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Visualizza Versione Completa : Etna: parossismi, tremori e boati. C'è da preoccuparsi?



Aquilae
28-02-2013, 13:48
L’Etna non si ferma più: nuovo forte parossismo dopo l’attività di ieri. Fortissimi boati avvertiti in tutti i comuni più vicini sino al comprensorio di Taormina.
L’Etna di nuovo in eruzione da stamattina. E’ in corso un nuovo parossismo avvertito nei centri dell’etneo sino anche al comprensorio di Taormina.
Quello odierno è il 7° episodio parossistico delle ultime due settimane. L’episodio è ancora nella sua fase iniziale. Da tutta l’area etnea (Acireale, Giarre, Riposto) si possono ascoltare, ormai da oltre un’ora, forti boati dovuti alle esplosioni provenienti dalla bocca nuova.
L’attività di ieri era stata abbastanza particolare con un episodio di forte attività stromboliana e piccole fontane di lava all’interno della Bocca Nuova sin dalla mattinata.
E’ un evento simile agli episodi osservati al medesimo cratere fra metà gennaio e inizio febbraio, però si può osservare anche attività esplosiva alla voragine, che dal 1999 non aveva prodotto attività magmatica.

Sabato 23 febbraio una nube di materiale piroclastico (cenere e scorie) è stata spostata dal forte vento verso nord-est, con conseguenti ricadute di scorie nella zona di Linguaglossa e lungo la costa ionica fino a Messina; ricadute di cenere sono state segnalate anche dalla Calabria e addirittura in Puglia!

Come da titolo, c'è da preoccuparsi o rientra tutto nella piena normalità?
Grazie anticipatamente per le risposte.

Red Hanuman
28-02-2013, 14:08
L’Etna non si ferma più: nuovo forte parossismo dopo l’attività di ieri. Fortissimi boati avvertiti in tutti i comuni più vicini sino al comprensorio di Taormina.
L’Etna di nuovo in eruzione da stamattina. E’ in corso un nuovo parossismo avvertito nei centri dell’etneo sino anche al comprensorio di Taormina.
Quello odierno è il 7° episodio parossistico delle ultime due settimane. L’episodio è ancora nella sua fase iniziale. Da tutta l’area etnea (Acireale, Giarre, Riposto) si possono ascoltare, ormai da oltre un’ora, forti boati dovuti alle esplosioni provenienti dalla bocca nuova.
L’attività di ieri era stata abbastanza particolare con un episodio di forte attività stromboliana e piccole fontane di lava all’interno della Bocca Nuova sin dalla mattinata.
E’ un evento simile agli episodi osservati al medesimo cratere fra metà gennaio e inizio febbraio, però si può osservare anche attività esplosiva alla voragine, che dal 1999 non aveva prodotto attività magmatica.

Sabato 23 febbraio una nube di materiale piroclastico (cenere e scorie) è stata spostata dal forte vento verso nord-est, con conseguenti ricadute di scorie nella zona di Linguaglossa e lungo la costa ionica fino a Messina; ricadute di cenere sono state segnalate anche dalla Calabria e addirittura in Puglia!

Come da titolo, c'è da preoccuparsi o rientra tutto nella piena normalità?
Grazie anticipatamente per le risposte.
Per quanto ne so, l'Etna è un vulcano prevalentemente effusivo, anche se in parte è anche esplosivo. Grossi problemi per le persone non dovrebbero esserci, mentre rischiano senz'altro di più le cose.
Ultimamente, però, ho letto da qualche parte che qualcuno sostiene che l'Etna è destinato a diventare come il Vesuvio (sta cambiando il tipo di lava). Ma il cambiamento non era dato per così imminente....:whistling:

Aquilae
28-02-2013, 14:17
Ehi Red , tra te e l'Etna non so chi sia il mostro! :surprised: Sei preparatissimo su tutto! :biggrin:

Comunque, credi che ci siano collegamenti con gli ultimi terremoti di questi giorni intorno alla mia amata isola? Dai dati dell'INGV rientrano nella categoria della "normalità" delle zone, certo, non quelle proprio in prossimità del vulcano, ma quelle nel golfo di Patti e Milazzo ad esempio?
Grazie. :)

1765

Giarre ricoperta di cenere!

Red Hanuman
28-02-2013, 21:22
Ehi Red , tra te e l'Etna non so chi sia il mostro! :surprised: Sei preparatissimo su tutto!

Mica tanto. Leggiucchio solo qua e là, e a volte mi rimane in testa quello che leggo... ;)


Comunque, credi che ci siano collegamenti con gli ultimi terremoti di questi giorni intorno alla mia amata isola? Dai dati dell'INGV rientrano nella categoria della "normalità" delle zone, certo, non quelle proprio in prossimità del vulcano, ma quelle nel golfo di Patti e Milazzo ad esempio?
Grazie.

1765

Giarre ricoperta di cenere!

No, non credo che ci siano particolari collegamenti. Terremoti di 3° - 4° grado sono piuttosto normali in Italia.
E comunque, prevedere un terremoto o un'eruzione mi sa che per ora è fuori dalla portata degli scienziati.
Fai conto che c'è appena stato un terremoto anche nella vicina (a me) Svizzera. E non è certo considerata zona sismica..... ;)

Valerio Ricciardi
28-05-2013, 16:43
Se posso essere utile, non è che "l'Etna è destinato a diventare come il Vesuvio", casomai come normale in ogni vulcano è in atto un processo di differenziazione nella camera magmatica del vulcano stesso, che sta lentamente facendo variare il chimismo medio delle lave.
Che cos'è la differenziazione? Un processo assolutamente normale, che fa si che nei lunghi periodi in cui la camera magmatica non è "rifornita" da nuovi apporti di calore provenienti dal mantello esterno - che producono fusioni parziali e locali al di sotto della camera magmatica, essa tenda mediamente a diminuire mooooooooooooolto lentamente di temperatura.
Ora, dobbiamo immaginare la camera magmatica non come una grande caverna piena di lava che ribolle, ma casomai... come la mammella di una mucca. O una immensa spugna con gli alveoli pieni di materiale semifuso o meglio quasi/fuso, e comunicanti fra loro.
Come la mammella di una mucca non è un serbatoio di latte, ma una ghiandola che è pronta a produrlo quando stimolata dalle testatine che gli dà il vitello, e come una spugna quando è piena zuppa ma nessuno la preme non fa uscire liquido, allo stesso modo la camera magmatica contiene materiale che sarebbe allo stato liquido, per via della temperatura in cui si trova, se non fosse che la pressione sovrastante è tale da mantenere il tutto ancora più o meno solido.

Perché a parte l'acqua, ogni materiale è più compatto allo stato solido piuttosto che liquido.
L'acqua è anomala: comprimendo il ghiaccio se ne può ottenere la fusione, ed è questo che rende possibile il pattinaggio sul ghiaccio: l'attrito è minimo perché le lame scivolano su un sottilissimo strato d'acqua che rigela appena dopo il passaggio del pattinatore, il cui peso l'aveva creato.
Ed è la ragione per cui il ghiaccio galleggia nel suo liquido, mentre un pezzo di ferro affonda subito nel ferro fuso.

Ma con tutto il resto dei solidi noti, è il contrario.
Per cui se comprimi una cosa che di poco è fusa, a furia di comprimere quando raggiungi un livello adeguato di pressione ne ottieni il consolidamento. E nelle viscere della terra si parla di Kilobar, laddove le ruote della nostra auto le gonfiamo a una pressione di 1,9-2,3 bar.
Questo fatto è importantissimo in vulcanologia.
Una eruzione avviene quando la pressione dei gas disciolti in profondità supera la resistenza delle rocce sovrastanti, riesce ad allargare di poco le fratture già esistenti, e crollando la pressione sovrastante le rocce parte del contenuto della camera magmatica può fondere e, spinto dai gas, risalire. Si può dire che la lava diventa liquida... all'atto dell'eruzione, non prima. I gas in essa disciolti, che a quel punto possono espandersi, sono il "motore" che porta il tutto in superficie, in modo più tranquillo o più esplosivo.

Ma perché dovrebbe variare la composizione delle lave col tempo? Perché la lava in effetti è un fuso costituito dalla fase liquida di diversi minerali: silicati, anfiboli, pirosseni, miche, olivine, plagioclasi e così via.
Ognuno ha la sua composizione chimica.
A seconda della sua composizione, ognuno ha un punto di fusione proprio.
Alcuni più alto, altri più basso. e lì è il succo del problema.

Se si abbassa pian piano - mancando un nuovo apporto rilevante di calore o di fluidi provenienti dal mantello esterno da sotto in quel momento - la temperatura nella camera magmatica, inizieranno a consolidare per primi i minerali a temperatura di fusione più alta; poi, via via, quelli a temperatura di fusione più bassa. Quelli che consolidano tendono a formarsi - non tanto a depositarsi perché come detto non è un serbatoio pieno di liquido dentro un solido, come una grotta - ai margini della camera magmatica, ossia ai bordi, verso il basso e verso l'alto, dato che è dai margini esterni che le cose calde tendono a raffreddarsi (chi abbia addentato una patata appena lessata che fuori sembrava già abbastanza stiepidita lo impara bene già dalla prima volta).

E poiché i minerali di cui è composto quello che schematicamente chiamiamo "magma" hanno chimismi diversi, ossia diverse proporzioni fra gli elementi, se "tolgo da un lato" un cristallo che prima era parte del tutto, e che è ricchissimo di ferro, bé, alle analisi percentualmente quel che resta... avrà in proporzione meno ferro.

Col passare del tempo, Ferro, Calcio ed anche Magnesio tendono prima di altri elementi a diminuire percentualmente in peso sul totale; potassio, sodio e silicio, ad aumentare. E purtroppo in particolare il Silicio conferisce a una lava una viscosità tanto maggiore quanto più è abbondante.
E più una lava è persilicica (vengono proprio per ragioni di viscosità divise in iposiliciche, normosiliciche o volendo mesosiliciche, e appunto persiliche) più a parità di temperatura di eruzione risulterà viscosa; lava viscosa, difficoltà di espulsione dal condotto, difficoltà di degassificazione, eruzione esplosiva perché per "togliere il tappo" sarà necessaria una pressione accumulata molto maggiore.

Il Vesuvio è un ottimo esempio, purtroppo, di vulcano il cui processo di differenziazione magmatica è andato molto avanti, a partire dall'ultima eruzione "di fine ciclo" che è quella del 79 d.C descritta da Plinio, e più tempo passa, più la probabilità di una eruzione altamente esplosiva e distruttiva sono alte.

Anche le lave dell'Etna pare stiano lentamente un poco differenziandosi in una direzione, al solito, di un genere di composizione delle lave adatte ad effusioni un poco più viscose; ma il suo chimismo di base, tendenzialmente basaltico per la maggior parte della sua storia - e quindi iposilicico - ne rende le sue lave relativamente fluide, poco viscose, propense ad una degassazione placida e poco violenta, e le sue eruzioni prevalentemente effusive, tranquille, magari imponenti come quantità di materiale diffuso ma incomparabilmente meno pericolose al confronto di un Vesuvio in fase pre-pliniana (come pare proprio sia grossomodo adesso, purtroppo) anche se non stra-tranquille come quelle basaltiche pure del Manua Kea e del Manua Loa.

SVelo
28-05-2013, 18:31
a partire dall'ultima eruzione "di fine ciclo" che è quella del 79 d.C descritta da Plinio
Siccome l'ultime eruzione è del 1944, c'è forse differenza, perciò specifichi "di fine ciclo"? Cosa vuol dire? :confused:

Valerio Ricciardi
28-05-2013, 19:23
Semplicemente, sembrerebbe che tutta la storia della progressiva differenziazione dei magmi abbia un andamento ciclico. La cosa si è iniziata a sospettare quando si son trovate le tracce incontrovertibili di un'altra eruzione di quelle che chiameremmo "pliniane" (e che in tutto il mondo son chiamate così proprio dall'eruzione del 79 d.C. che distrusse fra gli altri centri anche Ercolano e Pompei) avvenuta agli albori dell'età del bronzo, circa nel 2000 a.C.
E sin qui...
...poi però ne è saltata fuori un'altra in età neolitica, circa 2000 anni prima... ossia attorno al 4000 a.C. e allora sono iniziati studi più approfonditi.
Parrebbe proprio - con tutti i condizionali del caso - che un periodo di differenziazione magmatica tenda a concludersi con una eruzione particolarmente violenta, di tipo appunto pliniano (come quella del Mt. St. Helens del 1980, o del Krakatoa del 1883 e prima del Tambora nel 1815...). La durata del ciclo, ovviamente, non è rigida, dopo la "fine ciclo" con una eruzione violentissima, si avrebbe una lenta rialimentazione della camera magmatica, che inizierebbe fra un'eruzione e l'altra stavolta molto meno esplosive un nuovo processo di differenziazione.

E' quella del 1944 l'ultima eruzione "gestibile" prima del Grande Botto Fine di Mondo? Non si sa. Forse più no che si. E' sicuro al 100% che magari dopo una o due eruzioni assisteremo di nuovo a nubi ardenti, lahar (colate di fango bollente misto a prioclasti), distruzione totale al 100%? No, però... però sembrerebbe che l'andazzo sia quello. Senza certezze di sorta.

...vedremo noi il Grande Cataclisma (grande solo perché in area parossisticamente e disordinatamente popolata)?
Non ne ho davvero idea. Forse noi no, forse nemmeno i nostri figli, se tutto va bene.
Ma a un dato punto, purtroppo, quella del Vesuvio è una cambiale che andrà pagata. E a caro prezzo, con buona pace di tutto l'abusivismo edilizio e di tutti i vari condoni susseguitisi nei decenni che lo hanno di fatto esaltato e incentivato (anche per la mentalità locale di base che quanto al rapporto con regole e pianificazione è quel che è).

Beppe
28-05-2013, 23:12
Se non sbaglio uno dei problemi potrebbe essere lo spostamento di una falda acquifera che potrebbe entrare in contatto con la camera magmatica... Comunque finchè persistono fenomeni effusivi non dovrebbe esserci aumento di pressione nella camera, è quando entrano in stato di quescienza che diventano pericolosamente imprevedibili..

Valerio Ricciardi
29-05-2013, 07:11
Non sbagli affatto, quanto al Vesuvio, ma il vulcano che là intorno più rischierebbe, forse, di vivere un disastro del genere (che si chiama appunto eruzione freato-magmatica), evento straordinariamente violento, esplosivo e distruttivo, è il basso e poco considerato vulcano Solfatara, ossia il più attivo dei complessi dei Campi Flegrei, un'area di una pericolosità semplicemente spaventosa, che in tempi passati ha visto forse l'eruzione più apocalittica di cui il continente europeo "abbia memoria".
Si ritiene che la più grande eruzione freato-magmatica di cui è restata traccia abbia prodotto più ejecta (materiale a vario titolo e di varia natura espulso) e liberato più KJ di energia dell'eruzione di Santorini, cui gli archeologi riconoscono un ruolo sostanziale nella fine della civiltà minoica.
Quasi affacciate ai margini della Solfatara, nelle more nei primi anni '80 son state costruite leggiadramente addirittura case popolari, fra la soddisfazione [anche economica] della classe politica locale e il plauso (sotto forma di entusiastici voti di ritorno) della popolazione locale.

A noi bastano poche generazioni per dichiarare "spento" un apparato vulcanico in fase di quiescenza; sulla scala geologica, alcune generazioni umane valgono pochi rintocchi della pendola prima della mezzanotte.
Sul Mt. St. Helens sciavano sino a pochi mesi prima della catastrofe del 1980, e i - per fortuna pochi -abitanti della zona sapevano molto genericamente trattarsi di un vulcano, per la fertilità dei suoli circostanti.

SVelo
29-05-2013, 13:03
(anche per la mentalità locale di base che quanto al rapporto con regole e pianificazione è quel che è).

Questa te la potevi risparmiare :colbert:

garmau
29-05-2013, 13:14
Questa te la potevi risparmiare :colbert:

Non preoccuparti quando si parla senza sapere questo capita.

inviato da Maurizio con Tapatalk 2

SVelo
29-05-2013, 13:32
Quasi affacciate ai margini della Solfatara, nelle more nei primi anni '80 son state costruite leggiadramente addirittura case popolari, fra la soddisfazione [anche economica] della classe politica locale e il plauso (sotto forma di entusiastici voti di ritorno) della popolazione locale.

Non mi sembra che gli alluvionati e i franati e i terremotati di altre località stavano messi meglio.

SVelo
29-05-2013, 13:33
Non preoccuparti quando si parla senza sapere questo capita.

inviato da Maurizio con Tapatalk 2

Certo, basta non vedere che sotto l'avatar c'è (se c'è) il luogo di provenienza dell'interlocutore :hm:

Andrea I.
29-05-2013, 14:01
Svelo, lo sai che solitamente adoro quello che scrivi, ma stavolta mi trovi in disaccordo. Questa polemica mi pare francamente fine a se stessa.
Posso capire che in quanto residente tu ti senta tirata in ballo (anche se non mi pare che sia stato in alcun modo offensivo quello che ha scritto valerio....se avesse fatto lo stesso riguardo a chi, qua dalle mie parti costruisce sui letti dei fiumi sarei stato daccordissimo con lui), ma in tutta sincerità mi pare che cio che é stato scritto sia oggettivamente corretto.
Ora stiamo scrivendo di quella zona, ma ovviamente potremmo girarla anche ad altre e se qualcuno denunciasse i comportamenti errati di chi sta dalle mie parti (e ce ne sono eccome!), non mi sentirei offeso....anzi sarei orgoglioso di dire che io personalmente condivido le critiche e mi comporto di conseguenza.
D'altra parte se così non fosse la situazione sarebbe differente no?
L'orgoglio sarebbe meglio usarlo per le cose di cui veramente possiamo essere fieri, non a prescindere.
Dai, non leggiamo tra le righe offese che non ci sono, e manteniamo la discussione centrata sui fenomeni (molto affascinanti, tra l'altro) che anche Valerio ha contribuito a chiarire...
Come diceva il buon Costanzo.......State BBBBoni!!! :biggrin:

SVelo
29-05-2013, 14:24
Caro Andrea, anch'io, lo sai, apprezzo molto i tuoi commenti (ti ho anche dato punti reputazione) e sono d'accordo col tuo discorso e con ciò che dice Valerio, ma, se devo essere sincera, non mi è piaciuta questa frase

(anche per la mentalità locale di base che quanto al rapporto con regole e pianificazione è quel che è).
che sembra puntare il dito solo sulla mentalità dei "soliti napoletani" come se altrove non avessero di questi problemi (certo, non vivono tra il Vesuvio e i Campi Flegrei, ma fiumi che straripano e montagne che franano ce ne sono...)

Andrea I.
29-05-2013, 15:08
Caro Andrea, anch'io, lo sai, apprezzo molto i tuoi commenti (ti ho anche dato punti reputazione) e sono d'accordo col tuo discorso e con ciò che dice Valerio, ma, se devo essere sincera, non mi è piaciuta questa frase

che sembra puntare il dito solo sulla mentalità dei "soliti napoletani" come se altrove non avessero di questi problemi (certo, non vivono tra il Vesuvio e i Campi Flegrei, ma fiumi che straripano e montagne che franano ce ne sono...)

L'ho capito ed é comprensibile ;) Ma non mi pare proprio il caso. Caso mai dovremmo scrivere i "soliti esseri umani" visto che, purtroppo, in genere é un problema di mentalità(e cioé la mancanza di prospettiva e il tutto, subito e che costi anche poco!) che si presenta un po ovunque(se vuoi legato a problematiche diverse dall'abusivismo, ma il concetto non cambia). Io ne sono consapevole e non mi offendo, anzi cerco nel mio piccolo di dare sempre il buon esempio (passando il più delle volte come un rompiballe...purtroppo!).
Nel caso si stava scrivendo della tua zona(quindi per forza si deve parlare di popolazione e amministratori locali), ma potremmo girarla pressoché a tutte in un modo o nell'altro.
Insomma, mi pare che ormai siamo talmente immersi nel clima del conflitto nord sud est ovest su e giu che lo vediamo spuntare anche quando non dovrebbe.
Dai, che se ci mettiamo a discutere di queste cose anche quando non dovremmo facciamo solo l'interesse di chi vuole continuare a fare in modo che esistano(e tra l'altro é OT....il fulmine divino di Stefano potrebbe caderci tra capa e collo da un momento all'altro!!!:disgusted:)

Edit : perdona l'abuso di parentesi.....ma mi piacciono tanto:wub:

Valerio Ricciardi
29-05-2013, 20:10
Questa te la potevi risparmiare :colbert:
Ho là le mie radici, parlo a ragion veduta, e con rammarico.
Non sono un consigliere leghista del comune di Tradate.

Beppe
29-05-2013, 21:25
Mi capita di andare a Napoli per lavoro circa 3 volte l'anno da una ventina d'anni, quindi ritengo di conoscere un po' i luoghi, Bacoli, Cuma, Monte Procida Sant'Agata tra i due Golfi, Monte Faito Vesuvio, ci sono stato innumerevoli volte, in questa stagione poi un tripudio di colori! Mi piacciono i luoghi e la gente che ci vive. Purtroppo, come molti posti di mare con montagne intorno corrono il rischio di essere sovraffollati. Questo è il grosso problema. Ogni tanto dall'Alenia punto gli occhi su monte Somma, al pomeriggio bruno e "minaccioso". Il Vesuvio come i Campi Flegrei sono i due vulcani più controllati in Europa. Quello che mi preoccupa è il breve lasso di tempo che intercorre dai primi preavvisi al possibile cataclisma. Tra tutte le persone preposte per dare l'avviso chi è che si prende la responsabilità di lanciare l'allarme di evacuazione, ben sapendo che già l'evacuazione da farsi entro 2 giorni sarebbe una catastrofe? Spostare qualcosa come alcune centinaia di migliaia di persone in preda al panico non è uno scherzo. Considerando poi che potrebbe essere un falso segnale! So che qualche hanno fa è stato fatta una simulazione, ma è stata presa come una gita fuori porta... Forse la gioia per la vita che contraddistingue i Napoletani, e che ce li fa amare tanto è proprio dovuta alla presenza del Vesuvio...

Valerio Ricciardi
29-05-2013, 22:29
Nessuna grande città d'Italia potrebbe, temo, essere evacuata in un paio di giorni.
E' un problema anche di viabilità; e di avversione all'organizzazione disciplinata che è assai comune in tutti i popoli latini. Noi italiani siamo solo un po' esagerati in questo.
Nel caso di parossismi del disordine autogestito come Napoli, Roma o Palermo, la caotica crescita di periferie senza regole né progetto mal si sposa con piani che dovrebbero saper valutare come dividere i flussi, dovrebbero mettere ciascuno in grado di sapere prima lui e la sua famiglia in quale direzione debbono andare, in modo da non avere strade secondarie semilibere e file interminabili su ogni tangenziale o casello di autostrada...

Una evacuazione avrebbe il costo sociale di un gran numero di morti, anche se tentata con criterio.
L'autorità rappresentante del Governo sul territorio è il Prefetto.
A lui spetterebbe di dar l'ordine. Con i saccheggi, le scene di panico, gli sciacallaggi, le morti per infarto nelle persone cardiopatiche che conseguono.
Potrebbe l'Osservatorio Vesuviano affermare, nonostante l'amletica scienza della previsione vulcanologica abbia compiuto passi da gigante, con adeguata certezza un prossimo evento entro 48-72 ore? Ne dubito. Nel caso del St. Helens ci si riuscì, ma sempre lasciando un alea di 50 ore rispetto al "time zero" che si ipotizzava.

I vulcanologi mai potrebbero dire "Sicuramente entro due tre giorni qua viene giù tutto", ma al massimo "Tutto lascia presagire un evento anche catastrofico a brevissimo termine, il massimo di probabilità se il trend di evoluzione dei precursori che vediamo dai nostri dati continua come sembra... fra una quarantina di ore".
"Fra quaranta ore?" "No, fra una quarantina di ore con una 'forbice' di almeno trenta". "Ma è sicuro che salta tutto?" "Sicuro non è mai nulla, finché non accade, mica è una marea" (ovvio).
Quale Prefetto accetterebbe il rischio che, poi, magari l'evento si verificasse, ma dopo tre settimane, quando come niente la popolazione avesse iniziato contro ogni ordine pubblico a rientrare nelle case, magari per fare "un secondo viaggio" con altri beni personali da voler salvare?
Quale Prefetto accetterebbe a cuor leggero i costi sociali certi di una evacuazione a fronte di un onesto, anche se accurato, "molto probabile, altissimo rischio"? Lutti praticamente certi anche se magari in numero limitato, danni immensi al tessuto sociale a fronte di una quasi-certezza?
E se poi non succede nulla, per quattro mesi? Interrogazioni parlamentari, grillini che chiedono di montare il patibolo, l'opposizione che chiede le dimissioni del sindaco di turno e le elezioni comunali anticipate contando magari di ribaltare cavalcando l'onda dello scontento l'ultimo risultato elettorale...

E' una bruttissima grana solo l'idea, io mai vorrei far parte di chi dovesse studiare un piano di evacuazione. Ogni volta che vado giù, ne ho sempre più la sensazione. Già Catania o Misterbianco è diverso: Catania è qui, il vulcano immenso, potente, relativamente calmo, è laggiù. Non sei spalmato sul vulcano. Se parte uan colata basaltica che poi alla fine si porta via Zafferana Etnea in toto, se ci scappa il morto è probabilmente un turista cretino che voleva fare la foto del secolo.
Ma il Golfo di Napoli è tutto iperantropizzato. Le strade son restate spesso quelle che erano adeguate al traffico quando il costruito era nemmeno il 30% dell'attuale.

Beppe
29-05-2013, 23:01
Nessuna grande città d'Italia potrebbe, temo, essere evacuata in un paio di giorni.
[...]
Ma il Golfo di Napoli è tutto iperantropizzato. Le strade son restate spesso quelle che erano adeguate al traffico quando il costruito era nemmeno il 30% dell'attuale.

pienamente d'accordo :cry: