antonello
20-03-2018, 16:38
TOPIC SOLO PER ASTROFILI ESPERTI NELLA STRUMENTAZIONE SOLARE (POICHE' LA VISTA E' UNO DEI NOSTRI BENI PIU' PREZIOSI E NON VA MESSA A RISCHIO PER ALCUNA RAGIONE).
QUALSIASI MODIFICA DI STRUMENTAZIONE SOLARE RICHIEDE ESPERIENZA E COMPETENZA. SE POSSEDETE ENTRAMBE PROCEDETE NELLA LETTURA, ALTRIMENTI NON LEGGETE O RIVOLGETEVI A CHI LE POSSIEDE.
PREMESSA
Nonostante il neologismo “moddare” non mi ispiri grande simpatia, ho finito per usarlo nel titolo di questo topic, non avendo trovando un analogo sostituto nella nostra lingua…
In inglese, invece, esso è veramente efficace per descrivere una trasformazione di un hardware (ma non solo) che permetta di superare i limiti del prodotto originale, fino a permettergli il raggiungimento di performance altrimenti impossibili.
Nell’ambito della strumentazione solare, un modding particolarmente diffuso è quello di utilizzare il gruppo etalon di un PST per applicarlo a telescopi di diametro ben più grande di quello da 40 mm del telescopio originale. Questa trasformazione, sebbene alteri completamente le finalità originali del PST (osservazione dell’intero disco solare in H-alpha), permette un notevole aumento di risoluzione dei particolari osservati in funzione del diametro del nuovo obiettivo.
Con questa modifica molti hanno realizzato straordinarie immagini. Molto note sono quelle di Brahic (http://jp-brahic.chez-alice.fr/lunette_230mm.htm), considerate tra le migliori immagini del sole in H-alpha mai fatte.
L’uso del gruppo PST, piuttosto che di altri etalon (anche più grandi e quindi con possibilità di sweet-spot maggiore) è stato determinato dal fatto che il PST ha etalon interno al telescopio e quindi già dotato del sistema di collimazione con lente negativa in entrata (dell’etalon) e lente positiva in uscita (dell’etalon), necessario per fa sì che i raggi che incidono sull’etalon siano pressoché paralleli. Questo fa sì che utilizzando il gruppo del PST con un diametro dell’obiettivo maggiore dell’originale (un’ottica almeno acromatica di rapporto focale pari a quello dell’obiettivo originale: f:10) si ottiene nel fuoco (almeno nella piccola area di sweet-spot) un’immagine della stessa qualità dell’immagine del nuovo obiettivo (dal momento che le due lenti del PST non alterano la qualità del nuovo obiettivo).
L’etalon del PST è tuttavia molto piccolo e ha due lenti da 200 mm di focale (una negativa e una positiva) e questo genera, già nel piccolo telescopio originale, una vignettatura anche appena fuori asse. La cosa è ovviamente amplificata nel nuovo e più grande obiettivo utilizzato, ma il difetto passa in secondo piano quando lo scopo è quello di vedere dettagli al centro del campo.
L’uso di un etalon di maggior diametro sarebbe in questo caso un vantaggio, ma il PST non ha rivali nel rapporto prezzo/prestazione (tra i telescopi con etalon interno, cioè dotati di collimazione) e la sua scelta per un modding “immediato” non ha rivali, anche perché il concorrente più diretto, il Lunt 35 (con ben 35 mm di apertura), non ha l’etalon dentro il telescopio (con annesso gruppo di collimazione), ma etalon frontale, cosa che ha fatto desistere chiunque dall’utilizzarlo al pari dell’etalon del PST.
Proprio per questa ragione il possessore di un Lunt 35 non ha avuto la stessa opportunità di modding del possessore di un PST.
USO DELL’ETALON DEL LUNT 35 CON OBIETTIVI DI MAGGIOR DIAMETRO.
Segnalo dunque al possessore di un Lunt 35 interessato alla questione che è possibile utilizzare il proprio etalon al pari di quello del PST semplicemente acquistando e dotando quindi l’etalon del Lunt di un sistema di collimazione.
La cosa si può definire facilmente in questi termini: occorre metter una lente negativa davanti all’etalon del Lunt (piano-concava) ed una lente positiva in uscita (piano-convessa).
La distanza tra queste lenti non è importante (basta che siano adiacenti all’etalon). E’ invece consigliabile che la focale di queste due lenti sia di 300 mm (-300 mm per la lente negativa e +300 per quella positiva e ciò per sfruttare al massimo il diametro da 35 mm dell’etalon (cosa che porta al maggior diametro del sweet-spot, rispetto al PST, nel rapporto 35/20). Affinché il sistema funzioni le due lenti devono essere messe esattamente come illustrato nell’immagine allegata, con la faccia piana della lente negativa verso l’obiettivo e la faccia piana della lente positiva verso l’oculare, solo così (con un’ottica f:10) si avrà sul fuoco la stessa identica qualità dell’originale. Con l’uso di queste focali occorrerà mettere la lente negativa 300 mm prima del fuoco del nuovo telescopio (obbligatoriamente f:10), cosa che porterà il piano focale a 300 mm dalla lente positiva. Per questa realizzazione occorrerà naturalmente una meccanica per ospitare le due lenti e permettere la libertà di rotazione dell’etalon (tilting) per la sintonizzazione dell’H-alpha.
Due lenti siffatte (del diametro consigliato di 38/40 mm) sono facilmente reperibile tra i produttori di lenti da catalogo, come Eksma, preferibile per i prezzi, o Optosigma, per esempio.
Nel nuovo telescopio (al pari che nel modding del PST) si dovrà prevedere un ERF in entrata e un BF in uscita, che con il nuovo maggior diametro sarà bene sia più grande di quello del Lunt 35 originale.
Ottimo al riguardo è il BF Omega Optical di cui ho scritto qui
https://www.astronomia.com/forum/showthread.php?17579-Un-BF-economico-da-23-mm-per-osservazioni-in-H-alpha-PRIMA-PARTE
Ovviamente, come già detto, con questa soluzione non sarà più possibile ammirare l’intero sole in H-alpha (visto che si vedrà in H-alpha solo un cerchio in primi pari all’incirca a: 60x DiametroEtalon/DiametroNuovoObiettivo). Ovviamente, nessuno impedisce di ripristinare, allo scopo, l’etalon nel Lunt 35 originale, oppure di valutare un modding più contenuto, adatto a chi (non interessato a diametri elevati) volesse mantenere le stesse specificità del Lunt 35 (o del PST) originale (ovvero, la possibilità di vedere l’intero sole in H-alpha), ma con una qualità maggiore di quella permessa dall’obiettivo originale. In questo caso, sarà necessario utilizzare un’ottica sempre f:10, ma con diametro obiettivo non superiore a circa 50 mm. Ottimo allo scopo è il noto “Teleminor” Zeiss 50/540 o l’analogo russo 50/480 (facilmente disponibile nelle bancarelle dei venditori di materiale russo). In un futuro messaggio illustrerò la soluzione con “Teleminor”.
Nell’immagine allegata, il nuovo adattamento del Lunt 35, con e senza il sistema di collimazione.
QUALSIASI MODIFICA DI STRUMENTAZIONE SOLARE RICHIEDE ESPERIENZA E COMPETENZA. SE POSSEDETE ENTRAMBE PROCEDETE NELLA LETTURA, ALTRIMENTI NON LEGGETE O RIVOLGETEVI A CHI LE POSSIEDE.
PREMESSA
Nonostante il neologismo “moddare” non mi ispiri grande simpatia, ho finito per usarlo nel titolo di questo topic, non avendo trovando un analogo sostituto nella nostra lingua…
In inglese, invece, esso è veramente efficace per descrivere una trasformazione di un hardware (ma non solo) che permetta di superare i limiti del prodotto originale, fino a permettergli il raggiungimento di performance altrimenti impossibili.
Nell’ambito della strumentazione solare, un modding particolarmente diffuso è quello di utilizzare il gruppo etalon di un PST per applicarlo a telescopi di diametro ben più grande di quello da 40 mm del telescopio originale. Questa trasformazione, sebbene alteri completamente le finalità originali del PST (osservazione dell’intero disco solare in H-alpha), permette un notevole aumento di risoluzione dei particolari osservati in funzione del diametro del nuovo obiettivo.
Con questa modifica molti hanno realizzato straordinarie immagini. Molto note sono quelle di Brahic (http://jp-brahic.chez-alice.fr/lunette_230mm.htm), considerate tra le migliori immagini del sole in H-alpha mai fatte.
L’uso del gruppo PST, piuttosto che di altri etalon (anche più grandi e quindi con possibilità di sweet-spot maggiore) è stato determinato dal fatto che il PST ha etalon interno al telescopio e quindi già dotato del sistema di collimazione con lente negativa in entrata (dell’etalon) e lente positiva in uscita (dell’etalon), necessario per fa sì che i raggi che incidono sull’etalon siano pressoché paralleli. Questo fa sì che utilizzando il gruppo del PST con un diametro dell’obiettivo maggiore dell’originale (un’ottica almeno acromatica di rapporto focale pari a quello dell’obiettivo originale: f:10) si ottiene nel fuoco (almeno nella piccola area di sweet-spot) un’immagine della stessa qualità dell’immagine del nuovo obiettivo (dal momento che le due lenti del PST non alterano la qualità del nuovo obiettivo).
L’etalon del PST è tuttavia molto piccolo e ha due lenti da 200 mm di focale (una negativa e una positiva) e questo genera, già nel piccolo telescopio originale, una vignettatura anche appena fuori asse. La cosa è ovviamente amplificata nel nuovo e più grande obiettivo utilizzato, ma il difetto passa in secondo piano quando lo scopo è quello di vedere dettagli al centro del campo.
L’uso di un etalon di maggior diametro sarebbe in questo caso un vantaggio, ma il PST non ha rivali nel rapporto prezzo/prestazione (tra i telescopi con etalon interno, cioè dotati di collimazione) e la sua scelta per un modding “immediato” non ha rivali, anche perché il concorrente più diretto, il Lunt 35 (con ben 35 mm di apertura), non ha l’etalon dentro il telescopio (con annesso gruppo di collimazione), ma etalon frontale, cosa che ha fatto desistere chiunque dall’utilizzarlo al pari dell’etalon del PST.
Proprio per questa ragione il possessore di un Lunt 35 non ha avuto la stessa opportunità di modding del possessore di un PST.
USO DELL’ETALON DEL LUNT 35 CON OBIETTIVI DI MAGGIOR DIAMETRO.
Segnalo dunque al possessore di un Lunt 35 interessato alla questione che è possibile utilizzare il proprio etalon al pari di quello del PST semplicemente acquistando e dotando quindi l’etalon del Lunt di un sistema di collimazione.
La cosa si può definire facilmente in questi termini: occorre metter una lente negativa davanti all’etalon del Lunt (piano-concava) ed una lente positiva in uscita (piano-convessa).
La distanza tra queste lenti non è importante (basta che siano adiacenti all’etalon). E’ invece consigliabile che la focale di queste due lenti sia di 300 mm (-300 mm per la lente negativa e +300 per quella positiva e ciò per sfruttare al massimo il diametro da 35 mm dell’etalon (cosa che porta al maggior diametro del sweet-spot, rispetto al PST, nel rapporto 35/20). Affinché il sistema funzioni le due lenti devono essere messe esattamente come illustrato nell’immagine allegata, con la faccia piana della lente negativa verso l’obiettivo e la faccia piana della lente positiva verso l’oculare, solo così (con un’ottica f:10) si avrà sul fuoco la stessa identica qualità dell’originale. Con l’uso di queste focali occorrerà mettere la lente negativa 300 mm prima del fuoco del nuovo telescopio (obbligatoriamente f:10), cosa che porterà il piano focale a 300 mm dalla lente positiva. Per questa realizzazione occorrerà naturalmente una meccanica per ospitare le due lenti e permettere la libertà di rotazione dell’etalon (tilting) per la sintonizzazione dell’H-alpha.
Due lenti siffatte (del diametro consigliato di 38/40 mm) sono facilmente reperibile tra i produttori di lenti da catalogo, come Eksma, preferibile per i prezzi, o Optosigma, per esempio.
Nel nuovo telescopio (al pari che nel modding del PST) si dovrà prevedere un ERF in entrata e un BF in uscita, che con il nuovo maggior diametro sarà bene sia più grande di quello del Lunt 35 originale.
Ottimo al riguardo è il BF Omega Optical di cui ho scritto qui
https://www.astronomia.com/forum/showthread.php?17579-Un-BF-economico-da-23-mm-per-osservazioni-in-H-alpha-PRIMA-PARTE
Ovviamente, come già detto, con questa soluzione non sarà più possibile ammirare l’intero sole in H-alpha (visto che si vedrà in H-alpha solo un cerchio in primi pari all’incirca a: 60x DiametroEtalon/DiametroNuovoObiettivo). Ovviamente, nessuno impedisce di ripristinare, allo scopo, l’etalon nel Lunt 35 originale, oppure di valutare un modding più contenuto, adatto a chi (non interessato a diametri elevati) volesse mantenere le stesse specificità del Lunt 35 (o del PST) originale (ovvero, la possibilità di vedere l’intero sole in H-alpha), ma con una qualità maggiore di quella permessa dall’obiettivo originale. In questo caso, sarà necessario utilizzare un’ottica sempre f:10, ma con diametro obiettivo non superiore a circa 50 mm. Ottimo allo scopo è il noto “Teleminor” Zeiss 50/540 o l’analogo russo 50/480 (facilmente disponibile nelle bancarelle dei venditori di materiale russo). In un futuro messaggio illustrerò la soluzione con “Teleminor”.
Nell’immagine allegata, il nuovo adattamento del Lunt 35, con e senza il sistema di collimazione.