cherubino
11-08-2014, 23:50
La sera del 11 agosto 2014 (quindi poco fa...) ho tentato 3 sistemi multipli ostici per saggiare fino a dove riuscisse a spingersi il mio Takahashi CN-212 in configurazione Cassegrain.
Per consentire allo strumento di operare nel migliore dei modi ho cercato di curare molto bene la collimazione benché non potessi fare nulla per le condizioni del cielo milanese, non molto scuro di per sé all’ora di osservazione (tra le 21:45 e le 22:15 ora locale), e ulteriormente lattiginoso a causa dell’inquinamento luminoso.
17 Lyrae è una doppia non tanto facile, o meglio meno scontata di quanto la distanza in arcosecondi tra le componenti lasci presagire. La primaria è una stella di mag 5.3 divisa da 3,7” dalla secondaria, che brilla della flebile luce di 9.1 mag.
L’oculare da 12,5mm la separa molto bene anche se la secondaria è effimera e debole. la separazione sembra anche maggiore di 3,7” ma mi ricordo che, con il CN-212, l’oculare LE da 12,5 mm. offre il potere di 210x. A pare questo pochi i dati cromatici, con la primaria bianca e la secondaria troppo poco luminosa per definirla con certezza.
Otto Struve 525 - Sh 282 Lyrae - Si tratta di un sistema triplo le cui componenti principali formano un quadretto che ricorda molto per colori Albireo nel Cigno, anche se la separazione è in questo caso maggiore attestandosi sui 45”. la primaria è una stella giallo oro di circa 6.1 magnitudine mentre la secondaria (che in realtà è la componente “C”) brilla di un azzurro intenso con una magnitudine di 7.6.
Difficile, molto, è invece scovare la componente “B”, lontana dalla principale di non più 1,8” e molto poco luminosa attestandosi a circa 9.1 magnitudini.
A 210x la sua identificazione non è certa mentre diventa più facile a 350x (oculare LE 7,5,mm.) e palese a 526x (oculare LE 5mm.).
Le condizioni di seeing appaiono buone ma l’ora non tarda (al momento dell’osservazione sono le 21:45 ora locale) con il cielo ancora non buio (per quanto possa esserlo quello di Milano) ha giocato un poco a sfavore. Se fossi stato in montagna con un cielo nero l’osservazione sarebbe stata molto più agevole e impressionante.
Decisamente ostica e al limite delle possibilità strumentali appare invece la B648 Lyrae. Il sistema è molto stretto (0,8 secondi d’arco) e le due componenti sono di magnitudine sensibilmente differente: 5.4 la primaria - 7.5 la secondaria.
Ho impiegato un attimo a “vincere” la doppia al non sottovalutabile potere di 526x. Nonostante i rinforzi casuali del primo anello di diffrazione dovuti al seeing ho alla fine scorto un rinforzo fisso che non subiva cambiamenti e, dopo un po’ di pazienza, sono stato certo di individuare con certezza la secondaria.
Devo dire che un cielo più scuro avrebbe reso l’impresa meno ardua ma non posso che essere contento della prestazione raggiunta benché l’osservazione sia tutt’altro che riposante e ben poco “agreable”.
Per capire il valore della prestazione ho cercato su internet report osservativi dei tre sistemi descritti e ho trovato molte frustrazioni da parte di osservatori d’oltre oceano che, con strumenti come il C9 e il C11 non sono quasi mai riusciti nell’intento e, le poche volte in cui gli sforzi sono stati coronati da successo, hanno descritto visioni tendenzialmente peggiori e più incerte rispetto a quelle da me ottenute.
Sicuramente si tratta di sistemi multipli (specialmente la Sh-282 e la B648) ad appannaggio di ottiche ostruite con diametro nell’ordine dei 25/30 cm. o di rifrattori da 6 pollici con lenti di ottima qualità.
Queste “doppie” si pongono quindi come test severo per i telescopi compound tradizionali (Schmidt Cassegrain o altri Cassegrain derivati) da 10” circa perfettamente collimati ed acclimatati e comunque, per non rischiare di essere deludenti, richiedono cieli bui e condizioni di turbolenza basse.
Sono sistemi "sfida" non proibitivi ma consiglio a chiunque (dotato di strumento idoneo) di provarli perché transitano allo zenith nelle sere estive e sono facilmente riconoscibili al cercatore anche senza bisogno di sistemi gotto
Paolo
Per consentire allo strumento di operare nel migliore dei modi ho cercato di curare molto bene la collimazione benché non potessi fare nulla per le condizioni del cielo milanese, non molto scuro di per sé all’ora di osservazione (tra le 21:45 e le 22:15 ora locale), e ulteriormente lattiginoso a causa dell’inquinamento luminoso.
17 Lyrae è una doppia non tanto facile, o meglio meno scontata di quanto la distanza in arcosecondi tra le componenti lasci presagire. La primaria è una stella di mag 5.3 divisa da 3,7” dalla secondaria, che brilla della flebile luce di 9.1 mag.
L’oculare da 12,5mm la separa molto bene anche se la secondaria è effimera e debole. la separazione sembra anche maggiore di 3,7” ma mi ricordo che, con il CN-212, l’oculare LE da 12,5 mm. offre il potere di 210x. A pare questo pochi i dati cromatici, con la primaria bianca e la secondaria troppo poco luminosa per definirla con certezza.
Otto Struve 525 - Sh 282 Lyrae - Si tratta di un sistema triplo le cui componenti principali formano un quadretto che ricorda molto per colori Albireo nel Cigno, anche se la separazione è in questo caso maggiore attestandosi sui 45”. la primaria è una stella giallo oro di circa 6.1 magnitudine mentre la secondaria (che in realtà è la componente “C”) brilla di un azzurro intenso con una magnitudine di 7.6.
Difficile, molto, è invece scovare la componente “B”, lontana dalla principale di non più 1,8” e molto poco luminosa attestandosi a circa 9.1 magnitudini.
A 210x la sua identificazione non è certa mentre diventa più facile a 350x (oculare LE 7,5,mm.) e palese a 526x (oculare LE 5mm.).
Le condizioni di seeing appaiono buone ma l’ora non tarda (al momento dell’osservazione sono le 21:45 ora locale) con il cielo ancora non buio (per quanto possa esserlo quello di Milano) ha giocato un poco a sfavore. Se fossi stato in montagna con un cielo nero l’osservazione sarebbe stata molto più agevole e impressionante.
Decisamente ostica e al limite delle possibilità strumentali appare invece la B648 Lyrae. Il sistema è molto stretto (0,8 secondi d’arco) e le due componenti sono di magnitudine sensibilmente differente: 5.4 la primaria - 7.5 la secondaria.
Ho impiegato un attimo a “vincere” la doppia al non sottovalutabile potere di 526x. Nonostante i rinforzi casuali del primo anello di diffrazione dovuti al seeing ho alla fine scorto un rinforzo fisso che non subiva cambiamenti e, dopo un po’ di pazienza, sono stato certo di individuare con certezza la secondaria.
Devo dire che un cielo più scuro avrebbe reso l’impresa meno ardua ma non posso che essere contento della prestazione raggiunta benché l’osservazione sia tutt’altro che riposante e ben poco “agreable”.
Per capire il valore della prestazione ho cercato su internet report osservativi dei tre sistemi descritti e ho trovato molte frustrazioni da parte di osservatori d’oltre oceano che, con strumenti come il C9 e il C11 non sono quasi mai riusciti nell’intento e, le poche volte in cui gli sforzi sono stati coronati da successo, hanno descritto visioni tendenzialmente peggiori e più incerte rispetto a quelle da me ottenute.
Sicuramente si tratta di sistemi multipli (specialmente la Sh-282 e la B648) ad appannaggio di ottiche ostruite con diametro nell’ordine dei 25/30 cm. o di rifrattori da 6 pollici con lenti di ottima qualità.
Queste “doppie” si pongono quindi come test severo per i telescopi compound tradizionali (Schmidt Cassegrain o altri Cassegrain derivati) da 10” circa perfettamente collimati ed acclimatati e comunque, per non rischiare di essere deludenti, richiedono cieli bui e condizioni di turbolenza basse.
Sono sistemi "sfida" non proibitivi ma consiglio a chiunque (dotato di strumento idoneo) di provarli perché transitano allo zenith nelle sere estive e sono facilmente riconoscibili al cercatore anche senza bisogno di sistemi gotto
Paolo