Visualizza Versione Completa : Planet boom, Kepler raddoppia
Enrico Corsaro
13-05-2016, 16:40
Con l'annuncio in conferenza stampa internazionale della NASA di martedì 10 maggio, il numero di esopianeti confermati da Kepler viene più che raddoppiato, portando il totale a quota 3200. Le "new entries" sono 1284, 550 delle quali rocciose. Nove quelle in fascia abitabile. Così le stime, affidabili al 99 percento dicono gli scienziati....
leggi tutto... (http://www.astronomia.com/2016/05/13/planet-boom-kepler-raddoppia/)
Enrico Corsaro
13-05-2016, 16:42
Metto qui (http://www.astronomia.com/forum/showthread.php?15240-7-esopianeti-simil-terra-scoperti-sinora&p=183277#post183277) il link all'altra discussione che era stata aperta in merito all'argomento.
Se ho ben capito la "caccia" a questi esopianeti si dà monitorando la caduta di luce di una stella. Se è chiaro che un grosso pianeta intercetta più luce di uno piccolo, non capisco come si possa stabilire se trattasi di corpo roccioso o gassoso, nè la distanza dall'astro. Potresti cortesemente spiegarmelo per sommicapi? Grazie
Enrico Corsaro
13-05-2016, 17:45
Ciao @fulvio_ (http://www.astronomia.com/forum/member.php?u=2387), ti rispondo in termini semplici.
Quando si osserva il transito di un pianeta sulla stella ci sono 3 elementi che ci permettono di capirne i dettagli:
1) la durata del transito: direttamente legata alla dimensione dell'orbita del pianeta attorno alla stella madre. Più è lungo il transito, più lontano sarà il pianeta dalla stella (e viceversa).
2) la profondità dell'eclisse prodotta dal transito: quanta luce viene diminuita alla stella ci da direttamente informazioni sulla dimensione del pianeta rispetto alla stella, e rispetto alla sua distanza dalla stella
3) la forma dell'eclisse: più è regolare, cioè a forma squadrata, più il pianeta ha una atmosfera sottile, dunque è più probabile che sia roccioso
Con opportuni modelli possiamo riprodurre questo tipo di curve di luce e ricavare dunque i parametri orbitali e la dimensione del pianeta. Quanto alla rocciosità in realtà non è una conclusione certa al 100% ma per formazione planetaria non trovi mai pianeti di dimensioni terrestre che sono di tipo gassoso. I processi di accrescimento per massa si arrestano per pianeti intorno alla dimensione terrestre, o super terrestre (circa 1.5 raggi terrestri). I successivi accrescimenti avvengono per accumulo di gas (pianeti di tipo Nettuniano e Gioviano).
I pianeti gassosi vengono comunque scovati con più facilità perchè sono quelli che più facilmente lasciano evidenza di eclissi a causa delle loro grandi dimensioni, e perchè comunque si trovano il più delle volte più distanti dalla stella, e quindi è più facile risolvere i fenomeni transienti.
davide1334
13-05-2016, 19:18
sul fatto dei transiti: si parla di tre per confermare l'oggetto. immagino che il primo o presunto tale venga segnato,poi il secondo confrontato alla stessa perdita di luce della stella e il terzo- se è veramente un pianeta- transiterà precisamente al momento stabilito e con la stessa intensità.... è cosi?
Enrico Corsaro
13-05-2016, 20:09
Giusto ;).
carkinzo
13-05-2016, 22:36
Il problema è che con questo tempo di m……..
di transiti ultimamente se ne fanno ben pochi!!!
:twisted:
Enrico Corsaro
14-05-2016, 20:54
....e questo è uno dei motivi per cui han preferito le missioni spaziali ;)
Red Hanuman
20-05-2016, 22:10
I pianeti gassosi vengono comunque scovati con più facilità perchè sono quelli che più facilmente lasciano evidenza di eclissi a causa delle loro grandi dimensioni, e perchè comunque si trovano il più delle volte più distanti dalla stella, e quindi è più facile risolvere i fenomeni transienti.
Scusa, Enrico, ma io ho trovato QUESTO (http://wwwuser.oats.inaf.it/vladilo/AstronomiaOsservativaC/sp6_12.pdf) che dice così:
• Effetti selettivi : La probabilità geometrica di trovare un pianeta con il metodo deitransiti è proporzionale a R*/a R*: raggio della stella; a: semi-asse maggiore orbitale
Valore tipico di probabilità: P ~ 0.0045 (1 AU/a) (R*/R)
Charbonneau et al. (2007)
– Conseguenze
Privilegiati piccoli valori di semiasse maggiore e quindi periodi brevi
Si trovano più facilmente pianeti molto vicini alla stella
ad esempio “hot-Jupiters”
Estremamente difficile trovare oggetti a distanze maggiori di 5 - 10 AU
– Tale effetto selettivo rafforza quello dovuto alla limitata baseline
temporale delle osservazioni, che già di per se’ ci porta a
selezionare pianeti con periodi brevi
Secondo me ha senso... ;)
Enrico Corsaro
20-05-2016, 22:35
Si si è giustissimo, c'è sempre un compromesso tra dimensione pianeta e distanza!
Quello a cui mi riferivo io è la scoperta di pianeti terrestri. Gli hot-Jupiter sono relativamente facili da osservare perchè sono grandi prima di tutto, ma generalmente orbitano esternamente a quelle dei pianeti terrestri, anche se fino ad oggi rimane un effetto di selezione. Se vogliamo trovare pianeti più interessanti, c'è il problema di quanto sono vicini alla stella e di quanto sono piccoli. Scovare pianeti piccoli a distanze di abitabilità è difficile proprio perchè le loro dimensioni non ci permetteno di risolvere i transiti temporalmente, e ciò è dovuto al fatto che le variazioni di flusso indotte sulla stella diventano piccolissime.
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