peppe
16-05-2012, 09:18
Eccoci giunti all'epilogo della storia della vita. La comparsa dell'homo sapiens e della sua intelligenza.
In circa 7 milioni di anni, si è passati da un antenato scimmiesco a homo sapiens con i suoi 1400 cm cubici di calotta cranica e l'evoluzione ha amplificato un carattere che lo ha reso vincente: l'intelligenza.
Cos'è l'intelligenza? Quando si parla di ciò si pensa subito all'uomo. Ci crediamo chissà qui. Esseri superiori? mah ho miei dubbi.
Dal punto di vista biologico vince chi sopravvive meglio: i batteri lo fanno meglio di noi credetemi. Vanno nello spazio e ritornano sulla Terra senza il minimo graffio.
Precisiamo una cosa. L'intelligenza non è da collegare alle dimensioni della scatola cranica. Se fosse cosi dovremmo pensare che i nostri cugini neanderthal sarebbero più intelligenti di noi perchè avevano una scatola leggermente più grande. Loro però non avevano pensieri astratti o capacità di immaginazione per giudicare i pro e i contro di una scelta, ciò che ha reso l'uomo quello che è oggi e ciò per cui ci consideriamo esseri intelligenti. I neanderthal non conoscevano l'arte, ad esempio. Essi seppellivano i morti. Forse agli inizi lo si faceva per non attirare i predatori. Non si vedevano, però, ornamenti che potevano far pensare a riti funebri.
Ciò che conta nell'intelligenza è il numero dei neuroni ed il numero di collegamenti (le sinapsi). Stiamo riuscendo a scoprire molto del cervello negli ultimi anni e molto resta ancora da scoprire. Rimane il mistero di cosa sia la coscienza. Di quella fase in cui l'uomo si interroga rendendosi conto di esistere.
Dal punto di vista evolutivo come si è giunti fin qui?
Questa spiegazione di Ivan Priano mi è piaciuta e ve la voglio proporre:
Troppe variabili! La crescita dell'intelletto nel percorso evolutivo è stata graduale e la si può riscontrare tutt'ora confrontando le diverse specie di mammiferi.
Episodi chiave che hanno permesso la crescita esponenziale delle capacità del nostro cervello sono state (più o meno in ordine) l'evoluzione del pollice opponibile che consente l'utilizzo di oggetti, la migrazione degli ominidi dalle foreste alle savane che gli ha spinti da una dieta prevalentemente a base di frutta ad una onnivora per scarsità di risorse, a cui vi è direttamente collegata la comparsa delle prime tecnica di caccia.
La scoperta del fuoco inoltre ha consentito grazie alla cottura dei cibi un abbattimento della carica microbica contenuta nelle carcasse che si è riflettuta su una diminuzione della mortalità. Allunghiamo la vita media e vediamo la comparsa di nuclei famigliari contenenti più generazioni (figli, padri e nonni) nei quali la cultura dei saggi era trasmessa direttamente ai più giovani comportando nel tempo un'aumento della conoscenza...
Aggiungici a tutto questo la comparsa della musica, pittura e della parola e non avrai neanche 1/10 di tutti i fattori che hanno permesso al nostro encefalo di essere così com'è!
A questo intervento di Ivan, aggiungerei che la possibilità di avere le mani libere in seguito a bipedismo permetteva di portare in braccio i piccoli e meglio proteggerli dai predatori.
Lo sviluppo delle tecniche di caccia doveva necessitare un cervello migliore.
Per quanto riguarda il fatto della cottura dei cibi, essa migliora le calorie assimilabili e quindi il cervello viene soddisfatto meglio. Proprio in questi giorni sto leggendo un libro in cui c'è chi si oppone a tale teoria (sennò che divertimento c'è)...
Io sono dell'opinione che la cottura aumenta la biodisponibilità delle calorie ed è importante perchè il cervello è un vero ingordo, in pratica si prende una buona fetta delle calorie da solo.
Come dice bene Ivan i fattori sono molti, chissà quanti ne sono sfuggiti.
Concetto importante:
La selezione naturale ha un mazzo di carte. Gioca una carta pescata a caso nel mazzo. Questa carta è un carattere adattivo che una specie assume. Se questa specie sopravvive il carattere è vincente e viene conservato, altrimenti il nuovo carattere viene perso. L'accumulo di differenze poi fa si che la specie con i nuovi caratteri si discosti dalla specie originale talmente tanto che non si può più incrociare. è nata una nuova specie. Questa è l'evoluzione.
Quindi l'intelligenza è solo una carta nel mazzo.
La nostra evoluzione biologica sembra essere finita. è in corso quella culturale. L'accumulo di conoscenze fatte fin qui ha permesso gli adattamenti dell'uomo a climi più diversi tra loro. La tecnologia prolunga il nostro cervello e lo farà ancora in futuro.
Domanda: è stato un caso o è stato inevitabile che questa carta sia stata giocata qui sulla Terra?
Dato l'arco di tempo, 3 miliardi e 800 milioni di anni, era inevitabile, a mio avviso, giocare questa carta. Se non altro, per una questione di probabilità.
Se le probabilità sono state alte qui sulla Terra, quante sono le probabilità che l'intelligenza si sia sviluppata altrove?
Di sicuro alcuni aspetti mi sono sfuggiti. Ci sarebbe da scrivere tantissimo di questi concetti.
In circa 7 milioni di anni, si è passati da un antenato scimmiesco a homo sapiens con i suoi 1400 cm cubici di calotta cranica e l'evoluzione ha amplificato un carattere che lo ha reso vincente: l'intelligenza.
Cos'è l'intelligenza? Quando si parla di ciò si pensa subito all'uomo. Ci crediamo chissà qui. Esseri superiori? mah ho miei dubbi.
Dal punto di vista biologico vince chi sopravvive meglio: i batteri lo fanno meglio di noi credetemi. Vanno nello spazio e ritornano sulla Terra senza il minimo graffio.
Precisiamo una cosa. L'intelligenza non è da collegare alle dimensioni della scatola cranica. Se fosse cosi dovremmo pensare che i nostri cugini neanderthal sarebbero più intelligenti di noi perchè avevano una scatola leggermente più grande. Loro però non avevano pensieri astratti o capacità di immaginazione per giudicare i pro e i contro di una scelta, ciò che ha reso l'uomo quello che è oggi e ciò per cui ci consideriamo esseri intelligenti. I neanderthal non conoscevano l'arte, ad esempio. Essi seppellivano i morti. Forse agli inizi lo si faceva per non attirare i predatori. Non si vedevano, però, ornamenti che potevano far pensare a riti funebri.
Ciò che conta nell'intelligenza è il numero dei neuroni ed il numero di collegamenti (le sinapsi). Stiamo riuscendo a scoprire molto del cervello negli ultimi anni e molto resta ancora da scoprire. Rimane il mistero di cosa sia la coscienza. Di quella fase in cui l'uomo si interroga rendendosi conto di esistere.
Dal punto di vista evolutivo come si è giunti fin qui?
Questa spiegazione di Ivan Priano mi è piaciuta e ve la voglio proporre:
Troppe variabili! La crescita dell'intelletto nel percorso evolutivo è stata graduale e la si può riscontrare tutt'ora confrontando le diverse specie di mammiferi.
Episodi chiave che hanno permesso la crescita esponenziale delle capacità del nostro cervello sono state (più o meno in ordine) l'evoluzione del pollice opponibile che consente l'utilizzo di oggetti, la migrazione degli ominidi dalle foreste alle savane che gli ha spinti da una dieta prevalentemente a base di frutta ad una onnivora per scarsità di risorse, a cui vi è direttamente collegata la comparsa delle prime tecnica di caccia.
La scoperta del fuoco inoltre ha consentito grazie alla cottura dei cibi un abbattimento della carica microbica contenuta nelle carcasse che si è riflettuta su una diminuzione della mortalità. Allunghiamo la vita media e vediamo la comparsa di nuclei famigliari contenenti più generazioni (figli, padri e nonni) nei quali la cultura dei saggi era trasmessa direttamente ai più giovani comportando nel tempo un'aumento della conoscenza...
Aggiungici a tutto questo la comparsa della musica, pittura e della parola e non avrai neanche 1/10 di tutti i fattori che hanno permesso al nostro encefalo di essere così com'è!
A questo intervento di Ivan, aggiungerei che la possibilità di avere le mani libere in seguito a bipedismo permetteva di portare in braccio i piccoli e meglio proteggerli dai predatori.
Lo sviluppo delle tecniche di caccia doveva necessitare un cervello migliore.
Per quanto riguarda il fatto della cottura dei cibi, essa migliora le calorie assimilabili e quindi il cervello viene soddisfatto meglio. Proprio in questi giorni sto leggendo un libro in cui c'è chi si oppone a tale teoria (sennò che divertimento c'è)...
Io sono dell'opinione che la cottura aumenta la biodisponibilità delle calorie ed è importante perchè il cervello è un vero ingordo, in pratica si prende una buona fetta delle calorie da solo.
Come dice bene Ivan i fattori sono molti, chissà quanti ne sono sfuggiti.
Concetto importante:
La selezione naturale ha un mazzo di carte. Gioca una carta pescata a caso nel mazzo. Questa carta è un carattere adattivo che una specie assume. Se questa specie sopravvive il carattere è vincente e viene conservato, altrimenti il nuovo carattere viene perso. L'accumulo di differenze poi fa si che la specie con i nuovi caratteri si discosti dalla specie originale talmente tanto che non si può più incrociare. è nata una nuova specie. Questa è l'evoluzione.
Quindi l'intelligenza è solo una carta nel mazzo.
La nostra evoluzione biologica sembra essere finita. è in corso quella culturale. L'accumulo di conoscenze fatte fin qui ha permesso gli adattamenti dell'uomo a climi più diversi tra loro. La tecnologia prolunga il nostro cervello e lo farà ancora in futuro.
Domanda: è stato un caso o è stato inevitabile che questa carta sia stata giocata qui sulla Terra?
Dato l'arco di tempo, 3 miliardi e 800 milioni di anni, era inevitabile, a mio avviso, giocare questa carta. Se non altro, per una questione di probabilità.
Se le probabilità sono state alte qui sulla Terra, quante sono le probabilità che l'intelligenza si sia sviluppata altrove?
Di sicuro alcuni aspetti mi sono sfuggiti. Ci sarebbe da scrivere tantissimo di questi concetti.