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Visualizza Versione Completa : Rocce ignee intrusive su Marte, da ridiscutere ipotesi su evoluzione magmatica



Valerio Ricciardi
18-11-2013, 20:55
Una piccola nota petrografica: il granito è una roccia ignea (ossia che è passata nella sua storia a un cert o punto attraverso una fase di fusione e poi si è consolidata) intrusiva, vale a dire la cui solidificazione è avvenuta a una certa profondità senza giungere originariamente in superficie allo stato fuso - dunque raffreddandosi molto lentamente, dato che lo strato sovrastante di materiale, qualche che fosse, costituiva un isolante termico. Lo si capisce dal fatto che i cristalli dei vari minerali che ne compongono la "miscela" hanno il tempo di accrescersi sino a raggiungere dimensioni visibili ad occhio nudo, come vediamo su qualsiasi lastra tagliata per farne un bancone da bar: in quello dell'Elba, come in quello sardo, si riconoscono sopratutto cristalli di ortoclasio rosa, cristalli di quarzo ialino biancastri e macchiette di k-feldspati grigio scuri.
Nelle rocce effusive, invece, poiché la massa fusa raggiunge la superficie - come in una colata lavica - il ben più veloce raffreddamento impedisce ai cristalli di accrescersi sino a diventare fenocristalli distinguibili senza una lente potente o un microscopio, e il tutto nonostante abbia magari per ipotesi la stessa composizione di un granito ha un aspetto ben diverso: una lava a pasta fine detta riolite.

Ogni roccia intrusiva ha una sua equivalente effusiva, e come il più frequente granito (intrusivo) ha come corrispondente la più rara riolite (effusiva) , di tono scurissimo e ancora rossastro, una lava comunissima come il basalto (effusiva) composta di olivina, pirosseno e plagioclasio, ha il suo corrispondente intrusivo nel gabbro, che sembra una specie di granito sui toni del nero, del vitreoialino e del madreperlaceo/azzurrino - andò molto di moda per pavimentare le banche ed atrii di alberghi di lusso un ventennio fa.

Non solo rosso, Marte è pure scintillate per presenza granito

Oltre ad essere un pianeta rosso, Marte è scintillante, perché la sue superficie è ricca di granito, come quello terrestre. Le rocce “luminose” e colorate, probabilmente prodotte da un'antica attività vulcanica, sono state individuate dal robot laboratorio della Nasa Curiosity

La scoperta è descritta in due studi internazionali indipendenti pubblicati sulla rivista Nature Geoscience e coordinati da James Wray del Georgia Institute of Technology e John Carter dell'Osservatorio Europeo Australe (Eso).

Identificate diverse aree ricche di granito - Si pensava che Marte fosse coperto esclusivamente da rocce basaltiche scure ma invece Curiosty ha scoperto anche rocce brillanti, costituite da granito come quello terrestre, nel sito di atterraggio, il cratere Gale. Per verificare se questi materiali luminosi fossero un caso isolato o fossero presenti anche in altre regioni di Marte i ricercatori hanno analizzato i dati forniti dalla sonda americana Mars Reconnaissance Orbiter. Così sono stati identificate più aree caratterizzate da una grande abbondanza di questi minerali luminosi. Queste rocce sono state individuate soprattutto sull'antico altopiano meridionale di Marte e secondo Briony Horgan dell'Arizona State University in un commento ai due lavori, “testimoniano processi magmatici su Marte finora sconosciuti”.

Graniti per ora osservati soltanto sulla Luna e sulla Terra - Rocce simili infatti finora sono state osservate solo sulla Luna e sulla Terra, dove si pensa siano il prodotto di complesse attività magmatiche. I ricercatori suggeriscono che le rocce marziane potrebbero essere il prodotto di una prolungata attività magmatica avvenuta anche su Marte quando era giovane, nonostante la mancanza di tettonica a placche sul pianeta rosso. Le rocce felsiche, come il granito, sulla Terra si formano da complessi processi magmatici, soprattutto a causa della tettonica a zolle, che fanno sciogliere i minerali e li ri-solidificano a temperature diverse e portano alla formazione di grandi blocchi granitici che costituiscono gran parte della crosta continentale terrestre.

18 novembre 2013

Fonte: http://notizie.tiscali.it/feeds/13/11/12/t_01_2013-11-12_1121049442.html