Valerio Ricciardi
23-04-2014, 11:29
Era un po' che cercavo una soluzione che fosse il mio strumento di riferimento per il deep prima di tutto visuale, con eventuali future velleità fotografiche (ma in subordine evidente).
Ma che fosse ragionevolmente trasportabile, rispettando la regola mai abbastanza ripetuta (i neofiti dovrebbero farne un mantra..) secondo la quale "il miglior telescopio è quello che riuscirai a goderti più spesso".
Avevo tentato la strada di un ottimo esemplare del poco diffuso Meade SC 8" in f/6,3, di fonte attendibilissima e sicura (l'espertissimo astrospettrografo Fulvio Mete), ma nonostante - per quel che poteva valere la mia modesta esperienza su quel genere di configurazione - mi fosse sembrato alle prove senz'altro un esemplare dall'ottica curata e ben riuscita, a parte il campo inquadrato maggiore (solo 1278 mm di focale) non avevo avuto la sensazione che sul deep mi mostrasse nulla di più di quel che riusciva a fare il Mak 180 da F/15 (2700 mm), dal campo ristretto ma dalla ben più modesta ostruzione.
Perciò mi ero rassegnato all'idea che quello fosse uno strumento proprio nato con una vocazione fotografica, dove poteva dare il meglio di sé. Il thread "Un vecchietto sulla Luna" di Elio ne è la riprova: infatti l'ho passato pari pari a lui, che mi sembra contento dei primi risultati, bene così.
* * * * *
Non potendo permettermi un binoscopio con due ottiche Apo da 7", ovviamente, mi ero pertanto rassegnato all'idea di dover accettare l'ingombro associato a un classico Newton di decorosa apertura.
Come avevo accennato, grazie alla segnalazione trovata su questo forum (poi guarderò meglio chi devo benedire...) accettando delle limitazioni inevitabili alla bisogna quanto ad ingombro e peso, avevo trovato "un'offetta che proppio non ci potetti dire di no" (ancora sto :shock: ) da "Salmodraghi & Perchéno".
Ne avevano due pezzi, uno effettivamente da esposizione, andato via istantaneamente, ma telefonando in sede un addetto con tono simpaticamente complice mi ha detto che ce n'era un altro... ossia uno che era stato sì per mesi presso un negozio... ma che per ragioni di ingombro - specie della montatura minima da metterci sotto per esporlo... ...non era mai stato sballato! :wtf:
Intendo: nastro adesivo originale sull'imballo esterno, da tirar via per la prima volta. Siccome sono sotto sotto un uomo di cuore, anche se quelli che mi conoscono bene lo negano, :D non ho potuto lasciarlo ancora lì tutto solo. Perciò l'ho acquistato online, pagato con bonifico online, ed ho dato disposizioni perché lo mandassero presso il punto vendita per me più comodo (centro comm. Parco Leonardo a Fiumicino, fuori Roma ma... col parcheggio). L'ho ritirato ieri.
PRIME IMPRESSIONI
Bé... abituato alla compattezza esemplare dei Mak, è grosso per dire grosso. L'ingombro visivo è MOLTO maggiore rispetto al mio 8" in F/5, dà subito la sensazione che il brandeggio sia più impegnativo. Ai numeri non spaventa davvero (circa 29 cm di diametro, 99 di lunghezza col tappo... e che sarà mai...) ma quando lo sballi e lo posi sul tavolo da té del salotto è un altro discorso...
Standard costruttivo apparente più che buono.
Tubo realizzato in acciaio, cilindrico in modo davvero perfetto, nonostante sia in lamiera piegata e ribattuta e non in alluminio estruso; ma il livello di finitura è sorprendentemente maniacale, e lo spessore presumibile del tubo adeguato. Quasi non si sente sotto le dita il giunto dove la lamiera è stata richiusa. Fuori, nero lucido doppio strato, col trasparente di finitura, come un'automobile.
Dentro, l'annerimento è esemplare e ci sono qualcosa come 13 (tredici) diaframmi antiriflesso in - credo - ABS rifinito al tornio e perfettamente anneriti. Iniziano poco sotto il drawtube del focheggiatore e finiscono pochissimo sopra lo specchio primario. Il tubo finisce quasi 19 cm davanti al focheggiatore, la protezione dalle luci parassite mi sembra adeguata ed anche le razze del secondario, debbo dire una protezione antiriflesso degna di Orion UK o dei russi, non te l'aspetteresti da un prodotto di origine cinese.
Non bastasse, sono presenti delle contropiastre in acciaio sotto gli attacchi del cercatore e sotto il gruppo focheggiatore per scongiurare il rischio di microflessioni sotto carico. Molto, molto bene.
La contropartita è un peso, senza anelli né barra né cercatore col suo supporto, che alla bilancia pesapersone elettronica (per quel che può valere, ammettiamo uno scarto di qualche etto ovviamente) già si attesta "naked" sui 14 kg, che già con la lunga barra standard Vixen in dotazione diventano presto circa 16... secondo me completo di tutto (anelli, barra, cercatore 9x50 sul supporto, oculare ventola di raffreddamento) i 17 kg sono inevitabili.
Per gli astrofotografi, suggerirei caldamente una guida fuori asse piuttosto che un'ottica in parallelo, sospetto che in termini di precisione di correzione ci sia solo da guadagnare.
Gli 11,59 kg promessi dalle specifiche (della Casa) sono quindi una grandissima balla, e posso anche ad occhio affermare che per sostenerlo in modo adeguato una NEQ6 ci vuole tutta, anche se per uso visuale ben bilanciato se lo può gestire una HEQ5 grazie alla lunghezza contenuta entro il metro.
Ma non lo vedo da HEQ5, è il classico caso in cui una NEQ6 è il vero minimo sindacale - specie se uno dai e dai si farà tentare da qualche posa deep, il che con un aggeggio che si fregia provocatoriamente della denominazione "Astrograph" è un rischio di cui tener conto.
Primario apparentemente del tutto omogeneo e uniforme, alluminatura perfetta e limpidissima (e vorrei ben vedere), adesivo per collimazione al centro, nero, di piccolo diametro.
Secondario di dimensioni generose anche come spessore (asse minore da 82 mm dichiarati), incollato sul suo supporto in modo (speriamo...) apparentemente curato,la casa dichiara un'ostruzione del 32% in diametro, corretta per quel rapporto focale, e del 10% in superficie. Con 1.767 cm2 di superficie libera al netto del secondario, siamo sempre ben al di sopra dei 1.256 cm2 di un 20 cm non ostruito, che diventano anche solo con l'8% di ostruzione di un f/4,9 1.156... insomma, qualcosa di più che col Meade 8" f/6,3 sotto buoni cieli dovrei ben vedere per forza di cose, spero.
Gli anelli di supporto del tubo in lega leggera da circa 290 mm di diametro interno son ben realizzati, con i bulloni a pomolo di serraggio che non sono incernierati, e foderati di feltro sottile all'interno: combaciano col tubo in modo ideale, col giusto margine per poter serrare quanto serve. Presente su uno dei due un attacco da 1/4" con contropiastrina, per montare una fotocamera in parallelo.
Il focheggiatore tipo Crayford (confesso di sentirmi potenzialmente più attratto da un concetto costruttivo a pignone elicoidale e cremagliera con denti obliqui, sempre demoltiplicato) sembrerebbe ben fatto; i pomoli di comando sono di alluminio pesante tornito e fresato, quello di destra ha coassiale il secondo comando della demoltiplica 1:11. Presente OVVIAMENTE la vite di blocco del drawtube. La corsa dichiarata (e misurata) è di 39 mm.
Al Drawtube può essere attaccato O un anello di raccordo dotato di filettatura maschio mi sembra predisposta al T2 (42x0,75) nonché di foro filettato per il portaoculari da 31,75, O un visual back da 2" da avvitare al drawtube al posto del precedente, da 30 mm di lunghezza. Insieme, viene fornita ANCHE una prolunga da 2" per altri 36 mm, bene! Completa la dotazione un tappino da 31,75 forato per la collimazione; all'interno, un disco riflettente.
A caval donato non si guarda in bocca, e sull'utilità per una pre-collimazione speditiva generica non ho alcun dubbio; che si possa poi però fare a meno di un collimatore un minimo serio, stante il rapporto focale forzato, lo escluderei a priori con tutta la simpatia.
Classico, e adeguato all'utilizzo, il cercatore 9x50 con supporto stile Skywatcher con o-ring e due viti di regolazione a 120° contrastate dal solito pernetto a molla a 120° dalle altre due. Non è la soluzione dei miei sogni, come non lo è il concetto di focheggiatore tipo Crayford che tutti peraltro agognano, ma le mode son le mode e tocca adeguarsi.
Nell'imballo è presente anche una ventola brushless da 12 V per favorire l'acclimatamento, in kit da montare (c'è persino un cacciavite a croce di misura ideale) dietro la cella portaspecchio, col suo borsetto portabatterie per 8 torcioni da 1,5... il costo di gestione prevedibile suggerisce caldamente di utilizzare un cavo con presa accendisigari dall'auto, o di utilizzare un batteria a 12V esterna di discreta capacità.
Ma che fosse ragionevolmente trasportabile, rispettando la regola mai abbastanza ripetuta (i neofiti dovrebbero farne un mantra..) secondo la quale "il miglior telescopio è quello che riuscirai a goderti più spesso".
Avevo tentato la strada di un ottimo esemplare del poco diffuso Meade SC 8" in f/6,3, di fonte attendibilissima e sicura (l'espertissimo astrospettrografo Fulvio Mete), ma nonostante - per quel che poteva valere la mia modesta esperienza su quel genere di configurazione - mi fosse sembrato alle prove senz'altro un esemplare dall'ottica curata e ben riuscita, a parte il campo inquadrato maggiore (solo 1278 mm di focale) non avevo avuto la sensazione che sul deep mi mostrasse nulla di più di quel che riusciva a fare il Mak 180 da F/15 (2700 mm), dal campo ristretto ma dalla ben più modesta ostruzione.
Perciò mi ero rassegnato all'idea che quello fosse uno strumento proprio nato con una vocazione fotografica, dove poteva dare il meglio di sé. Il thread "Un vecchietto sulla Luna" di Elio ne è la riprova: infatti l'ho passato pari pari a lui, che mi sembra contento dei primi risultati, bene così.
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Non potendo permettermi un binoscopio con due ottiche Apo da 7", ovviamente, mi ero pertanto rassegnato all'idea di dover accettare l'ingombro associato a un classico Newton di decorosa apertura.
Come avevo accennato, grazie alla segnalazione trovata su questo forum (poi guarderò meglio chi devo benedire...) accettando delle limitazioni inevitabili alla bisogna quanto ad ingombro e peso, avevo trovato "un'offetta che proppio non ci potetti dire di no" (ancora sto :shock: ) da "Salmodraghi & Perchéno".
Ne avevano due pezzi, uno effettivamente da esposizione, andato via istantaneamente, ma telefonando in sede un addetto con tono simpaticamente complice mi ha detto che ce n'era un altro... ossia uno che era stato sì per mesi presso un negozio... ma che per ragioni di ingombro - specie della montatura minima da metterci sotto per esporlo... ...non era mai stato sballato! :wtf:
Intendo: nastro adesivo originale sull'imballo esterno, da tirar via per la prima volta. Siccome sono sotto sotto un uomo di cuore, anche se quelli che mi conoscono bene lo negano, :D non ho potuto lasciarlo ancora lì tutto solo. Perciò l'ho acquistato online, pagato con bonifico online, ed ho dato disposizioni perché lo mandassero presso il punto vendita per me più comodo (centro comm. Parco Leonardo a Fiumicino, fuori Roma ma... col parcheggio). L'ho ritirato ieri.
PRIME IMPRESSIONI
Bé... abituato alla compattezza esemplare dei Mak, è grosso per dire grosso. L'ingombro visivo è MOLTO maggiore rispetto al mio 8" in F/5, dà subito la sensazione che il brandeggio sia più impegnativo. Ai numeri non spaventa davvero (circa 29 cm di diametro, 99 di lunghezza col tappo... e che sarà mai...) ma quando lo sballi e lo posi sul tavolo da té del salotto è un altro discorso...
Standard costruttivo apparente più che buono.
Tubo realizzato in acciaio, cilindrico in modo davvero perfetto, nonostante sia in lamiera piegata e ribattuta e non in alluminio estruso; ma il livello di finitura è sorprendentemente maniacale, e lo spessore presumibile del tubo adeguato. Quasi non si sente sotto le dita il giunto dove la lamiera è stata richiusa. Fuori, nero lucido doppio strato, col trasparente di finitura, come un'automobile.
Dentro, l'annerimento è esemplare e ci sono qualcosa come 13 (tredici) diaframmi antiriflesso in - credo - ABS rifinito al tornio e perfettamente anneriti. Iniziano poco sotto il drawtube del focheggiatore e finiscono pochissimo sopra lo specchio primario. Il tubo finisce quasi 19 cm davanti al focheggiatore, la protezione dalle luci parassite mi sembra adeguata ed anche le razze del secondario, debbo dire una protezione antiriflesso degna di Orion UK o dei russi, non te l'aspetteresti da un prodotto di origine cinese.
Non bastasse, sono presenti delle contropiastre in acciaio sotto gli attacchi del cercatore e sotto il gruppo focheggiatore per scongiurare il rischio di microflessioni sotto carico. Molto, molto bene.
La contropartita è un peso, senza anelli né barra né cercatore col suo supporto, che alla bilancia pesapersone elettronica (per quel che può valere, ammettiamo uno scarto di qualche etto ovviamente) già si attesta "naked" sui 14 kg, che già con la lunga barra standard Vixen in dotazione diventano presto circa 16... secondo me completo di tutto (anelli, barra, cercatore 9x50 sul supporto, oculare ventola di raffreddamento) i 17 kg sono inevitabili.
Per gli astrofotografi, suggerirei caldamente una guida fuori asse piuttosto che un'ottica in parallelo, sospetto che in termini di precisione di correzione ci sia solo da guadagnare.
Gli 11,59 kg promessi dalle specifiche (della Casa) sono quindi una grandissima balla, e posso anche ad occhio affermare che per sostenerlo in modo adeguato una NEQ6 ci vuole tutta, anche se per uso visuale ben bilanciato se lo può gestire una HEQ5 grazie alla lunghezza contenuta entro il metro.
Ma non lo vedo da HEQ5, è il classico caso in cui una NEQ6 è il vero minimo sindacale - specie se uno dai e dai si farà tentare da qualche posa deep, il che con un aggeggio che si fregia provocatoriamente della denominazione "Astrograph" è un rischio di cui tener conto.
Primario apparentemente del tutto omogeneo e uniforme, alluminatura perfetta e limpidissima (e vorrei ben vedere), adesivo per collimazione al centro, nero, di piccolo diametro.
Secondario di dimensioni generose anche come spessore (asse minore da 82 mm dichiarati), incollato sul suo supporto in modo (speriamo...) apparentemente curato,la casa dichiara un'ostruzione del 32% in diametro, corretta per quel rapporto focale, e del 10% in superficie. Con 1.767 cm2 di superficie libera al netto del secondario, siamo sempre ben al di sopra dei 1.256 cm2 di un 20 cm non ostruito, che diventano anche solo con l'8% di ostruzione di un f/4,9 1.156... insomma, qualcosa di più che col Meade 8" f/6,3 sotto buoni cieli dovrei ben vedere per forza di cose, spero.
Gli anelli di supporto del tubo in lega leggera da circa 290 mm di diametro interno son ben realizzati, con i bulloni a pomolo di serraggio che non sono incernierati, e foderati di feltro sottile all'interno: combaciano col tubo in modo ideale, col giusto margine per poter serrare quanto serve. Presente su uno dei due un attacco da 1/4" con contropiastrina, per montare una fotocamera in parallelo.
Il focheggiatore tipo Crayford (confesso di sentirmi potenzialmente più attratto da un concetto costruttivo a pignone elicoidale e cremagliera con denti obliqui, sempre demoltiplicato) sembrerebbe ben fatto; i pomoli di comando sono di alluminio pesante tornito e fresato, quello di destra ha coassiale il secondo comando della demoltiplica 1:11. Presente OVVIAMENTE la vite di blocco del drawtube. La corsa dichiarata (e misurata) è di 39 mm.
Al Drawtube può essere attaccato O un anello di raccordo dotato di filettatura maschio mi sembra predisposta al T2 (42x0,75) nonché di foro filettato per il portaoculari da 31,75, O un visual back da 2" da avvitare al drawtube al posto del precedente, da 30 mm di lunghezza. Insieme, viene fornita ANCHE una prolunga da 2" per altri 36 mm, bene! Completa la dotazione un tappino da 31,75 forato per la collimazione; all'interno, un disco riflettente.
A caval donato non si guarda in bocca, e sull'utilità per una pre-collimazione speditiva generica non ho alcun dubbio; che si possa poi però fare a meno di un collimatore un minimo serio, stante il rapporto focale forzato, lo escluderei a priori con tutta la simpatia.
Classico, e adeguato all'utilizzo, il cercatore 9x50 con supporto stile Skywatcher con o-ring e due viti di regolazione a 120° contrastate dal solito pernetto a molla a 120° dalle altre due. Non è la soluzione dei miei sogni, come non lo è il concetto di focheggiatore tipo Crayford che tutti peraltro agognano, ma le mode son le mode e tocca adeguarsi.
Nell'imballo è presente anche una ventola brushless da 12 V per favorire l'acclimatamento, in kit da montare (c'è persino un cacciavite a croce di misura ideale) dietro la cella portaspecchio, col suo borsetto portabatterie per 8 torcioni da 1,5... il costo di gestione prevedibile suggerisce caldamente di utilizzare un cavo con presa accendisigari dall'auto, o di utilizzare un batteria a 12V esterna di discreta capacità.