alextar
04-03-2017, 13:12
Ora che ne ho ancora vivida memoria, voglio condividere la mia osservazione di ieri notte dedicata quasi esclusivamente a NGC 2392, al secolo la Eskimo nebula.
Trattasi di una planetaria ubicata nella costellazione dei Gemelli, magnitudine sufficientemente generosa per farne uno di quegli oggetti deep che si prestano bene ad osservazioni domestiche. Per i naviganti non-goto muniti, individuarla è piuttosto semplice: si può partire da Wasat, ben visibile a occhio nudo, e con il cercatore procedere appena verso est fino ad intercettare un curioso asterismo dalle vaghe sembianze di una coda di scorpione. La stella più luminosa della "coda" è quella che ci interessa, basta posizionarla al bordo superiore di un 25mm per ritrovarsi esattamente al centro un fioca coppia di stelline.
Con il 25 non se ne percepisce la reale natura, ma basta salire appena per individuare la planetaria dal colore tipicamente azzurrino-turchese.
Con il 9mm la Eskimo si manifesta in tutta la sua bellezza, una bellezza veramente aliena, fatta di un cuore scuro ammantato da un alone turchese.
Il massimo però l'ho ottenuto forzando i 500 ingrandimenti circa, con un Antares 4.3 e barlow 2x, Angeloma docet...il campo si sgombera da stelline estranee e si concentra la vista sulla coppia Eskimo-HIP 36370, il contrasto fra il rossiccio della seconda e l'azzurrognolo della prima, benchè attenuato dal forte ingrandimento, resta ancora spettacolare.
Resto ad osservare per diversi minuti, poi decido di montare il Baader uhc-s, i colori vanno a ramengo ma la planetaria si stacca dal fondo cielo in maniera imperiosa; quando si dice che un buon filtro può fare la differenza, l'alone nebulare si condensa e prende una forma quasi plastica, riesco chiaramente ad individuarne al suo centro il cuore stellare, un puntino scuro intorno al quale la nebulosità sembra più rada per poi ispessirsi e tornare infine flebile verso i suoi confini esterni.
A tratti mi pare di scorgere - ma non potrei giurarci - una sorta di trama, come se più che un batuffolo ovattato fosse una sorta di bozzolo o di zucchero filamentoso, una percezione che non avevo mai avuto nei miei precedenti passaggi su questo oggetto.
Resto incollato all'oculare finchè l'occhio non ha cominciato a lacrimare, per stasera può bastare.
Trattasi di una planetaria ubicata nella costellazione dei Gemelli, magnitudine sufficientemente generosa per farne uno di quegli oggetti deep che si prestano bene ad osservazioni domestiche. Per i naviganti non-goto muniti, individuarla è piuttosto semplice: si può partire da Wasat, ben visibile a occhio nudo, e con il cercatore procedere appena verso est fino ad intercettare un curioso asterismo dalle vaghe sembianze di una coda di scorpione. La stella più luminosa della "coda" è quella che ci interessa, basta posizionarla al bordo superiore di un 25mm per ritrovarsi esattamente al centro un fioca coppia di stelline.
Con il 25 non se ne percepisce la reale natura, ma basta salire appena per individuare la planetaria dal colore tipicamente azzurrino-turchese.
Con il 9mm la Eskimo si manifesta in tutta la sua bellezza, una bellezza veramente aliena, fatta di un cuore scuro ammantato da un alone turchese.
Il massimo però l'ho ottenuto forzando i 500 ingrandimenti circa, con un Antares 4.3 e barlow 2x, Angeloma docet...il campo si sgombera da stelline estranee e si concentra la vista sulla coppia Eskimo-HIP 36370, il contrasto fra il rossiccio della seconda e l'azzurrognolo della prima, benchè attenuato dal forte ingrandimento, resta ancora spettacolare.
Resto ad osservare per diversi minuti, poi decido di montare il Baader uhc-s, i colori vanno a ramengo ma la planetaria si stacca dal fondo cielo in maniera imperiosa; quando si dice che un buon filtro può fare la differenza, l'alone nebulare si condensa e prende una forma quasi plastica, riesco chiaramente ad individuarne al suo centro il cuore stellare, un puntino scuro intorno al quale la nebulosità sembra più rada per poi ispessirsi e tornare infine flebile verso i suoi confini esterni.
A tratti mi pare di scorgere - ma non potrei giurarci - una sorta di trama, come se più che un batuffolo ovattato fosse una sorta di bozzolo o di zucchero filamentoso, una percezione che non avevo mai avuto nei miei precedenti passaggi su questo oggetto.
Resto incollato all'oculare finchè l'occhio non ha cominciato a lacrimare, per stasera può bastare.