Visualizza Versione Completa : Astroturismo
Patrizia Bussatori
04-08-2017, 00:30
Ciao a tutti! Vorrei qui di seguito parlarvi di un argomento a me particolarmente caro.. l'astroturismo. Ho cercato di approfondire questo tema sia dal punto di vista più turistico appunto ma anche legislativo. In seguito, se vi piace l'idea, vorrei esporvi gli interventi del legislatore a livello nazionale e internazionale a favore della salvaguardia del paesaggio e del cielo, tanto cari all'astroturismo.
L’industria turistica costituisce uno dei comparti più importanti dell’economia italiana e ciò si deve fondamentalmente alle ricchezze storiche, artistiche, naturali e culturali di cui è ricco il nostro Paese. Tra i siti che costituiscono la Lista del patrimonio mondiale redatta a partire dal 1972 da parte dell’UNESCO, l’Italia annovera il maggior numero di luoghi dichiarati tali, ben 51 siti di cui 47 culturali e 4 naturali. La protezione, la tutela e la valorizzazione di beni culturali e paesaggistici sono dunque diventate obbiettivi che il legislatore comunitario, così come quello nazionale, si sono imposti attraverso la realizzazione e l’attuazione di norme e progetti.
L’astroturismo, fra i tanti realizzabili nel “bel Paese”, può quindi essere un’attività economica e culturale in grado di promuovere aree di particolare interesse nazionale o locale e contemporaneamente permettere ai turisti, o a chiunque sia interessato, di conoscere e osservare la volta celeste. Sostanzialmente questo nuovo tipo di turismo offre la possibilità di rivalutare e valorizzare parchi naturali e strutture architettoniche moderne e antiche per la creazione di percorsi tematici che guidino i turisti alla scoperta del mondo dell’astronomia attraverso l’osservazione ad occhio nudo, con telescopi e guide esperte del cielo, con la proiezione di planetari oppure ancora con l’organizzazione di conferenze e festival a tema scientifico.
Sostenere ed incentivare questa novità turistica può quindi rivelarsi strategico per la riscoperta e la rivalutazione di aree ed edifici poco apprezzati. La valorizzazione e la tutela del paesaggio, in particolare, sono strettamente legate all’astroturismo che fondamentalmente si basa sull’osservazione della volta celeste per la quale è necessario combattere l’inquinamento luminoso.
Coniugare passato e presente, tradizione e storia, bellezze del cielo e della Terra per promuovere il turismo astronomico è l’obbiettivo della start-up innovativa Astronomitaly, che dal 2014 si occupa in tutta Italia di incentivare questo turismo scientifico e di attribuire, dopo una lunga e approfondita analisi, le certificazioni di qualità per “i cieli più belli d’Italia”. Si tratta di un marchio che identifica le migliori locations per l’osservazione del cielo tenendo conto della visibilità degli astri così come dei servizi turistici offerti nei dintorni per il ristoro e il soggiorno. Giovani imprenditori come Fabrizio Marra, fondatore di Astronomitaly, e i suoi collaboratori che si mettono continuamente in gioco per la realizzazione di nuovi progetti ed idee, costituiscono l’ossatura di un fenomeno turistico sempre più in espansione in Italia e nel mondo.
Vorrei quindi chiedervi: avete mai fatto astroturismo? Quanto considerate importante questo nuovo comparto economico/scientifico?
Chiedo scusa se ho sbagliato sezione ma dato l'argomento non sapevo dove parlarne. Chiedo quindi il parere di un membro dello staff e un suo eventuale intervento per spostare la discussione.
Red Hanuman
04-08-2017, 07:48
Spostato in sezione appropriata.
@Patrizia Bussatori (https://www.astronomia.com/forum/member.php?u=6644), l'idea è buona, tant'è che credo che in molti qui abbiano pensato la stessa cosa o simili (io per primo).
@etruscastro (https://www.astronomia.com/forum/member.php?u=41) qui, ma non solo, di fatto svolge una attività come quella che proponi.
Il problema è come la si declina...:thinking:
etruscastro
04-08-2017, 09:57
di fatto con la mia associazione (il GrAG (http://www.grag.org/)) proponiamo e svolgiamo molte attività astronomiche nei contesti storici/artistici/culturali di nicchia nella zona a noi di competenza (diciamo grosso modo da Roma sud fino a Terni e Grosseto), aree archeologiche, parchi, centro storici, monumenti medioevali o di particolare interesse storico o semplicemente recuperati con ristrutturazioni dall'incuria del tempo, eventi particolari... insomma, tutto quello dove c'è una valorizzazione del territorio, in questo il GrAG ha dato sempre una certa priorità, abbiamo fatto anche l'iscrizione ad una di queste associazioni dove promuovono i territori con le attività turistico/astronomico ma non abbiamo mai avuto risposta.
ecco, un grosso scoglio che a volte risulta insormontabile è l'espletazione della parte burocratica o la più totale indifferenza di alcune amministrazioni comunali o associazione di gestione del territorio; o semplicemente la richiesta più banale e sordida di effettuare serate di "nicchia" (sì perché l'astronomia è una branca delle scienze di nicchia e come tale va considerata) fatta alle associazioni senza la ben che minima valorizzazione degli eventi o, peggio, nella richiesta più totale ed esclusivamente gratuita di dedicare il tempo (dei soci!) e la strumentazione (dei soci!!) agli eventi stessi, e questo, come si può ben immaginare, non è più assolutamente possibile.
Patrizia Bussatori
05-08-2017, 18:12
Concordo perfettamente con etruscastro. L'astroturismo puó certamente rappresentare un'occasione proficua sia dal punto di vista turistico-economico che ovviamente scientifico (o quantomeno di divulgazione scientifica). Tuttavia la mancanza di collaborazione e comunicazione con le istituzioni locali e le altre associazioni culturali unita ai pochi fondi limitano molto questo fenomeno di grande potenziale.. Noi astrofili del GAM 42, l'associazione che gestisce l'osservatorio astronomico del Lodigiano, siamo volontari appassionati di astronomia e in quanto tali tutto quello che viene organizzato é a nostre spese e non sempre é facile giostrarsi tra i fondi limitati e i numerosi eventi e progetti che ci piacerebbe realizzare.
Inoltre come sempre in Italia il turismo viene sottovalutato.. Deteniamo il 75% del patrimonio artistico mondiale ma non sappiamo sfruttare positivamente quello che il nostro territorio ci offre.
Un insieme illimitato di bellezze naturali, culturali, storiche e artistiche di inestimabile valore che ben si legano all'osservazione del cielo e alla scoperta di mete turistiche scientifiche. Speriamo in futuro vi siano anche investimenti a livello nazionale per incentivare l'astroturismo.. Almeno in attesa di quello spaziale!
paperbike
05-08-2017, 22:57
Qualche sera fa abbiamo fatto una serata alle tombe etrusche di Tarquinia. ..una serata eccezionale, vuoi perché la location era mozzafiato vuoi perché i partecipanti,circa 60 persone, ma forse più, erano di un ceto medio alto dove l'informazione era la cultura era evidente, vice sindaco, archeologi architetti, ...ma questo per dire che se le istituzioni partecipano i risultati potrebbero essere importanti.
etruscastro
06-08-2017, 10:20
Ciao Patrizia, mi fa piacere sapere che anche tu come noi fai parte di quell'esercito invisibile che si carica il fardello della divulgazione sulle spalle e parte per la missione speciale della condivisione scientifica, tutto a carico della volontà delle associazioni! ;)
Tuttavia la mancanza di collaborazione e comunicazione con le istituzioni locali e le altre associazioni culturali
è questo il vero cancro che affligge le istituzioni in Italia, personaggi che siedono nei uffici cardini della gestione delle attività pubbliche che sono nella stragrande maggioranza dei casi dei totali incompetenti in materia, anzi peggio, dei totali menefreghisti della cultura in generale, e questo tarpa ogni possibilità di organizzazione degli eventi o della gestione delle varie autorizzazioni!
unita ai pochi fondi limitano molto questo fenomeno di grande potenziale..
su questo paradossalmente non sono del tutto concorde con te, i soldi ci sono eccone, certo, non sono un surrealista e mi rendo conto benissimo che esistono certe realtà con criticità sociali tali da avere la sacrosanta precedenza nell'accesso ai fondi, ma le istituzioni (generalizzando il concetto) nel tempo si sono seduti e si sono fatti belli proprio grazie alla sconfinata generosità e disponibilità che le varie associazioni culturali si sono sobbarcati e si sobbarcano la totale organizzazione burocratica ed economica degli eventi.
può andare avanti sempre così?
può essere sempre e solo sulle spalle dei volontari le attività pubbliche?
non credo, anche se il GrAG per quello che mi concerne come presidente del gruppo farà sempre la sua parte, bisogna che ci sia un cambiamento ideologico/culturale da parte di tutti, soprattutto per chi gestisce i fondi comuni che provengono dalla tassazione della gente per bene!
Valerio Ricciardi
07-08-2017, 10:25
Conosco personalmente da qualche anno Fabrizio Marra, e sono stato da subito molto contento del tipo di intrapresa che ha ritenuto di implementare, di cui rammento mi parlò mi pare ai primi del 2015.
Ho una buonissima opinione di questo tipo di attività, che lascia dietro di se' ricadute profondamente positive sul piano ambientale, culturale, di divulgazione e di supporto alla creazione di un nuovo tipo di indotto economico assolutamente compatibile con i miei principi morali.
Penso che sia un modo "sano" e positivo per la collettività di "inventarsi un lavoro", per ricaduta di crearne via via per altri valorizzando professionalità, anche di astrofili, che magari in questi tempi grami avrebbero dovuto riciclarsi in attività lavorative non solo precarie ma anche per loro di nessun interesse; e la corretta definizione di startup è declinata in questo caso in un modo che io trovo appunto, ribadisco, fra i più "sani" possibili.
Non basta: non solo può implementare anche l'aspetto astronomico in realtà agrituristiche che, comunque, già godono di una rendita di posizione che facilita loro la conquista di un'utenza sufficientemente ampia e variegata, perché in posizione strategica rispetto a contesti balneari, naturalistici, storico/artistici o anche solo come posizionamento sulla rete viaria che li rende più facilmente raggiungibili o individuabili, e per le quali può dunque costituire un plus,
ma può persino facilitare il rilancio di altre attività locali meno fortunate sotto gli altri punti di vista che ho citato - e perciò che stentano un poco ad andare avanti - ma che non han mai pensato di poter rendere fruttuosa ( = $ ) quantomeno la loro disponibilità di un bel cielo.
L'idea della certificazione del cielo? Assolutamente ottima, virtuosa, positiva. A prescindere da cosa può voler dire per le location certificate, che ne possono trarre un valido e culturalmente "sano" argomento di promozione ( = $ ), contribuisce a diffondere sottilmente ma progressivamente l'idea che un cielo scuro di notte e limpido di giorno sia un valore, non il risultato di qualcosa che manca, ossia carenza di illuminazione notturna. Ossia che un cielo buio valga come l'acqua limpidissima delle calette del Golfo di Orosei o di Palmarola, proprio tale e quale. O come le certificazioni IGP dei cibi della nostra migliore tradizione agroalimentare. Che contribuiscono ad un indotto ( = $ ) ma in fin dei conti... portano la gente a mangiare meglio e ad essere più sani.
Penso perciò per concetto ogni bene di questa categoria di attività, in alcune realtà all'estero già un minimo diffusa, e le considero iniziative imprenditoriali alle quali auguro il successo anche economico massimo che si possa pensare, allo stesso modo con cui mi augurerei il successo economico minimo possibile e la diffusione più stentata possibile, per dire, a nuove catene di punti di raccolta delle scommesse con annesse sale di slot machines. O alle spetazzanti, pericolose e puzzolenti moto d'acqua se le paragono a un noleggio di canoe da turismo.
Da astrofilo, come potrebbe essere altrimenti?
Cento intraprese come questa, cento fabbriche di spolette per mine antiuomo in meno in Italia!
§ § § § § § § §
Chiarito in modo spero adeguato la mia posizione di condivisione morale e simpatia,
farei attenzione però a una cosa: Astronomitaly è una legittima e a me simpatica attività imprenditoriale, non una Onlus come concettualmente sono, ad esempio, associazioni come il GrAG e tante altre della stessa categoria. Che, per dire, se organizzano dei grandi Astroparty il più delle volte si tassano non riuscendo a coprire con qualche occasionale sponsor locale nemmeno tutte le spese vive. E se per caso fra costi ed entrate per sponsor vanno in attivo, magari ci comprano un oculare a largo campo in più per il loro "dobson sociale", da usare nei futuri astroparty di divulgazione gratuita.
E' come (su un piano diverso) il WWF, non come l'UICN che ne costituiva il "braccio scientifico".
Non è volontariato - come quando l'Associazione Astrofili Malequipaggiati di PizzoMontePapero fa vedere un'eclisse di Sole con un vecchio 114/900 dotato di Astrosolar a tutti i bambini della locale sfigatissima scuola elementare. Opportunità che per ragioni sopratutto localmente sociali altrimenti difficilmente avrebbero in tutta la loro vita.
Perciò a mio avviso il modo con cui se ne tratta nel forum (non del tema "turismo astronomico" in generale, bensì delle specifiche attività di Astronomitaly in quanto realtà ben specifica) dovrebbe essere equanimemente soggetto alle stesse cautele - non censure, equilibrate ed opportune cautele - con cui si fa riferimento ad esempio ai singoli rivenditori di materiale astronomico.
Ribadisco: la fornitura di beni o servizi, concettualmente, è analoga a prescindere dalla natura di ciò che viene offerto. Volontariato, invece, concettualmente significa essere disposti ed orientati a rimetterci di tasca (e sudore) propri, e a sottrarre tempo prezioso da attività che contribuiscono alla nostra sussistenza materiale, a... pagare le bollette, verso attività che ci permettono solo di vedere attuati dei nostri principi morali ed "ideologici", ad esempio finalizzati alla divulgazione, e che non possono costituire nemmeno integrazione marginale ai nostri redditi. Il che vuol dire, che in fondo, il volontariato bisogna un po'... poterselo permettere alla luce della logistica della nostra esistenza.
Anche i rivenditori di materiale astronomico stanno offrendo degli strumenti tecnici che contribuiscono a "far cultura" e a diffondere sensibilità per la Scienza e per la tutela dell'ambiente, della pulizia dell'atmosfera e del rispetto del buio notturno, mica vendono balestre per andare a far caccia di frodo di cerbiatti nelle aree protette! Giusto? Ma è sempre legittimo commercio, di beni invece che di servizi.
Cercherei insomma di gestire il tema sia in termini di par condicio, come quando qualcuno di noi ad un astrofilo che ricerca un certo strumento gli linka in un post l'oggetto cercando di proporgli l'alternativa di svariati siti di vendita online in concorrenza fra loro, che di "regolamentazione" e aspettativa di doverosa trasparenza come avvenuto quando è stato "civilmente contenuto" sul nascere un tentativo di qualche tempo fa di un utente di recente acquisizione... che di qualsiasi strumento si stesse parlando... consigliava fatalità di andarlo ad acquistare o ordinarlo online in uno specifico e ben definito negozio del sud Italia, fatalità (ma pensa tu i casi della vita!) proprio dalle parti di casa sua. La cui attività era assolutamente trasparente e legittima, e alla quale auguro, perlomeno, lo stesso successo di vendite degli altri.
Parliamo dunque di astroturismo e delle sue prospettive, anche estesamente, ma non trasformiamo surrettiziamente nessun thread del genere in un magari parzialmente involontario redazionale senza nemmeno che vi sia scritto in corpo 4 grigio chiaro nell'angolino "le aziende informano". Si sottrarrebbe sottilmente un briciolo di credibilità ad affermazioni che invece ne meritano, e per ottime ragioni.
Ho tra il 1987 ed il 2007 scritto molto - centinaia di articoli di taglio tecnico - nel settore automotive, ed avevo imparato a riconoscere sulle riviste di settore una prova su strada indipendente da un redazionale sul nuovo modello della tal marca ...alla sesta riga, nona quando ero distratto. Una volta la distinzione era, sia pure in modo non troppo plateale, doverosamente evidenziata. Poi divenne tutto un magma di ambiguità fra informazione, discettare accademico e pubblicità occulta, e abbandonai quel settore. Dipendesse da me, i redazionali non esisterebbero neppure. Ci sarebbero articoli di opinione scritti da un giornalista che si assume la responsabilità dei contenuti, e advertising chiaro e trasparente.
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