orione2000
15-11-2013, 22:16
Il mistero più affascinante di Giove è sicuramente la Grande macchia rossa:una tempesta anticiclonica che dura da secoli. I ricercatori cercano di capire perché la tempesta duri così a lungo,quando,almeno in teoria, doveva essersi placcata dopo qualche decennio dal suo inizio.
Prdram Hassanzadeh,un ricercatore di Harvard,e Philip Marcus,un professore della Berkeley,California,hanno sviluppato un modello che potrebbe risolvere un mistero che da anni interroga la comunità scientifica.
Hassanzadeh ha spiegato che le turbolenze e le onde limitrofe fiaccano l’energia dei suoi venti. Il vortice perde molta energia e inoltre lo stesso si trova fra due forti correnti che soffiano in direzione opposta. Alcuni ricercatori pensano che siano proprio i piccoli vortici ad alimentare la Grande macchia rossa. Marcus ha spiegato che,secondo modelli computerizzati,i grandi vortici sopravvivono più a lungo se sono circondati da altri vortici,anche se il fenomeno è così raro da non poterne trarre una teoria.
I due ricercatori,allora,hanno elaborato un altro modello. La maggior parte delle ricostruzioni si basa esclusivamente sui venti orizzontali. I venti verticali dei vortici hanno una minore energia,ma essi si rivelano la chiave per la persistenza della Grande macchia rossa. Quando il vortice perde energia,i venti verticali portano l’aria calda verso l’alto e l’aria fredda verso il basso,ripristinando parte dell’energia perduta dal vortice stesso. Si è ipotizzata inoltre una corrente radiale che risucchia i venti della parte esterna verso il centro del vortice,portando molta nuova energia a esso,facendolo durare più a lungo.
Ciò potrebbe spiegare anche vortici terrestri che si formano nei nostri oceani e durano per anni e anni. Inoltre i vortici possono influenzare nello spazio la formazione di stelle e pianeti:aggregando materiale stellare e gas.
Fonte:Media INAF
Orione2000
Prdram Hassanzadeh,un ricercatore di Harvard,e Philip Marcus,un professore della Berkeley,California,hanno sviluppato un modello che potrebbe risolvere un mistero che da anni interroga la comunità scientifica.
Hassanzadeh ha spiegato che le turbolenze e le onde limitrofe fiaccano l’energia dei suoi venti. Il vortice perde molta energia e inoltre lo stesso si trova fra due forti correnti che soffiano in direzione opposta. Alcuni ricercatori pensano che siano proprio i piccoli vortici ad alimentare la Grande macchia rossa. Marcus ha spiegato che,secondo modelli computerizzati,i grandi vortici sopravvivono più a lungo se sono circondati da altri vortici,anche se il fenomeno è così raro da non poterne trarre una teoria.
I due ricercatori,allora,hanno elaborato un altro modello. La maggior parte delle ricostruzioni si basa esclusivamente sui venti orizzontali. I venti verticali dei vortici hanno una minore energia,ma essi si rivelano la chiave per la persistenza della Grande macchia rossa. Quando il vortice perde energia,i venti verticali portano l’aria calda verso l’alto e l’aria fredda verso il basso,ripristinando parte dell’energia perduta dal vortice stesso. Si è ipotizzata inoltre una corrente radiale che risucchia i venti della parte esterna verso il centro del vortice,portando molta nuova energia a esso,facendolo durare più a lungo.
Ciò potrebbe spiegare anche vortici terrestri che si formano nei nostri oceani e durano per anni e anni. Inoltre i vortici possono influenzare nello spazio la formazione di stelle e pianeti:aggregando materiale stellare e gas.
Fonte:Media INAF
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