Valerio Ricciardi
11-01-2014, 10:00
Dal sito online del Corriere della Sera vi copio tal quale questo OTTIMO articolo di Edoardo Boncinelli - fonte: http://www.corriere.it/scienze/14_gennaio_11/quelle-creature-minuscole-che-rendono-possibile-vita-c43e8996-7a8c-11e3-b46a-38fa5c85cfc2.shtml
GLI SCIENZIATI DEL MIT DI BOSTON: VENGONO DAI CIANOBATTERI DEGLI OCEANI CHE PRODUCONO GRAN PARTE DELL’OSSIGENO DELL’ATMOSFERA
Quelle creature minuscole
che rendono possibile la vita
Da vesciche 100 volte più piccole di un capello il carbonio al pianeta
L a vita è nata negli oceani e dagli oceani trae sostentamento. È noto da qualche tempo che una grande porzione dell’ossigeno che respiriamo è prodotta da minuscole alghe blu-verdi, in termini tecnici cianofite, che popolano le acque e che compiono in continuazione la funzione clorofilliana, sequestrando anidride carbonica e producendo ossigeno che riversano nell’acqua da dove poi evapora e va a costituire una parte sostanziale della nostra atmosfera. Senza l’opera di queste minuscole creatura la vita sarebbe impossibile, ma sembra che ci sia di più. Ricercatori del Mit, il Massachusetts Institute of Technology di Boston, hanno osservato che una di queste alghe rilascia nell’acqua degli oceani delle minuscole vescichette piene di materiale organico, inclusi gli acidi nucleici Dna e Rna.
Queste vescichette hanno il diametro di un centesimo di capello, ma sono in tale numero da trasportare complessivamente tonnellate e tonnellate di materiale ricco di carbonio, che nutre una grande varietà di esseri acquatici e, direttamente o indirettamente, costituisce una gran parte del carbonio che si genera e si rigenera nel nostro pianeta.
La Terra è un sistema relativamente chiuso, da millenni non gli arriva quasi più nulla dallo spazio, e deve quindi far tesoro degli elementi che già vi si trovano: ossigeno, carbonio, azoto, fosforo e così via. Questo avviene - lo si studia anche a scuola - grazie a una serie di giganteschi cicli che interessano ininterrottamente l’aria, i mari e la terra. A questi elementi va aggiunta anche l’acqua che un elemento non è, ma che è ugualmente necessaria. Di molti di questi cicli si sa qualcosa, ma di altri si ignorano le fonti, mentre per tutti si fa molta fatica a rendersi conto delle proporzioni. Queste infatti superano ogni nostra più ardita immaginazione. L’oceano, con la sua enorme vastità, è il posto più adatto per ospitare alcuni di tali processi, ma la nuova scoperta, pubblicata con grande risalto sulla rivista Science , introduce un elemento totalmente nuovo nel quadro e fa degli oceani la riserva fondamentale di materiale organico di facile utilizzazione. Non sono noti ancora tutti i particolari e non si capisce fino in fondo la meccanica della produzione di queste vescicole, ma la cosa sembra assumere proporzioni gigantesche, costituendo una sorta di «dispensa» del mondo, oltre che la principale riserva di ossigeno.
Qualche tempo fa la comunità scientifica venne messa in subbuglio da una notizia altrettanto nuova e sconvolgente, di cui noi parlammo puntualmente su queste pagine. Sul fondo degli abissi si svolgeva una gigantesca guerra tra batteri e virus: i batteri nascevano e morivano in continuazione per opera dei loro nemici naturali, i virus batterici. La guerra senza fine aveva il risultato di immettere nelle acque degli oceani tonnellate e tonnellate di detriti organici, che andava poi a nutrire tutte le specie marine e indirettamente anche parte di quelle terrestri. C’è una sinistra grandiosità in questo quadro, grandiosità in tutto degna delle cose di natura che hanno luogo a livello planetario. Non è chiaro oggi se i due fenomeni, quello vecchio e quello nuovo, sono paralleli e indipendenti, o se tra di loro corre qualche relazione di causa e di effetto. In entrambi i casi il tutto sfocia nella produzione di grandi quantità di sostanze organiche disciolte nell’acqua dei mari, e in entrambi i casi si tratta probabilmente di un’immane lotta fra microorganismi cellulari e i loro ospiti virali. È una mors tua vita mea di proporzioni senza precedenti, ma la funzione di questo scontro di microscopici titani è quella di assicurarci il cibo di cui alimentarci. Meravigliosa importanza del piccolo!
Noi siamo costituiti di decine di migliaia di miliardi di nostre cellule, e nel nostro corpo ospitiamo un numero anche maggiore di batteri «buoni». Tutto questo ci fa vivere e prosperare. Ma ora occorre considerare anche che miliardi e miliardi di altre minuscole cellule presenti nelle acque ci fanno respirare e nutrire. La vita affonda le sue radici nel piccolo, anche se noi siamo abbastanza grandi da arrivare a capirlo. Sempre più.
11 gennaio 2014
GLI SCIENZIATI DEL MIT DI BOSTON: VENGONO DAI CIANOBATTERI DEGLI OCEANI CHE PRODUCONO GRAN PARTE DELL’OSSIGENO DELL’ATMOSFERA
Quelle creature minuscole
che rendono possibile la vita
Da vesciche 100 volte più piccole di un capello il carbonio al pianeta
L a vita è nata negli oceani e dagli oceani trae sostentamento. È noto da qualche tempo che una grande porzione dell’ossigeno che respiriamo è prodotta da minuscole alghe blu-verdi, in termini tecnici cianofite, che popolano le acque e che compiono in continuazione la funzione clorofilliana, sequestrando anidride carbonica e producendo ossigeno che riversano nell’acqua da dove poi evapora e va a costituire una parte sostanziale della nostra atmosfera. Senza l’opera di queste minuscole creatura la vita sarebbe impossibile, ma sembra che ci sia di più. Ricercatori del Mit, il Massachusetts Institute of Technology di Boston, hanno osservato che una di queste alghe rilascia nell’acqua degli oceani delle minuscole vescichette piene di materiale organico, inclusi gli acidi nucleici Dna e Rna.
Queste vescichette hanno il diametro di un centesimo di capello, ma sono in tale numero da trasportare complessivamente tonnellate e tonnellate di materiale ricco di carbonio, che nutre una grande varietà di esseri acquatici e, direttamente o indirettamente, costituisce una gran parte del carbonio che si genera e si rigenera nel nostro pianeta.
La Terra è un sistema relativamente chiuso, da millenni non gli arriva quasi più nulla dallo spazio, e deve quindi far tesoro degli elementi che già vi si trovano: ossigeno, carbonio, azoto, fosforo e così via. Questo avviene - lo si studia anche a scuola - grazie a una serie di giganteschi cicli che interessano ininterrottamente l’aria, i mari e la terra. A questi elementi va aggiunta anche l’acqua che un elemento non è, ma che è ugualmente necessaria. Di molti di questi cicli si sa qualcosa, ma di altri si ignorano le fonti, mentre per tutti si fa molta fatica a rendersi conto delle proporzioni. Queste infatti superano ogni nostra più ardita immaginazione. L’oceano, con la sua enorme vastità, è il posto più adatto per ospitare alcuni di tali processi, ma la nuova scoperta, pubblicata con grande risalto sulla rivista Science , introduce un elemento totalmente nuovo nel quadro e fa degli oceani la riserva fondamentale di materiale organico di facile utilizzazione. Non sono noti ancora tutti i particolari e non si capisce fino in fondo la meccanica della produzione di queste vescicole, ma la cosa sembra assumere proporzioni gigantesche, costituendo una sorta di «dispensa» del mondo, oltre che la principale riserva di ossigeno.
Qualche tempo fa la comunità scientifica venne messa in subbuglio da una notizia altrettanto nuova e sconvolgente, di cui noi parlammo puntualmente su queste pagine. Sul fondo degli abissi si svolgeva una gigantesca guerra tra batteri e virus: i batteri nascevano e morivano in continuazione per opera dei loro nemici naturali, i virus batterici. La guerra senza fine aveva il risultato di immettere nelle acque degli oceani tonnellate e tonnellate di detriti organici, che andava poi a nutrire tutte le specie marine e indirettamente anche parte di quelle terrestri. C’è una sinistra grandiosità in questo quadro, grandiosità in tutto degna delle cose di natura che hanno luogo a livello planetario. Non è chiaro oggi se i due fenomeni, quello vecchio e quello nuovo, sono paralleli e indipendenti, o se tra di loro corre qualche relazione di causa e di effetto. In entrambi i casi il tutto sfocia nella produzione di grandi quantità di sostanze organiche disciolte nell’acqua dei mari, e in entrambi i casi si tratta probabilmente di un’immane lotta fra microorganismi cellulari e i loro ospiti virali. È una mors tua vita mea di proporzioni senza precedenti, ma la funzione di questo scontro di microscopici titani è quella di assicurarci il cibo di cui alimentarci. Meravigliosa importanza del piccolo!
Noi siamo costituiti di decine di migliaia di miliardi di nostre cellule, e nel nostro corpo ospitiamo un numero anche maggiore di batteri «buoni». Tutto questo ci fa vivere e prosperare. Ma ora occorre considerare anche che miliardi e miliardi di altre minuscole cellule presenti nelle acque ci fanno respirare e nutrire. La vita affonda le sue radici nel piccolo, anche se noi siamo abbastanza grandi da arrivare a capirlo. Sempre più.
11 gennaio 2014