Angelo_C
26-04-2018, 19:46
Con i rifrattorini entry level (i vari piccoletti da 50, 60, 70 e 80 mm di diametro più o meno "lunghi"), spesso capita di avere un esemplare con qualche problema ottico, il più delle volte ciò non è dovuto a un’ottica difettosa (ovvero lavorata male) ma al fatto che lo strumento non sia stato perfettamente assemblato o che abbia subito qualche “sbatacchiatura” di troppo durante lo stoccaggio o il trasporto. Infondo si parla di strumentini di solito con cella di plastica con le lenti inserite senza troppa cura o magari serrate “alla morte” (che provoca tensionamenti).
Questa piccola guida spiega come smontare uno di questi obiettivi, dargli una controllatina e una pulita, se serve cambiare/sistemare gli spaziatori tra le due lenti in modo che queste siano planari tra loro e con i centri ottici in comune (cosa fondamentale per la buona resa) e rimontarlo correttamente serrando quanto basta il fermo così da non tensionare le lenti.
Prima di tutto dobbiamo capire con cosa abbiamo a che fare; il 99% di questi rifrattorini hanno un obiettivo con schema fraunhofer, un doppietto composto da una lente biconvessa anteriormente e una concavo convessa posteriormente, le due lenti hanno quattro curvature diverse, pochissimi hanno il doppietto cementato come nei binocoli (personalmente mai visti su diametri superiori ai 50 mm)
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Come visibile dallo schema qui sopra si deve quindi fare attenzione a posizionarle correttamente, ricordiamoci che la biconvessa ha la faccia di minor curvatura verso il cielo e quella di maggior curvatura posteriormente, questa è l’unica difficoltà, perché poi la concavo-convessa è facile da posizionare per ovvi motivi.
Detto questo, le immagini della guida si riferiscono a un obiettivo celestron “firstscope” degli anni ’90, diametro 60 mm focale 700 mm, ma concettualmente valgono per per tutti i doppietti di questo tipo.
Iniziamo.
Innanzitutto predisporre sul piano di lavoro una tovaglietta/asciugamano/straccio di tessuto di colore chiaro, un pennellino a setole morbide, panno in microfibra (o in sostituzione di queste una lenspen), una pompetta, cacciavite, chiave per ghiere (o in sostituzione calibro ventesimale in metallo), taglierino, un pezzetto di stagnola (quella da cucina), un elemento che funga da appoggio alle lenti in plastica o legno (evitare possibilmente il metallo se non rivestito, il quale potrebbe rigare le lenti), delle opportune dimensioni, guanti in lattice non talcati.
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Dopo aver tolto l’obiettivo dal tubo dello strumento (solitamente svitando tre vitarelle tangenziali poste a 120°), ponetelo sul piano di lavoro e verificate se la ghiera che blocca le lenti è anteriore o posteriore alla cella.
29155
Verificato ciò, se la ghiera dovesse essere posteriore (nel mio è anteriore), girate la cella, prendete la chiave per ghiere (o il calibro ventesimale) allargatelo del diametro necessario in modo che le “lame” (nel calibro sono le punte utilizzate per le misure dei diametri interni) vadano a finire nelle tacche diametrali presenti sulla ghiera.
Ora delicatamente svitate la ghiera, tenendo ferma la chiave (o il calibro) e girando il barilotto della cella fino a che non si è completamente svitata.
29156 29157
Ora prendete l’appoggio (io ho usato un rocchetto del nastro adesivo esaurito), ponetelo sulle lenti, quindi tenendolo in posizione (con una mano la cella e con l’altra l’appoggio) girate il tutto in modo che sia l’appoggio posto in basso.
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Delicatamente bloccate le lenti dall’alto con un dito e fate scorrere la cella fino a svincolare le lenti (le quali devono essere centrate sull’appoggio).
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Ora la prima cosa da fare è con una matita, pennarello, trattopen o simili è segnare il bordo delle lenti in modo da riposizionarle correttamente (quando si tratta di rifrattorini con rapporto focale f/10 o superiore, diventa difficile riconoscere l’entità della curvatura delle lenti, essendo questa molto piccola).
Io segno con due triangoli contrapposti le due curvature a contatto e con un altro (quello in rosso nell’immagine) la direzione della faccia verso l’oculare, ma potete decidere voi le vostre “convenzioni”.
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...CONTINUA -----►
Questa piccola guida spiega come smontare uno di questi obiettivi, dargli una controllatina e una pulita, se serve cambiare/sistemare gli spaziatori tra le due lenti in modo che queste siano planari tra loro e con i centri ottici in comune (cosa fondamentale per la buona resa) e rimontarlo correttamente serrando quanto basta il fermo così da non tensionare le lenti.
Prima di tutto dobbiamo capire con cosa abbiamo a che fare; il 99% di questi rifrattorini hanno un obiettivo con schema fraunhofer, un doppietto composto da una lente biconvessa anteriormente e una concavo convessa posteriormente, le due lenti hanno quattro curvature diverse, pochissimi hanno il doppietto cementato come nei binocoli (personalmente mai visti su diametri superiori ai 50 mm)
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Come visibile dallo schema qui sopra si deve quindi fare attenzione a posizionarle correttamente, ricordiamoci che la biconvessa ha la faccia di minor curvatura verso il cielo e quella di maggior curvatura posteriormente, questa è l’unica difficoltà, perché poi la concavo-convessa è facile da posizionare per ovvi motivi.
Detto questo, le immagini della guida si riferiscono a un obiettivo celestron “firstscope” degli anni ’90, diametro 60 mm focale 700 mm, ma concettualmente valgono per per tutti i doppietti di questo tipo.
Iniziamo.
Innanzitutto predisporre sul piano di lavoro una tovaglietta/asciugamano/straccio di tessuto di colore chiaro, un pennellino a setole morbide, panno in microfibra (o in sostituzione di queste una lenspen), una pompetta, cacciavite, chiave per ghiere (o in sostituzione calibro ventesimale in metallo), taglierino, un pezzetto di stagnola (quella da cucina), un elemento che funga da appoggio alle lenti in plastica o legno (evitare possibilmente il metallo se non rivestito, il quale potrebbe rigare le lenti), delle opportune dimensioni, guanti in lattice non talcati.
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Dopo aver tolto l’obiettivo dal tubo dello strumento (solitamente svitando tre vitarelle tangenziali poste a 120°), ponetelo sul piano di lavoro e verificate se la ghiera che blocca le lenti è anteriore o posteriore alla cella.
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Verificato ciò, se la ghiera dovesse essere posteriore (nel mio è anteriore), girate la cella, prendete la chiave per ghiere (o il calibro ventesimale) allargatelo del diametro necessario in modo che le “lame” (nel calibro sono le punte utilizzate per le misure dei diametri interni) vadano a finire nelle tacche diametrali presenti sulla ghiera.
Ora delicatamente svitate la ghiera, tenendo ferma la chiave (o il calibro) e girando il barilotto della cella fino a che non si è completamente svitata.
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Ora prendete l’appoggio (io ho usato un rocchetto del nastro adesivo esaurito), ponetelo sulle lenti, quindi tenendolo in posizione (con una mano la cella e con l’altra l’appoggio) girate il tutto in modo che sia l’appoggio posto in basso.
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Delicatamente bloccate le lenti dall’alto con un dito e fate scorrere la cella fino a svincolare le lenti (le quali devono essere centrate sull’appoggio).
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Ora la prima cosa da fare è con una matita, pennarello, trattopen o simili è segnare il bordo delle lenti in modo da riposizionarle correttamente (quando si tratta di rifrattorini con rapporto focale f/10 o superiore, diventa difficile riconoscere l’entità della curvatura delle lenti, essendo questa molto piccola).
Io segno con due triangoli contrapposti le due curvature a contatto e con un altro (quello in rosso nell’immagine) la direzione della faccia verso l’oculare, ma potete decidere voi le vostre “convenzioni”.
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