PDA

Visualizza Versione Completa : Galaxy Zoo: l’Universo era già bambino



Red Hanuman
01-11-2014, 11:34
Galaxy Zoo: l’Universo era già bambino
Secondo i teorici non si sarebbero dovute formare prima di 8 miliardi di anni fa. Ma le decine di migliaia di immagini di Hubble, classificate dai volontari di Galaxy Zoo, mostrano galassie che a 3mld di anni dal Big Bang (10mld di anni fa) somigliano in tutto e per tutto all’Universo attuale
di Davide Coero Borga


9010
Hubble Space Telescope. Crediti: NASA.


È tempo che gli astronomi cercano di capire esattamente come l’universo si sia evoluto, dalle origini della sua storia 13,4 miliardi di anni fa, all’epoca del Big Bang, al cosmo di galassie e sistemi stellari che conosciamo e in cui oggi siamo immersi. Su tutti le domande ancora aperte, il modo in cui le galassie si formano e si sviluppano è oggetto di un acceso dibattito. Ora un gruppo di ricercatori sembra dipanare la matassa: utilizzando il lavoro frutto dello sforzo collettivo di centinaia di migliaia di persone, che si sono offerte come volontari per il progetto Galaxy Zoo (vedi MediaINAF), gli scienziati della Oxford University sono giunti alla conclusione che le galassie si siano stabilizzate nella loro forma attuale circa 10 miliardi di anni fa. Ovvero 2 miliardi di anni prima di quanto si pensasse.


Il team di ricerca guidato da Brooke Simmons, Oxford University, racconta la scoperta in un paper appena pubblicato fra le Monthly Notices della Royal Astronomical Society.


Gli scienziati hanno chiesto aiuto ai volontari di Galaxy Zoo, interessante esperimento di collaborazione scientifica dal basso, e hanno lasciato loro il compito di classificare per forma decine di migliaia di galassie, quelle fotografate dall’obiettivo del telescopio spaziale Hubble. Si tratta in generale di oggetti molto distanti e che si mostrano a noi come dovevano apparire 10 miliardi di anni fa, quando l’Universo era ancora un ‘cucciolo’ da 3 miliardi di anni – meno di un quarto della sua età attuale.


Il dato sorprendente è che queste galassie appena classificate dagli amici dello Zoo, sono inaspettatamente simili a quelle che vediamo ancora oggi nel nostro immediato vicinato cosmico, l’Universo attuale: dischi, sbarre e bracci a spirali, tutte cose che conosciamo bene.


Secondo i teorici il processo di formazione delle galassie, per come le conosciamo, non si sarebbe dovuto concludere prima di 8 miliardi di anni fa. Qui siamo di 2 miliardi di anni in anticipo sulle previsioni. Tutto sembra essersi sistemato prima del previsto.


«Quando abbiamo iniziato a rovistare fra queste galassie – spiega Brooke Simmons – non avevamo un’idea precisa di cosa veramente avremmo potuto trovare. Sapevamo che secondo i modelli e le simulazioni delle galassie non avremmo dovuto trovare nessuna delle caratteristiche che oggi possiamo osservare nel vicino Universo: galassie barrate, a spirale, evolute. Galassie così giovani dovevano essere ancora troppo agitato per aver concluso un processo di formazione».


«Ora sappiamo che non è così. Grazie a un lavoro titanico e collettivo abbiamo un’immagine più chiara di molte migliaia di galassie lontane. E il processo di formazione galattica è evidentemente più rapido di quanto mai abbiamo immaginato».


Articolo originale QUI (http://www.media.inaf.it/2014/10/31/galaxy-zoo-luniverso-era-gia-bambino/).

SANDRO
01-11-2014, 19:13
Anche se non è una vera novità, grazie Red. Viene incontro alle mie idee....:whistling:

Gaetano M.
09-01-2015, 19:17
Vorrei fare un commento, chiedendo scusa per essere fuori tempo massimo:biggrin:

Quando si parla di età dell'Universo, penso sempre che Einstein ha reso con le Relatività il tempo "relativo".
Legato alla velocità e alla massa-energia (gravità), allora non capisco come possiamo dire due miliardi o tre miliardi di anni dopo il B.B. A quale tempo ci riferiamo? E se il fatto che i conti non tornano è legato proprio a tutto questo o come se ne tiene conto.
Sicuramente sbaglio qualcosa.:confused:

Enrico Corsaro
09-01-2015, 21:31
Vorrei fare un commento, chiedendo scusa per essere fuori tempo massimo:biggrin:

Quando si parla di età dell'Universo, penso sempre che Einstein ha reso con le Relatività il tempo "relativo".
Legato alla velocità e alla massa-energia (gravità), allora non capisco come possiamo dire due miliardi o tre miliardi di anni dopo il B.B. A quale tempo ci riferiamo? E se il fatto che i conti non tornano è legato proprio a tutto questo o come se ne tiene conto.
Sicuramente sbaglio qualcosa.:confused:

Il tempo del modello cosmologico è un tempo assoluto e non relativo, e non a a che fare con la RG. La relatività del tempo nell'ambito della RG è solo intesa tra sistemi di riferimento all'interno dello stesso Universo messi in relazione tra loro. In ogni caso, il tempo assoluto, cioè quello dell'Universo in cui viviamo, scorre in modo uniforme.

Aggiungo che puoi sempre convertire il tempo dilatato di un osservatore in moto ad alta velocità con quello di riferimento di un sistema a riposo. La trasformazione è data dalle leggi di Lorentz della relatività ristretta ed è univoca.

Quindi le due cose non sono da confondere ;)

Red Hanuman
09-01-2015, 21:37
Beh, secondo me devi tenere il conto del fatto che il tempo dipende dalla curvatura dello spazio - tempo. Visto che non ci sono ragioni al momento per pensare che, a livello generale e macroscopico e su dimensioni cosmiche, ci siano mai state grosse differenze di curvatura nelle varie macro regioni dello spazio, si può pensare che il tempo abbia continuato a scorrere in maniera uniforme in tutto lo spazio.
Ne consegue che si può parlare di "tempo" trascorso, in un certo senso, perchè è trascorso in maniera uniforme in tutto l'universo a livello macroscopico.
Che poi il suo scorrere sia variato dal big bang è un'altro discorso. Ma, all'atto pratico, per noi non cambia nulla. Il decadimento delle particelle, per esempio, è rimasto uguale in tutto lo spazio, e così per tutto il resto.
E, siccome ci serve sempre un termine di riferimento per misurare il tempo, non abbiamo modo di stabilire se il suo scorrere non sia variato.... Insomma, non si possono fare confronti per stabilire se questa variazione ci sia mai stata....;)
Un po' di tempo fa, però, c'era qualcuno che pensava che l'universo non si stesse espandendo accelerando, e che l'effetto che ne dava l'idea dipendesse da una variazione dello scorrere del tempo.
Al momento, mancano le prove.... :whistling:

Edit: Azz.. Quando tento di rispondere a mio modo, arriva sempre prima @Enrico C. (http://www.astronomia.com/forum/member.php?u=2649) :biggrin:

Enrico Corsaro
09-01-2015, 22:14
Scusa l'intromissione Red Hanuman, non ho resistito :biggrin:

Gaetano M.
10-01-2015, 11:35
Alla faccia di Einstein abbiamo trovato il sistema inerziale assoluto :biggrin:
Mi piacerebbe avere la vostra sicurezza! ... ma poi penso che per far funzionare il GPS si fanno addirittura due correzioni: una per Rg e una per la RS.

Red Hanuman
10-01-2015, 13:48
Alla faccia di Einstein abbiamo trovato il sistema inerziale assoluto :biggrin:
Mi piacerebbe avere la vostra sicurezza! ... ma poi penso che per far funzionare il GPS si fanno addirittura due correzioni: una per Rg e una per la RS.
No, non ho detto che il sistema inerziale assoluto esiste. Ho solo detto che, se la curvatura dell'universo è sempre stata omogeneamente uniforme in tutto l'universo, non potremo mai notare variazioni tra un periodo in cui il tempo scorreva in un modo, ed un'altro in cui scorreva diversamente.
Le differenze nel battito del tempo le puoi notare solo "in contemporanea" (ammesso che così si possa dire) se i due sistemi hanno curvatura diversa.... ;)

Gaetano M.
10-01-2015, 13:54
Interessante il tuo "in contemporanea": ci rfletterò molto attentamente. Grazie!

Enrico Corsaro
10-01-2015, 14:06
@Red Hanuman (http://www.astronomia.com/forum/member.php?u=9) ha fatto una giusta osservazione. Il tempo viene dilatato anche per un osservatore soggetto a forti campi gravitazionali (vedi ad es. QUI (http://it.wikipedia.org/wiki/Dilatazione_temporale_gravitazionale)), quindi dove sia presente una forte curvatura spazio-temporale secondo la RG.

Quello che però bisogna chiarire è che il tempo di vita dell'Universo è dissociato da queste variazioni che avvengono solo tra osservatori posti in particolari condizioni. Ovunque vi sia un osservatore che o viaggia ad alta velocità oppure è soggetto a forti campi gravitazionali, il suo punto di vista non è più, se così possiamo dire, obiettivo. Il perchè è dovuto al fatto che il suo sistema di riferimento non è più inerziale, ovvero è soggetto a forze esterne che ne cambiano il "normale" effetto delle leggi fisiche, quindi vi sono alcune correzioni (o meglio trasformazioni) da applicare.
Però se un osservatore è in un sistema di riferimento non inerziale, può sempre calcolare lo scorrere del tempo per un osservatore inerziale con semplici trasformazioni di cui ho già accennato, quindi anche lui può rendersi conto di come il tempo assoluto stia trascorrendo rispetto al suo tempo locale (noto come tempo proprio nella RG, per motivi comprensibili).

Il discorso può non essere intuitivo in un primo momento ma, se ci riflettete capite che ciò che avviene nel relativismo fra osservatori all'interno dell'Universo è dissociato dal tempo di vita dell'Universo stesso, che è tale a prescindere dagli eventi al suo interno. Il tempo di vita (o assoluto) dell'Universo è dato dal modello che ne spiega l'evoluzione, ovvero attualmente il modello cosmologico standard LambdaCDM.

Gaetano M.
10-01-2015, 15:59
enrico, non mi pare che si chiarisca perchè l'età dell'universo calcolata dai nostri fisici dovrebbe essere oggettiva e non soggettiva. Infatti altri metodi portano a risultati diversi, vedi questo link: http://www.vialattea.net/cosmo/age.htm

Enrico Corsaro
10-01-2015, 16:11
@enrico (http://www.astronomia.com/forum/member.php?u=1048), non mi pare che si chiarisca perchè l'età dell'universo calcolata dai nostri fisici dovrebbe essere oggettiva e non soggettiva. Infatti altri metodi portano a risultati diversi, vedi questo link: http://www.vialattea.net/cosmo/age.htm

Ciao Gaetano M.
il mio discorso vale per distinguere i due diversi concetti di tempo, che in senso fisico è perfettamente possibile fare e non ha a che vedere con i metodi per ricavare l'età dell'Universo.
L'età dell'Universo quanto numero rimane comunque una estrapolazione e dipende molto dal modello cosmologico citato. Come saprai, il modello LambdaCDM è quello più accreditato e pertanto ci si riferisce ad esso, anche nei libri di scuola. Tuttavia ci sono delle incongruenze, e come ho anche scritto in altri post in precedenza, io non sono un suo sostenitore.

Quelli che citi nel link sono metodi di vincolo, così detti, osservativi e non, per verificare l'età del nostro Universo. L'età ricavabile con questi metodi deve comunque essere non maggiore dell'età data dal modello cosmologico, altrimenti il modello cosmologico non ha senso di esistere e non è verificabile. Ad esempio in passato vi era il problema degli ammassi globulari, la cui età stimata superava quella data dell'Universo dal modello standard. La cosa è stata poi risolta, trovando che l'effettiva età dei GC era di fatto entro i limiti di quella dell'Universo.

Enrico Corsaro
10-01-2015, 16:20
l'età dell'universo calcolata dai nostri fisici dovrebbe essere oggettiva e non soggettiva.

Parlare di soggettività in questi casi non è giusto secondo me. Ogni metodo è pur sempre calibrato con oggettività, ma ha dei limiti. E' un errore di valutazione che spesso viene commesso anche dagli stessi fisici.
L'oggettività è garantita da assunzioni fisicamente plausibili e ragionevoli e non ha a che fare col fatto che si usino metodi diversi. Se i metodi sono ben calibrati e corretti al 100%, l'età che si ricava da metodi diversi fra loro deve essere congruente. Nel nostro caso le differenze possono essere causate da numerosi fattori, primo fra tutti una non abbastanza adeguata comprensione del fenomeno, e di conseguenza una approssimazione troppo rozza nel calcolo. Ma è un problema di limite del metodo usato, non un problema di soggettività.

Quello che si cerca di fare in generale è di convergere pian piano verso un risultato finale assoluto, che per l'appunto non dipenda da alcun modello. Ma questo è uno dei problemi maggiori nel campo fisico.
Dal momento che la comprensione dei fenomeni è limitata, si cerca di migliorare la validità e robustezza del risultato finale facendo una cosiddetta cross-correlazione, ovvero unendo i risultati da più metodi e trovando le regioni in cui si intersecano. Intuitivamente se più risultati si intersecano in un intervallo di valori per l'età dell'Universo, abbiamo modo di credere che quell'intervallo di valori sia più plausibile e quindi più vicino alla verità.

Gaetano M.
10-01-2015, 20:35
Ciao Enrico,
non vedo grosse possibilità di incroci! L'attuale calcolo dell'età dell'universo è appiattita sulla teoria del Big Bang, e con Bicep2 mi pare ci sia stata una lieve correzione, senza modificare l'ordine di grandezza. Per carità, io credo alla teoria del B.B., i dubbi mi vengono perchè con l'universo in espansione e, all'inizio, in forte espansione la gravitazione "media", se così si puo dire, dell'universo è diminuita con relativa contrazione del tempo(?). Da quì i miei dubbi.

Enrico Corsaro
11-01-2015, 00:14
i dubbi mi vengono perchè con l'universo in espansione e, all'inizio, in forte espansione la gravitazione "media", se così si puo dire, dell'universo è diminuita con relativa contrazione del tempo(?)

Ma infatti ti ho scritto che ci sono dei problemi con il modello standard! E' proprio per questo che c'è una continua ricerca per modelli alternativi che possano risolvere le incongruenze attuali.

Credo di aver capito il tuo dubbio e provo a chiarirti le cose.
Non devi confondere la forza di gravità media che permeava e permea l'Universo con l'effetto di dilatazione (e non contrazione) temporale che avviene localmente dentro l'Universo tra osservatori messi a confronto fra loro. L'effetto di dilatazione del tempo deriva da fenomeni locali direttamente collegati alla curvatura dello spazio-tempo, secondo la RG, e che caratterizza l'Universo al suo interno, e non l'Universo nel suo insieme. Inoltre, secondo la RG non esiste alcuna contrazione del tempo, che scorre "normalmente" nel sistema inerziale (tempo assoluto). Il tempo può solo dilatarsi se si è sottoposti a intense forze gravitazionali (tempo proprio).

Dunque la RG non contempla alcuna distorsione temporale sull'intero Universo dovuta alla presenza di una forza gravitazionale media più o meno forte o che è cambiata di intensità. Inoltre tieni sempre presente che parliamo di dilatazione del tempo solo perchè esiste il relativismo in questo caso, cioè possiamo confrontare due osservatori posti in condizioni differenti. Questo è fondamentale da comprendere.

Il discorso che fai riguarda tutt'altro quesito. Ovvero, che una variazione dell'intensità della forza gravitazionale può certamente influire sull'evoluzione dell'Universo stesso, quindi sulla sua fine ultima (o la non fine) e non sulla dilatazione del tempo assoluto. Vale a dire che ad esempio, se la gravitazione fosse troppo forte, l'Universo fermerebbe la sua espansione e inizierebbe a contrarsi. Si tratta di un effetto globale, medio, e non ha nulla a che fare con la dilatazione del tempo che avviene localmente!
Quindi stai confondendo quello che è il problema del definire l'istante iniziale (nel qual caso dell'Universo) con quello che invece è un effetto di uniformità temporale, ciò che definisce il modo in cui il tempo scorre a partire da un istante iniziale. Sono due cose completamente distinte.

Dalle osservazioni intuiamo, anche se non abbiamo la prova definitiva, che ci sia stato un istante iniziale, che secondo il modello standard risalirebbe a circa 13.7 mld di anni fa. A partire da quell'istante, il tempo ha iniziato a scorrere, così come noi lo percepiamo e misuriamo.

Se l'età dell'Universo dovesse cambiare in parole povere, perchè ad esempio misuriamo che quell'istante iniziale è a più di 14 mld di anni (mettiamo per ipotesi che sia in realtà a 100 mld di anni) a noi non cambierebbe assolutamente nulla, il tempo continuerebbe a trascorrere così come lo misuriamo attualmente. Quello che cambierebbe, è tutta la nostra interpretazione dei tempi scala di formazione di stelle, galassie, ammassi di galassie, ecc., che sono ovviamente tutti dipendenti dai modelli.

Per finire, anche ipotizzando che il tempo assoluto possa dilatarsi, non potremo mai saperlo perchè non abbiamo alcun modo di confrontarlo con quello (ipotetico) di osservatori posti all'esterno di questo sistema (cioè all'esterno del nostro Universo). Il relativismo in questo senso decade del tutto, così come la stessa RG. Quindi in parole povere, il tempo assoluto rimane sempre e comunque il nostro sistema di riferimento globale, a cui non possiamo sottrarci anche volendo e che per noi scorre sempre in maniera costante.

Spero di essermi espresso chiaramente :biggrin:.

alexander
11-01-2015, 13:26
scusate, mi sto interessando del problema da poco e quindi intervengo più che altro come un ripasso per me,.
A me risulterebbe che il problema della relatività risdtretta (e quindi della contrazione/dilatazione dello spazio e del tempo) sia un problema che riguarda esclusivamente le interazione tra due sistemi inerziali tra loro.
Per fare un esempio dovrebbe riguardare cosa succede tra l'astronauta A che si muove con velocità costante ad est e l'astronauta B che si muove con velocità costante ma diversa nella stessa direzione o in un'altra a piacere...
La relatività ristretta predice come A vede contrarsi o dilatarsi il tempo di B e come, siimmetricamente, B vede contrarsi o dilatarsil il tempo di A.
Ma per A dentro il suo sistema di riferimento e per B dentro il suo nulla cambia, ecco perchè la relatività è ristretta e non assoluta, perchè riguarda solo come un sistema vede l'altro.

Detto questo secondo me non si pone nessun problema riferito alla nascita dell'universo.
Infatti non si parla di due sistemi inerziali che si muovono a velocità costante (infatti c'è solo il mio sistema e il big bang che è un evento e non un sistema e quindi non posso dire che un sistema vede in modo differente lo scorrere del tempo dell'altro sistema) e la velocità della luce che è sempre la stessa in ogni sistema e in ogni condizione

Enrico Corsaro
11-01-2015, 14:08
A me risulterebbe che il problema della relatività risdtretta (e quindi della contrazione/dilatazione dello spazio e del tempo) sia un problema che riguarda esclusivamente le interazione tra due sistemi inerziali tra loro.
Per fare un esempio dovrebbe riguardare cosa succede tra l'astronauta A che si muove con velocità costante ad est e l'astronauta B che si muove con velocità costante ma diversa nella stessa direzione o in un'altra a piacere...
La relatività ristretta predice come A vede contrarsi o dilatarsi il tempo di B e come, siimmetricamente, B vede contrarsi o dilatarsil il tempo di A.
Ma per A dentro il suo sistema di riferimento e per B dentro il suo nulla cambia, ecco perchè la relatività è ristretta e non assoluta, perchè riguarda solo come un sistema vede l'altro.

@alexander (http://www.astronomia.com/forum/member.php?u=846), perfettamente d'accordo su questo. Ma ricorda, l'effetto sul tempo è solo quello della dilatazione, mentre sulle lunghezze è solo di contrazione, non il viceversa. Questi effetti diventano visibili quando la velocità tra i due osservatori è significativamente grande, almeno 1/10 di quella della luce, altrimenti nulla è visibile.



Detto questo secondo me non si pone nessun problema riferito alla nascita dell'universo.
Infatti non si parla di due sistemi inerziali che si muovono a velocità costante (infatti c'è solo il mio sistema e il big bang che è un evento e non un sistema e quindi non posso dire che un sistema vede in modo differente lo scorrere del tempo dell'altro sistema) e la velocità della luce che è sempre la stessa in ogni sistema e in ogni condizione

Qui stai confondendo il problema della RS (relatività ristretta) con quello della RG (relatività generale). Nella RG l'effetto di dilatazione temporale esiste tra sistemi in confronto fra loro, non-inerziale con non-inerziale e inerziale con non-inerziale, ed è legata alla gravità, quindi è tutt'altro discorso ed è più complesso, anche se la formula di dilatazione del tempo che si ricava in presenza del campo gravitazionale è analiticamente analoga a quella per la velocità della RS.
Quello di cui si parlava appunto era un eventuale effetto sul tempo assoluto causato da variazioni di gravità, e non di velocità che difatti non sarebbe possibile analizzare. Tuttavia, anche comunque nel caso del tempo assoluto, come ho scritto nel post di prima, l'effetto non si pone poichè si tratta anche qui di un fenomeno relativo e non assoluto. La relatività, che sia generale o ristretta, è pur sempre relativa per l'appunto e mai assoluta ;).

Gaetano M.
12-01-2015, 13:09
Ma infatti ti ho scritto che ci sono dei problemi con il modello standard! E' proprio per questo che c'è una continua ricerca per modelli alternativi che possano risolvere le incongruenze attuali.

Credo di aver capito il tuo dubbio e provo a chiarirti le cose.
Non devi confondere la forza di gravità media che permeava e permea l'Universo con l'effetto di dilatazione (e non contrazione) temporale che avviene localmente dentro l'Universo tra osservatori messi a confronto fra loro. L'effetto di dilatazione del tempo deriva da fenomeni locali direttamente collegati alla curvatura dello spazio-tempo, secondo la RG, e che caratterizza l'Universo al suo interno, e non l'Universo nel suo insieme. Inoltre, secondo la RG non esiste alcuna contrazione del tempo, che scorre "normalmente" nel sistema inerziale (tempo assoluto). Il tempo può solo dilatarsi se si è sottoposti a intense forze gravitazionali (tempo proprio).

Dilatazione, contrazione... se parlo di lunghezze non ho problemi, col tempo preferisco dire rallenta o accelera così per lo meno non mi sbaglio:biggrin:
A proposito di R.R.: se noi potessimo pensare al tempo proprio del fotone avremmo velocità "c" tempo fermo.
Questo comporterebbe che il fotone è istantaneamente dappertutto?

Enrico Corsaro
12-01-2015, 15:26
Dilatazione, contrazione... se parlo di lunghezze non ho problemi, col tempo preferisco dire rallenta o accelera così per lo meno non mi sbaglio:biggrin:
Scusa per la pignoleria :biggrin: è solo che preferisco specificare le cose per chiarezza, così si evitano equivoci!


A proposito di R.R.: se noi potessimo pensare al tempo proprio del fotone avremmo velocità "c" tempo fermo.
Questo comporterebbe che il fotone è istantaneamente dappertutto?

Diciamo che in generale vediamo la velocità della luce come un limite non solo invalicabile ma anche irragiungibile. L'ipotesi di essere un fotone implica che non avremmo massa, il che dal nostro punto di vista è impossibile. Rimane un caso limite, il fotone non è qualcosa di ordinario, per così dire.

Un postulato della RS afferma che la velocità della luce è costante in qualunque sistema di riferimento, sempre e comunque. Ciò implica che anche in un sistema di riferimento solidale con un fotone, si vedrebbero altri fotoni viaggiare alla velocità della luce. Anche se controintuitivo, questo va inquadrato nel seguente modo: per una particella che viaggia alla velocità della luce (e quindi priva di massa), il tempo non scorre (non è più una coordinata), ma ciò che scorre è solo lo spazio. Quindi dal punto di vista del fotone, vedrai muoversi tutto lo spazio intorno a te, ma senza che il tempo evolva. E' un pò come se il fotone vivesse in uno spazio a 3 dimensioni (solo coordinate spaziali) e non a 4 come quelle in cui viviamo noi. Questo perchè alla velocità della luce la quarta coordinata, quella temporale, svanisce.

Quindi per rispondere alla tua domanda, no, il fotone sarebbe sempre localizzato nello spazio (almeno secondo la relatività) ma non nel tempo, da cui invece è al di fuori.

Gaetano M.
12-01-2015, 17:20
Diciamo che in generale vediamo la velocità della luce come un limite non solo invalicabile ma anche irragiungibile. L'ipotesi di essere un fotone implica che non avremmo massa, il che dal nostro punto di vista è impossibile. Rimane un caso limite, il fotone non è qualcosa di ordinario, per così dire.

Pignoleria per pignoleria: Irragiungibile ma non per il fotone! Impossibile il fotone senza massa? In tal caso "c" sarebbe asintotica e mai raggiunta:biggrin:
Ho idea Enrico che cerchi di spiegare l'inspiegabile, La R.R. non è razionalmente accettabile, meglio Galilei.:whistling:
P.S. Non voglio contestare Einstein.

Enrico Corsaro
12-01-2015, 17:23
In effetti questo va molto fuori dal senso comune...di solito si cerca di non pensarci, però è buono porsi la domanda e ragionarci su almeno per via ipotetica. Non saremo mai dei fotoni e pertanto, non potremo mai verificarlo di persona :biggrin:

Enrico Corsaro
12-01-2015, 17:27
Ho idea Enrico che cerchi di spiegare l'inspiegabile, La R.R. non è razionalmente accettabile, meglio Galilei.:whistling:
Però anche tu fai la tua parte ponendo domande su argomenti ai limiti della comprensione umana, quindi assumiti le tue responsabilità :twisted:

Gaetano M.
12-01-2015, 17:28
:D
Assunte!