Danilo Pivato
22-04-2021, 20:16
Credo sia la foto più profonda che abbia realizzato da quando impiego l'Osservatorio remoto. Con frame da 1800 secondi ciascuno (!) ancora una volta il BRC250 unito al ccd Sbig ST-10 si sono dimostrati un micidiale cocktail acchiappa fotoni, grazie indubbiamente alla qualità del cielo del BigBang Observatory.
Mezz'ora di posa a f/5,0 in lumninanza è al momento un primato.
La parte sinistra dell'istogramma dei frame appare appena staccata dal bordo del diagramma, facendo presupporre ci siano margini per ulteriori allungamenti delle esposizioni.
La magnitudine limite stellare oscilla tra la 21,8^ e la 22,1^ (r) fonte SDSS, cifre impressionanti per le quali probabilmente semmai c'è qualche decimo in più da aggiungere e non da togliere.
Il setup, non ancora al top, per via di una collimazione degli specchi che ritocco dopo ritocco nonostante sia ancora perfettibile, inizia a dare finalmente risposte incise per merito dei valori di FWHM sulle messe a fuoco della notte, compresi tra 2,3" e 2,5" d'arco, per altro molto calma, ma sempre sopra i 2" d'arco.
Leo A catalogata anche sotto i nomi di Leo III, o UGC 5364, oppure ancora PGC 28868 è, per quel poco che recita Wikipedia, una galassia nana irregolare appartenente al Gruppo Locale situata nell'omonima costellazione alla distanza di circa 2,6 milioni di anni luce dalla Terra: 100 mila anni luce più lontana di M31. Scoperta da Fritz Zwicky nel 1942 per mezzo di alcune immagini analogiche - nel rosso - realizzate con il telescopio Schmidt da 18" dell'Osservatorio di Monte Palomar, fu annunciata per mezzo di un paper intitolato: "On the Large Scale Distribution of Matter in the Universe" apparso su "Physical Review, vol. 61, Issue 7-8, pp. 489-503".
In base ad un'articolo pubblicato su Astronomy Astrophysics è stato possibile individuare, sulla foto realizzata con il Takahashi, 4 dei 5 ammassi di stelle scoperti in questa galassia.
A tal proposito sotto la mappa oltre ad altre informazioni su Leo A vengono riportati i nomi, le coordinate di AR e Dec e la magniutudine (r) di questi ammassi stellari.
Dando una rapida occhiata su Internet non ho potuto fare a meno di notare che non esistono fotografie amatoriali di Leo A. La foto eseguita con il Takahashi mostra un inizio di risoluzione in stelle della galassia grazie alla lunghezza delle esposizioni, ma non è escluso che quelle visibili possano trattarsi del cosiddetto effetto clumping, vista la considerevole distanza di Leo A dalla Terra.
Consiglio di soffermarsi a scrutare l'intero background dell'immagine (mappa in alta risoluzione) perchè c'è una concentrazione di debolissime galassie impressionante e che per ragioni appunto dovute all'elevato numero di esse non è stato possibile individuarle totalmente sulla mappa. Inoltre a causa delle lunghe esposizioni la maggior parte delle
galassie fino alla 18^ - 19^ magnitudine, risultano completamente bruciate, apparendo simili a stelle.
Cari saluti,
Danilo Pivato
https://www.danilopivato.com/tabulae_coeli/1000_n30/leo_A_brc_sbig_L.html
Mezz'ora di posa a f/5,0 in lumninanza è al momento un primato.
La parte sinistra dell'istogramma dei frame appare appena staccata dal bordo del diagramma, facendo presupporre ci siano margini per ulteriori allungamenti delle esposizioni.
La magnitudine limite stellare oscilla tra la 21,8^ e la 22,1^ (r) fonte SDSS, cifre impressionanti per le quali probabilmente semmai c'è qualche decimo in più da aggiungere e non da togliere.
Il setup, non ancora al top, per via di una collimazione degli specchi che ritocco dopo ritocco nonostante sia ancora perfettibile, inizia a dare finalmente risposte incise per merito dei valori di FWHM sulle messe a fuoco della notte, compresi tra 2,3" e 2,5" d'arco, per altro molto calma, ma sempre sopra i 2" d'arco.
Leo A catalogata anche sotto i nomi di Leo III, o UGC 5364, oppure ancora PGC 28868 è, per quel poco che recita Wikipedia, una galassia nana irregolare appartenente al Gruppo Locale situata nell'omonima costellazione alla distanza di circa 2,6 milioni di anni luce dalla Terra: 100 mila anni luce più lontana di M31. Scoperta da Fritz Zwicky nel 1942 per mezzo di alcune immagini analogiche - nel rosso - realizzate con il telescopio Schmidt da 18" dell'Osservatorio di Monte Palomar, fu annunciata per mezzo di un paper intitolato: "On the Large Scale Distribution of Matter in the Universe" apparso su "Physical Review, vol. 61, Issue 7-8, pp. 489-503".
In base ad un'articolo pubblicato su Astronomy Astrophysics è stato possibile individuare, sulla foto realizzata con il Takahashi, 4 dei 5 ammassi di stelle scoperti in questa galassia.
A tal proposito sotto la mappa oltre ad altre informazioni su Leo A vengono riportati i nomi, le coordinate di AR e Dec e la magniutudine (r) di questi ammassi stellari.
Dando una rapida occhiata su Internet non ho potuto fare a meno di notare che non esistono fotografie amatoriali di Leo A. La foto eseguita con il Takahashi mostra un inizio di risoluzione in stelle della galassia grazie alla lunghezza delle esposizioni, ma non è escluso che quelle visibili possano trattarsi del cosiddetto effetto clumping, vista la considerevole distanza di Leo A dalla Terra.
Consiglio di soffermarsi a scrutare l'intero background dell'immagine (mappa in alta risoluzione) perchè c'è una concentrazione di debolissime galassie impressionante e che per ragioni appunto dovute all'elevato numero di esse non è stato possibile individuarle totalmente sulla mappa. Inoltre a causa delle lunghe esposizioni la maggior parte delle
galassie fino alla 18^ - 19^ magnitudine, risultano completamente bruciate, apparendo simili a stelle.
Cari saluti,
Danilo Pivato
https://www.danilopivato.com/tabulae_coeli/1000_n30/leo_A_brc_sbig_L.html