orione2000
16-05-2014, 23:48
SN 2012aw
La supernova SN 2012aw , esplosa nella galassia M95 nel Marzo del 2012, ha interessato un team internazionale di 42 astronomi che come guida hanno i ricercatori dell'Osservatorio dell'INAF di Capodimonte. La domanda che si sono posti questi scienziati è la seguente: quanto può essere grande una Gigante Rossa per diventare una supernova?
L'importanza di conoscere le supernovae
Le stelle che hanno una massa di circa 8-10 masse solari sono destinate a esplodere come Supernova. Questo avviene perché all'interno di queste stelle, negli ultimi processi di fusione nucleare, si crea un nucleo di ferro: che non produce più energia dalla fusione nucleare. Così la stella diventa altamente instabile e le parti centrali collassano su se stesse per effetto della forza gravitazionale non più controbilanciata dalla pressione della stella. Quando una di queste stelle esplodono come Supernova i gas che liberano viaggiano nell'ordine dei 10.000 km/s. Massimo Dall'Ora ci spiega meglio alcuni dettagli:
<<Conoscere con esattezza la massa limite che una stella deve avere per poter esplodere come Supernova è importante per testare le nostre conoscenze sulla evoluzione delle stelle massicce. L'esplosione di queste stelle determina l'evoluzione chimica delle galassie che le ospitano, l'interazione fra il materiale espulso dall'esplosione con le nubi di gas e polveri circostanti ne causa il loro collasso favorendo la nascita di nuove stelle sistemi planetari. Infine sono le esplosioni di Supernovae a immettere nello spazio gli elementi chimici più pesanti, essenziali per la vita>>.
Le supernovae "tipo II plateau"
Si riteneva che supernovae di questo tipo, conosciute anche come "tipo II plateau", potessero essere generate da stelle che avevano una massa di 15 masse solari: poiché supernovae del genere causate da stelle con massa maggiore non se ne erano ancora osservate.
<<Lo studio sulla SN 2012aw ci ha colto di sorpresa,la nostra analisi ci ha portato a concludere che la stella progenitrice di SN 2012aw ha una massa nettamente superiore, almeno 20 volte quella del Sole. E, da immagini pre-esplosione dall'archivio del telescopio spaziale Hubble,sapevamo che la stella progenitrice era una Gigante Rossa. Questo risultato ha importanti implicazioni per la comprensione dei meccanismi che conducono alla perdita di massa nelle stelle massicce>>. Dice Maria Teresa Botticella, una delle autrici dello studio.
Gli strumenti utilizzati nello studio
Per effettuare questo studio sono stati utilizzati tredici telescopi da terra, ciascuno comprendente la propria
caratteristica strumentazione.Insieme a questi tredici telescopi è stato utilizzato il satellite Swift nella modalità ultravioletta. Successivamente i dati sono stati analizzati da una simulazione idrodinamica sviluppata all'INAF- Osservatorio di Padova da Luca Zampieri e Maria Letizia Pumo. La stella progenitrice aveva un diametro 430 volte quello solare, ovvero, se fosse nella posizione del nostro Sole arriverebbe oltre l'orbita di Marte.
Il progetto PESSTO dell'ESO
Molti dei dati che sono stati raccolti sono stati utilizzati nel contesto del progetto PESSTO, che sarebbe una survey pubblica dell 'ESO. Questo progetto ha come obiettivo principale quello dello studio spettroscopico delle Supernovae e delle nuove classi di fenomeni transienti, che sono stati scoperti grazie ai rilevatori a grande campo di nuova generazione, che spesso sono di natura misteriosa.
Con il New Technology Telescope, il telescopio da 3.5 metri dell'ESO, sta raccolgiendo una legacy di spettri ottici e infrarossi.
Fonte:Media INAF
Orione2000
La supernova SN 2012aw , esplosa nella galassia M95 nel Marzo del 2012, ha interessato un team internazionale di 42 astronomi che come guida hanno i ricercatori dell'Osservatorio dell'INAF di Capodimonte. La domanda che si sono posti questi scienziati è la seguente: quanto può essere grande una Gigante Rossa per diventare una supernova?
L'importanza di conoscere le supernovae
Le stelle che hanno una massa di circa 8-10 masse solari sono destinate a esplodere come Supernova. Questo avviene perché all'interno di queste stelle, negli ultimi processi di fusione nucleare, si crea un nucleo di ferro: che non produce più energia dalla fusione nucleare. Così la stella diventa altamente instabile e le parti centrali collassano su se stesse per effetto della forza gravitazionale non più controbilanciata dalla pressione della stella. Quando una di queste stelle esplodono come Supernova i gas che liberano viaggiano nell'ordine dei 10.000 km/s. Massimo Dall'Ora ci spiega meglio alcuni dettagli:
<<Conoscere con esattezza la massa limite che una stella deve avere per poter esplodere come Supernova è importante per testare le nostre conoscenze sulla evoluzione delle stelle massicce. L'esplosione di queste stelle determina l'evoluzione chimica delle galassie che le ospitano, l'interazione fra il materiale espulso dall'esplosione con le nubi di gas e polveri circostanti ne causa il loro collasso favorendo la nascita di nuove stelle sistemi planetari. Infine sono le esplosioni di Supernovae a immettere nello spazio gli elementi chimici più pesanti, essenziali per la vita>>.
Le supernovae "tipo II plateau"
Si riteneva che supernovae di questo tipo, conosciute anche come "tipo II plateau", potessero essere generate da stelle che avevano una massa di 15 masse solari: poiché supernovae del genere causate da stelle con massa maggiore non se ne erano ancora osservate.
<<Lo studio sulla SN 2012aw ci ha colto di sorpresa,la nostra analisi ci ha portato a concludere che la stella progenitrice di SN 2012aw ha una massa nettamente superiore, almeno 20 volte quella del Sole. E, da immagini pre-esplosione dall'archivio del telescopio spaziale Hubble,sapevamo che la stella progenitrice era una Gigante Rossa. Questo risultato ha importanti implicazioni per la comprensione dei meccanismi che conducono alla perdita di massa nelle stelle massicce>>. Dice Maria Teresa Botticella, una delle autrici dello studio.
Gli strumenti utilizzati nello studio
Per effettuare questo studio sono stati utilizzati tredici telescopi da terra, ciascuno comprendente la propria
caratteristica strumentazione.Insieme a questi tredici telescopi è stato utilizzato il satellite Swift nella modalità ultravioletta. Successivamente i dati sono stati analizzati da una simulazione idrodinamica sviluppata all'INAF- Osservatorio di Padova da Luca Zampieri e Maria Letizia Pumo. La stella progenitrice aveva un diametro 430 volte quello solare, ovvero, se fosse nella posizione del nostro Sole arriverebbe oltre l'orbita di Marte.
Il progetto PESSTO dell'ESO
Molti dei dati che sono stati raccolti sono stati utilizzati nel contesto del progetto PESSTO, che sarebbe una survey pubblica dell 'ESO. Questo progetto ha come obiettivo principale quello dello studio spettroscopico delle Supernovae e delle nuove classi di fenomeni transienti, che sono stati scoperti grazie ai rilevatori a grande campo di nuova generazione, che spesso sono di natura misteriosa.
Con il New Technology Telescope, il telescopio da 3.5 metri dell'ESO, sta raccolgiendo una legacy di spettri ottici e infrarossi.
Fonte:Media INAF
Orione2000