Red Hanuman
05-09-2017, 08:10
Prendetela con le pinze, è Repubblica...:whistling:
Spazio, c'è un secondo buco nero nella nostra galassia
Si trova pericolosamente vicino a Sagittarius A, il buco nero supermassiccio grande come 2,5 milioni di Soli. E finirà probabilmente fagocitato. La scoperta annunciata su Nature dopo l'osservazione di nubi di gas spazzate a 120 chilometri al secondo
ROMA - Fa capolino da una nube di gas, a 200 anni luce dal centro della nostra galassia. E a 25mila anni da noi: una distanza rassicurante. Al momento riposa, nella pausa tra un pasto e l’altro. Ma c’è il rischio che in un futuro non certo prossimo possa egli stesso diventare la cena di un suo simile, molto ma molto più grande di lui.
Un secondo buco nero è stato scoperto (http://nature.com/articles/doi:10.1038/s41550-017-0224-z) nella Via Lattea. Pesa come 100mila Soli. Ma a inghiottirlo sarà probabilmente il suo vicino supermassiccio, grande come 2,5 milioni di Soli. Non ha ancora ricevuto il battesimo: ufficialmente è ancora un “candidato buco nero” classificato con la sigla CO-0.40-0.22. Ma non sembrano esserci altre ipotesi, per spiegare quella nube di gas squassata da un lato all’altro a velocità che variano tra i 20 e i 120 chilometri al secondo. Esplosioni o altri cataclismi cosmici avrebbero spinto la materia (in tutto 4mila masse solari) a velocità costanti, non così variegate. E visto che al centro della nube in movimento non si vede proprio niente, e che altre soluzioni sono implausibili, scrivono i ricercatori su Nature Astronomy, “CO-0.40-0.22 è con tutta probabilità una nube di gas che emette raggi X associata a un buco nero da 100mila masse solari”.
L’ipotesi dei ricercatori giapponesi della Keio University guidati da Tomoharu Oka - che già un anno e mezzo fa avevano presentato (https://arxiv.org/pdf/1512.04661.pdf) il nuovo “candidato” CO-0.40-0.22 su Astrophysical Journal Letters - è che i buchi neri supermassicci siano cresciuti mangiando buchi neri intermedi, i quali a loro volta si sarebbero formati dalla fusione di stelle al centro di ammassi molto densi o dal collasso di galassie nane, che nel caso di CO-0.40-0.22 sarebbero state cannibalizzate dalla Via Lattea. Il fatto che il buco nero appena scoperto girovaghi nei pressi del suo immenso vicino (che si trova sempre al centro della Via Lattea e si chiama Sagittarius A) non è però un buon presagio per il suo futuro.
Sapere che un altro buco nero ci vive accanto non cambierà nulla alla nostra vita. Ma a quella degli astronomi sì. Finora infatti si conoscevano solo buchi neri molto piccoli (una manciata di masse solari) o molto grandi (milioni o addirittura miliardi di masse solari). Nessuno aveva mai osservato buchi neri intermedi, tanto meno “a due passi” da casa. CO-0.40-0.22 è l’anello mancante che potrebbe spiegarci da dove nascono i buchi neri monstre. Il tempo trascorso dalla nascita dell’universo non è in fondo infinito e questi giganti oscuri sembravano esistere già nelle prime fasi di sviluppo del cosmo, poche centinaia di milioni di anni dopo il Big Bang. Come i buchi neri supermassicci avessero potuto raggiungere dimensioni così impressionanti in tempi rapidissimi mangiando solo nubi di gas o buchi neri mignon restava un mistero.
"Al momento abbiamo evidenze osservative convincenti della presenza nell'Universo di buchi neri che potremmo definire molto magri e molto grassi, nulla a metà strada", dice a Repubblica Alberto Vecchio, astrofisico dell'Università di Birmingham. "Sembra che vi sia un deserto a masse intermedie, tra la centinaia e le centinaia di migliaia di masse solari. Se questo sia la conseguenza della mancanza di processi capaci di generare questi oggetti, o semplicemente della difficoltà di osservare questi corpi così sfuggenti è uno dei grandi misteri dell'astrofisica. L'osservazione di questo nuovo candidato buco nero la cui massa si colloca tra le due popolazioni potrebbe essere un elemento importante per far nuova luce".
CO-0.40-0.22 (o meglio la nube di gas dal comportamento così anomalo) è stato osservato dal radiotelescopio giapponese Nobeyama e da quello cileno Alma, che si trova a 5mila metri di altitudine in cima alle Ande, è composto da 66 antenne mobili ed è gestito dall’European Southern Observatory. Ma la trama della storia potrebbe essere ancora più movimentata, se è vero come prevedono alcune teorie che la Via Lattea ospita non meno di 100 milioni di buchi neri.
QUI (http://www.repubblica.it/scienze/2017/09/04/news/c_e_un_secondo_buco_nero_nella_nostra_galassia-174406939/?ref=RHPPBT-VA-I0-C4-P10-S1.4-T2)l'articolo originale.
Spazio, c'è un secondo buco nero nella nostra galassia
Si trova pericolosamente vicino a Sagittarius A, il buco nero supermassiccio grande come 2,5 milioni di Soli. E finirà probabilmente fagocitato. La scoperta annunciata su Nature dopo l'osservazione di nubi di gas spazzate a 120 chilometri al secondo
ROMA - Fa capolino da una nube di gas, a 200 anni luce dal centro della nostra galassia. E a 25mila anni da noi: una distanza rassicurante. Al momento riposa, nella pausa tra un pasto e l’altro. Ma c’è il rischio che in un futuro non certo prossimo possa egli stesso diventare la cena di un suo simile, molto ma molto più grande di lui.
Un secondo buco nero è stato scoperto (http://nature.com/articles/doi:10.1038/s41550-017-0224-z) nella Via Lattea. Pesa come 100mila Soli. Ma a inghiottirlo sarà probabilmente il suo vicino supermassiccio, grande come 2,5 milioni di Soli. Non ha ancora ricevuto il battesimo: ufficialmente è ancora un “candidato buco nero” classificato con la sigla CO-0.40-0.22. Ma non sembrano esserci altre ipotesi, per spiegare quella nube di gas squassata da un lato all’altro a velocità che variano tra i 20 e i 120 chilometri al secondo. Esplosioni o altri cataclismi cosmici avrebbero spinto la materia (in tutto 4mila masse solari) a velocità costanti, non così variegate. E visto che al centro della nube in movimento non si vede proprio niente, e che altre soluzioni sono implausibili, scrivono i ricercatori su Nature Astronomy, “CO-0.40-0.22 è con tutta probabilità una nube di gas che emette raggi X associata a un buco nero da 100mila masse solari”.
L’ipotesi dei ricercatori giapponesi della Keio University guidati da Tomoharu Oka - che già un anno e mezzo fa avevano presentato (https://arxiv.org/pdf/1512.04661.pdf) il nuovo “candidato” CO-0.40-0.22 su Astrophysical Journal Letters - è che i buchi neri supermassicci siano cresciuti mangiando buchi neri intermedi, i quali a loro volta si sarebbero formati dalla fusione di stelle al centro di ammassi molto densi o dal collasso di galassie nane, che nel caso di CO-0.40-0.22 sarebbero state cannibalizzate dalla Via Lattea. Il fatto che il buco nero appena scoperto girovaghi nei pressi del suo immenso vicino (che si trova sempre al centro della Via Lattea e si chiama Sagittarius A) non è però un buon presagio per il suo futuro.
Sapere che un altro buco nero ci vive accanto non cambierà nulla alla nostra vita. Ma a quella degli astronomi sì. Finora infatti si conoscevano solo buchi neri molto piccoli (una manciata di masse solari) o molto grandi (milioni o addirittura miliardi di masse solari). Nessuno aveva mai osservato buchi neri intermedi, tanto meno “a due passi” da casa. CO-0.40-0.22 è l’anello mancante che potrebbe spiegarci da dove nascono i buchi neri monstre. Il tempo trascorso dalla nascita dell’universo non è in fondo infinito e questi giganti oscuri sembravano esistere già nelle prime fasi di sviluppo del cosmo, poche centinaia di milioni di anni dopo il Big Bang. Come i buchi neri supermassicci avessero potuto raggiungere dimensioni così impressionanti in tempi rapidissimi mangiando solo nubi di gas o buchi neri mignon restava un mistero.
"Al momento abbiamo evidenze osservative convincenti della presenza nell'Universo di buchi neri che potremmo definire molto magri e molto grassi, nulla a metà strada", dice a Repubblica Alberto Vecchio, astrofisico dell'Università di Birmingham. "Sembra che vi sia un deserto a masse intermedie, tra la centinaia e le centinaia di migliaia di masse solari. Se questo sia la conseguenza della mancanza di processi capaci di generare questi oggetti, o semplicemente della difficoltà di osservare questi corpi così sfuggenti è uno dei grandi misteri dell'astrofisica. L'osservazione di questo nuovo candidato buco nero la cui massa si colloca tra le due popolazioni potrebbe essere un elemento importante per far nuova luce".
CO-0.40-0.22 (o meglio la nube di gas dal comportamento così anomalo) è stato osservato dal radiotelescopio giapponese Nobeyama e da quello cileno Alma, che si trova a 5mila metri di altitudine in cima alle Ande, è composto da 66 antenne mobili ed è gestito dall’European Southern Observatory. Ma la trama della storia potrebbe essere ancora più movimentata, se è vero come prevedono alcune teorie che la Via Lattea ospita non meno di 100 milioni di buchi neri.
QUI (http://www.repubblica.it/scienze/2017/09/04/news/c_e_un_secondo_buco_nero_nella_nostra_galassia-174406939/?ref=RHPPBT-VA-I0-C4-P10-S1.4-T2)l'articolo originale.