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Visualizza Versione Completa : Confronto tecnico tra Mak e Cass



lu.ke
25-01-2019, 22:22
Buonasera, visto che il mio precedente intervento del confronto tra il C8 e il Mak150 ha "turbato" un pò i più tecnici di voi ;) , vorrei proporvi invece un confronto per un eventuale acquisto, e qui vorrei tutti i tecnicismi (si può dire in italiano??:thinking:) possibili!! Questi sono gli indiziati:

https://www.teleskop-express.de/shop/product_info.php/info/p10748_TS-Optics-6--f-12-Cassegrain-telescope-154-1848-mm-OTA.html

https://www.firstlightoptics.com/maksutov/skywatcher-skymax-127-ota.html

L'utilizzo che ne farei è al 85% balconaro da città super inquinata e il resto sotto cieli migliori, per cui cercavo un tubo ottimizzato per l'alta risoluzione e comodo da trasportare. I miei dubbi sarebbero sulle differenze tra questi due calcolando che ovviamente il Cassegrain avrebbe un pollice in più di apertura quindi in realtà sarebbe più furbo paragonarlo al mak di pari diametro ma visto che la spesa sarebbe molto simile con questi due, mi orienterei su uno di questi; il mak non è quasi mai da collimare mentre il cassegrain al contrario si, ma il mak essendo chiuso ha bisogno di più tempo per acclimatarsi! Quindi considerando anche il pollice in più, quasi sono le differenze?? Grazie mille

mikyfly
26-01-2019, 07:29
Ciao! Credo se ne sia già parlato abbondantemente qui (https://www.astronomia.com/forum/showthread.php?28393-C8-vs-Mak-180).
Non so etruscastro cosa ne pensi, ma eviterei di aprire un nuovo thread con sostanzialmente la medesima domanda.

Fazio
26-01-2019, 08:43
In realtà in questa discussione si parla di telescopi con schemi ottici differenti rispetto a quelli della precedente ...

Evidentemente in questo caso (non nel precedente...) chi chiede consiglio lo fa anche dicendo quale sarebbe il targhet (alta risoluzione) e da dove (quasi sempre dal balcone in piena città).

Io non mi azzardo (non sono la persona indicata a farlo...) ma chi è in grado di farlo potrebbe dare qualche indicazione...

cherubino
26-01-2019, 10:57
Bene, vediamo se nonostante la febbre che non passa riesco a offrire il mio contributo senza delirare...

Sono due strumenti diversi, più di quanto si immagini, e indirizzati ad una utenza non necessariamente confrontabile.

Il MAK è uno strumento "finito" che può arrivarci "buono" o "malo", nel senso che ciò che fa la differenza nelle sue prestazioni è la qualità e precisione di assemblaggio, generalmente non elevata.
Sistemarne uno è possibile, almeno in parte, ma richiede una certa esperienza, inoltre il menisco e secondario monolitici possono essere forieri di problemi non risolvibili nemmeno da un ... Cherubino.
Il suo diametro è "sufficiente" a mostrare molto bene i dettagli lunari, lavora bene sui sistemi multipli, bene su Saturno e Giove, in genere meno bene su Marte per via della correzione al rosso dei menischi, ma comunque offre buone prestazioni planetarie. Non accetta oculari da 2 pollici (e non potrebbe dato il cono di illuminazione che vignetterebbe).
Soffre in modo abnorme di condensa sul menisco, è indispensabile usare un paraluce molto lungo per tutto il periodo da ottobre a marzo a meno che non si viva a Dubai, soffre di mirror shift (tutti più o meno), e non ama troppo le osservazioni con oggetti a bassa quota (la diffrazione dell'aria unita a quella del menisco crea un bel po' di shift cromatico).

Il CASSEGRAIN TRADIZIONALE è uno strumento DIVERSO da quello che propone GSO. Nasce con curvature ottimizzate per rapporti focali compresi tra f15 e f18 e quindi tendenzialmente non lavora bene a f12. Non ho capito infatti come mai alla GSO non abbiano scelto una soluzione con schema Dall-Kirkham per questo tipo di strumenti.
Mostra quindi un campo corretto più piccolo del maksutov ma ha altri vantaggi che me lo farebbero preferire.
1) maggiore diametro (tra 5 e 6 pollici il divario si sente abbastanza)
2) ha una meccanica non sofisticata ma molto colladuta e sulla quale è possibile intervenire più facilmente
3) ha maggiori possibilità di collimazione "di serie"
4) ha il tubo aperto cosa che aiuta molto nelle osservazioni dalla pianura e aiuta nei tempi di acclimamento.
5) ha un focheggiatore ESTERNO.

Contro principali:
1) spikes (a chi non piacciono)
2) focheggiatore di scarsa qualità
3) campo corretto piuttosto limitato


In sintesi: il MAK 127 te lo "becchi" come ti arriva, con il cassegrain hai "spazio" di lavoro e miglioria.

Paolo

Save
26-01-2019, 11:06
Aggiungo che un Maksutov-Cassegrain richiede una lavorazione molto più semplice delle ottiche in quanto tutte le superifici sono curve, con conseguente aspettativa di ricevere uno strumento otticamente performante. Invece un Cassegrain puro è composto da uno specchio primario molto aperto a sezione parabolica e da uno specchio secondario asferico a sezione iperbolica, dunque richiede tolleranze di lavorazione delle ottiche molto più stringenti.

Inoltre nei due modelli indicati credo che seppur di poco l'ostruzione del Mak sia inferiore.

cherubino
26-01-2019, 11:11
Benché comprenda e condivida il tuo discorso, Save, oggi non è più come 20/30 anni fa.
Nessuna di queste ottiche viene rifinita a mano e GSO è azienda leader mondiale con investimenti enormi in macchine per la lavorazione dei vetri che offrono realmente uno standard di lavorazione molto uniforme e con qualità medio/alta.
Non mi è mai capitato di vedere un GSO o derivati, negli ultimi anni, con ottiche meno che buone.
Non ne ho visto nessuno in compenso assemblato correttamente e quindi con una serie di difetti in focalizzazione che non dipendevano dalle ottiche stesse.
Del resto non ho visto nessun maksutov del gruppo Synta (nessuno) assemblato correttamente tanto che ho sempre riscontrato prestazioni molto deludenti e solo con lavori post acquisto certosini si è riusciti ad arrivare alle logiche prestazioni di progetto.
Parlo dei modelli da 127, 150, 180 (unii più disastro dell'altro), alcuni provati anche sotto il cielo, di proprietà di astrofili che ne magnificavano le prestazioni che invece erano davvero deludenti. E questo per dirla lunga sulla capacità di valutazione della stragrande maggioranza degli astrofili. :vomit:
Ricordo di aver ad esempio acquistato 2 180 f15 definiti "perfetti", "apo killer", e altre boiate del genere da astrofili campeggiatori di astrosell che vendono sempre qualcosa come se commerciassero. Entrambi i Maksutov erano appena decenti (ad essere di manica larga) e buoni forse per un principiante a cui puoi mettere anche una mela dentro lo strumento e non se ne accorge (tanto è sempre colpa del seeing)...

Paolo

Save
26-01-2019, 11:28
Non posso che condividere il tuo ragionamento, non ho la tua esperienza in termini di telescopi ma comunque a forza di smoccolare :biggrin: sono anch'io arrivato alla conclusione che al giorno d'oggi la meccanica conta quasi più dell'ottica, quindi nei telescopi di fascia economica una maggiore quantità di regolazioni meccaniche consente di sopperire alle carenze progettuali e realizzative di questi strumenti. Se non è possibile regolare le ottiche invece ci teniamo i difetti estrinseci dei telescopi, causati da intubazioni non all'altezza delle ottiche medesime.

Tuttavia è anche vero che a parità di standard di lavorazione di una certa azienda è plausibile che ottiche più semplici da realizzare riescano mediamente meglio di ottiche più complesse, anche considerando quanto affermavi in relazione al rapporto focale auspicabile per un Cassegrain puro.

Io comunque la mia scelta per l'utilizzo balconaro l'ho già fatta, mi sono preso il Mak 127/1900 f/15 Bresser. Ho dovuto piangere in cinese per regolarlo correttamente ma adesso spero di aver raggiunto dei buoni risultati. Mi pronuncerò compiutamente dopo almeno un anno di utilizzo, comunque sulla Luna mi ha fatto una buonissima impressione.

lu.ke
26-01-2019, 22:27
Ciao! Credo se ne sia già parlato abbondantemente qui (https://www.astronomia.com/forum/showthread.php?28393-C8-vs-Mak-180).

Perdonami, ma come fa ad essersene già parlato in quell’altra discussione?? Innanzitutto come detto, si parla di strumenti e schemi ottici diversi, poi in quel post chiedevo un parere puramente teorico/personale mentre qui chiedo appositamente per un eventuale acquisto indirizzato sul planetario e sulla portabilità (visto che per il deep ho le idee ben chiare). Forse il problema di quella mia precedente discussione è proprio dato dal fatto che bisognerebbe leggere e comprendere meglio quello che una persona scrive ;)

lu.ke
26-01-2019, 22:40
In sintesi: il MAK 127 te lo "becchi" come ti arriva, con il cassegrain hai "spazio" di lavoro e miglioria.

Paolo

Grazie per la super risposta tecnica!!! Leggendo questo però sembra che un mak sia scadente, al contrario delle molte note positive che si trovano nei commenti della maggior parte dei possessori...ma come detto da te, agli occhi di un esperto si vede la difficoltà di valutazione di uno strumento di molti astrofili, e vista la tua esperienza mi hai dato i pareri tecnici giusti.
Quindi tra un 5 e un 6 pollici c’e una differenza decisamente apprezzabile....anche considerando che il mak dovrebbe avere (correggetemi se sbaglio) un’ostruzione leggermente minore e quindi ridurre (seppur di poco) la differenza di diametro?? :thinking:

etruscastro
27-01-2019, 07:24
Ciao! Credo se ne sia già parlato abbondantemente qui (https://www.astronomia.com/forum/showthread.php?28393-C8-vs-Mak-180).
Non so @etruscastro (https://www.astronomia.com/forum/member.php?u=41) cosa ne pensi, ma eviterei di aprire un nuovo thread con sostanzialmente la medesima domanda.
non amo avere due discussioni simili aperte sul forum, per questo chiudo l'altra che è un thread utopico e ci spostiamo qua.

cherubino
27-01-2019, 09:24
La idiozia (perche tale è) della differenza di ostruzione che penalizza o meno il diametro e quindi "per questo" le prestazioni è come la credenza nella stregoneria: non muore mai.
Un'ottica è realizzata con una serie di equazioni che ne determinano la logica di progetto. Solitamente si sceglie un "compromesso" affinché lo strumento, nei limiti stringenti delle caratteristiche della propria configurazione, abbia un minimo di usabilità e possa venire in contro ad esigenze quantomeno simili...
Per anni si è inseguito il concetto della "minima ostruzione" realizzando strumenti (vedi i maksutov newton Intes e Micro) che NON funzionano, non tengono la collimazione, sono praticamente tutti astigmatici, etc (soprattutto nelle versioni a f8). E' indubbio che una maggiore ostruzione si ripercuota sulla curva MTF e generi maggiore disturbo, più luce diffusa, minore contrasto, etc..
Questo però vale meno del rispetto del progetto ottico e della lavorazione degli elementi.
Quindi non fossilizzatevi sul fatto che "ahhh, ha un po' meno di ostruzione allora questo sì che spacca! Chissà cosa ci vedo!".
Preoccupatevi piuttosto di usare uno strumento che si possa "sistemare" alla bisogna, su cui sia possibile intervenire.
Credimi, non esistono strumenti "scadenti" tout court, esistono strumenti di semplice schema o geometria complessa. Tutti hanno la loro ragione di essere a livello progettuale, alcuni non hanno trovato fortuna commerciale poiché impongono costi e meccaniche realizzative troppo alti e/o complicate a fronte dei risultati raggiungibili.
Esistono invece strumenti con ottiche bene o male lavorate (oggi più rari) o strumenti male assemblati (oggi il 60% o più della produzione - di cui il 90% di quella "consumer" che è la più diffusa).

Paolo

Richard1
27-01-2019, 10:41
Ciao cherubino, dimmi se ho compreso bene. In pratica tu dici: se comperi uno strumento ostruito al 34%, ma davvero perfetto, o magari non perfetto ma messo a punto in modo impeccabile, e lo confronti con uno ostruito al 20% ma di pessima qualità e mal assemblato, sarà sempre e comunque migliore il primo. E fin qui penso che siamo tutti d’accordo. Ma partendo invece da due strumenti di pari fattura (per esempio entrambi di ottima qualità), la differenza di ostruzione che penalizza il diametro penalizza eccome le prestazioni! Non è stregoneria, non è un’idiozia. Tu stesso lo dici qualche riga sotto, nel tuo post: la curva MTF si modifica a seconda dell’ostruzione di uno strumento. Non si può andare contro le leggi della fisica ed esprimere opinioni personali se si tratta di ostruzione. Esiste solo una verità scientifica. Quello che giustamente dici in pratica è: non state troppo a vedere se lo strumento è ostruito o meno. L’importante è la qualità dell’ottica. Ho ben compreso? Buona domenica.

cherubino
27-01-2019, 11:26
No, mi riferisco al concetto "D-d". L'ostruzione non penalizza il diametro (o meglio lo fa in modo non significativo per questi valori), penalizza la figura di diffrazione, la luce diffusa, il tremolio. Ma questo concetto resta, in pratica, una "idiozia"almeno per valori di ostruzione standard (tra il 25 e il 35%).
Tra il citato maksutov e il citato cassegrain non vi è alunna differenza in termini di ostruzione, o almeno le differenze non sono tali da essere percepibili ad occhio.
In campo visuale, tra uno strumento perfetto ostruito al 30% e uno perfetto ostruito al 35% la differenza è praticamente inavvertibile.
Le cose vano meglio (molto) quando si scende al 20% o 18% ma qui nascano problemi meccanici che, 9 volte su 10 rendono molto poco usabile lo strumento per via di difficoltà enormi di collimazione e insorgenza di aberrazioni come l'astigmatismo per la eccessiva vicinanza delle viti di regolazione del secondario.
Il problema degli Intes con ostruzione del 14% ad esempio era tutta nella meccanica, realizzata come se fossero dei frigoriferi, pesantissima e al tempo stesso inadeguata nelle parti salienti. Il risultato sono strumenti "bidone" che in teoria vanno in modo eccezionale ma in pratica sono sempre astigmatici ad ogni variazione di temperatura perché realizzati da dei "macellai". Chi li ha avuti ed è onesto nel descriverli lo sa benissimo. Sono strumenti che costavano 5000 euro e non li compra nessuno a più di 600 euro (forse nemmeno) sull'usato. Io ne ho avuti almeno 4, so di cosa parlo e non mi ritengo uno incapace di collimare un newton...

Quindi ti ripeto: tra uno strumento da 13 cm. ostruito del 35% e uno da 15 cm. ostruito in modo analogo (più o meno) è meglio scegliere quello da 15 cm., sempre e comunque.

Paolo

Fazio
27-01-2019, 11:29
Ciao [MENTION=980]... Quello che giustamente dici in pratica è: non state troppo a vedere se lo strumento è ostruito o meno. L’importante è la qualità dell’ottica...

Mi sembra invece di aver capito che più della qualità dell'ottica (oggi, anche nei telescopi consumer, più che discreta), conti di più un perfetto assemblaggio (praticamente quasi mai accade...) o, per lo meno, uno schema ottico/meccanico su cui si possa intervenire ovviando all'assemblaggio di fabbrica sempre perfettibile.

Richard1
27-01-2019, 11:33
Si Fazio. Proprio così. Per cui, dati due strumenti perfettamente assemblati, uno ostruito al 34% e uno al 20%. Quale sarà quello più performante e con più contrasto? :) Rispondiamo noi o le Leggi dell’ottica?

cherubino
27-01-2019, 11:38
Guarda...

anni fa acquistai uno Schmidt cassegrain da 25 cm. realizzato su ordinazione da Zen (non per me) con un diametro di 25 cm. e una focale da 5 metri per un rapporto focale da f20.
Uno strumento atipico con un campo piccolo, una ostruzione molto bassa (intorno al 20%), e un campo di piena luce ridotto. Quindi uno strumento a tutti gli effetti per osservazione VISUALE degli oggetti planetari.
In sé lo strumento aveva dei numeri ottici dalla sua parte ma era impossibile da collimare senza che si ingenerassero fenomeni di astigmatismo per deformazione della ella del secondario. Inoltre la meccanica, come quasi tutte quelle degli artigiani, faceva talmente schifo da renderla inutilizzabile.
ho impiegato mesi di continui tentativi per farlo lavorare "correttamente" ma qualsiasi cosa facessi durava mezza nottata, non di più.
Alla fine lo vendetti a "peso", come del resto avevo fatto per tutte le altre realizzazioni di Zen passate sotto le mie mani (maksutov e simak ad esempio).
Questo per dirti che un conto sono i numeri "pubblicitari", altro sono le reali caratteristiche fisiche di uno strumento.


Paolo

cherubino
27-01-2019, 11:41
Richard, stai dicendo delle banalità.
Non ritengo ulteriormente utile spiegarti cose ovvie, perdonami.

Paolo

Winnygrey
27-01-2019, 11:43
Tra lo strumento ostruito al 34% e quello al 20% sceglierei quello al 34 perché sono sicuro che per tutta una serie di motivi già elencati da cherubino sarà allafine quello più usabile e performante.

Richard1
27-01-2019, 11:43
cherubino adesso mi è tutto chiaro. Non conoscevo queste cose, e sui libri e sugli articoli di astronomia su internet non avevo mai letto questi concetti. Tutti si preoccupano invece della differenza anche solo di un punto percentuale di ostruzione. C’è per caso un tuo articolo sul tuo dark star dove metti a confronto due strumenti diversamente ostruiti ma con lo stesso schema ottico, ed evidenzi le minime differenze?
Grazie

Fazio
27-01-2019, 11:45
Credo che le leggi dell'ottica favoriscano chiaramente una minore ostruzione; peccato però che le stesse leggi facciano spesso a cazzotti con uno schema progettuale rozzo e poco flessibile.

cherubino
27-01-2019, 11:47
No, Richard, non ho mai avuto il tempo di scriverlo sinceramente.
Forse nel futuro anche se per il momento (anche a causa del poco tempo a disposizione) mi sto interessando ad altri aspetti dell'astronomia amatoriale.

Paolo

Richard1
27-01-2019, 11:56
Appena hai un po’ di tempo sarebbe molto utile a livello divulgativo che tu facessi quel confronto tra due strumenti che reputi assemblati allo stesso modo, ma diversamente ostruiti. Come hai anche tu evidenziato, è molto comune la credenza che anche solo un punto percentuale di ostruzione influenzi molto la resa dello strumento.

lu.ke
27-01-2019, 11:59
Tra il citato maksutov e il citato cassegrain non vi è alunna differenza in termini di ostruzione, o almeno le differenze non sono tali da essere percepibili ad occhio.
In campo visuale, tra uno strumento perfetto ostruito al 30% e uno perfetto ostruito al 35% la differenza è praticamente inavvertibile.

Ok perfetto, tutto chiaro! Grazie!
Quindi in soldoni, tra questi due meglio il Cassegrain visti il diametro maggiore (dato che la minima differenza di ostruzione è inavvertibile in visuale) e soprattutto visto che si può agire meglio per sistemare le meccaniche non perfette di fabbrica...ovviamente se si è capaci di farlo e credo che la maggior parte degli astrofili non lo sia. Grazie mille

Mulder
27-01-2019, 13:36
Tutti si preoccupano invece della differenza anche solo di un punto percentuale di ostruzione.
Leggendo qua e là, soprattutto su siti stranieri, mi è parso di capire che qualche punto percentuale di differente ostruzione non sarebbe nemmeno percepibile dall'occhio umano, e dunque non il nemico numero uno.
Ti posto questa recensione sulla comparazione tra ostruzioni, dove tecnicamente viene detto quello che dici tu, ma dove poi, praticamente, vengono spiegati gli svantaggi che ti vuol dire Cherubino, riguardo all' ostruzione troppo piccola:

http://www.northek.it/ArgTech.cfm?ID=25

L'ultima frase credo racchiuda tutto.

Save
27-01-2019, 13:57
Rispetto l'opinione di Paolo ma dal basso della mia ignoranza non la condivido.

Avendo sia un Intes-Micro MN68 f/8 e, seppur da poco tempo, un Mak bresser 127 f/15 mi sento tranquillo a fare la seguenti affermazioni:

- La differenza di ostruzione, 17% nel primo e 30% circa nel secondo, produce una figura di diffrazione estremamente diversa. Nel primo il disco stellare è contorniato da un unico anellino molto sottile, invece nel secondo il primo anello è più spesso ed è ulteriormente circondato da ulteriori cerchi concentrici di intensità progressivamente degradante verso l'esterno. Questa differenza determina a sua volta importanti effetti nell'osservazione visuale, infatti si può tranquillamente affermare che il primo è un telescopio perfetto per l'osservazione delle stelle doppie, mentre il secondo proprio no. Senza contare l'assenza della croce di sostegno del primario, che a mio giudizio inficia la qualità delle osservazioni ad alta risoluzione.

- Il mio modello di Intes-Micro MN 68 tiene la collimazione in maniera eccezionale. L'ho verificata periodicamente in seguito a vari spostamenti del telescopio in auto e non si è mai spostata di un capello.

- Sempre nell'Intes-Micro MN 68 abbondano le possibilità di registrazioni meccaniche, in quanto è possibile collimare il primario, il secondario e persino il focheggiatore! Concordo sulla difficoltà di collimazione, tuttavia collimarlo correttamente è possibile ed attuabile, a patto di sostituire il pessimo focheggiatore in dotazione.

- Il mio modello è stato testato al banco ottico dal Sig. Mauro Meco della Sismec di Firenze, il quale mi ha confermato la qualità ottica dello strumento.

- Aldilà della mia opinione che conta molto poco ci sono importanti recensioni che attestano la qualità di questi telescopi, tra cui quella di Piergiovanni Salimbeni dell'MN 78 pubblicata sulla rivista Le Stelle rinvenibile anche online, oppure quella di Raffaello Braga dell'MN 56 pubblicata su Coelum anch'essa online, oppure quella riportata sul libro Astronomi per Passione. Tutte sono unanimi nell'attestare la qualità di questi telescopi. Francamente mi sembra strano che nessuno si sia accorto di quei difetti macroscopici evidenziati da Paolo, che magari è stato sfortunato negli esemplari testati, cosa che ci può anche stare considerando la produzione artigianale dei medesimi.

Poi ti ricordo le tue parole su Astrosell nell'annuncio di vendita dell'MN 78: Direi che si consoce lo strumento in questione. Immagini ottime in campo planetario (rivaleggiano con strumenti apocromatici di apertura di poco inferiore). Lo strumento è in stato ottimo e viene venduto solamente per scarso utilizzo. Ottima opportunità per portarsi a casa un gran erformar a prezzo di saldo. Per non parlare dell'ottima RECENSIONE (http://www.dark-star.it/astronomia-articoli-e-test/test-strumentali/intes-mn-78/) che hai scritto tu stesso del medesimo telescopio, dove non vi è traccia dei problemi citati. Un pochina di umana incoerenza mi sembra che ce l'abbia anche tu, come tutti noi del resto (io mi metto in cima alla lista con tutte le cavolate che sparo). :biggrin:

cherubino
27-01-2019, 15:49
Se leggi bene la mia recensione sul MN78 i difetti che indico ci sono tutti.
Non ho mica detto che gli strumenti fanno schifo, ci mancherebbe, ho detto che la loro messa a punto è difficile e crea non pochi problemi.
La recensione che riporti, se ci fai caso, è molto stringata rispetto a tante mie altre poiché ho alienato lo strumento velocemente non amandolo affatto.
Il mio annuncio era assolutamente corretto (vendetti lo strumento a 800 euro per inciso, tre o 4 anni fa..., la META' del valore che indico nella recensione proprio per non farne un business e per "venderlo") e dissi il vero. Lo strumento produce immagini ottime ma prima di raggiungerle bisogna sudare e la sua meccanica richiede un aggiustamento continuo. Problemi che con il MN-61 non ho mai avuto ad esempio.
Sul fatto che possa essere stato sfortunato con praticamente tutti gli Intes e intes Micro avuti (con eccezione per il MN61 DX) potrebbe anche essere vero, però il fatto che tutti li abbia venduti malamente dopo che nessuno mi abbia entusiasmato non può essere solo questione di sfortuna (ne ho avuti 7 o 8 circa, di cui 1 buono, e gli altri con tutti piccoli problemi più o meno importanti).

Sono molto contento che il tuo MN68 sia ottimo, come dicevo avevo un MN61 che era stupendo (f6) ad esempio ma non lo ricomprerei mai perché lo trovo scomodo e pesante, e francamente newton classici di pari dimensioni vanno altrettanto bene se non meglio.
Permettimi però di non commentare alcune recensioni sponsorizzate che citi. Le mie non lo sono, così come i miei pareri.

Paolo

Lorenzogibson
28-01-2019, 11:12
Rileggendo questa discussione, rivaluto il mio dobson, che non sarà raffinato nel progetto costruttivo, ma almeno è facile da collimare. Avere un mak o un sc con problemi di messa a punto sarebbe un problema per chi , come me, non è tanto esperto. A questo punto, rivaluto anche i rifrattori, che pur essendo a volte un po' scomodi, probabilmente hanno meno problemi di assemblaggio, per la semplicità del progetto. Dico bene? Questo almeno per il discorso visuale, se si pensa invece di fare anche astrofotografia, un c8 rimane ancora un compromesso vincente, mettendo in conto i probabili lavori di messa a punto, o esiste un'alternativa?

cherubino
28-01-2019, 11:24
Beh sì, ovviamente un newton ha grandi frecce nel suo arco.
Se si esclude la enorme scomodità nei diametri sopra ai 15/20 cm. con rapporti a f6 si può dire che, in campo visuale, sia e resti lo strumento "idee".
Oggi esistono montature altazimutali goto- molto belle (e molto costose) in grado di gestire anche newton da 30 cm.
Anche lo schema newton, se fatto bene, costa. Non mai come un SC o un mal ovviamente.
Anche i rifrattori, se non progettati bene, hanno problemi di collimazione, soprattutto quelli di fascia economica.

Però... con loro è tutto più facile se sono "a posto" fin dall'inizio.

Paolo