Visualizza Versione Completa : Esperimento della doppia fenditura
DarknessLight
30-04-2016, 02:45
https://youtu.be/21chjPgOPNw
Veramente un bel video. Breve e interessante.
Penso sia per ragazzi ma spiegano bene la doppia fenditura. Secondo me vale la pena vederlo.
In pratica il fotone passando attraverso la doppia fenditura interagisce con se stesso. Perché a quella scala microscopica la componente ondulatoria associata alla materia non è più trascurabile.
Buona visione;)
DarknessLight
30-04-2016, 02:49
Ah si ! I sottotitoli in italiano fanno un po' pena ...
RelativeTime
30-04-2016, 12:59
Bel video, grazie per averlo condiviso!
Avevo difficoltà a spiegarmi la dualità tra onde e particelle, ma l'esempio della piscina è stato lampante.
DarknessLight
30-04-2016, 14:48
Ecco anche due video opera del Politecnico di Milano che spiegano molto bene la struttura atomica e il dualismo onda-particella anche con buon dettaglio tecnico e qualche semplice formula.
- Struttura atomica (https://youtu.be/qhkZf3DTeL4)
- Dualismo onda-particella (https://youtu.be/oU-aATuKvfc)
Buona visione;)
Enrico Corsaro
03-05-2016, 12:34
Grazie Paolo ;).
Lavoro ottimo. ....detto da ricercatore fisico.....bravissimi
sbkduca da vascello Klingon succhio69 (O'scippatore)
Morimondo
18-05-2016, 03:41
bellissimo filmato, mi piacerebbe sapere come è stata fatta questa fenditura...:biggrin:
DarknessLight
18-05-2016, 11:08
mi piacerebbe sapere come è stata fatta questa fenditura...:biggrin:
Scusa... sarò tardo io... ma voleva essere una battuta oppure è una domanda ?? :confused:
Morimondo
18-05-2016, 13:37
Scusa... sarò tardo io... ma voleva essere una battuta oppure è una domanda ?? :confused:
:biggrin: ho letto che è un vecchio esperimento.
La domanda è quando deve essere larga la fessura? Penso che debba avere un misura piuttosto contenuta (per via della diffrazione o sto dicendo una c.zz..a?) mi chiedo anche se, ammesso sia possibile tecnicamente parlando, che accadrebbe se la fessura fosse invece un buco di dimensioni minori della lunghezza d'onda? Perchè hanno fatto due fessure e non due buchi?
Mi è venuto in mente un quadro di Fontana con 3 fessure e molti buchi:biggrin:
DarknessLight
18-05-2016, 14:05
È una fessura di dimensioni molto ridotte. L ordine di grandezza della fenditura è quello della lunghezza d onda della radiazione incidente, quindi parliamo di micrometri se non nanometri.
Il motivo delle dimensioni così ridotte è esattamente quello che dici tu: ovvero diffrazione e interferenza.
Perché due fessure anziché due buchi?
Suppongo abbia a che fare con qualche complesso dettaglio tecnico o ingenieristico per cui funziona meglio con le fessure.
Forse Red Hanuman o Enrico Corsaro potranno aiutarci a capire;)
Red Hanuman
18-05-2016, 14:27
Prometto che mi informerò meglio, ma mi azzardo in una spiegazione lo stesso: è per rendere meglio visibile l'interferenza.
Se usiamo due fori puntiformi, è come se avessimo due punti luce da ciascuno dei quali la luce parte in un'onda a foggia semisferica, che poi interferisce in diversi punti singoli.
Con delle fessure rettangolari, l’interferenza si distribuisce lungo strisce, e si vede meglio…;)
Morimondo
18-05-2016, 17:50
Prometto che mi informerò meglio, ma mi azzardo in una spiegazione lo stesso: è per rendere meglio visibile l'interferenza.
Se usiamo due fori puntiformi, è come se avessimo due punti luce da ciascuno dei quali la luce parte in un'onda a foggia semisferica, che poi interferisce in diversi punti singoli.
Con delle fessure rettangolari, l’interferenza si distribuisce lungo strisce, e si vede meglio…;)
Grazie per la spiegazione, penso di aver capito.
Invece esiste una dimensione minima della fessura? Non ha senso parlare di dimensione di elettroni e fotoni, ma dal punto di vista corpuscolare la fessura deve avere una dimensione minima?
DarknessLight
18-05-2016, 19:21
Beh, poi lascio la parola agli esperti, ma come dimensione minima suppongo sia quella sufficiente a fare passare la singola radiazione elettromagnetica ...
Morimondo
18-05-2016, 19:49
Beh, poi lascio la parola agli esperti, ma come dimensione minima suppongo sia quella sufficiente a fare passare la singola radiazione elettromagnetica ...
si ma dall'esperimento risulta che attraverso la fessura passano, a seconda ci sia o meno un osservatore, onde e particelle, quindi quando passano le particelle?
DarknessLight
18-05-2016, 20:08
Il fotone è SIA un'onda, SIA una particella !!!
Stiamo parlando dello stesso oggetto - il fotone, o al più l elettrone - che viene descritto ogni volta con equazioni differenti a seconda dell esperimento con il quale lo si rileva : alle volte le equazioni descrivono un'onda, alle volte descrivono una particella!!!
E la particella ha una dimensione comparabile alla lunghezza d onda della radiazione ad essa associata !
Red Hanuman
18-05-2016, 20:33
Grazie per la spiegazione, penso di aver capito.
Invece esiste una dimensione minima della fessura? Non ha senso parlare di dimensione di elettroni e fotoni, ma dal punto di vista corpuscolare la fessura deve avere una dimensione minima?
La dimensione della fessura deve essere nell'ordine di grandezza della lunghezza d'onda, generalmente pari ad essa o inferiore. Anche la distanza tra le fessure e tra le fessure e lo schermo ha importanza.
In ogni caso, la dimensione minima... Beh, è quella che non ti consente di rilevare nulla.... ;)
Ah, per inciso, l'elettrone (come ogni particella o aggregato di atomi) ha una sua lunghezza d'onda, data dall'equazione di De Broglie: http://images.treccani.it/enc/media/share/images/orig//system/galleries/Enciclopedia_della_Scienza_e_della_Tecnica/Formule/VOL_6/lunghezza_onda_debroglie_01.jpgdove h è la costante di Planck, m la massa della particella e v la sua velocità...;)
Red Hanuman
18-05-2016, 20:33
Il fotone è SIA un'onda, SIA una particella !!!
Stiamo parlando dello stesso oggetto - il fotone, o al più l elettrone - che viene descritto ogni volta con equazioni differenti a seconda dell esperimento con il quale lo si rileva : alle volte le equazioni descrivono un'onda, alle volte descrivono una particella!!!
E la particella ha una dimensione comparabile alla lunghezza d onda della radiazione ad essa associata !
Perfetto, bravo!;)
Morimondo
19-05-2016, 03:10
E la particella ha una dimensione comparabile alla lunghezza d onda della radiazione ad essa associata !
Non mi sono spiegato bene quello che non capivo non erano le proprietà sia ondulatorie che particellari del fotone ma le dimensioni delle due componenti non sapevo che avessero dimensioni "comparabili" avevo invece letto che non avesse senso parlare di dimensioni del fotone.
Abbiamo parlato quindi di fessure, buchi, delle loro dimensioni e cosa sottolineata da @RedHanuman anche della importanza della distanza tra le due fessure.
Non ho capito il corollario dell'esperimento: l'elettrone se si installa un mezzo per rilevare in quale delle due fessure passa l'elettrone cambia modo di comportarsi cose se sapesse di essere osservato,
Non capisco come possa essere possibile: la particella dovrebbe avere organi di senso per accorgersi di essere osservata e la consapevolezza di voler cambiare comportamento e saperlo fare e soprattutto avere un motivo
Mi piacerebbe sapere se tale comportamento cambia se il rivelatore è puntato nella direzione sbagliata oppure addirittura se si usasse un rilevatore qualsiasi un termometro, un tachimetro insomma qualsiasi strumento che non potrebbe in alcun modo spiare il comportamento dell'elettrone.
Esistono altre situazioni in cui particelle o onde cambiano comportamento se vengono spiate?
La materia è veramente oscura nel senso che non vuol rivelarsi e bara, proprio non capisco.
Mi viene in mente il mito di Eva e l'albero della conoscenza, conoscenza che per dogma doveva essere inconoscibile ma Eva alla fine ha colto tramite Adamo il suo frutto.
Mi scuso con DarknessLight per l'invasione del suo post
Red Hanuman
19-05-2016, 08:17
Adesso ho poco tempo, ma per stuzzicarti ti dico che tutte le volte che si misura la proprietà (il passaggio) di una particella cessa l'indeterminazione, e la particella non si comporta più come onda.
Non solo, se due particelle sono correlate tra loro (entangled), la misura su una di esse influenza istantaneamente il valore riscontrato nell'altra, anche se fossero separate dell'intero universo...:whistling:
Morimondo
19-05-2016, 11:18
Adesso ho poco tempo, ma per stuzzicarti ti dico che
Be se mi volevi stuzzicare ci sei riuscito mi è venuta l'ortiocaria...vado in farmacia;).
Il discorso diventa quasi filosofico per non dire di più.
DarknessLight
19-05-2016, 16:22
Mi scuso con DarknessLight per l'invasione del suo post
Hai fatto benissimo !! Apro queste discussioni apposta per fomentare questo tipo di ragionamenti !!
Non ho capito il corollario dell'esperimento: l'elettrone se si installa un mezzo per rilevare in quale delle due fessure passa l'elettrone cambia modo di comportarsi cose se sapesse di essere osservato,
Non capisco come possa essere possibile: la particella dovrebbe avere organi di senso per accorgersi di essere osservata e la consapevolezza di voler cambiare comportamento e saperlo fare e soprattutto avere un motivo
Allora, premettiamo subito una cosa: questa NON è filosofia !! La meccanica quantistica si basa su osservazioni, dunque sperimentazioni, dunque empirismo.
Dopodiché il compito dei fisici è quello di dare un'interpretazione razionale dei fenomeni osservati utilizzando eventualmente la matematica.
Dunque... l elettrone, passando attraverso la fenditura, si comporta come un'onda se non osservato; si comporta come una particella se osservato.
Perché?
Molto semplicemente perché l osservazione in se prevede un'INTERAZIONE con l oggetto che viene studiato.
Infatti l osservazione consiste nello "sparare" un fotone contro l elettrone che attraversa le fenditure.
Quando l elettrone viene colpito dal fotone, venendo quindi rilevato, si dice che la sua funzione d onda COLLASSA, ovvero la funzione d onda dell elettrone (un'equazione che indica una PROBABILITÀ) va istantaneamente a definire non più una probabilità bensì un singolo corpuscolo.
Quindi no, l elettrone NON pensa, NON decide, NON ha un movente. È semplicemente l esperimento in se che lascia una traccia sull elettrone facendo collassare la sua funzione d onda probabilistaica in un singolo corpuscolo definito.
Se non è chiaro provo a rispiegare;)
Morimondo
19-05-2016, 17:48
Hai fatto benissimo !!
Molto semplicemente perché l osservazione in se prevede un'INTERAZIONE con l oggetto che viene studiato.
Infatti l osservazione consiste nello "sparare" un fotone contro l elettrone che attraversa le fenditure.
Grazie per la risposta DarknessLight, in effetti mi hai preceduto stavo per proprio per chiedere se il "rivelatore" puntato interagisse in qualche modo col sistema.
Quasi quasi sono deluso ma il formicolio in testa mi è passato :biggrin:
DarknessLight
19-05-2016, 17:57
Quasi quasi sono deluso [...]
Non essere deluso !! Forse non hai colto la portata della cosa ...
Significa che tutto ciò che ci circonda assume concretezza (?) SOLO nel momento in cui viene osservato, sperimentato. Altrimenti NON esistono oggetti, bensì onde di probabilità.
Finché tu non osservi l elettrone, lui non esiste !!! :shock: O meglio, esiste solo sotto forma di onda probabilistica.
Dunque avevano ragione Kant e gli idealisti : non esiste oggetto senza soggetto che lo sperimenti. La realtà è una nostra rappresentazione mentale. Sorprendente !!! :shock:
Morimondo
20-05-2016, 11:57
Significa che tutto ciò che ci circonda assume concretezza (?) SOLO nel momento in cui viene osservato, sperimentato.
Quindi a livello quantistico dato che per osservare devi comunque utilizzare un elettrone o u fotone questi interagiscono con l'obbiettivo e cio rimescola il mazzo di carte?
Allora oltre ai punti di vista ondulatorio e corpuscolare ce ne potrebbero essere altri assolutamente insondabili?
Beh, io non sarei così drastico. Il collasso della forma d'onda, o decoerenza, non dipende dal fatto che esiste una essere pensante che osserva intenzionalmente il fenomeno. E' l'interazione con il fotone a farla collassare.
Adesso non ricordo precisamente tutti i dettagli dell'esperimento della doppia fenditura, ma cosa succede se dopo aver interagito, non raccolgo quel fotone da nessuna parte e lascio che l'informazione sulla posizione "se ne vada" insieme a lui? E poi cosa vuol dire "osservare"? La posizione rilevata sullo schermo, è pur sempre anche quella un'osservazione, eppure il fatto che io la "guardi" non determina la figura di diffrazione o meno.
E poi, il fatto che un'entità si comporti alle volte come una particella e altre come un'onda, vuol dire che nel primo caso esiste e nel secondo no?
Forse non dovremmo pensare che l'elettrone è SIA onda SIA particella, ma NE' onda NE' particella, ma un qualcosa che non siamo ancora riusciti a capire fino in fondo, ma il cui comportamento riusciamo più o meno accuratamente descrivere con un modello matematico oppure un'altro, a seconda dei casi...
Che poi si voglia essere o meno d'accordo con Kant & co., io non userei la meccanica quantistica come argomento pro o contro....
DarknessLight
21-05-2016, 23:13
Quindi a livello quantistico dato che per osservare devi comunque utilizzare un elettrone o u fotone questi interagiscono con l'obbiettivo e cio rimescola il mazzo di carte?
Allora oltre ai punti di vista ondulatorio e corpuscolare ce ne potrebbero essere altri assolutamente insondabili?
Ti consiglio di riguardare bene il primo video che ho postato nella discussione. Se guardato attentamente risponde a tutte le domande.
Il punto è che il fotone - o l elettrone - è un'onda probabilistica.
L osservazione fa collassare l onda ad un preciso valore che identifica un corpuscolo.
Supponiamo che l onda sia un insieme di possibili stati sovrapposti (chiamiamoli A, B e C).
L osservazione fa verificare uno solo di questi tre stati (ad esempio solo A) e non gli altri due (B e C).
DarknessLight
23-05-2016, 11:57
Il collasso della forma d'onda, o decoerenza, non dipende dal fatto che esiste una essere pensante che osserva intenzionalmente il fenomeno. E' l'interazione con il fotone a farla collassare.
Sì sono d accordo.. è più o meno quello che ho cercato di spiegare prima...
Forse non dovremmo pensare che l'elettrone è SIA onda SIA particella, ma NE' onda NE' particella, ma un qualcosa che non siamo ancora riusciti a capire fino in fondo
Non sono d accordo..
se si possono spiegare i fenomeni alle volte supponendo che abbiano comportamenti ondulatori e alle volte corpuscolari significa che questi fenomeni sono alle volte onde e alle volte particelle.
Che poi si voglia essere o meno d'accordo con Kant & co., io non userei la meccanica quantistica come argomento pro o contro....
Sì sì hai ragione... è solo che mi piace fare collegamenti per fomentare nuovi spunti di discussione ...
Non sono d accordo..
se si possono spiegare i fenomeni alle volte supponendo che abbiano comportamenti ondulatori e alle volte corpuscolari significa che questi fenomeni sono alle volte onde e alle volte particelle.
Come ho già detto in altre occasioni, occhio a non confondere la descrizione matematica con la realtà ;)
Inoltre non mi è chiaro se per te il fatto che fenomeno sia di natura a volte ondulatoria e a volte corpuscolare, debba implicare di dover considerare l'elettrone a volte onda e a volte particella (che è diverso dal pensarlo sia onda sia particella).
DarknessLight
23-05-2016, 14:27
Come ho già detto in altre occasioni, occhio a non confondere la descrizione matematica con la realtà ;)
Interessante considerazione !
Diciamo che generalmente tendo a considerare la descrizione matematica come la sintesi estrema della realtà... ma da come ho capito questo non è del tutto corretto... infatti anche Enrico dice come te che fisica e matematica sono due cose diverse... quindi non ti saprei rispondere...
Inoltre non mi è chiaro se per te il fatto che fenomeno sia di natura a volte ondulatoria e a volte corpuscolare, debba implicare di dover considerare l'elettrone a volte onda e a volte particella (che è diverso dal pensarlo sia onda sia particella).
Fai domande complesse che esulano totalmente dalla mia preparazione ...
Io quel pochissimo che ho potuto capire è che l elettrone è sia onda sia particella perché appunto a volte si comporta in un modo e a volte in un altro...
Più di così non saprei cosa altro aggiungere ...
Fai domande complesse che esulano totalmente dalla mia preparazione ...
Per me non è una questione di preparazione (io per primo non sono in grado di scendere più di tanto nel dettaglio delle varie teorie e descrizioni matematiche), ma di ragionamento e riflessione.
Io quel pochissimo che ho potuto capire è che l elettrone è sia onda sia particella perché appunto a volte si comporta in un modo e a volte in un altro...
Se è per quello, sembra che il fotone (che comunque condivide con l'elettrone e tutti gli altri la dualità onda-particella) a volte (anzi, sempre) sia entrambe le cose contemporaneamente: http://science.sciencemag.org/content/338/6107/634.abstract :razz::biggrin:
Quello che mi premeva far capire è che, a mio modo di vedere, anche se in certi casi possiamo descrivere il comportamento di un quanto come quello di un'onda, e in altri come quello di una particella, non è detto che questa "entità" obbligatoriamente debba passare dallo "stato-onda" allo "stato-particella" a seconda di come e quando la osserviamo. La sua natura intrinseca potrebbe essere una cosa completamente diversa che si manifesta in un modo che a noi dia l'impressione di essere ogni tanto onda, e ogni tanto particella, ma che non è ne l'una ne l'altra cosa, bensì un qualcosa più complesso (o forse più semplice, chi lo sa? ;))
DarknessLight
23-05-2016, 16:41
Fai delle riflessioni davvero interessanti e mi metti in difficoltà !!! :razz:
a mio modo di vedere, anche se in certi casi possiamo descrivere il comportamento di un quanto come quello di un'onda, e in altri come quello di una particella, non è detto che questa "entità" obbligatoriamente debba passare dallo "stato-onda" allo "stato-particella" a seconda di come e quando la osserviamo.
Io invece la vedo così ...
La realtà è SOLO sperimentale. Le cose esistono SOLO quando entrano in contatto con l osservatore.
Se vediamo un'onda, allora per noi il fotone è un'onda. Se vediamo una particella, allora per noi il fotone è una particella.
Poi come hai giustamente fatto notare, le due proprieta' possono manifestarsi anche contemporaneamente. Ciò però non dimostra necessariamente che il fotone sia qualcos'altro di totalmente differente da queste due.
Forse dobbiamo semplicemente rassegnarci a questa dualità...
Forse dobbiamo semplicemente rassegnarci a questa dualità...
... e considerare l'attuale accozzaglia di equazioni la migliore rappresentazione possibile che possiamo darci?
Equivarrebbe ad arrivare a metà strada e dire "più in là di così non possiamo andare"...
Sono sicuro che l'uomo può fare meglio di così ;)
Se si ragionasse in questo modo, saremmo ancora farmi a Newton... anzi, saremmo ancora fermi al dio del Sole, del Fiume, del Tuono, e parenti tutti :biggrin:
DarknessLight
23-05-2016, 17:08
Ah ah !! Sì hai ragione anche tu !
Comunque c'è un'ulteriore riflessione da fare...
Come dicevo prima, un'onda è un'insieme di soluzioni sovrapposte (ad esempio gli stati A, B e C), ma quando si compie l osservazione se ne realizza solo una (ad esempio solo A)...
E le altre ?? Che ne è delle altre possibilità ?? :shock:
Perché non si realizzano ??
Forse dobbiamo pensare alla meccanica quantistica secondo l interpretazione a multimondi in cui in ogni universo si realizza ognuna delle possibilità ?! :surprised:
Come dicevo prima, un'onda è un'insieme di soluzioni sovrapposte (ad esempio gli stati A, B e C), ma quando si compie l osservazione se ne realizza solo una (ad esempio solo A)...
E le altre ?? Che ne è delle altre possibilità ?? :shock:
Perché non si realizzano ??
Forse dobbiamo pensare alla meccanica quantistica secondo l interpretazione a multimondi in cui in ogni universo si realizza ognuna delle possibilità ?! :surprised:
Mmmm... se ho ben capito (ma a questo punto non ne sono così sicuro, perché si entra già nel "tecnico"), gli stati A, B e C sono puramente matematici, quindi non è che ci sia un qualcosa di reale che "va perso" se non si concretizza. Di per sé la sovrapposizione di stati è essa stessa LO stato del sistema (https://it.wikipedia.org/wiki/Funzione_d%27onda), e comunque si tratta pur sempre di una descrizione matematica.
Personalmente, non avendo dimestichezza con questi strumenti matematici, io ci andrei piano ad usarli per digressioni filosofico-metafisiche...
DarknessLight
23-05-2016, 17:51
Di per sé la sovrapposizione di stati è essa stessa LO stato del sistema
Ah !
Non l'avevo mai letta sotto questo punto di vista.
Comunque non stavo cercando di ricollegarmi in un modo o nell'altro al multiverso... il mio era solo un tentativo di capire perché si realizza un certo stato anziché gli altri ... ma da come dici gli altri stati hanno valenza puramente matematica e non fisica.... dunque il problema non si pone...
E quindi forse hai ragione tu. Queste equazioni che descrivono la MQ sono semplici modelli matematici che utilizziamo per descrivere il mondo, aiutano a far tornare i conti... ma poi c'è poco di fisico ...
Una curiosità: ma tu sei dell idea che un giorno troveremo un'equazione unica (o un ristretto gruppo di equazioni) che descrive il mondo condensando in se tutte le matrici matematiche utilizzate in meccanica quantistica e quelle della RG?
Una curiosità: ma tu sei dell idea che un giorno troveremo un'equazione unica (o un ristretto gruppo di equazioni) che descrive il mondo condensando in se tutte le matrici matematiche utilizzate in meccanica quantistica e quelle della RG?
Mah... chi può dirlo?
Io immagino che quando capiremo la vera essenza della realtà, non sarà più necessaria alcuna equazione ;)
DarknessLight
24-05-2016, 12:25
quando capiremo la vera essenza della realtà, non sarà più necessaria alcuna equazione
Bella questa ! Grazie !
Simone Lotti
05-06-2016, 13:06
Hai fatto benissimo !! Apro queste discussioni apposta per fomentare questo tipo di ragionamenti !!
Allora, premettiamo subito una cosa: questa NON è filosofia !! La meccanica quantistica si basa su osservazioni, dunque sperimentazioni, dunque empirismo.
Dopodiché il compito dei fisici è quello di dare un'interpretazione razionale dei fenomeni osservati utilizzando eventualmente la matematica.
Dunque... l elettrone, passando attraverso la fenditura, si comporta come un'onda se non osservato; si comporta come una particella se osservato.
Perché?
Molto semplicemente perché l osservazione in se prevede un'INTERAZIONE con l oggetto che viene studiato.
Infatti l osservazione consiste nello "sparare" un fotone contro l elettrone che attraversa le fenditure.
Quando l elettrone viene colpito dal fotone, venendo quindi rilevato, si dice che la sua funzione d onda COLLASSA, ovvero la funzione d onda dell elettrone (un'equazione che indica una PROBABILITÀ) va istantaneamente a definire non più una probabilità bensì un singolo corpuscolo.
Quindi no, l elettrone NON pensa, NON decide, NON ha un movente. È semplicemente l esperimento in se che lascia una traccia sull elettrone facendo collassare la sua funzione d onda probabilistaica in un singolo corpuscolo definito.
Se non è chiaro provo a rispiegare;)
Grazie per la risposta DarknessLight, in effetti mi hai preceduto stavo per proprio per chiedere se il "rivelatore" puntato interagisse in qualche modo col sistema.
Quasi quasi sono deluso ma il formicolio in testa mi è passato :biggrin:
Ho letto solo ora questa discussione sulla doppia fenditura…il tempo è tiranno purtroppo.
Vorrei cercare di far capire certi passaggi, che secondo me non sono molto chiari a tutti, ovviamente per quel poco che ne so io.
Non è vero che la misura o l’osservazione fa collassare la funzione d’onda, perché la misura stessa interagisce con l’esperimento e quindi ne modifica lo stato.
In realtà è sufficiente anche solo intuire una certa condizione, che la particella cambia comportamento, anche misurando in modo indiretto senza interagire in nessun modo con quel sistema.
E’ sufficiente la consapevolezza di un qualcosa, per modificarne lo stato.
Comunque bisogna specificare che l’onda non esiste come la intendiamo noi.
Il fotone, o l’elettrone, non vanno intesi o come particelle o come onde vere e proprie.
L’elettrone è un qualcosa che esiste come sovrapposizione di tutti i suoi possibili stati, di tutte le sue caratteristiche, nello stesso istante.
Se consideriamo la traiettoria (che è una caratteristica) da A a B, ovvero la posizione spaziale, quando l’elettrone si comporta come particella o corpuscolo, possiamo dire che va da A a B in linea retta punto per punto.
Quando si comporta come onda, l’elettrone è ovunque in una certa zona di spazio, nello stesso istante, con una certa probabilità.
E’ questa probabilità che matematicamente è descritta con una equazione che si comporta e si propaga nello spazio come una onda, ma non è un’onda, ha le caratteristiche e basta.
L’ elettrone non è un’onda, lui c’è, esiste, diciamo ovunque con una certa probabilità.
In pratica la materia esiste come sovrapposizione di tutte le sue possibilità.
In certe condizioni riusciamo a far diventare reale o unico un solo stato, e gli altri spariscono (qualcuno dice che continuano ad esistere in mondi paralleli), in altre condizioni la materia esiste e si comporta e interagisce con le altre cose come sovrapposizione di tutte le sue possibilità.
Cosa è che determina un solo stato reale, che chiamiamo particella, o la somma di tutti gli stati, che chiamiamo onda di probabilità (ma che non è una onda vera e propria)?
Semplice, è il fatto di sapere in modo diretto o indiretto, lo stato di qualcosa, anche senza interagire con l’esperimento.
Se riesco ad isolare un singolo stato, questo diventa reale e unico.
Se non riesco a determinare al 100% un qualcosa, allora si comporta come sovrapposizione di tutti gli stati.
Facciamo l’esempio della singola e della doppia fenditura.
Se ho un solo foro, per forza individuo al 100% l’elettrone, dato che deve passare per forza di lì: allora si comporta come particella puntiforme che si propaga in linea retta nello spazio, non creando interferenza.
Se ho due fori, allora ho il 50% di possibilità che passi a destra o a sinistra.
Non avendo la certezza assoluta, l’elettrone si comporta come onda di probabilità.
Quindi è ovunque e passa contemporaneamente da entrambe le fessure e dopo continua ad essere ovunque nello spazio con una certa probabilità, creando il fenomeno della interferenza sulla lastra.
Se metto un sensore, allora individuo al 100% l’elettrone, e automaticamente diventa particella e sparisce l’interferenza pur avendo due fenditure.
Va specificato meglio che quando sulla lastra, dopo la doppia fenditura, vediamo l’interferenza, non vediamo un’onda, ma vediamo tanti puntini che rappresentano ognuno un solo elettrone.
Se sparo un solo elettrone, compare un solo puntino, non delle righe di interferenza.
E’ sparando tanti elettroni che si creano tanti puntini che si distribuiscono o su due linee o su tante linee come se fosse una interferenza di onde.
Il discorso è che se sparo un solo elettrone, quando si comporta da particella, va in linea retta, e passando nella fenditura di destra o di sinistra, imprime sulla lastra un solo puntino o a destra o a sinistra, in linea con le fessure.
Quando è onda invece, può imprimere un puntino sulla lastra anche in mezzo alle due fessure.
Ma sarebbe impossibile se l’elettrone andasse in linea retta, è come se avesse curvato, il che è impossibile.
Si spiega dicendo che l’elettrone passa da entrambi i buchi, e dopo continua ad essere ovunque nello spazio, e quindi può arrivare sulla lastra anche in punti assurdi, che sarebbero impossibili se andasse in linea retta.
In linea di massima (molto di massima) è circa così.
Ricordo che comunque, anche individuando al 100% la posizione di una particella, non posso conoscere con precisione la velocità.
Sembra che la natura voglia mantenere in ogni caso una certa segretezza o indeterminazione.
Altre stranezze della MQ.
Nella doppia fenditura, quando accendo il rilevatore, “istantaneamente” l’elettrone passa da onda a particella, anche se ho messo il sensore dopo i due fori, e sparisce istantaneamente l’interferenza sulla lastra indipendentemente dalla distanza.
In pratica è come se l’elettrone sapesse che dopo le fenditure c’è un sensore, e sapesse quando io lo accenderò.
Cioè lui sa quello che succederà nel futuro, prima di passare tra le due fenditure.
Altro caso assurdo.
Se sparo 100 fotoni su una lastra semiriflettente, 90 passano e 10 vengono riflessi.
Se i 100 fotoni sono uguali, chi decide chi passa e chi no?
Se adesso metto una seconda superficie semiriflettente dopo la prima, succede che in base alla distanza delle due lastre si hanno da 0 a 18 fotoni riflessi dalla prima lastra.
I 18 si possono capire, ma gli 0 no.
Se la prima lastra ha riflesso 10 fotoni, mettendo una seconda lastra è assurdo, che non vengano riflessi almeno 10 fotoni, ma addirittura 0.
E’ come se i fotoni sapessero istantaneamente, anzi, prima di arrivare alla prima lastra, che dopo c’è una seconda lastra, e in base a questo decidessero cosa fare.
In teoria sarebbe impossibile trasferire informazioni istantaneamente, cosa che sembra avvenire a livello microscopico.
Spero di aver fatto chiarezza, il discorso non è facile e non può essere liquidato con poche righe, e senza disegni.
Ciao
DarknessLight
05-06-2016, 13:15
il tempo è tiranno purtroppo.
A chi lo dici....................
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