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Visualizza Versione Completa : Strani flat frames



AldoD
04-12-2023, 17:59
Non ho mai avuto grossi problemi con i flats, ma ultimamente c'è qualcosa che non capisco.
Non ho un flat panel, metto un vecchio iPad con la luminosità al minimo sul paraluce.
A volte (ma non sempre) ottengo questa strana cosa

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la parte centrale è nettamente "granulosa" (non so come altro definirla) rispetto al resto del frame e questo influisce chiaramente sul risultato finale dell'elaborazione.
Questo l'ho fatto provando il flat wizard di NINA con esposizione di un paio di secondi, ma la stessa cosa era successa con Sharpcap e diversa esposizione (480 ms.)
Qualche idea?

AldoD
04-12-2023, 19:19
È un problema di temperatura ???
Con la camera raffreddata i flats li faccio con calma di giorno, in casa. Di solito raffreddo la camera alla temperatura dei lights (-10) mentre la temperatura ambiente è sui 20 gradi.
Ho fatto delle prove e il risultato è questo:

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stessa esposizione, col sensore a -10 si evidenzia la macchia, col sensore a temperatura "ambiente" (17 gradi) no. Condensa sul sensore?

MaurizioRvt
04-12-2023, 19:28
Direi di sì... Non ho mai fatto i flat raffreddati proprio perchè temevo l'insorgenza della condensa.

AldoD
05-12-2023, 11:37
La cosa potrebbe avere senso.
Dovrebbe però succedere anche se fotografo d'estate con il sensore a -10. È vero che la mia attività è quasi solo invernale ma non mi sono mai accorto di problemi sui lights.
Una spiegazione per questo potrebbe essere il tasso di umidità. Da me il clima è abbastanza secco quindi d'estate all'esterno non succede. In casa avevo invece circa il 60% di umidità.
Ho scoperto l'esistenza dei diagrammi psicrometrici :) , qui uno interattivo https://luigiserio.com/it/DiagrammaPsicrometrico

Adriano_SW
05-12-2023, 14:52
Si, e' capitata la stessa cosa anche a me scattando i flat al chiuso. Ma non capita sempre. Credo che dipenda dall'umidita' dell'ambiente (ed infatti quella volta avevo generato i flat in una giornata molto piovosa).

AldoD
05-12-2023, 16:33
Ragionandoci in effetti non poteva essere altro che condensa. È che per me la condensa non è mai stata un problema, ambiente secco a 400m e foto quasi solo d'inverno, quindi le condizioni da questo punto di vista sono ottimali e non l'avevo proprio considerata.
Adesso ho imparato delle cose, specificamente anche sulla ASI294 grazie anche a questo video (https://www.youtube.com/watch?v=sSWhRBYbpxo) di Fornaciari. La questione delle pastiglie per esempio non mi aveva neanche mai sfiorato...

Adriano_SW
05-12-2023, 18:07
Video interessante. La mia ASI294 ha ormai 3 anni e per ora si comporta bene. A dire il vero non e' che la sfrutti molto: quando ho sentito Fornaciari parlare di 8 ore a notte di riprese ho fatto subito il conto di quante sessioni mi occorrono per mettere insieme le stesse ore e quante settimane mi occorrono per mettere insieme altrettante notti serene per tali sessioni.
Credo proprio che le pastiglie non siano un problema imminente nel mio caso :)

MaurizioRvt
05-12-2023, 20:19
Secondo me ci sono alcune cose da chiarire rispetto al video.

Le resistenze non tolgono l'umidità, non possono farlo, servono solo a scaldare dove l'umidità (vapore) potrebbe condensare, impedendone la condensazione, come il lunotto termico dell'auto.

Le camere dotate di resistenze anticondensa scaldano la finestra ottica affinchè non si appanni o ghiacci, soprattutto all'esterno della camera, dove l'aria può contenere vapore in maniera molto maggiore che all'interno.

Ovviamente le resistenze non scaldano mai il sensore, vanificando il il motivo per cui abbiamo speso quei 500 euri in più per la camera raffreddata. Infatti il sensore, come tutta l'elettronica, si scalda benissimo da solo, soprattutto ad alti frame rate, di diversi gradi sopra la T ambiente per effetto Joule, e noi invece vogliamo che sia freddissssimo, brrr.

Le pastiglie invece servono ad essiccare l'aria all'interno della camera, dato che in mancanza di umidità non si ha nemmeno formazione di rugiada o ghiaccio.
Purtroppo le camere non sono sigillate ermeticamente e, pian piano, con gli sbalzi di pressione, l'atmosfera interna può arricchirsi di vapore acqueo proveniente dall'esterno.
Le pastiglie (fatte con sali igroscopici o idrofili) rimuovono il vapore ma, dopo qualche tempo, raggiungono la saturazione, non funzionano più e vanno sostituite o rigenerate.

Il processo, infatti, è in parte reversibile, scaldando le pastiglie queste rilasciano (parzialmente) l'umidità accumulata.
Ho provato a scaldare nel microonde un sacchetto da circa 100g di silicagel precedentemente pesato e, fuori dal forno, il peso era diminuito di qualche grammo, immagino per via dell'acqua rilasciata.

Ultima cosa: la sostituzione del dessiccante non è difficile ma va fatta con cura, in un luogo ben pulito, senza correnti d'aria, indossando guanti e mascherina chirurgica.
Sicuramente per la ASI 294, ma vale per qualsiasi altra, attenzione al rimontaggio del coperchio della camera, va messo esattamente nella posizione originale, altrimenti le pastiglie toccano l'elettronica di cui causano la rottura catastrofica.

iaco78
06-12-2023, 02:27
Anche io ho avuto quel problema fino a quando utilizzavo il pannello led per i flat.
Era chiaramente condensa che si creava sul sensore.

Da quando ho iniziato a fare i flat sul cielo prima della sessione fotografica , il problema non si e' piu' presentato. Mi sembra che sei anche tu in una situazione di setup fisso o semifisso... in tal caso avrebbe senso lasciare perdere tablet, pannelli o altre soluzioni ( ovviamente se non smonti la camera) e optare per i flat sul cielo. Non solo per la condensa ma anche per l'efficacia in se della calibrazione. Bisogna ricordare che i pannelli, non sono mai 100% uniformi a differenza di un bel cielo al tramonto o alba.

Riguardo quello scritto da MaurizioRvt che condivido al 100% , io non ho mai trovato vantaggi nell'utilizzare il riscaldamento del vetro... Non posso vedere il video linkato, ma credo che se ci fosse un umidita' tale da correre il rischio di condensare sul vetro durante le riprese, per quella notte forse sarebbe meglio dedicare il proprio tempo ad altro...:biggrin:

rey
06-12-2023, 02:50
Interessante Massi i flat sul cielo! Devo provare se mi confermi che sono efficaci.
In effetti ho un pannello flat che non ho mai capito se mi risolve problemi o me li crea! Metto in cima, questo consiglio, alla lista delle priorità astronomiche.

In ogni caso uso la camera da anni e non ho mai avuto, per adesso (con le dovute corna del caso..), problemi di ghiaccio o condensa sul vetro del sensore o sostituire l'essiccante. E di ore di integrazione ne ho fatte tante in un ambiente che più umido non si può. Fasce anticondensa perennemente accese!

Cieli sereni.

iaco78
06-12-2023, 07:55
Ciao rey

Si, i flat fatti sul cielo prima del tramonto o all'alba alla fine della sessione fotografica sono indubbiamente la scelta migliore proprio per la garanzia dell'uniformita' del frame.
i pannelli, peggio ancora tablet o magliette con torcia puntate dietro... sono soluzioni comode ma non si e' mai sicuri della uniformita' dell'illuminazione. Sui piccoli diametri come i nostri probabilmente la differenza non e' troppa , me su grossi diametri, a parte la difficolta' di reperire un pannello adatto, fanno davvero la differenza.
E poi e' una spesa in meno che non fa mai male....;).

Nina ha una funzione per riprendere efficacemente gli Sky flat incrementando il tempo di posa tra uno scatto e l'altro in modo da avere un ADU sempre costante ( il cielo anche se a distanza di qualche secondo, diventa scuro e tu variano gli ADU)....
Altri programmi spostano la montatura da scatto a scatto verso lo zenith ( utile in caso si necessiti dei Dark flat che devono avere il tempo costante) ....
Prova se ne hai l'occasione, devi solo esser preciso nel beccare la finestra giusta di tempo in modo da avere il cielo gia' un pelo scuro, ma ancora nessuna stella.

AldoD
07-12-2023, 11:35
A parte il problema di condensa: NINA ha un flat wizard che utilizza i dati del sensore della camera e calcola gli ADU corretti. Con Sharpcap li faccio "a occhio" posizionando i valori dell'istogramma tra il 50 e il 60% della scala e sono sempre andati bene.
Quando sono andato a confrontare le immagini generate dai due tools sono rimasto un po' perplesso.
Aprendo i due fits con con Pixinsight e facendo un autostretch, l'immagine di Sharpcap mostra il classico flat con le sue macchie di polvere, il flat di NINA appare uniformemente grigio e non c'è stretch che tenga, non si vede niente che assomigli ad un flat. C'è qualcosa che mi sfugge.

iaco78
07-12-2023, 15:57
50-60% non e' un po troppo?
Hai provato anche a fare una serie di flat e sommarli assieme?

Io anche sul singolo flat le vedo poche le macchie, ma la somma ( una trentina) me le fanno venire fuori bene... tengo gli adu 28-30 %

AldoD
07-12-2023, 16:24
50/60 era consigliato in vari tutorial. Già nel singolo flat con il solo autostretch le macchie sono belle evidenti. Il masterFlat dopo lo stack meglio ancora, e ha sempre funzionato bene.
Quello che non capisco è perchè NINA produce un file .fits totalmente grigio uniforme anche dopo lo stretch. Se invece prendo un file .fits di un light e applico STF l'oggetto fotografato salta fuori immediatamente.
Devo confrontare i metadati, magari i flats sono prodotti in maniera diversa e per la visualizzazione corretta occorre qualche passaggio in più.
Probabilmente funzionerebbero ugualmente bene ma io sono vecchio e mi piace vedere cosa sto adoperando...

AldoD
07-12-2023, 17:53
Trovato.
"Your flat frame looks flat, because the color channels have different mean intensity. "
In effetti l'istogramma del flat di Sharpcap ha un solo picco più o meno al centro, quello di NINA ha tre picchi in posizioni diverse come si vede in questa discussione.
https://pixinsight.com/forum/index.php?threads/flats-dont-look-correct.18417/

Come mai questo accada mi resta oscuro, ma seguendo le indicazioni del thread (invero abbastanza contorte) alla fine si ottiene una rappresentazione visuale del flat corretta.
Proverò a utilizzare questi flats al posto degli altri e vedremo il risultato.