Ro84
04-03-2019, 23:20
Salve a tutti.
Riporto qui un'avventura accadutami in questi giorni, legata al primo telescopio per un bambino di 8 anni piuttosto sveglio, che potrei ritenere un vero astrofilo in erba (o anche di più).
Tramite un giro di conoscenze in ambito astronomico amatoriale, vengo contattato da una signora che per Natale ha regalato un telescopio a suo figlio, un promettente appassionato molto intelligente. Dietro consiglio di qualcuno, ha optato per un Seben 114/1000, su montatura equatoriale non motorizzata. Non riuscendo però a impostarlo e a utilizzarlo, hanno cercato aiuto e così ci siamo trovati in contatto.
Vado a casa loro e mi ritrovo davanti lo strumento. E' un Newton di quelli corti, proprio come temevo: il tubo è lungo mezzo metro e dietro il focheggiatore c'è una Barlow 2x incastonata sul cammino ottico. Scomodissima poi la montatura equatoriale non motorizzata (su un Newton poi...), specialmente per un bambino. Provo a orientare l'asse polare a 0 e a bilanciare coi contrappesi per "trasformarla" in un'altazimutale, ma l'impresa è tutt'altro che facile: a 0 ci arriva a mala pena e quando ci arriva non tiene la posizione, diventa come una foglia al vento. La montatura fa cric-cric e il treppiede tiene a mala pena il tutto. Bene, montatura ampiamente sottodimensionata, oltre che un po' troppo plasticosa.
Provo a inserire un oculare, uno di quelli della dotazione (uno di quei cosi stile buco della serratura, la cui "estrazione pupillare" si riferisce in realtà al fatto che devi estrarti la pupilla dall'occhio per riuscire a guardarci dentro). Punto su Marte (non senza fatica, meno male che faccio tai chi e posso provare a contenere la lingua - la mente ormai era una parolaccia continua), ma è impossibile mettere a fuoco. Ci sarà una discreta scollimazione allora penso. Mano al cacciavite, cerco di regolare le viti del primario; più facile a dirsi: ci sono sei viti, tre più interne e tre più esterne, alcune non ne vogliono neppure sapere di allentarsi, altre girano ma sembra non cambiare proprio niente.
Provo allora a regolare il secondario, ma l'allineamento era comunque buono. Servirebbe un oculare con focale più lunga, magari si riduce un po' il fastidio della mancata messa a fuoco, ma in dotazione il più lungo era il 20mm. In compenso, in dotazione c'era solo un altro oculare da 5mm, più la bellezza di 2 Barlow (come se non bastasse quella obbligatoria da sopportare nel treno ottico...), fra le quali una da 3x. Ma a che cavolo serve osservare da un 114-finto-mille con un oculare dentro a una Barlow con davanti un'altra Barlow? Fossero tutte apo magari... Macché.
Proviamo allora con qualcosa di meno impegnativo, ma a trovarla non è facile, c'è da allineare il cercatore. Una parola. Quel coso che regge il cercatore è tutto di plastica e si deforma in continuazione, senza contare che le viti non tengono per nulla la posizione. Di puntare a mano poi non se ne parla, per i problemi detti sopra.
Dopo tanto penare, va a finire come doveva già finire da tempo: dico due paroline alla signora, che ha capito perfettamente il problema, così come l'ha capito il bambino. Qua c'è da comprare un telescopio (un telescopio, appunto). Avendo visto come lui impari in fretta la manualità e capisca come agire, azzardo un suggerimento, che si incastri col budget di famiglia, che non vuole giustamente e rigorosamente superare i 250-260 euro: un Dobson Skywatcher 150/1200, che calza perfettamente con le loro esigenze economiche. "Prendete questo e non ve ne pentirete, parola mia".
Dopo due settimane, arriva questo Dobson, il fratello minore del mio 200/1200. Montiamo la base, installiamo il tubo e via. Mai suggerimento fu più azzeccato e mai acquisto fu più appropriato: il bambino impara al volo a usare il cercatore, a manovrare il suo nuovo cannone e in pochissimi tentativi è già in grado di puntare con grande disinvoltura Marte, M42 e la stella Algol (quindi manco la più luminosa, poi da una città, ma intendeva puntare proprio quella, la vedeva e la voleva puntare, e ci riusciva benissimo). Sembra nato per avere un Dobson. La resa del telescopio è eccezionale, 150mm per un bambino di 8 anni è un diametro oltremodo generoso che gli darà soddisfazione per moltissimi anni, la manovrabilità è ottima.
Per tutto questo disturbo mi faccio pagare in cioccolatini, dietro mia esplicita richiesta dopo aver categoricamente rifiutato un pagamento in fruscianti, anzi dicendo la prima volta che i soldi da dare a me dovevano essere depositati nel budget per l'acquisto del Dobson.
Ora abbiamo così un nuovo felice possessore di telescopio (di telescopio, appunto) e la sua passione in erba è stata salvata, è libera di crescere e in futuro chissà cosa gli porterà. Dell'altro strumento forse si potrà un giorno salvare il primario (senza la cella) e il secondario, per inserirli in un vero tubo da 1000 casomai volesse in futuro appassionarsi di autocostruzione e farsi le ossa a costo quasi zero (sempre che prima non lo abbiano rivenduto all'usato).
Riporto qui un'avventura accadutami in questi giorni, legata al primo telescopio per un bambino di 8 anni piuttosto sveglio, che potrei ritenere un vero astrofilo in erba (o anche di più).
Tramite un giro di conoscenze in ambito astronomico amatoriale, vengo contattato da una signora che per Natale ha regalato un telescopio a suo figlio, un promettente appassionato molto intelligente. Dietro consiglio di qualcuno, ha optato per un Seben 114/1000, su montatura equatoriale non motorizzata. Non riuscendo però a impostarlo e a utilizzarlo, hanno cercato aiuto e così ci siamo trovati in contatto.
Vado a casa loro e mi ritrovo davanti lo strumento. E' un Newton di quelli corti, proprio come temevo: il tubo è lungo mezzo metro e dietro il focheggiatore c'è una Barlow 2x incastonata sul cammino ottico. Scomodissima poi la montatura equatoriale non motorizzata (su un Newton poi...), specialmente per un bambino. Provo a orientare l'asse polare a 0 e a bilanciare coi contrappesi per "trasformarla" in un'altazimutale, ma l'impresa è tutt'altro che facile: a 0 ci arriva a mala pena e quando ci arriva non tiene la posizione, diventa come una foglia al vento. La montatura fa cric-cric e il treppiede tiene a mala pena il tutto. Bene, montatura ampiamente sottodimensionata, oltre che un po' troppo plasticosa.
Provo a inserire un oculare, uno di quelli della dotazione (uno di quei cosi stile buco della serratura, la cui "estrazione pupillare" si riferisce in realtà al fatto che devi estrarti la pupilla dall'occhio per riuscire a guardarci dentro). Punto su Marte (non senza fatica, meno male che faccio tai chi e posso provare a contenere la lingua - la mente ormai era una parolaccia continua), ma è impossibile mettere a fuoco. Ci sarà una discreta scollimazione allora penso. Mano al cacciavite, cerco di regolare le viti del primario; più facile a dirsi: ci sono sei viti, tre più interne e tre più esterne, alcune non ne vogliono neppure sapere di allentarsi, altre girano ma sembra non cambiare proprio niente.
Provo allora a regolare il secondario, ma l'allineamento era comunque buono. Servirebbe un oculare con focale più lunga, magari si riduce un po' il fastidio della mancata messa a fuoco, ma in dotazione il più lungo era il 20mm. In compenso, in dotazione c'era solo un altro oculare da 5mm, più la bellezza di 2 Barlow (come se non bastasse quella obbligatoria da sopportare nel treno ottico...), fra le quali una da 3x. Ma a che cavolo serve osservare da un 114-finto-mille con un oculare dentro a una Barlow con davanti un'altra Barlow? Fossero tutte apo magari... Macché.
Proviamo allora con qualcosa di meno impegnativo, ma a trovarla non è facile, c'è da allineare il cercatore. Una parola. Quel coso che regge il cercatore è tutto di plastica e si deforma in continuazione, senza contare che le viti non tengono per nulla la posizione. Di puntare a mano poi non se ne parla, per i problemi detti sopra.
Dopo tanto penare, va a finire come doveva già finire da tempo: dico due paroline alla signora, che ha capito perfettamente il problema, così come l'ha capito il bambino. Qua c'è da comprare un telescopio (un telescopio, appunto). Avendo visto come lui impari in fretta la manualità e capisca come agire, azzardo un suggerimento, che si incastri col budget di famiglia, che non vuole giustamente e rigorosamente superare i 250-260 euro: un Dobson Skywatcher 150/1200, che calza perfettamente con le loro esigenze economiche. "Prendete questo e non ve ne pentirete, parola mia".
Dopo due settimane, arriva questo Dobson, il fratello minore del mio 200/1200. Montiamo la base, installiamo il tubo e via. Mai suggerimento fu più azzeccato e mai acquisto fu più appropriato: il bambino impara al volo a usare il cercatore, a manovrare il suo nuovo cannone e in pochissimi tentativi è già in grado di puntare con grande disinvoltura Marte, M42 e la stella Algol (quindi manco la più luminosa, poi da una città, ma intendeva puntare proprio quella, la vedeva e la voleva puntare, e ci riusciva benissimo). Sembra nato per avere un Dobson. La resa del telescopio è eccezionale, 150mm per un bambino di 8 anni è un diametro oltremodo generoso che gli darà soddisfazione per moltissimi anni, la manovrabilità è ottima.
Per tutto questo disturbo mi faccio pagare in cioccolatini, dietro mia esplicita richiesta dopo aver categoricamente rifiutato un pagamento in fruscianti, anzi dicendo la prima volta che i soldi da dare a me dovevano essere depositati nel budget per l'acquisto del Dobson.
Ora abbiamo così un nuovo felice possessore di telescopio (di telescopio, appunto) e la sua passione in erba è stata salvata, è libera di crescere e in futuro chissà cosa gli porterà. Dell'altro strumento forse si potrà un giorno salvare il primario (senza la cella) e il secondario, per inserirli in un vero tubo da 1000 casomai volesse in futuro appassionarsi di autocostruzione e farsi le ossa a costo quasi zero (sempre che prima non lo abbiano rivenduto all'usato).