguenza (grazie alla Terza Legge di Keplero (http://en.wikipedia.org/wiki/Kepler%27s_laws_of_planetary_motion#Third_law)), così accade anche per la distanza dalla stella. Muovendoci verso l'alto significa che la massa di questi mondi cresce, da quelli delle fattezze della Luna in basso, a quelli aventi 10,000 volte la massa della Terra nell'estreo superiore (30 masse Gioviane).
I colori sono anche importanti - il blu scuro mostra i pianeti del nostro Sistema Solare (i quali includono anche Cerere e Plutone per alcuni decenni ciascuno); in blu chiaro ci sono pianeti scoperti con le velocità radiali, i quali hanno dato inizio alla corsa all'oro nel 1995 con la scoperta di 51 Peg; in marrone troviamo pianeti scoperti con la tecnica del Direct Imaging; in arancione le scoperte avvenute con microlensing; e in verde i pianeti trovati con il metodo dei transiti.
Dovreste poter osservare alcuni schemi che iniziano ad emergere:
La parte in alto a sinistra ha un un gruppo denso di mondi molto grandi. Questi mondi sono noti come Hot Jupiters. Ne conosciamo un bel pò, anche se sono piuttosto rari, semplicemente perchè sono i più facili da trovare. Essendo molto prossimi alla stella che li ospita producono i segnali di velocità radiale più forti (blu chiaro) e con molta probabilità transitano sulla stella (verde). I rilevamenti dei transiti da terra come WASP (http://en.wikipedia.org/wiki/SuperWASP) non possono trovare nulla che orbiti oltre i 15 giorni, causando così la mancanza di molti pianeti nella regione a destra di questo gruppo.
Il gruppo in alto a destra è una popolazione di mondi simil-Giove che la tecnica delle velocità radiali è la migliore a trovare – qualsiasi periodo orbitale oltre i 10 anni è troppo lungo al momento per avere un segnale completo rilevabile.
Il gruppo in basso proviene dal telescopio spaziale Kepler. Questa concentrazione di pianeti è l'unica ad essere realmente in quella posizione, e non per effetto di una selezione sistematica causata dal metodo di scoperta. Questo è dovuto al fatto che Kepler era capace di trovare qualsiasi tipo di pianeta fino a 1 raggio terrestre.
Dunque questo ammasso mostra che ci sono molti più pianeti delle dimensioni della Terra o di una super-Terra di qualsiasi altro tipo. Siamo speranzosi che possiamo iniziare a indagare al di sotto di questo limite nel regime dei mondi simili alla Terra, dove migliaia di altri mondi sono li ad aspettare!
Spero l'animazione vi piaccia, e sentitevi liberi di prenderla in presto per un vostro uso personale!


Link articolo originale QUI (http://www.hughosborn.co.uk/2015/02/09/a-history-of-planet-detection-in-one-animation/)