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Visualizza Versione Completa : Sette mondi, di cui tre potenzialmente abitabili, attorno ad una stella vicina



Red Hanuman
22-02-2017, 21:23
Nuove osservazioni eseguite dal telescopio spaziale Spitzer della NASA e dall'osservatorio La Silla, in Cile, hanno rivelato che la stella TRAPPIST-1, una nana rossa ultrafredda situata a meno di 40 anni luce dalla Terra, vanta un sistema planetario con ben sette mondi simili in dimensioni al nostro pianeta. Tre di questi pianeti si trovano nella fascia abitabile del loro sistema, ovvero a una dis...
leggi tutto... (https://www.astronomia.com/2017/02/22/sette-mondi-di-cui-tre-potenzialmente-abitabili-attorno-ad-una-stella-vicina/)

Red Hanuman
22-02-2017, 21:28
Da News INAF, QUI (http://www.media.inaf.it/2017/02/22/sistema-planetario-sette-terre/):

Sette pianeti per Trappist-1Grazie a un’intensa campagna osservativa, condotta con telescopi terrestri e spaziali, un team internazionale di ricercatori ha scoperto che la stella Trappist-1 ospita almeno sette pianeti, tutti di dimensioni simili alla Terra. I dati mostrano che, potenzialmente, sono tutti e sette in grado di ospitare acqua allo stato liquido




Sale a sette il conto dei pianeti terrestri in orbita attorno a Trappist-1 (https://it.wikipedia.org/wiki/TRAPPIST-1), la nana rossa ad appena 40 anni luce da noi. È passato poco più di un anno dall'annuncio della scoperta di tre pianeti (http://www.media.inaf.it/2016/05/02/tre-pianeti-promettenti/) di dimensioni simili alla Terra in orbita attorno a questa stella fredda e di piccola taglia, e oggi, grazie a uno studio condotto con telescopi terrestri e spaziali, scopriamo che la nostra “vicina” di casa ospita un sistema planetario molto più ricco del previsto.
La scoperta è frutto della collaborazione di un grande team internazionale, guidato da Michaël Gillon dell’Istituto di ricerca Space sciences, technologies and astrophysics research in Belgio, ed è stata pubblicata (http://nature.com/articles/doi:10.1038/nature21360) sull'ultimo numero della rivista Nature. La configurazione particolarmente favorevole del sistema e le ridotte dimensioni della stella hanno permesso uno studio approfondito delle orbite planetarie. Il team ha analizzato il sistema a diverse lunghezze d’onda, dall'ottico all'infrarosso, e per identificare i pianeti ha sfruttato la tecnica dei transiti (https://it.wikipedia.org/wiki/Metodi_di_individuazione_di_pianeti_extrasolari#Tr ansito).
La campagna osservativa è stata intensa, e ha sfruttato un gran numero di telescopi terrestri, tra cui il Very Large Telescope (http://www.eso.org/public/italy/teles-instr/paranal/) in Cile, i telescopi Trappist South e North (http://www.trappist.ulg.ac.be/cms/c_3300885/en/trappist-portail) (rispettivamente in Cile e Marocco), lo Uk Infrared Telescope (http://www.ukirt.hawaii.edu/) alle Hawaii, i telescopi William Herschel (http://www.ing.iac.es/Astronomy/telescopes/wht/) e Liverpool (http://telescope.livjm.ac.uk/) a La Palma e il telescopio dell’Osservatorio astronomico del Sudafrica (http://www.saao.ac.za/). Oltre a queste osservazioni, la campagna ha potuto contare anche sul telescopio spaziale Spitzer (http://www.spitzer.caltech.edu/) della Nasa, che ha monitorato il sistema per circa 20 giorni a partire dal 19 settembre scorso.
I dati raccolti hanno permesso di confermare la presenza di Trappist-1d, di cui fino ad allora era stato possibile misurare solamente due transiti, e hanno evidenziato la presenza di altri tre passaggi periodici. Inoltre, è stata rilevata la presenza di un singolo transito attribuibile ad un settimo pianeta, esterno agli altri.
Il sistema dunque risulta formato da almeno sette pianeti: Trappist-1b, c, d, e, f, g, h (in ordine di distanza dalla stella madre). Per i sei con le orbite più strette è stata ottenuta una stima dei periodi orbitali, che risultano compresi tra 1.5 e 12.4 giorni. La struttura così osservata sembra suggerire che i pianeti si siano formati in regioni più lontane e si siano poi avvicinati in un secondo momento alla stella.
Con una massa pari all’8 per cento di quella del Sole, Trappist-1 è una stella di piccolissima taglia, circa 80 volte le dimensioni di Giove. Sebbene si trovi abbastanza vicina a noi, ovvero a poco meno di 40 anni luce, la sua luce risulta molto debole. Gli scienziati si aspettavano di trovare sistemi planetari composti da più pianeti terrestri in orbite strette attorno a nane rosse, ma Trappist-1 è la prima in assoluto ad essere stata scoperta.
Le orbite dei sette pianeti sono molto strette, per capirci si trovano quasi tutte comprese entro l’orbita di Mercurio attorno al Sole. Tuttavia, a causa delle dimensioni ridotte di Trappist-1 e della sua bassa temperatura superficiale, i pianeti ricevono un’energia confrontabile con quella che colpisce i pianeti interni del Sistema solare. A livello teorico, tutti e sette i pianeti potrebbero ospitare acqua allo stato liquido sulla loro superficie, anche se, sulla base delle loro distanze dalla stella, alcuni candidati sono più solidi di altri. I modelli indicano infatti che i pianeti più interni (Trappist-1b, c, d) potrebbero essere troppo caldi.


«Il sistema multiplo di pianeti terrestri transitanti individuato attorno a Trappist-1 è straordinario sotto diversi aspetti», commenta a Media Inaf Alessandro Sozzetti, ricercatore all’Osservatorio astrofisico dell’Inaf di Torino. «Innanzitutto, è il primo sistema contenente pianeti di tipo terrestre nella fascia di abitabilità (quell’intervallo di distanze da una stella entro il quale un pianeta di tipo roccioso con un’atmosfera può potenzialmente avere acqua allo stato liquido sulla superficie) per i quali sia stato possibile determinare sia pur in modo preliminare la loro densità, e quindi la composizione interna, scoprendo che sono probabilmente rocciosi come la nostra Terra. In secondo luogo, tre dei sette pianeti del sistema sono soggetti a livelli di irraggiamento da parte della stella centrale simili a quelli che Venere, la Terra e Marte ricevono dal nostro Sole, e se posseggono un’atmosfera di tipo terrestre potrebbero avere oceani sulla superficie. Inoltre, la bassissima luminosità e le dimensioni paragonabili al nostro Giove rendono gli eventi di transito dei pianeti in fascia abitabile frequenti e facili da rivelare, aprendo la possibilità della caratterizzazione dettagliata delle loro proprietà atmosferiche con strumentazione di punta già esistente».
Tutti aspetti che rendono ancora più interessante il sistema di Trappist-1, sicuramente uno dei primi candidati per le prossime campagne osservative con i telescopi spaziali Hubble (http://hubblesite.org/) e James Webb (https://jwst.nasa.gov/), che inizierà le proprie attività scientifiche tra circa un anno. Grazie a telescopi di prossima generazione come il James Webb e lo European Extremely Large Telescope (http://www.eso.org/public/usa/teles-instr/e-elt) saremo in grado di indagare la presenza di acqua su pianeti extrasolari, e forse anche di identificare quelli che ospitano qualche forma di vita.
«Questa scoperta è importante non solo dal punto di vista scientifico, ma anche culturale», sottolinea infine Nichi D’Amico, presidente dell’Istituto nazionale di astrofisica. «Sapere con sempre maggiore sicurezza che oltre il nostro Sistema solare ci sono luoghi potenzialmente favorevoli alla vita è semplicemente affascinante».
Per saperne di più:


Leggi su Nature l’articolo “Seven temperate terrestrial planets around the nearby ultracool dwarf star TRAPPIST-1 (http://www.nature.com/articles/doi:10.1038/nature21360)” di Michaël Gillon, Amaury H. M. J. Triaud, Brice-Olivier Demory et al.



https://www.youtube.com/watch?v=NloxHB7eOmA

Riccardo_1
22-02-2017, 21:55
Ok, come avevo scritto nell'altra discussione chiusa la cosa interessante è la relativa vicinanza del sistema: solo 39 anni luce.

Il che significa che possiamo quantomeno ipotizzare, basandoci su ipotetici - ma con solide basi scientifiche - sviluppi della tecnologia di oggi, una sonda che in 200 anni circa arrivi in quel sistema e in 40 anni rimandi indietro quanto scoperto.

Stefanone
22-02-2017, 23:07
Hanno messo un sito internet on line:
http://www.trappist.one/#

corrado973
22-02-2017, 23:08
Permettetemi di linkarvi anche la Fonte Eso:

http://www.eso.org/public/italy/news/eso1706/


In particolare se andate nelle Note potrete cliccare e conoscere la strumentazione che che ha aiutato la squadra in questa grande impresa

paperbike
23-02-2017, 08:27
Forse questa è una delle scoperte più importanti degli ultimi anni, resta da vedere cosa faranno per continuare gli studi su questo sistema solare.

Alfiere
23-02-2017, 11:35
Dunque, io appoggio chi dice che la nasa attualmente ha bisogno di fare ascolti. E fa leva sulla fantasia delle persone, "wow che bello immagina poterci vivere, viaggi spaziali, la gemella della terra, ecc ecc"

Purtroppo seppur all'atto pratico dei fatti questa notizia ha del sensazionale, quando la si analizza razionalmente ci si rende conto, e ci si scontra con i problemi pratici derivanti dal vivere attorno a una nana rossa.

Problema 1: Essendo molto più fredda di una stella di tipo G (nana gialla, sole) la fascia abitabile è ridotta e molto più vicina alla stella, questo potrebbe portare i pianeti a una rotazione sincrona, come la luna, senza quindi alternanza di giorno e notte e di fatto renderli abitabili solo nella stretta lingua di terra di alba/tramonto, senza contare che quasi sicuramente a quelle distanze (dipende dalla stella ma non più lontano di mercurio per capirci) la gravità dell'astro causerebbe il totale blocco mareale, che andrebbe di paripasso, come detto con la rotazione sincrona.

Problema 2: Fotosintesi... Una stella di questo genere produce molta meno luce, meno energia, e quindi l'innescarsi della fotosintesi sarebbe più complesso, i "vegetali" sarebbero completamente diversi, a patto che ve ne siano, e adattati a raccogliere quanta più luce ed energia possibile, li immaginerei molto più scuri che qui sulla terra per esempio. Altro problema è che la stessa, a causa della rotazione sincrona potrebbe esistere solo di fatto sulla faccia di pianeta rivolta alla stella e considerando che il sole sarebbe sempre nello stesso punto del cielo in tutte le zone d'ombra sarebbero impossibile, immaginate un rilievo montuoso, l'ombra proiettata sarebbe costantemente in un punto.

Problema 3: Variabilità.... Il sole è fondamentalmente una stella tranquilla, ma quando alcuni brillamenti ci hanno raggiunto sono successe cose piuttosto spiacevoli, e non mi riferisco alle aurore boreali dell'equatore, ma al collasso della rete elettrica, molto sensibile e assolutamente non schermata.
Ora, immaginatevi di essere a 0,3 o 0,1 UA dalla vostra stella..... Oltretutto le nane rosse sono di fatto più instabili delle nane gialle e un brillamento del genere potrebbe sterilizzare le faccia del pianeta rivolta verso la stella, a patto che sia sincrona la rotazione, o tutto il pianeta se non lo fosse.

Oltre a quelli elencati, che ritengo i NON ovvi, c'è poi una serie di problemi OVVI. Se non hanno atmosfera? (Luna) se non hanno un adeguato campo magnetico? (Marte) Se hanno troppa atmosfera? (Venere) a quella distanza oltretutto un anno durerebbe qualche giorno.......

Tuttavia esiste anche un lato positivo, la longevità.
La vita potrebbe durare più a lungo attorno a una nana rossa perchè la stella durerebbe di più.
Il nostro sole è a metà della sua vita, ma in realtà il tempo di "utile" restante è molto meno, perchè verso la fine, quando l'idrogeno inizierà a scarseggiare il nostro sole diventerà una gigante rossa, espandendosi fino all'orbita di marte, con le ovvie conseguenze.

Mi spiace stemperare gli animi, di sicuro siamo di fronte ad una scoperta senza eguali, ma va presa per quel che è.

Enrico Corsaro
23-02-2017, 11:45
Per rispondere anche a Gianluca97.
Sapete qual è la verità? Che nessuno sa bene come definire una zona abitabile.
Oltre ad esserci varie definizioni, quella astronomica, quella esobiologica, quella chimica, ecc. in realtà nessuna di queste da sole è sufficiente a fornire delle condizioni ottimali.

Nel caso specifico di questo sistema, c'è un problema di fondo non indifferente. La forte attività magnetica di una stella come una nana ultrafredda. In pratica è molto probabile che in un passato, relativamente remoto, una eventuale atmosfera planetaria per qualunque dei pianeti in esame, possa essere stata letteralmente spazzata via dal vento stellare, indotto dalle linee di campo magnetico aperte provenienti dalla grossa regione convettiva di questo tipo di stelle.

In altre parole ciò vale a dire che questi pianeti oggi, potrebbero con buona probabilità essere completamente desertificati, o gelidi, poichè la loro atmosfera sarebbe stata estirpata già molto tempo fa.

Bisognerà aspettare JWST per studiare meglio l'eventuale atmosfera di questi pianeti. Ma anche li non basterà, poichè non sappiamo ad oggi che tipo di magnetosfere essi possano avere, e se dunque ciò è sufficiente a fornire le condizioni radiative sufficienti a far sviluppare vita.

Insomma è un bel grattacapo, ma la NASA la conosciamo bene, ha bisogno di attirare l'attenzione dei media (come non dargli torto d'altronde), per poter finanziare i suoi progetti.

Alfiere
23-02-2017, 11:50
Grazie Enrico, io sono stato semplicemente più "sanguigno" ma la pensiamo allo stesso modo.

Però, c'è il però....... Se penso che a distanza di pochi anni dalla scoperta del primo esopianeta siamo arrivati a scoprire un intero sistema di pianeti "terrestri" dietro l'angolo (astronomicamente parlando) non oso immaginare fra qualche anno.....

Siamo ad ogni modo molto molto lontani dal poter anche solo immaginare di raggiungerli, anche solo con una sonda.

Enrico Corsaro
23-02-2017, 11:53
Si assolutamente. La cosa incoraggiante è che è molto probabile che sistemi di questo tipo, magari con stelle più simili al sole di quanto non sia TRAPPIST-1, siano molto comuni nella nostra Galassia.
E' sicuramente interessante, però ecco il mio consiglio è: sempre piedi molto ben saldi a terra con questo tipo di annunci, perchè nella maggior parte dei casi si rivelano delle cavolate enormi, scientificamente parlando.

maxluna
23-02-2017, 12:14
Certo saperlo è molto interessante,
ma sono delle teste di ***** se pensano
di poter un giorno raggiungere un pianeta distante
anni luce, rubando soldi pubblici!!!!!
Per raggiungere un pianeta ad un anno luce di distanza significa che viaggiando a circa 1e9 di km/h
ci vorrebbe un anno !!!!
Viaggiando ad una velocità di 100E3 km/h,
già di per se elevata, ci vorrebbero 1E9/100E3 = 1E9/1E5 = 1E4 = 10E3 anni !!!
Solo Superman può farcela, ma solo nei fumetti !!!
Non si può fantasticare con i soldi pubblici...
Viaggiare nel sistema solare è un conto, viaggiare nel sistema interstellare
è un altro!!!

Alfiere
23-02-2017, 12:19
Nessuno ha infatti parlato di "viaggi" ma è li che la fantasia di chi non ha un minimo di base scientifica va a parare........

Esiste un limite fisico, ed è quello della velocità della luce... Finchè "la nuova fisica" non ci permetterà di superarlo faremo come "la volpe e l'uva" ci limiteremo ad osservare, o meglio, dedurre, perchè questi pianeti, tutti, di fatto, non li ha mai visti nessuno.

Per il momento siamo in attesa di qualcosa che ci possa confermare di cosa è composta l'ipotetica atmosfera di questi pianeti. (JWST) e nel caso risultasse dell'O2... Allora si che le cose si farebbero molto ma molto interessanti, sarebbe la rpova tangibile che esiste fotosintesi, o qualcosa di simile che lo produce, e di fatto, la vita.

Gianluca97
23-02-2017, 14:16
Grazie per la spiegazione Enrico.
È comprensibile comunque che la NASA debba richiamare l'attenzione su se stessa, giustamente lei ha bisogno di finanziamenti per portare avanti la ricerca e queste scoperte sono oro per loro.

maxluna nessuno, come ha detto alfiere, ha parlato di viaggi interstellari, solo si parla di una scoperta importante dal punto di vista scientifico.
E comunque nessuno vieta di pensare in grande, basta guardare i progressi degli ultimi anni, in futuro nessuno sa cosa potremmo fare e raggiungere... secondo me la limitazione è pensare di non poterlo mai fare, bisogna pur trovare qualcosa a cui puntare no? ;)

Riccardo_1
23-02-2017, 14:36
Partendo dalle conoscenze di fisica teorica di oggi, è possibile immaginare gli avanzamenti tecnologici necessari e concretamente fattibili nel giro di qualche decennio per far viaggiare una sonda a circa 1/10 della velocità della luce.

Chi è interessato può spulciarsi questo sito: http://www.centauri-dreams.org/?page_id=9 e la relativa fondazione. C'è, da quanto ne capisco, scienza seria dietro, seppur di lungo termine.

Con il telescopio James Webb potremo iniziare a stimare l'atmosfera di questi esopianeti. Trovassimo dei candidati sui 10-20 anni luce di distanza, significa che in 300 anni circa l'umanità potrebbe ricevere delle foto provenienti da un pianeta che ruota attorno ad un'altra stella.

Noi non ci saremo, è ovvio ;)

Alfiere
23-02-2017, 16:43
Cavalcheremo le onde gravitazionali curvando lo spazio/tempo e sarà possibile raggiungere quella stella in pochi minuti....... Fra 20.000 anni.:biggrin:

Scherzi a parte, è ovvio che ad ora parlare di viaggi interstellari è pura fantascienza, quanto lo era un touch screen 20 anni fa, un telefono cellulare 30 anni fa, il wi-fi 10 anni fa....... Quindi chissà se davvero noi non ci saremo.

Enrico Corsaro
23-02-2017, 17:12
Guardate che senza troppi se e troppi ma, il punto di scoprire pianeti abitabili è proprio quello di poterli raggiungere un domani. Non è nè fantascienza, nè esagerazione, nè tantomeno pura fantasia. E' l'obiettivo futuro delle agenzie spaziali, tra le quali la NASA sicuramente primeggia.
D'altronde è anche un motivo fondamentale che spiega il grosso interesse suscitato nel pubblico.

SVelo
23-02-2017, 17:15
Per calmare gli animi (grassetti miei):
Aggiornamento del 2017/02/22 21:38 (http://attivissimo.blogspot.it/2017/02/questo-articolo-vi-arriva-gratuitamente_21.html)

Tre di questi pianeti si trovano nella fascia di abitabilità della stella nana intorno alla quale orbitano, in condizioni che consentirebbero la presenza di acqua liquida e di oceani. Questo non vuol dire che siano abitabili o abitati o che abbiano un clima come quello terrestre: Venere, per esempio, è di tipo terrestre, ma è un inferno con temperature al suolo di 400°C e oltre.

Va chiarito che non abbiamo immagini di questi mondi: per ora sappiamo solo che esistono perché gli astronomi hanno rilevato il loro passaggio davanti alla loro stella (dal nostro punto di osservazione), che ha ridotto lievemente la luminosità della stella. Tutte le immagini che vedrete in circolazione sono illustrazioni basate su ipotesi. Per conoscere dettagli della superficie e delle atmosfere di questi mondi bisognerà attendere la prossima generazione di telescopi, già in costruzione.

Come dicevo, è una bella scoperta, ma non è nulla di sconvolgente o misterioso.

Enrico Corsaro
23-02-2017, 17:19
Che è quanto è stato ribadito qui fin'ora. Ma capisci che però è cruciale il modo in cui si vende una notizia. Già solo il fatto di creare l'attesa annunciando una conferenza stampa, induce il pubblico ad aumentare le aspettative sulla notizia, e al contempo conferisce più valore e attenzione mediatica a tutto il risultato, a prescindere poi dalla sua reale qualità scientifica. E' tutto marketing ;).

Il risultato? Non c'è un giornale scientifico divulgativo che oggi non abbia parlato di questo lavoro. La conseguenza? La NASA è riuscita nel suo intento, aumentare probabilmente di un ordine di grandezza l'attenzione da parte del pubblico e di agenzie di finanziamenti per la ricerca su questa tematica.

Alfiere
23-02-2017, 18:28
Marketing puro.

Però la storia insegna, e da qualcosa ad ogni modo bisogna pur partire, di viaggi nello spazio ovviamente, ad oggi, neanche a parlarne, le tecnologie non solo non esistono materialmente, ma neanche teoricamente, ma come inizio non mi sembra niente male, abbiamo già delle possibili mete, manca la teoria, la tecnologia, il vettore.

Calcolando però che si è passati in poche decine di anni ad ipotizzare la presenza di pianeti extrasolari all'averne scoperti più di 3000, alcuni rocciosi, e nella fascia abitabile della propria stella, il futuro si preannuncia estremamente allettante a cominciare dal prossimo (2018) con il lancio del JWST.

Parentesi "zona abitabile" Come ho scritto nel mio primo intervento, è un dato di fatto... Viene definita tale quella parte di circonferenza nella quale le temperature permettono la presenza di acqua allo stato liquido ma esistono equilibri talmente precari che un nulla può destabilizzarli, Venere e Marte, nostri vicini di casa insegnano; il primo è un inferno di fuoco e lava, con 90 atmosfere di pressione al suolo e temperature in grado di fondere lo stagno, Marte... Piccolo... Freddo, e con un campo magnetico debolissimo, inadatto alla vita nonostante fosse un ottimo candidato, e non è detto che in un passato remoto vita li non ce ne fosse.

Gaetano M.
23-02-2017, 19:09
Sono, comunque, colpito dall'abilità raggiunta! Sette pianeti in orbite a distanze inferiori all'orbita di Mercurio a circa 40 anni luce. Non sarà stata la cosa più semplice del mondo separare le variazioni di luminosità dovute ad ogni singolo pianeta. Resto dell'idea che le maggiori soddisfazioni ci arriveranno, e in tempi paragonabili alla vita umana, dai satelliti di Giove, Saturno e magari Urano.

Red Hanuman
23-02-2017, 19:27
Parentesi "zona abitabile" Come ho scritto nel mio primo intervento, è un dato di fatto... Viene definita tale quella parte di circonferenza nella quale le temperature permettono la presenza di acqua allo stato liquido ma esistono equilibri talmente precari che un nulla può destabilizzarli, Venere e Marte, nostri vicini di casa insegnano; il primo è un inferno di fuoco e lava, con 90 atmosfere di pressione al suolo e temperature in grado di fondere lo stagno, Marte... Piccolo... Freddo, e con un campo magnetico debolissimo, inadatto alla vita nonostante fosse un ottimo candidato, e non è detto che in un passato remoto vita li non ce ne fosse.

Il punto è che la presenza di acqua liquida dipende anche dall'atmosfera del pianeta.
Un pianeta apparentemente fuori dalla goldilocks (https://it.wikipedia.org/wiki/Pianeta_Goldilocks) potrebbe avere dell'acqua liquida in presenza di un'atmosfera densa e poco permeabile alla radiazione della stella madre. Al contrario, un pianeta nella goldilocks ma con un'atmosfera che riflette la radiazione potrebbe essere ghiacciato.

Insomma, le sorprese di certo non mancheranno.

Specie se troveremo ossigeno molecolare nell'atmosfera di qualche pianeta...:sbav:

Red Hanuman
23-02-2017, 19:29
Sono, comunque, colpito dall'abilità raggiunta! Sette pianeti in orbite a distanze inferiori all'orbita di Mercurio a circa 40 anni luce. Non sarà stata la cosa più semplice del mondo separare le variazioni di luminosità dovute ad ogni singolo pianeta. Resto dell'idea che le maggiori soddisfazioni ci arriveranno, e in tempi paragonabili alla vita umana, dai satelliti di Giove, Saturno e magari Urano.

Con tempi di rivoluzione molto brevi, le occultazioni sono maggiori, e tutto diventa più semplice.
Poi, è vero, ci vuole un po' di buona elaborazione dati...;)

Stefanone
23-02-2017, 20:48
Con tempi di rivoluzione molto brevi, le occultazioni sono maggiori, e tutto diventa più semplice.
Poi, è vero, ci vuole un po' di buona elaborazione dati...;)
Non è solo una questione di elaborazione dati, anche se su Wiki c'è addirittura la lista degli oltre 3600 pianeti scoperti e confermati:
https://it.wikipedia.org/wiki/Lista_dei_pianeti_extrasolari_confermati
L'identificazione di questi 7 pianeti è riuscita soltanto perchè da pochi anni si utilizza nella ricerca il metodo del "transito" che nonostante le grosse limitazioni è molto più performante degli altri metodi precedentemente adottati, ma anche per una buona dose di fortuna con la "C" maiuscola come se dice a Roma!!!
Difatti il metodo del "transito" è un metodo fotometrico che può funzionare solo per i pianeti con orbita perfettamente allineata al nostro osservatorio!!!

Ed è proprio in questo la "grandezza" della scoperta perchè, anche se il detto metodo può essere utilizzato su grandi distanze, la percentuale dei pianeti individuabili rispetto al totale è molto piccola e può richiedere tempi lunghissimi perchè per esempio Nettuno ha un periodo orbitale di oltre 164 anni...

davide1334
23-02-2017, 21:00
comunque-in generale- non sottovaluterei l'aspetto concettuale che avrebbe la scoperta. un pianerta abitato o con vita biologica a tot anni luce magari non lo raggiungeremo mai fisicamente,ma solo il fatto di trovarlo e avere la conferma scientificamente inconfutabile di essa non pare oramai molto lontano, ci siamo vicini ; e sarebbe già un qualcosa di grosso con ripercussioni nella nostra concezione di universo e nelle nostre sfere religiose magari. si ,insomma , avrebbe un impatto "psicologico" pari quasi alle scoperte di copernico e darwin

Riccardo_1
23-02-2017, 22:07
Il metodo del transito comunque è fattibile anche con i nostri telescopi. Daniele Gasparri ne scoprì (o confermò il transito) di uno, assieme ad altri astrofili

maxluna
23-02-2017, 22:08
Stando a quanto dicono alla Nasa si cerca la vita
su questi pianeti, non si pensa ai viaggi.
Loro sono più realisti..

Red Hanuman
23-02-2017, 22:31
Difatti il metodo del "transito" è un metodo fotometrico che può funzionare solo per i pianeti con orbita perfettamente allineata al nostro osservatorio!!!

Perfettamente allineata a noi mica tanto. E' sufficiente che il pianeta passi in prospettiva davanti alla propria stella, quindi qualche grado di inclinazione ci sta, specie se il pianeta orbita vicino alla sua stella (come in questo caso).
Poi, bisogna lavorare sui dati per eliminare errori, calcolare le orbite e risalire alle masse corrispondenti dai pianeti.
Insomma, l'osservazione fotometrica arriva solo fino ad un certo punto.

Stefanone
23-02-2017, 23:22
Perfettamente allineata a noi mica tanto. E' sufficiente che il pianeta passi in prospettiva davanti alla propria stella, quindi qualche grado di inclinazione ci sta, specie se il pianeta orbita vicino alla sua stella (come in questo caso).
Poi, bisogna lavorare sui dati per eliminare errori, calcolare le orbite e risalire alle masse corrispondenti dai pianeti.
Insomma, l'osservazione fotometrica arriva solo fino ad un certo punto.
Non capisco...
Dicendo "perfettamente allineato" intendevo un passaggio tipo eclissi o abbastanza vicino da interferire ovvero pochissimi primi d'arco.
Quando dici: E' sufficiente che il pianeta passi in prospettiva davanti alla propria stella mi sembra tu dica la stessa cosa o no?
L'unica differenza che rilevo è che essendo i 7 pianeti molto vicini a Trappist-1 il periodo di "interferenza" è ovviamente più lungo di quello di un pianeta più lontano come la terra!!!

Comunque supponendo che qualcuno osservi il sistema solare e sia se non perfettamente, abbastanza allineato per rilevare i passaggi di tutti i pianeti, mi chiedo quanti passaggi gli servono per "calcolare" un pianeta"?

Red Hanuman
24-02-2017, 08:07
Non capisco...
Dicendo "perfettamente allineato" intendevo un passaggio tipo eclissi o abbastanza vicino da interferire ovvero pochissimi primi d'arco.
Quando dici: E' sufficiente che il pianeta passi in prospettiva davanti alla propria stella mi sembra tu dica la stessa cosa o no?

Tutto dipende da quanto il pianeta è vicino alla sua stella: più vicino è, e più ovviamente è tollerabile lo scarto tra il piano orbitale e la linea che li congiunge all'osservatore (noi). Quindi, non sempre è necessario un "perfetto allineamento".
E' però ovvio che questa necessità limiti il numero di pianeti che possono essere rilevati.


L'unica differenza che rilevo è che essendo i 7 pianeti molto vicini a Trappist-1 il periodo di "interferenza" è ovviamente più lungo di quello di un pianeta più lontano come la terra!!!

Comunque supponendo che qualcuno osservi il sistema solare e sia se non perfettamente, abbastanza allineato per rilevare i passaggi di tutti i pianeti, mi chiedo quanti passaggi gli servono per "calcolare" un pianeta"?

Eh, no! Più sono vicini al loro Sole e più velocemente l'orbita viene percorsa. I tempi di passaggio davanti alla stella si riducono, ma aumenta il numero di passaggi...

Enrico Corsaro
24-02-2017, 10:26
Resto dell'idea che le maggiori soddisfazioni ci arriveranno, e in tempi paragonabili alla vita umana, dai satelliti di Giove, Saturno e magari Urano.

Si concordo anche su questo, mi limiterei però ai soli satelliti medicei.

Alfiere
24-02-2017, 11:09
Specie se troveremo ossigeno molecolare nell'atmosfera di qualche pianeta...:sbav:

L'O2......... Quella si che sarebbe la conferma di.. TUTTO.
Acqua allo stato liquido, condizioni favorevoli, fotosintesi, in poche parole la vita, l'O2 è la vita per come la conosciamo noi, non la semplice acqua allo stato liquido......

Ed è quella molecola che si cerca infatti, o meglio, cercherà... e non fra decenni, ma solo fra qualche anno quelle atmosfere, a patto che ci siano, sarebbero analizzabili.

Gaetano M.
24-02-2017, 11:43
C'è un motivo per lasciar fuori i grandi satelliti di Saturno e Urano. Anche Encelado non tanto grande farebbe ben sperare!

cricetoolandese
24-02-2017, 12:15
La cosa che mi scoccia di più è non vivere altri 250 anni per sapere e vedere!

maxluna
24-02-2017, 12:40
Pare che la cosa più fattibile, oggi, sarebbe quella di far viaggiare vele solari leggerissime con un fascio di raggi laser sparato dalla terra. Chi crede in questo progetto dice che potrebbero raggiungere il 20% della velocità della luce(fonte https://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/spazioastro/2016/04/13/vele-solari-verso-alpha-centauri-in-cerca-di-e.t._38160752-3541-4aaa-ae50-8a394c39ec41.html ). Sarebbe fantastico! In 20 anni(4 anni luce x 5 = 20 anni) arriva su Centauri e invia foto da vicino, che raggiungerebbero la terra alla velocità della luce(4 anni). Comunque ho i miei forti dubbi che possa raggiungere simili velocità ed arrivare su Centauri sano e salvo...

Stefanone
24-02-2017, 12:58
Tutto dipende da quanto il pianeta è vicino alla sua stella: più vicino è, e più ovviamente è tollerabile lo scarto tra il piano orbitale e la linea che li congiunge all'osservatore (noi). Quindi, non sempre è necessario un "perfetto allineamento".
E' però ovvio che questa necessità limiti il numero di pianeti che possono essere rilevati.

Eh, no! Più sono vicini al loro Sole e più velocemente l'orbita viene percorsa. I tempi di passaggio davanti alla stella si riducono, ma aumenta il numero di passaggi...

A me interessava principalmente evidenziare il fatto che i pianeti rilevabili con questo sistema, che alla data è il migliore, sono una minima frazione dei pianeti potenzialmente esistenti.
E che Trappist-1 appunto perchè piccolo ospita dei pianeti il cui periodo di rivoluzione massimo è 12 giorni...
Obiettivo raggiunto!!!;)

Invece, per quanto riguarda il mio "refuso" derivato dalla troppa fretta, la tua "correzione" altrettanto frettolosa è mooolto dubbia... ovvero:
Partendo dall'ovvio presupposto che il periodo di interferenza tra una stella e un suo pianeta nei confronti di un osservatore esterno è misurabile con un angolo che comprende il tratto di percorso orbitale sovrapponibile o quasi alla stella rispetto all'osservatore esterno è ovvio che:
Più un pianeta è vicino alla sua stella più l'angolo è grande, ovvero più il pianeta è distante più l'angolo è piccolo.

Ne deriva che: supponendo che Trappist-1 abbia un pianeta con un periodo di rivoluzione di 120 giorni ovvero 10 volte maggiore del pianeta più lontano osservato, se calcoli i rispettivi tempi di interferenza per unità di tempo vedrai che il più vicino in 10 transiti avrà un tempo di interferenza maggiore.
... ne deriva anche che per "confermare" l'esistenza del pianeta più lontano pianeta occorre un tempo verosimilmente 10 volte maggiore!!!

Gianluca97
24-02-2017, 14:35
Pare che la cosa più fattibile, oggi, sarebbe quella di far viaggiare vele solari leggerissime con un fascio di raggi laser sparato dalla terra. Chi crede in questo progetto dice che potrebbero raggiungere il 20% della velocità della luce

Non credo molto a questo progetto sinceramente: avevo visto un interessante documentario su NG e parlavano appunto delle propulsioni spaziali, da quello che ho capito si sfrutterebbe il vento solare che garantirebbe il raggiungimento di una buona velocità, ma una volta che termina questo effetto si esaurisce la spinta e l'astronave avrebbe da lì in poi la stessa velocità; per questo la vedo poco adatta per viaggi interstellari anche perchè il fascio laser dovrebbe essere potentissimo, ma è un mio parere. Inoltre voglio vedere delle enormi ma sottili vele con i detriti cosmici.
Avevo trovato molto interessante invece l'idea di usare la propulsione ionica che garantirebbe un'accelerazione lenta ma costante e duratura con la possibilità di raggiungere velocità elevate; il problema di questa propulsione è l'usura dei motori stessi che sarebbe molto elevata, per il momento.

Red Hanuman
24-02-2017, 15:00
A me interessava principalmente evidenziare il fatto che i pianeti rilevabili con questo sistema, che alla data è il migliore, sono una minima frazione dei pianeti potenzialmente esistenti.
E che Trappist-1 appunto perchè piccolo ospita dei pianeti il cui periodo di rivoluzione massimo è 12 giorni...
Obiettivo raggiunto!!!;)

Se sostieni che i pianeti siano stati rilevati perché Trappist-1 è una nana, e quindi una stella piccola, obiettivo mancato. La dimensione della stella madre non implica necessariamente un sistema planetario di dimensioni ridotte (perchè, poi?). E, tra l'altro, una stella nana può trarre in inganno con le sue macchie solari molto estese.
Se invece ritieni che, proprio perchè è un sistema di ridotte dimensioni, è stato più semplice rilevarlo, siamo d'accordo.
Tieni però conto che possono essere rilevati pianeti anche più distanti col metodo fotometrico. Quello che importa è l'estinzione della luce della stella, che a sua volta dipende dal rapporto tra le dimensioni angolari apparenti della stella e del pianeta, così come percepiti da noi (che poi, a questa distanza sono entrambi puntini, difficile risolverli). Ovvio che il pianeta, per noi che lo guadiamo da qui, deve passare tra noi e la stella madre (anche se non è obbligatorio che sia un'occultazione completa, basta che l'occultazione sia sufficiente a dare una diminuzione dell'intensità luminosa rilevabile).
Un tempo di rivoluzione corto ovviante comporterà più passaggi, ma veloci; mentre un tempo di rivoluzione lungo comporterà meno passaggi, ma molto più lunghi.
Quindi, a parità di dimensioni angolari apparenti, è possibile osservare sia un pianeta vicino alla sua stella, che uno lontano.
Ma per quello lontano ti serve molto più tempo per averlo davanti al suo sole, e stante il imitato tempo di osservazione raggiunto fin'ora, è meno probabile accorgersi della sua esistenza. Ma, con un po' di fortuna...


Invece, per quanto riguarda il mio "refuso" derivato dalla troppa fretta, la tua "correzione" altrettanto frettolosa è mooolto dubbia... ovvero:
Partendo dall'ovvio presupposto che il periodo di interferenza tra una stella e un suo pianeta nei confronti di un osservatore esterno è misurabile con un angolo che comprende il tratto di percorso orbitale sovrapponibile o quasi alla stella rispetto all'osservatore esterno è ovvio che:
Più un pianeta è vicino alla sua stella più l'angolo è grande, ovvero più il pianeta è distante più l'angolo è piccolo.

Ne deriva che: supponendo che Trappist-1 abbia un pianeta con un periodo di rivoluzione di 120 giorni ovvero 10 volte maggiore del pianeta più lontano osservato, se calcoli i rispettivi tempi di interferenza per unità di tempo vedrai che il più vicino in 10 transiti avrà un tempo di interferenza maggiore.
... ne deriva anche che per "confermare" l'esistenza del pianeta più lontano pianeta occorre un tempo verosimilmente 10 volte maggiore!!!


Eh no, non ci siamo. Non facciamo confusione. A noi basta che il pianeta passi davanti alla sua stella; i tempi di contatto influiscono sulla forma della curva di luce, non sulla rilevazione o meno del pianeta.

Come ho già detto, tutto dipende dal rapporto tra l'angolo visuale della stella e quello del pianeta. Se l'estinzione è sufficiente, puoi comunque confermare che qualcosa è passato davanti alla stella.

Supponiamo di avere due pianeti, disposti nel modo giusto e con un diametro angolare apparente simile, ma uno prossimo alla sua stella e l'altro più lontano.
A parità di tempo di osservazione, il primo ovviamente occulterà più volte la sua stella del secondo, ma in entrambi i casi la percentuale di estinzione della luce della stella sarà identica (stante l'identica dimensione angolare apparente).
Cambierà la forma della curva di luce, che in questo caso è dipendente dall'orbita del pianeta. Ma la conferma dell'esistenza ce l'avrai lo stesso. A condizione che il pianeta lento passi davanti alla sua stella mentre la stai osservando...;)

Dinamo
24-02-2017, 16:53
avrebbe da lì in poi la stessa velocità.

E voglio vederti a fermarti!:rolleyes: Per questo Niven e Pournelle suggeriscono di indirizzarsi direttamente contro la stella per sfruttare l'effetto dei venti solari opposti al moto ma io non mi azzarderei con una impresa simile... Non so quanto i venti solari di una nana rossa siano energetici...

Marcos64
25-02-2017, 15:10
Probabilmente un giorno svilupperemo la tecnologia necessaria a viaggi interstellari, almeno questo credo tutti noi ci auguriamo, per ora sono comunque già abbastanza esaltato dalla conferma che pianeti simili al nostro, potrebbero essercene a migliaia, solo nella nostra cara galassia. Probabilmente, solo per questioni statistiche, di terre nell'Universo ce ne saranno a milioni, facile quindi immaginare che la vita nell'Universo non sia poi un evento cosi' raro, le recenti scoperte forse ci insegnano proprio questo, a ripensare il nostro concetto di Universo abbandonando l'idea di unicità ' della vita sulla Terra.


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Enrico Corsaro
25-02-2017, 23:59
Sono d'accordo con Red riguardo al fatto che non occorre una inclinazione perfetta per osservare un transito. Esiste un parametro, comunemente utilizzato in ogni modello atto a riprodurre le curve di luce dei transiti, che si chiama parametro d'impatto. Questo parametro ti fornisce la distanza del pianeta in transito dal centro del disco stellare. E' importante comunque chiarire un altro punto.

I transiti sono visibili quando l'angolo d'inclinazione del piano orbitale è prossimo alla linea di vista. In altre parole significa vedere il piano orbitale di taglio. Generalmente questo vale a dire che la stella ha un asse di rotazione inclinato di circa 90° rispetto alla linea di vista, poichè il piano orbitale è complanare all'equatore stellare. Dico generalmente perchè non è una regola assoluta ma comunque vale nella maggior parte dei casi.

Poi, a causa dell'effetto di proiezione geometrica causato dal fatto che vediamo la stella da un solo punto, quello che succede è che in uno spazio a 3 dimensioni tendiamo a vedere di più stelle con assi di rotazione inclinati di 90°. Questo significa che abbiamo più probabilità di vedere sistemi con transiti di quanto non sembri. Tanto per rendervi l'idea, la probabilità di osservare un sistema con condizioni ottimali per un transito è circa 12 volte quella di non osservarlo affatto.

Alfiere
27-02-2017, 10:38
E voglio vederti a fermarti!:rolleyes: Per questo Niven e Pournelle suggeriscono di indirizzarsi direttamente contro la stella per sfruttare l'effetto dei venti solari opposti al moto ma io non mi azzarderei con una impresa simile... Non so quanto i venti solari di una nana rossa siano energetici...

Piu che altro, i venti solari contrari contrasterebbero l'attrazione gravitazionale dell'astro?

Quella delle vele solari è pura fantascienza, un motore un pò meno fantascienza invece, che a mio modo di vederla ha grandi potenzialità è questo:
http://www.focus.it/tecnologia/motori/emdrive-i-test-della-nasa-sul-motore-impossibile-funziona-ma

Ovviamente adesso come adesso ha poco da dire, come i primi motori a benzina degli anni 10, ma chi lo sa in un futuro cosa può succedere, anche se non credo vedremo mai applicate le sue ipotetiche straordinarie doti. Forse i nostri nipoti.

Alfiere
27-02-2017, 10:43
Probabilmente, solo per questioni statistiche, di terre nell'Universo ce ne saranno a milioni, facile quindi immaginare che la vita nell'Universo non sia poi un evento cosi' raro, le recenti scoperte forse ci insegnano proprio questo, a ripensare il nostro concetto di Universo abbandonando l'idea di unicità ' della vita sulla Terra.

Una grande donna disse un giorno: "Nella nostra galassia ci sono quattrocento miliardi di stelle, e nell'universo ci sono più di cento miliardi di galassie. Pensare di essere unici è molto improbabile"

Con la sua semplicità ruspante ci ha saputo insegnare cose che nemmeno immaginavamo fossero alla nostra portata e questa frase, detta da lei ovviamente, dice tutto in un modo talmente semplice e ovvio da spiazzare chiunque, come solo lei sapeva fare.

Grazie Margherita :)

Riccardo_1
27-02-2017, 10:52
Partendo dalla tecnologia di oggi, l'unico profilo di missione realistico è quello che prevede un motore a ioni - motori che hanno già volato nello spazio e che, a terra, sono stati testati per oltre 5 anni di funzionamento consecutivo.

La partenza dall'orbita e l'accellerazione iniziale sarebbero con un motore chimico (magari agganciato ad un modulo di servizio a perdere), poi si sfrutterebbe per quanto possibile l'effetto fionda dato da uno o più fly-by di pianeti / sole e infine la lenta ma costante accellerazione data da un motore ionico. La sonda dovrebbe essere totalmente autonoma e, poco dopo metà strada, ruoterebbe su se stessa in modo da iniziare a decelerare. La decelerazione comunque non deve essere così drastica come quelle tipiche di una missione planetaria, a noi interessa solo che si inserisca in un'orbita attorno alla stella.

Non ricordo se Umberto Guidoni o il direttore dell'istituto italiano di astrofisica dicevano - venerdì mattina su radio anch'io - che una velocità prossima a 1/10 di quella della luce è una cosa ipotizzabile. Significherebbe 40-50 anni per arrivare a Proxima Centauri oppure 400-500 per arrivare a Trappist-1. Noi ovviamente non vedremo le immagini del nuovo sistema solare, ma i nostri figli e/o nipoti si.

Gaetano M.
28-02-2017, 11:12
Spiegazione sulla difficoltà di rilevare l'eventuale atmosfera dei pianeti extrasolari:
http://www.galileonet.it/2017/02/esopianeti-vita-spazio/?utm_campaign=Newsatme&utm_content=Esopianeti%2C%2Bquanto%2Bci%2Bvorr%C3% A0%2Bper%2Bcapire%2Bse%2Bc%27%C3%A8%2Bvita%3F&utm_medium=news%40me&utm_source=mail%2Balert

Enrico Corsaro
28-02-2017, 11:16
Grazie Gaetano.

Metto QUI (https://www.mixcloud.com/radiozammu/gli-esopianeti-di-trappist-1/) anche il link all'intervista di Isabella Pagano, astronoma presso l'Osservatorio di Catania (dove lavoro anche io), che parla un pò di questa scoperta e illustra la tecnica di misura.
Penso possa essere utile ascoltarla.

Red Hanuman
01-03-2017, 19:17
Ragazzi, se non vi disturba, vi apro una discussione in astronautica (https://www.astronomia.com/forum/showthread.php?20009-Soluzioni-per-viaggiare-nello-spazio), così se volete potete continuare lì su questo argomento (viaggi nello spazio). Qui continuiamo solo per quello che riguarda la notizia postata.;)