Giova84
31-03-2017, 18:18
Eccomi qui a condividere un nuovo report, frutto della ricerca di un sito osservativo degno di questo nome sotto i cieli campani.
Il luogo prescelto è Campo Braca sul Matese, scoperto tramite AstroFriends, una spianata che si erge a 1138 m.s.l.m. entro una corona di rilievi che la cingono su tutti i lati, schermandola dalle luci parassite degli abitati circostanti.
Ottime si rivelano, pertanto, le condizioni di IL: oltre alla totale assenza di eventuali autovetture in transito, il chiarore propagato dei centri limitrofi si limita a una fascia che non raggiunge neppure i 15° sull'orizzonte in tutte le direzioni, a eccezione della zona a SSO, dove, in corrispondenza della vicina zona del Miralago, sale fino a circa 30°.
La verifica delle condizioni di IL a fine serata è stata piuttosto frettolosa, a causa dell'ora tarda e del freddo pungente che ormai era giunto al limite di sopportazione; in ogni caso, senza grosse difficoltà e in un punto neanche corrispondente allo zenit sono arrivato a vedere stelle con magnitudine di 5.85, restituendo un valore corrispondente alla classe 4 della scala di Bortle.
Inoltre, l'umidità locale si è rivelata decisamente più contenuta di quanto verificato in due uscite a Roccamonfina: la tersa e mite giornata primaverile era stata preceduta 24h prima da una lieve perturbazione; tuttavia, nonostante la pioggia recente e le temperature elevate raggiunte in pianura nei giorni precedenti (ben al di sopra dei 20°C nelle ore più calde), non si sono registrati gravi problemi dovuti all'umidità.
Ad aiutare ulteriormente è stata l'assenza totale di vento. Semmai, ho dovuto fare i conti con le basse temperature, scese a fine serata (intorno a mezzanotte) a -5°C, con conseguente formazione di brina sulla strumentazione.
Durante il corso della sessione il seeing si è rivelato molto buono, oscillando tra valori di II e III livello della scala di Antoniadi, peggiorando, in particolare, verso Sud.
Inizio allineando, verso le 20.30, il red-dot su Sirio, posto a Sud, e il seeing si rivela subito buono, benché mi accorgerò in seguito che, nelle altre direzioni e, in particolare, verso Nord, si presenterà ancora migliore. Dopo un'attesa di una mezz'oretta per mangiare qualcosa e aspettare che le ottiche entrassero in temperatura, mi lancio all'inseguimento degli obiettivi programmati.
NGC 2266. Piccolo ammasso aperto (6'), facilmente riconoscibile già a 25x con la sua caratteristica forma a Y. Salendo a 60x si scorge qualche dettaglio in più: i due bracci obliqui e convergenti verso il basso sono entrambi formati da tre stelle, di cui quelle poste più in alto sono le più luminose; il tratto inferiore, curvilineo e con l'estremità rivolta verso Sud, si compone a sua volta di cinque stelle; poche sono invece le componenti secondarie che integrano la forma principale del dso: se ne contano non più di quattro.
NGC 2331. Ammasso aperto di medie dimensioni (18'), scarsamente luminoso e di impatto visivo poco esaltante, anche a causa di una forma poco caratteristica: il dso si estende obliquamente da Nord a Sud, assumendo un andamento irregolarmente schiacciato in senso orizzontale. Individuato nel 24mm, la visione migliore si ha col 10mm a 60x, dal momento che nel 5mm va ad occupare quasi tutto il campo visivo dell'oculare e si scurisce eccessivamente. Il margine superiore dell'ammasso è più esteso di quello inferiore (composto da due soli astri) ed è delimitato alle estremità da due stelle più luminose, tra le quali altri quattro elementi tracciano una linea ondulata. Lo spazio intermedio è occupato da diverse componenti secondarie, non molto numerose, ma in quantità tali da non essere rapidamente quantificabili.
M 108 – M 97. La galassia Surfboard e la nebulosa del Gufo, rispettivamente, garantiscono una resa appagante già nel 24mm, grazie all'inquadramento simultaneo e alla dispersione contenuta della loro scarsa luminosità superficiale (13,78 e 12,40), che restituiscono una gradevole visione. Per cogliere qualche dettaglio morfologico in più, invece, è stato necessario salire a 60x, buon compromesso tra dimensioni e luminosità.
M 108 appare come una piccola ellisse molto allungata in senso verticale e con una leggera inclinazione verso Est, dai contorni sfumati ma con un bulge piuttosto luminoso ed esteso, al cui interno, grazie al 10mm, è stato possibile scorgere alcune stelle.
M 97 si distingue rispetto alle altre nebulose planetarie finora osservate, in quanto si presenta meno luminosa e più ampia, apparendo come un dischetto grigiastro dai confini poco netti, con una fascia esterna più chiara rispetto al nucleo centrale che le attribuisce un aspetto quasi anelliforme.
6-Leo. La stella doppia è già risolta nel 24mm, ma si osserva meglio nel 5mm, dove le due componenti appaiono ben separate e differenziate: la principale si trova leggermente più in basso a Ovest, è ben più luminosa (mag. 5.05) e appare giallastra; la secondaria, posta più in alto verso Est, ha mag. 9.20 e un colore bluastro.
3-Leo. Stella doppia che causa non pochi problemi interpretativi: la componente principale è sicuramente riconosciuta e posta al centro del campo visivo, mentre meno agevole è l'individuazione dell'altro elemento del sistema, forse da riconoscere in una delle due stelle molto meno luminose che compaiono, ben staccate già nel 24mm, più in basso, una a Est e una Ovest.
M 109. La Galassia dell'aspirapolvere si presenta nel 10mm come un oggetto abbastanza esteso e più staccato sul fondo cielo rispetto a quanto si possa apprezzare nel 24mm, dove la presenza di Phad (γ-Uma) disturba non poco. In ogni caso, appare come un alone evanescente, con bulge centrale piccolo, sub-circolare e piuttosto luminoso e corpo della galassia con una conformazione ellittica poco schiacciata a sviluppo obliquo e inclinato da Est verso Nord, con contorni sfumati.
M 106. Bella galassia piuttosto estesa (18'36”x7'12”) già apprezzabile nel 24mm, in cui si presenta come un'ellisse a maggior sviluppo orizzontale, leggermente inclinata verso Est, caratterizzata da un bulge molto luminoso (al cui centro, grazie al 10mm, è possibile scorgere, forse, una stella) e da contorni poco definiti che, però, non ostacolano la comprensione generale della morfologia dell'oggetto.
Mel 111. L'enorme ammasso aperto della Chioma di Berenice si estende per ben 4°35' attorno alla stella doppia 12-Com ed è facilmente visibile a occhio nudo. Il 24mm, pur con i suoi 2°72' di CR inquadrato, non riesce a rendergli onore e solo spazzolando il cielo in tutte le direzioni è possibile ammirare le varie porzioni del dso, senza apprezzarne, tuttavia la visione d'insieme.
Numerose sono sia le stelle principali, sia le componenti secondarie; tuttavia, il fatto che esse siano distribuite su un areale estremamente vasto e si organizzino, spesso, in brevi filamenti orientati in tutte le direzioni, fa sì che, nel complesso, l'ammasso non assuma mai un aspetto particolarmente denso. Nei punti di maggior concentrazione, tuttavia si nota un effetto tridimensionale che solo pochi grandi ammassi riescono a restituire.
12-Com. La stella doppia, posta nel cuore di Mel 111, è risolta già nel 24mm: la stella principale appare bianca e molto luminosa (mag. 4,75), mentre la componente secondaria è posta in basso verso Est, ha mag. 11,45 e un colore grigiastro.
M 95 – M 96 – M 105 – NGC 3384. Le quattro galassie, di dimensioni e magnitudine comparabili, sono inquadrate simultaneamente nel 24mm, dove si presentano tutte come aloni piccoli e diafani; tale percezione, del resto, è alimentata dal fatto che ci troviamo in piena porzione Sud della volta celeste, dove, anche se minimamente, si risente di più dell'IL. Il fondo cielo, infatti, appare lievemente meno scuro che altrove e ciò rende meno agevole osservare i quattro dso, di cui risulta difficile, pertanto, definirne in maniera certa l'aspetto.
A 25x M 95 assume maggior consistenza rispetto alle altre, con bulge abbastanza luminoso e forma irregolarmente circolare; salendo a 60x, invece, si perde eccessivamente in definizione.
M 96 è, forse, la più sfuggente, essendo appena intuibile e del tutto non valutabile da un punto di vista morfologico nel 24mm; tuttavia, facendo ricorso al 10mm, si riesce a scorgere qualche dettaglio in più: il bulge appare ora come un elemento ellittico a maggiore estensione in senso verticale e inclinato verso Est.
Infine, M 105 e NGC 3384, poste in alto a Sud, sono caratterizzate, in entrambi gli oculari, da un bulge puntiforme, circondato da aloni quasi impercettibili.
ι-Cnc. Stella doppia risolta già col 24mm e osservata al meglio col 10mm. Le due componenti appaiono ben staccate e di colori differenti: quella posta Sud è più luminosa (mag. 4,00) e assume un colore tra il giallastro e il rossastro, mentre quella Nord è poco meno luminosa (mag. 6,45) e appare di un colorito tendente all'azzurro.
Giove. Il tentativo di chiudere la serata ammirando il gigante del Sistema Solare è stato un quasi fallimento: il 5mm, infatti, appariva ormai coperto di condensa, tanto da procurare una visione quantomai offuscata del pianeta, convincendomi in modo definitivo a terminare la seduta osservativa.
Il luogo prescelto è Campo Braca sul Matese, scoperto tramite AstroFriends, una spianata che si erge a 1138 m.s.l.m. entro una corona di rilievi che la cingono su tutti i lati, schermandola dalle luci parassite degli abitati circostanti.
Ottime si rivelano, pertanto, le condizioni di IL: oltre alla totale assenza di eventuali autovetture in transito, il chiarore propagato dei centri limitrofi si limita a una fascia che non raggiunge neppure i 15° sull'orizzonte in tutte le direzioni, a eccezione della zona a SSO, dove, in corrispondenza della vicina zona del Miralago, sale fino a circa 30°.
La verifica delle condizioni di IL a fine serata è stata piuttosto frettolosa, a causa dell'ora tarda e del freddo pungente che ormai era giunto al limite di sopportazione; in ogni caso, senza grosse difficoltà e in un punto neanche corrispondente allo zenit sono arrivato a vedere stelle con magnitudine di 5.85, restituendo un valore corrispondente alla classe 4 della scala di Bortle.
Inoltre, l'umidità locale si è rivelata decisamente più contenuta di quanto verificato in due uscite a Roccamonfina: la tersa e mite giornata primaverile era stata preceduta 24h prima da una lieve perturbazione; tuttavia, nonostante la pioggia recente e le temperature elevate raggiunte in pianura nei giorni precedenti (ben al di sopra dei 20°C nelle ore più calde), non si sono registrati gravi problemi dovuti all'umidità.
Ad aiutare ulteriormente è stata l'assenza totale di vento. Semmai, ho dovuto fare i conti con le basse temperature, scese a fine serata (intorno a mezzanotte) a -5°C, con conseguente formazione di brina sulla strumentazione.
Durante il corso della sessione il seeing si è rivelato molto buono, oscillando tra valori di II e III livello della scala di Antoniadi, peggiorando, in particolare, verso Sud.
Inizio allineando, verso le 20.30, il red-dot su Sirio, posto a Sud, e il seeing si rivela subito buono, benché mi accorgerò in seguito che, nelle altre direzioni e, in particolare, verso Nord, si presenterà ancora migliore. Dopo un'attesa di una mezz'oretta per mangiare qualcosa e aspettare che le ottiche entrassero in temperatura, mi lancio all'inseguimento degli obiettivi programmati.
NGC 2266. Piccolo ammasso aperto (6'), facilmente riconoscibile già a 25x con la sua caratteristica forma a Y. Salendo a 60x si scorge qualche dettaglio in più: i due bracci obliqui e convergenti verso il basso sono entrambi formati da tre stelle, di cui quelle poste più in alto sono le più luminose; il tratto inferiore, curvilineo e con l'estremità rivolta verso Sud, si compone a sua volta di cinque stelle; poche sono invece le componenti secondarie che integrano la forma principale del dso: se ne contano non più di quattro.
NGC 2331. Ammasso aperto di medie dimensioni (18'), scarsamente luminoso e di impatto visivo poco esaltante, anche a causa di una forma poco caratteristica: il dso si estende obliquamente da Nord a Sud, assumendo un andamento irregolarmente schiacciato in senso orizzontale. Individuato nel 24mm, la visione migliore si ha col 10mm a 60x, dal momento che nel 5mm va ad occupare quasi tutto il campo visivo dell'oculare e si scurisce eccessivamente. Il margine superiore dell'ammasso è più esteso di quello inferiore (composto da due soli astri) ed è delimitato alle estremità da due stelle più luminose, tra le quali altri quattro elementi tracciano una linea ondulata. Lo spazio intermedio è occupato da diverse componenti secondarie, non molto numerose, ma in quantità tali da non essere rapidamente quantificabili.
M 108 – M 97. La galassia Surfboard e la nebulosa del Gufo, rispettivamente, garantiscono una resa appagante già nel 24mm, grazie all'inquadramento simultaneo e alla dispersione contenuta della loro scarsa luminosità superficiale (13,78 e 12,40), che restituiscono una gradevole visione. Per cogliere qualche dettaglio morfologico in più, invece, è stato necessario salire a 60x, buon compromesso tra dimensioni e luminosità.
M 108 appare come una piccola ellisse molto allungata in senso verticale e con una leggera inclinazione verso Est, dai contorni sfumati ma con un bulge piuttosto luminoso ed esteso, al cui interno, grazie al 10mm, è stato possibile scorgere alcune stelle.
M 97 si distingue rispetto alle altre nebulose planetarie finora osservate, in quanto si presenta meno luminosa e più ampia, apparendo come un dischetto grigiastro dai confini poco netti, con una fascia esterna più chiara rispetto al nucleo centrale che le attribuisce un aspetto quasi anelliforme.
6-Leo. La stella doppia è già risolta nel 24mm, ma si osserva meglio nel 5mm, dove le due componenti appaiono ben separate e differenziate: la principale si trova leggermente più in basso a Ovest, è ben più luminosa (mag. 5.05) e appare giallastra; la secondaria, posta più in alto verso Est, ha mag. 9.20 e un colore bluastro.
3-Leo. Stella doppia che causa non pochi problemi interpretativi: la componente principale è sicuramente riconosciuta e posta al centro del campo visivo, mentre meno agevole è l'individuazione dell'altro elemento del sistema, forse da riconoscere in una delle due stelle molto meno luminose che compaiono, ben staccate già nel 24mm, più in basso, una a Est e una Ovest.
M 109. La Galassia dell'aspirapolvere si presenta nel 10mm come un oggetto abbastanza esteso e più staccato sul fondo cielo rispetto a quanto si possa apprezzare nel 24mm, dove la presenza di Phad (γ-Uma) disturba non poco. In ogni caso, appare come un alone evanescente, con bulge centrale piccolo, sub-circolare e piuttosto luminoso e corpo della galassia con una conformazione ellittica poco schiacciata a sviluppo obliquo e inclinato da Est verso Nord, con contorni sfumati.
M 106. Bella galassia piuttosto estesa (18'36”x7'12”) già apprezzabile nel 24mm, in cui si presenta come un'ellisse a maggior sviluppo orizzontale, leggermente inclinata verso Est, caratterizzata da un bulge molto luminoso (al cui centro, grazie al 10mm, è possibile scorgere, forse, una stella) e da contorni poco definiti che, però, non ostacolano la comprensione generale della morfologia dell'oggetto.
Mel 111. L'enorme ammasso aperto della Chioma di Berenice si estende per ben 4°35' attorno alla stella doppia 12-Com ed è facilmente visibile a occhio nudo. Il 24mm, pur con i suoi 2°72' di CR inquadrato, non riesce a rendergli onore e solo spazzolando il cielo in tutte le direzioni è possibile ammirare le varie porzioni del dso, senza apprezzarne, tuttavia la visione d'insieme.
Numerose sono sia le stelle principali, sia le componenti secondarie; tuttavia, il fatto che esse siano distribuite su un areale estremamente vasto e si organizzino, spesso, in brevi filamenti orientati in tutte le direzioni, fa sì che, nel complesso, l'ammasso non assuma mai un aspetto particolarmente denso. Nei punti di maggior concentrazione, tuttavia si nota un effetto tridimensionale che solo pochi grandi ammassi riescono a restituire.
12-Com. La stella doppia, posta nel cuore di Mel 111, è risolta già nel 24mm: la stella principale appare bianca e molto luminosa (mag. 4,75), mentre la componente secondaria è posta in basso verso Est, ha mag. 11,45 e un colore grigiastro.
M 95 – M 96 – M 105 – NGC 3384. Le quattro galassie, di dimensioni e magnitudine comparabili, sono inquadrate simultaneamente nel 24mm, dove si presentano tutte come aloni piccoli e diafani; tale percezione, del resto, è alimentata dal fatto che ci troviamo in piena porzione Sud della volta celeste, dove, anche se minimamente, si risente di più dell'IL. Il fondo cielo, infatti, appare lievemente meno scuro che altrove e ciò rende meno agevole osservare i quattro dso, di cui risulta difficile, pertanto, definirne in maniera certa l'aspetto.
A 25x M 95 assume maggior consistenza rispetto alle altre, con bulge abbastanza luminoso e forma irregolarmente circolare; salendo a 60x, invece, si perde eccessivamente in definizione.
M 96 è, forse, la più sfuggente, essendo appena intuibile e del tutto non valutabile da un punto di vista morfologico nel 24mm; tuttavia, facendo ricorso al 10mm, si riesce a scorgere qualche dettaglio in più: il bulge appare ora come un elemento ellittico a maggiore estensione in senso verticale e inclinato verso Est.
Infine, M 105 e NGC 3384, poste in alto a Sud, sono caratterizzate, in entrambi gli oculari, da un bulge puntiforme, circondato da aloni quasi impercettibili.
ι-Cnc. Stella doppia risolta già col 24mm e osservata al meglio col 10mm. Le due componenti appaiono ben staccate e di colori differenti: quella posta Sud è più luminosa (mag. 4,00) e assume un colore tra il giallastro e il rossastro, mentre quella Nord è poco meno luminosa (mag. 6,45) e appare di un colorito tendente all'azzurro.
Giove. Il tentativo di chiudere la serata ammirando il gigante del Sistema Solare è stato un quasi fallimento: il 5mm, infatti, appariva ormai coperto di condensa, tanto da procurare una visione quantomai offuscata del pianeta, convincendomi in modo definitivo a terminare la seduta osservativa.