Val_Ter
03-04-2019, 10:53
"Non tornare mai in un posto dove sei stato felice"
Duecentocinquanta millimetri di diametro, milleduecento di focale, montato dobson.
Questi in sintesi i dati del grosso tubo che mi sta guardando appoggiato sul pavimento della dependance dietro casa.
Non so di preciso che cosa lui ci stia a fare qui, in questo momento l'acquisto di un telescopio mi e' parso voluttuario e per tacitare i rimorsi di coscienza l'ho comprato di seconda mano "ma pari al nuovo", come ha precisato il giovane venditore piu' interessato a un po' di liquidita' aggiuntiva che alle celestiali visioni che -mi assicurava- lo strumento garantisce.
In ogni caso stasera lo provero' e vedremo se davvero uno specchio di questo diametro, che ai miei tempi -"ai miei tempi"- rappresentava un punto d'arrivo e che adesso costa quanto una modesta asciugabiancheria, fa qualche differenza oppure no.
***
Portato il telescopio in cortile con l'aiuto della moglie il primo obiettivo e' senz'altro Marte, che viene mostrato come al solito cioe' un anonimo pallino arancione confuso e difficile da mettere a fuoco. Vabe' me la sono andata a cercare, so che questo non e' strumento da pianeti e che tra i pianeti Marte e' forse quello meno godibile, ma pazienza passiamo ad altro.
Va un po' meglio con M42, la grande nebulosa di Orione che gia' volge verso l'alone di luce a ovest in direzione di Torino: si presenta abbastanza estesa, niente di spettacolare ma con un cielo da magnitudine 4.5 non e' che si possa pretendere molto di piu'. "Non capisco perche' con un tubo cosi' grosso bisogna guardare in un buco cosi' piccolo" e' il commento della moglie, che tutti i torti non ha: gli oculari in dotazione -un 25 e un 10mm- non sono granche', provo a mettere un vecchio oculare recuperato da un binocolo e immediatamente il campo raddoppia, la moglie e' piu' contenta e la nebulosa si apprezza meglio, anche se di sicuro si potrebbe vedere molto di piu' sotto un cielo migliore.
Provo a puntare verso l'ammasso del Presepe prima, verso le Pleiadi poi, ma non rimango impressionato da quel che vedo per cui mi limito a mostrare alla moglie la coppia Alcor-Mizar e poi lei decide che e' ora di rientrare, che i giochini di Facebook sono meglio di questa roba qui che le sto mostrando e da un certo punto di vista chissa' che non abbia pure una qualche ragione.
Rimasto solo sposto il telescopio nel prato di fianco a casa, piu' buio e appartato del cortile, e proseguo per conto mio.
***
Il prato e' un rettangolo di diciassette metri per cento, di fianco a casa. L'idea di avere millesettecento metri quadri di erba da tagliare non mi ha mai fatto impazzire, ma questo terreno aveva il grosso difetto di essere edificabile, per cui prima ancora di comperare la casa ci accertammo che ce l'avrebbero venduto, onde evitare l'arrivo di vicini indesiderati.
Io credo che il vero lusso della nostra epoca non siano le vetture costose, l'elettronica di consumo, le seconde case sparse qui e la', quanto piuttosto la tranquillita', il silenzio, il poter avere a che fare con gli altri solo quando se ne ha voglia. Nato e cresciuto in un condominio a Torino, da una vita so cosa significhi la promiscuita' col prossimo, e quanto questa col tempo sia logorante e veleno per l'anima, per cui appena mi e' stato possibile sono venuto ad abitare qui, nel paese di mia moglie, cercando il posto piu' tranquillo che ci potevamo permettere. Finora sta funzionando: la tranquillita' e la pace ci sono, il cielo buio beh, quello era chieder troppo.
Sistemato il telescopio nel pratone senza necessita' alcuna di lunghe procedure di stazionamento -ah, il dobson!- mi accingo con l'aiuto di Stellarium a cercare qualcosa di un po' piu' debole. Per me che ero abituato con l'atlante del Becvar, Stellarium e' un gioiellino capace di mostrarmi in modo rapido e intuitivo cosa c'e' da vedere, e dove. Inizio cosi' a fare un po' di "star hopping", aiutato da un generoso cercatore da 50mm, e presto inquadro M3 che si presenta granuloso ma non risolto in stelle. Non male, comunque.
Proseguo alla ricerca di M51, con un po' di fortuna riesco a scorgere i due nuclei indistinti, diafani, confusi ma pur sempre loro, e penso ai milioni -miliardi?- di stelle che urlano nel vuoto quantita' inimmaginabili di luce ed energia che la distanza, altrettanto inimmaginabile, riduce ai due batuffoli sfuggenti che sto osservando.
Dicono che guardare cosi' lontano sia viaggiare indietro nel tempo, e infatti dopo un po' mi accorgo di avere di nuovo quindici anni, e di allora ritrovo i gesti, la mano accostata all'oculare per parare la luce, la visione distolta per apprezzare meglio gli oggetti deboli, l'inseguimento -ahime' un po' scattoso, devo provvedere- per compensare la rotazione della Terra.
Ritrovo quella deliziosa solitudine da vecchio misantropo con lo sguardo rivolto in alto, quel senso di intimita' con la volta celeste, quella sensazione di vuoto tutto intorno, di abisso che si spalanca davanti agli occhi e se solo il cielo fosse piu' buio quanto maggiori sarebbero la meraviglia, lo stupore, l'abbandono.
Non si prova una vettura facendo il giro dell'isolato, ne' si prova un telescopio sotto un cielo come quello di stasera, tuttavia le potenzialita' ci sono e questo fa ben sperare per il futuro.
Vera macchina del tempo questo tubone bianco, che costa come un'asciugatrice ma mi rende un servizio infinitamente piu' grato, e mi fa ritornare dove una parte importante di me e' rimasta intatta, silenziosa, in attesa di essere riscoperta e rivalutata anche alla luce di tutto il tempo che, nel mentre, e' passato.
Non era voluttuario, ne valeva la pena, e sono sicuro che continuera' a valerla.
Duecentocinquanta millimetri di diametro, milleduecento di focale, montato dobson.
Questi in sintesi i dati del grosso tubo che mi sta guardando appoggiato sul pavimento della dependance dietro casa.
Non so di preciso che cosa lui ci stia a fare qui, in questo momento l'acquisto di un telescopio mi e' parso voluttuario e per tacitare i rimorsi di coscienza l'ho comprato di seconda mano "ma pari al nuovo", come ha precisato il giovane venditore piu' interessato a un po' di liquidita' aggiuntiva che alle celestiali visioni che -mi assicurava- lo strumento garantisce.
In ogni caso stasera lo provero' e vedremo se davvero uno specchio di questo diametro, che ai miei tempi -"ai miei tempi"- rappresentava un punto d'arrivo e che adesso costa quanto una modesta asciugabiancheria, fa qualche differenza oppure no.
***
Portato il telescopio in cortile con l'aiuto della moglie il primo obiettivo e' senz'altro Marte, che viene mostrato come al solito cioe' un anonimo pallino arancione confuso e difficile da mettere a fuoco. Vabe' me la sono andata a cercare, so che questo non e' strumento da pianeti e che tra i pianeti Marte e' forse quello meno godibile, ma pazienza passiamo ad altro.
Va un po' meglio con M42, la grande nebulosa di Orione che gia' volge verso l'alone di luce a ovest in direzione di Torino: si presenta abbastanza estesa, niente di spettacolare ma con un cielo da magnitudine 4.5 non e' che si possa pretendere molto di piu'. "Non capisco perche' con un tubo cosi' grosso bisogna guardare in un buco cosi' piccolo" e' il commento della moglie, che tutti i torti non ha: gli oculari in dotazione -un 25 e un 10mm- non sono granche', provo a mettere un vecchio oculare recuperato da un binocolo e immediatamente il campo raddoppia, la moglie e' piu' contenta e la nebulosa si apprezza meglio, anche se di sicuro si potrebbe vedere molto di piu' sotto un cielo migliore.
Provo a puntare verso l'ammasso del Presepe prima, verso le Pleiadi poi, ma non rimango impressionato da quel che vedo per cui mi limito a mostrare alla moglie la coppia Alcor-Mizar e poi lei decide che e' ora di rientrare, che i giochini di Facebook sono meglio di questa roba qui che le sto mostrando e da un certo punto di vista chissa' che non abbia pure una qualche ragione.
Rimasto solo sposto il telescopio nel prato di fianco a casa, piu' buio e appartato del cortile, e proseguo per conto mio.
***
Il prato e' un rettangolo di diciassette metri per cento, di fianco a casa. L'idea di avere millesettecento metri quadri di erba da tagliare non mi ha mai fatto impazzire, ma questo terreno aveva il grosso difetto di essere edificabile, per cui prima ancora di comperare la casa ci accertammo che ce l'avrebbero venduto, onde evitare l'arrivo di vicini indesiderati.
Io credo che il vero lusso della nostra epoca non siano le vetture costose, l'elettronica di consumo, le seconde case sparse qui e la', quanto piuttosto la tranquillita', il silenzio, il poter avere a che fare con gli altri solo quando se ne ha voglia. Nato e cresciuto in un condominio a Torino, da una vita so cosa significhi la promiscuita' col prossimo, e quanto questa col tempo sia logorante e veleno per l'anima, per cui appena mi e' stato possibile sono venuto ad abitare qui, nel paese di mia moglie, cercando il posto piu' tranquillo che ci potevamo permettere. Finora sta funzionando: la tranquillita' e la pace ci sono, il cielo buio beh, quello era chieder troppo.
Sistemato il telescopio nel pratone senza necessita' alcuna di lunghe procedure di stazionamento -ah, il dobson!- mi accingo con l'aiuto di Stellarium a cercare qualcosa di un po' piu' debole. Per me che ero abituato con l'atlante del Becvar, Stellarium e' un gioiellino capace di mostrarmi in modo rapido e intuitivo cosa c'e' da vedere, e dove. Inizio cosi' a fare un po' di "star hopping", aiutato da un generoso cercatore da 50mm, e presto inquadro M3 che si presenta granuloso ma non risolto in stelle. Non male, comunque.
Proseguo alla ricerca di M51, con un po' di fortuna riesco a scorgere i due nuclei indistinti, diafani, confusi ma pur sempre loro, e penso ai milioni -miliardi?- di stelle che urlano nel vuoto quantita' inimmaginabili di luce ed energia che la distanza, altrettanto inimmaginabile, riduce ai due batuffoli sfuggenti che sto osservando.
Dicono che guardare cosi' lontano sia viaggiare indietro nel tempo, e infatti dopo un po' mi accorgo di avere di nuovo quindici anni, e di allora ritrovo i gesti, la mano accostata all'oculare per parare la luce, la visione distolta per apprezzare meglio gli oggetti deboli, l'inseguimento -ahime' un po' scattoso, devo provvedere- per compensare la rotazione della Terra.
Ritrovo quella deliziosa solitudine da vecchio misantropo con lo sguardo rivolto in alto, quel senso di intimita' con la volta celeste, quella sensazione di vuoto tutto intorno, di abisso che si spalanca davanti agli occhi e se solo il cielo fosse piu' buio quanto maggiori sarebbero la meraviglia, lo stupore, l'abbandono.
Non si prova una vettura facendo il giro dell'isolato, ne' si prova un telescopio sotto un cielo come quello di stasera, tuttavia le potenzialita' ci sono e questo fa ben sperare per il futuro.
Vera macchina del tempo questo tubone bianco, che costa come un'asciugatrice ma mi rende un servizio infinitamente piu' grato, e mi fa ritornare dove una parte importante di me e' rimasta intatta, silenziosa, in attesa di essere riscoperta e rivalutata anche alla luce di tutto il tempo che, nel mentre, e' passato.
Non era voluttuario, ne valeva la pena, e sono sicuro che continuera' a valerla.