nessuno0505
22-09-2022, 16:00
Sono in procinto di acquistare il mio primo (e credo per un bel pezzo unico) telescopio: dopo un po' di studio la scelta è caduta su un Celestron CPC 800 XLT.
Poichè lo strumento ha in dotazione un solo oculare da 40 mm, vorrei acquistare con esso anche un paio di oculari adatti.
Come si scelgono gli oculari per un telescopio? Il tipo di strumento modifica la scelta degli oculari?
Intanto vediamo le basi teoriche da cui sono partito per rispondere a queste domande:
1) Il noto divulgatore e astrofilo Daniele Gasparri scrive nei suoi libri che l'ingrandimento minimo di un telescopio è limitato dalla pupilla di uscita, mentre l'ingrandimento massimo non deve superare le 2-2,5 volte il diametro.
2) Secondo questa (http://www.rocketmime.com/astronomy/Telescope/telescope_eqn.html) interessantissima fonte ed in particolare in questa pagina (http://www.rocketmime.com/astronomy/Telescope/MaximumMagnification.html) si dimostra matematicamente che ogni telescopio è in grado di mostrare all'occhio umano il suo limite risolutivo per un ingrandimento uguale al suo diametro; questo ingrandimento può essere - seeing permettendo - aumentato di 1,5 volte per consentire all'occhio di percepire meglio quei dettagli che sono risolti sul limite dell'occhio umano (ma che comunque sono GIA' risolti per un ingrandimento uguale al diametro); spingere di più non avrebbe senso perchè l'immagine diverrebbe troppo scura e poco contrastata, rendendo più difficile percepire ciò che è già risolto ad ingrandimenti minori. Pertanto la stima di Gasparri appare molto ottimistica.
3) Molti consigli empirici di astrofili, anche su questo forum, ricalcano grosso modo le conclusioni basate sui calcoli dell'articolo di cui sopra, che sono riassunte nella grafica all'inizio della seconda metà di questa pagina (http://www.rocketmime.com/astronomy/Telescope/SurfaceBrightness.html#Opt), dalla quale si desume questo optimum di ingrandimenti:
a) = diametro/7, raggiungibile con un oculare di lunghezza focale 7 volte il rapporto focale del tubo, per avere il minimo ingrandimento, la massima luminosità e la pupilla d'uscita più grande possibile (7 mm)
b) = diametro/5, raggiungibile con un oculare di lunghezza focale 5 volte il rapporto focale del tubo, per avere largo campo, luminosità al 50% del massimo e 5 mm di pupilla d'uscita
c) = diametro/2, raggiungibile con un oculare di lunghezza focale 2 volte il rapporto focale del tubo, per avere un ingrandimento ottimale, luminosità all'8% del massimo e 2 mm di pupilla d'uscita
d) = diametro, raggiungibile con un oculare di lunghezza focale uguale al rapporto focale del tubo, per avere un ingrandimento massimo in grado di portare all'occhio il limite risolutivo del tubo, luminosità al 2% del massimo e 1 mm di pupilla d'uscita
e) = 1,5 x diametro, raggiungibile con un oculare di lunghezza focale i 2/3 del rapporto focale del tubo, per avere un ingrandimento extra, luminosità all'1% del massimo e 0,66 mm di pupilla d'uscita
A seconda del tubo in questione non tutte le possibilità sono attuabili in pratica: con rapporti focali > f/10 è pressochè impossibile avere oculari adatti a lavorare al minimo ingrandimento ed al 100% della luminosità, per cui si sceglierà l'oculare più lungo possibile e ci si limiterà a lavorare ad ingrandimenti maggiori di quello minimo ottimale.
Seguendo questa logica, un SCT 200 mm f/10 con l'oculare da 40 mm in dotazione copre già, per quanto possibile, gli step a) e b) a bassi ingrandimenti e grande pupilla di uscita (un oculare fx7 = 70 mm non esiste ed un fx5 = 50 mm forse esiste ma andrebbe cambiato il raccordo standard con uno da 2" e non è escluso che possa vignettare - il buco sulla culatta di un SCT 8" è comunque da 1,25" e questo limite fisico non può essere cambiato).
Restano da coprire gli step c), d) ed e), idealmente con oculari da fx2 = 20 mm, fx1 = 10 mm e 2/3f = 6,7 mm.
In sostanza dovrei acquistare un oculare da 20 mm, uno da 10 mm e (volendo) uno da 6-7 mm per avere l'ingrandimento extra.
Siccome lo step e) non è fondamentale ed è comunque condizionato dal seeing, potrei accontentarmi di coprire gli step c) e d), rimandando l'acquisto di un oculare da 6-7 mm ad un secondo momento, qualora mi rendessi conto che il seeing del mio punto di osservazione consente di spingere oltre i 10 mm dello step d).
Dunque la decisione "scientifica" è matura: mi servono due oculari aggiuntivi, idealmente un 20 mm (diciamo range 18-21?) e idealmente un 10 mm (diciamo range 9-11?).
- La caratteristica per me imprescindibile è una ottima estrazione pupillare (soffro di astigmatismo e dopo tutti questi calcoli non avrebbe senso aggiungere al treno ottico una aberrazione insita nativamente all'interno del mio occhio! Ergo gli oculari devono tassativamente consentire l'uso con gli occhiali).
- L'altra condizione è una spesa non eccessiva, diciamo attorno ai 100 euro massimo per oculare, ma potendo anche meno; posso rinunciare ai grandi campi apparenti (ma almeno 58-60° li vorrei).
Si accettano consigli sulle marche e i modelli migliori con le caratteristiche poc'anzi elencate. Grazie a chi vorrà contribuire ;)
Poichè lo strumento ha in dotazione un solo oculare da 40 mm, vorrei acquistare con esso anche un paio di oculari adatti.
Come si scelgono gli oculari per un telescopio? Il tipo di strumento modifica la scelta degli oculari?
Intanto vediamo le basi teoriche da cui sono partito per rispondere a queste domande:
1) Il noto divulgatore e astrofilo Daniele Gasparri scrive nei suoi libri che l'ingrandimento minimo di un telescopio è limitato dalla pupilla di uscita, mentre l'ingrandimento massimo non deve superare le 2-2,5 volte il diametro.
2) Secondo questa (http://www.rocketmime.com/astronomy/Telescope/telescope_eqn.html) interessantissima fonte ed in particolare in questa pagina (http://www.rocketmime.com/astronomy/Telescope/MaximumMagnification.html) si dimostra matematicamente che ogni telescopio è in grado di mostrare all'occhio umano il suo limite risolutivo per un ingrandimento uguale al suo diametro; questo ingrandimento può essere - seeing permettendo - aumentato di 1,5 volte per consentire all'occhio di percepire meglio quei dettagli che sono risolti sul limite dell'occhio umano (ma che comunque sono GIA' risolti per un ingrandimento uguale al diametro); spingere di più non avrebbe senso perchè l'immagine diverrebbe troppo scura e poco contrastata, rendendo più difficile percepire ciò che è già risolto ad ingrandimenti minori. Pertanto la stima di Gasparri appare molto ottimistica.
3) Molti consigli empirici di astrofili, anche su questo forum, ricalcano grosso modo le conclusioni basate sui calcoli dell'articolo di cui sopra, che sono riassunte nella grafica all'inizio della seconda metà di questa pagina (http://www.rocketmime.com/astronomy/Telescope/SurfaceBrightness.html#Opt), dalla quale si desume questo optimum di ingrandimenti:
a) = diametro/7, raggiungibile con un oculare di lunghezza focale 7 volte il rapporto focale del tubo, per avere il minimo ingrandimento, la massima luminosità e la pupilla d'uscita più grande possibile (7 mm)
b) = diametro/5, raggiungibile con un oculare di lunghezza focale 5 volte il rapporto focale del tubo, per avere largo campo, luminosità al 50% del massimo e 5 mm di pupilla d'uscita
c) = diametro/2, raggiungibile con un oculare di lunghezza focale 2 volte il rapporto focale del tubo, per avere un ingrandimento ottimale, luminosità all'8% del massimo e 2 mm di pupilla d'uscita
d) = diametro, raggiungibile con un oculare di lunghezza focale uguale al rapporto focale del tubo, per avere un ingrandimento massimo in grado di portare all'occhio il limite risolutivo del tubo, luminosità al 2% del massimo e 1 mm di pupilla d'uscita
e) = 1,5 x diametro, raggiungibile con un oculare di lunghezza focale i 2/3 del rapporto focale del tubo, per avere un ingrandimento extra, luminosità all'1% del massimo e 0,66 mm di pupilla d'uscita
A seconda del tubo in questione non tutte le possibilità sono attuabili in pratica: con rapporti focali > f/10 è pressochè impossibile avere oculari adatti a lavorare al minimo ingrandimento ed al 100% della luminosità, per cui si sceglierà l'oculare più lungo possibile e ci si limiterà a lavorare ad ingrandimenti maggiori di quello minimo ottimale.
Seguendo questa logica, un SCT 200 mm f/10 con l'oculare da 40 mm in dotazione copre già, per quanto possibile, gli step a) e b) a bassi ingrandimenti e grande pupilla di uscita (un oculare fx7 = 70 mm non esiste ed un fx5 = 50 mm forse esiste ma andrebbe cambiato il raccordo standard con uno da 2" e non è escluso che possa vignettare - il buco sulla culatta di un SCT 8" è comunque da 1,25" e questo limite fisico non può essere cambiato).
Restano da coprire gli step c), d) ed e), idealmente con oculari da fx2 = 20 mm, fx1 = 10 mm e 2/3f = 6,7 mm.
In sostanza dovrei acquistare un oculare da 20 mm, uno da 10 mm e (volendo) uno da 6-7 mm per avere l'ingrandimento extra.
Siccome lo step e) non è fondamentale ed è comunque condizionato dal seeing, potrei accontentarmi di coprire gli step c) e d), rimandando l'acquisto di un oculare da 6-7 mm ad un secondo momento, qualora mi rendessi conto che il seeing del mio punto di osservazione consente di spingere oltre i 10 mm dello step d).
Dunque la decisione "scientifica" è matura: mi servono due oculari aggiuntivi, idealmente un 20 mm (diciamo range 18-21?) e idealmente un 10 mm (diciamo range 9-11?).
- La caratteristica per me imprescindibile è una ottima estrazione pupillare (soffro di astigmatismo e dopo tutti questi calcoli non avrebbe senso aggiungere al treno ottico una aberrazione insita nativamente all'interno del mio occhio! Ergo gli oculari devono tassativamente consentire l'uso con gli occhiali).
- L'altra condizione è una spesa non eccessiva, diciamo attorno ai 100 euro massimo per oculare, ma potendo anche meno; posso rinunciare ai grandi campi apparenti (ma almeno 58-60° li vorrei).
Si accettano consigli sulle marche e i modelli migliori con le caratteristiche poc'anzi elencate. Grazie a chi vorrà contribuire ;)