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Visualizza Versione Completa : Vintage ed eterni ritorni



cherubino
12-05-2014, 23:00
Non riesco mai a trovare lo spazio giusto nel forum per una chiacchierata "di fondo".
Quindi provo a postarlo qui e lascio ovviamente ai moderatori ogni autorità di spostarlo dove meglio ritengono si corretto porlo.

http://www.dark-star.it/terza-pagina/mode-ed-eterni-ritorni/

Paolo

Huniseth
13-05-2014, 00:26
Interessante argomento. Però una cosa bisogna sottolinearla: il cielo al tempo di Flammarion era molto più scuro e pulito di oggi.

medved
13-05-2014, 00:28
In effetti la conclusione cui giunge il tuo ragionamento Paolo è molto simile a quella cui è giunto il mio. Confesso che anche a me il vintage attira molto, il valore storico o anche solo emozionale che può dare uno strumento con 30/40 anni sulle spalle è notevole. In ciò gioca anche una piccola debolezza che colpisce i vintagisti e che consiste in una superstizione o chiamiamola inconfessabile credenza ovvero che gli oggetti abbiano in qualche modo una loro piccola anima o perlomeno riflettano quella di chi li ha posseduti ed amati. Quindi riportare in uso uno di questi oggetti e strapparlo dall'inattività e peggio dall'abbandono è quasi più una missione che una attività ludica. Io ho trovato il mio punto di equilibrio scegliendo di riportare in uso uno strumento vintage specifico ovvero il mio Konus Vega 114/900 del 1985. Sono anche riuscito a sistemare la montatura che ora volendo funziona perfettamente (anche se male come ha sempre fatto) in equatoriale ma degnamente in AZ. E cos' intendo fare cercando di rintracciare lo Stein Optik 60mm (non ricordo se 700 o 900) che mi prestarono ai miei esordi nell'84, ma non uno stein optik di quel formato vado cercando ma proprio quell'individuo che ebbi in mano a 11 anni. Troppi ricordi e troppi significati sono stati condivisi tra me e questi due strumenti per ignorarli.
La seconda strada che ho deciso di intraprendere per procurarmi un rifrattorino piccino e lungo invece è una scorciatoia clamorosa, scorciatoia che ora vedo approvata anche da Paolo-Cherubino. Come ho scritto in altro post ho sistemato egregiamente il rifrattore Konusuper 120/1000. Sono miracolosamente riuscito, più per sorte che per merito, a collimare il doppietto e ho messo ben in asse il focheggiatore. Lo strumento non si è trasformato in un Vixen ma ha migliorato molto le prestazioni tanto che finalmente in uno star test sono riuscito a distinguere le centrivhe sia in intrafocale (molto bene) che in extrafocale (ancora un po' confuse). Prima dei lavori di sistemazione lo star test mostrava una sconcertante figura quasi trilobata....Comunque dicevo ora mi sono costruito, beh non esageriamo diciamo ritagliato, 5 diaframmi che trasfigurano il 120/1000 (f/8,3) e lo fanno diventare rispettivamente un 60/1000 (f/16,7), un 70/1000 (f/14,3), un 80/1000 (f/12,5), un 90/1000 (f/11,1) e un 10/1000 (f/10). Può sembrare strano ma quasi tutti questi formati hanno un senso. Il 60/1000 è strepitoso in uso diurno terrestre anche l'inquadratura più critica con ingrandimenti alti non mostra aberrazione cromatiche. Sui pianeti è divertente per il discorso che si faceva del club dei sessantini ma a livello pratico non è il massimo. Già il 70/1000 mostra ancora una visione quasi da apo su Giove e inizia a rivelare qualche particolare in più. L'80/1000 oltre ad essere ancora molto appagante in diurna è forse il miglior rapporto sul planetario e luna. Confesso che inizia ad apparire un po' di aberrazione su Giove (su Saturno e Marte non ne ho rilevata) ma è davvero contenutissima in compenso i particolari identificabili sono già interessanti. Il 90/1000 è forse quello meno interessante perchè se si è disposti a sopportare un po' di cromatica su Giove (o non lo si considera più vista la sua attuale posizione), un filo su Saturno e Luna e nulla (beh quasi) su Marte si può togliere quello da 90 e installare il diaframma da 10cm che non sono pochissimi. Infine togliendo tutto ritorna il 120 che sul deep e Marte fanno divertire e tutto sommato su Saturno tappandosi il naso riescono a dare un po di definizione seppur condita dall'aberrazione cromatica. In questo senso mi sono spesso chiesto cosa potrebbe fare un ACRO 150/1200 moderno e qualitativamente discreto trattato allo stesso modo con in più i 150mm non ostruiti da dedicare al Deep. Devo però ad onor del vero, inserire una ulteriore considerazione che coinvolge ancora lo strumento principe delle mie serate osservative ovvero il Dob 200/1200. Tutti i giochi visti primi mi divertono molto ma quando devo fare sul serio, non lo so, non riesco a non buttarmi sul mio tubone bianco che non mi ha mai deluso, su nessun pianeta e sul deep sky. Mi mancano le doppie, quelle difficili, ma questa sarà un altra storia..........

cherubino
17-05-2014, 14:53
:)

Comprendo bene il gioco dei diaframmi...

Paolo