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Visualizza Versione Completa : La Cina potrebbe presto riportare sulla Terra campioni lunari



corrado973
30-01-2017, 15:29
Dopo aver archiviato un anno eccezionale, con due acuti assoluti, la missione astronautica Shenzou-11 verso la stazione spaziale Tiangong-2 e il collaudo del vettore pesante Lunga Marcia 5, il programma spaziale cinese inizia il 2017 (o l’anno del Gallo, il cui avvio è stato appena festeggiato) con un programma notevole anche nell’ambito delle missioni esplorative senza equipaggio. Il lancio della missione Chang’e 5, infatti, viene pianificato per novembre 2017, secondo fonti dell’agenzia d’informazione governativa Xinhua e lo stato di avanzamento risulta al momento attuale secondo i piani.

Un programma lunare ambizioso

Sulla scorta di questo decennio percorso in parallelo ai successi delle missioni astronautiche sulla stazione spaziale Tiangong-1 prima e Tiangong-2 poi, con lo sviluppo di un lanciatore affidabile e di una navicella efficiente, la Shenzou, paragonabile alla russa Soyuz come versatilità, ecco che Chang’e 5 si prepara a riportarci ai fasti di quanto solo le missioni americane Apollo e sovietiche Luna hanno realizzato, ovvero portare rocce lunari sulla Terra dopo più di 40 anni dall’ultima volta. L’ultima missione che aveva riportato campioni sulla Terra era stata infatti la sonda robotica sovietica Luna 24 nel 1976.

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Valerio Ricciardi
01-02-2017, 21:54
Ne parla abbastanza diffusamente anche La Stampa:

Dalla Cina alla Luna (e ritorno)

ANTONIO LO CAMPO

Laddove gli astronauti (per adesso) ancora non possono arrivare, ecco che ci pensano le sonde automatiche. Recuperare campioni del suolo di un altro corpo celeste e riportarli intatti sulla Terra, è da sempre uno degli obiettivi più arditi e complessi delle missioni di esplorazione automatica dello spazio.
L’ultima ad avere raccolto e riportato sul nostro pianeta campioni del suolo lunare, era stata la sonda russa “Luna 24”, nel 1976. Da allora, sulla Terra sono arrivati campioni (pochi) di asteroidi, e si attende il “varo” e una data per una missione “Mars Sample Return”, programmata per riportare sul nostro pianeta rocce e terreno di Marte. E nel frattempo, sono pronti a partire i cinesi, con una delle missioni più importanti e attese del 2017.

La sonda Chang’e 5
Da quella missione del “Luna 24”, che concluse in modo trionfale il programma russo di sonde “Luna” (che in Italia chiamavamo “Lunik”, mettendo insieme i termini Luna e Sputnik), nessun campione lunare è ritornato sulla Terra a fare compagnia a quelli della sonda russa e ai 384 chili di campioni raccolti dagli astronauti americani delle missioni Apollo.
Ma alla fine di novembre di quest’anno, un potente razzo vettore Lunga Marcia 5 decollerà dalla base di Wenchang (Isola di Hainan), per spedire verso la Luna la sonda Chang’e 5, la quarta della finora fortunata serie di sonde lunari cinesi. Chang’e 4 infatti verrà lanciata nel 2018, per tentare (altro primato!) un atterraggio sul lato nascosto del nostro satellite naturale.
La Chang’e 5, tenterà di riportare sul nostro pianeta poco più di 2 Kg di campioni del suolo selenico, dopo un atterraggio nella parte nord-orientale dell’Oceanus Procellarum (la pianura dell’Oceano delle Tempeste) nella zona in cui “allunarono” il 19 novembre 1969 gli astronauti dell’Apollo 12, Pete Conrad e Alan Bean.

il profilo di missione prevede una sonda principale che dovrà orbitare attorno alla Luna, che in seguito rilascerà un modulo di atterraggio. Una volta raccolti i campioni (anche per mezzo di una trivella) dalla base del modulo di atterraggio lunare, decollerà un modulo di risalita che effettuerà un aggancio in orbita con la sonda orbitante.
Dopodiché i campioni verranno trasferiti in una capsula che si troverà all’interno del modulo di rientro, progettato per ritornare sulla Terra e presente a bordo della stessa sonda orbitante. Il modulo orbitante lascerà così l’orbita lunare per dirigersi verso la Terra. Dopo l’attraversamento degli strati atmosferici, poco prima di atterrare in Mongolia (a circa 5.000 km dalla superficie) sgancerà il modulo di rientro che atterrerà nella contea cinese di Siziwang, la stessa regione in cui atterrano gli astronauti cinesi al rientro con le loro navicelle Shenzhou.

Il programma lunare cinese
Chang’e 5 è una sonda del peso di 82 tonnellate. E sono in molti, tra gli analisti spaziali, a considerare questa missione come uno sviluppo delle tecnologie che, negli anni dopo il 2025, dovranno portare i primi astronauti cinesi sulla Luna. La sonda è formata da quattro parti: una sonda orbitante, un modulo per il rientro sulla Terra, un modulo di partenza dalla Luna e un modulo di atterraggio sulla superficie lunare.
La missione è pertanto tra le più complesse finora realizzate. Ma segue il passo logico portato avanti sinora dai responsabili del programma cinese: dalla Chang’e 1, inviata verso la Luna nel 2007 ad orbitare attorno ad essa, alla Chang’e 2, che ne realizzò una prima mappa dettagliata, fino alla storica Chang’e 3, che nel dicembre 2013 ne fece sbarcare un rover, battezzato Yutu.
Il futuro, dopo Chang’e 4, destinata alla faccia nascosta della Luna e nei pressi dei poli (quindi, dove è depositato il ghiaccio), prevede la missione numero 6, anch’essa programmata per riportare a casa rocce e terreno selenici.

Qualche chilo di Marte, prima dell’arrivo degli astronauti

Una missione americana, che comprenderà un grappolo di mini-satelliti lunari, verrà lanciata dalla NASA con il primo razzo SLS (previsto per fine 2018), e altre missioni sono in programma organizzate da società private.
Ma l’obiettivo principale, da tempo, è una missione di recupero campioni di Marte da riportare sulla Terra. Tutto questo, anche per collaudare le tecnologie dei moduli di partenza e risalita dalla superficie del Pianeta Rosso per le future missioni con astronauti. Per adesso è ancora una missione “proposal”, in attesa cioè di essere definita e varata ufficialmente.
Ma l’intenzione è di lanciarla in una “finestra” di lancio favorevole nel 2022. E’ un progetto che quasi certamente potrà realizzarsi con la cooperazione internazionale: dagli anni novanta si pensa a questa missione marziana, e dal 2006 esistono progetti concreti, compreso quello in cooperazione tra l’agenzia spaziale russa e quella europea (ESA).
Lo stesso razzo vettore SLS americano, il più potente e massiccio sin dai tempi del “Saturn” delle missioni Apollo, potrebbe essere impiegato per il lancio della navicella automatica di “recupero e ritorno” dei campioni marziani.

(Fonte: http://www.lastampa.it/2017/02/01/scienza/dalla-cina-alla-luna-e-ritorno-a02lwAysX2LiK3GBAySuSM/pagina.html )