Visualizza Versione Completa : Dobson Geoptik 25 formula pro vs.Antares IO acro 150 f8
giovanni73
11-02-2016, 13:05
Ho da poco acquistato un dobson Geoptik 250 f5 usato,con lo scopo di avere un tele con un diametro più grande di quelli che possiedo,ma con una focale contenuta che mi permetta campi larghi e la possibilità di portarlo sotto cieli bui senza troppi problemi.Per una serie di ragioni trasferte non ne ho fatte ,ma ieri sera dopo una messa a punto (un po' lunga data la mia scarsa esperienza con i newton e qualche problema iniziale)ho deciso di provarlo in cortile assieme al rifrattore acro 150 su Neq6,(che a fronte di un 'apertura notevolmente inferiore presenta una focale quasi uguale), purtroppo con visuali diverse e limitate a causa di ostacoli e lampioni oltre alla necessità di stazionare la montatura con la polare.Dopo uno star test soddisfacente con anelli concentrici e regolari sia in intra che extra focale e spike sottilissimi,ho puntato il dobson sulle doppie castore e rigel,entrambe risolte piuttosto bene.Il rifrattore collimatissimo,su Rigel (un po' basso all'orizzonte)soffriva di eccessivo cromatismo in parte risolto con un filtro contrast booster,ma lo preferivo su Castore per le stelle più definite.Successivamente ho puntato col Geoptik M42 in Orione,che presentava una nebulosità molto estesa (il cielo era limpido)e vi si potevano osservare filamenti e particolari all'interno,notevole,probabilmente il più bello di sempre con i miei telescopi, specialmente con l'aggiunta di un filtro cls che dava più risalto.Per il confronto ho usato un Meade PLossl serie 3000 da 9,5 e un tecnosky swa 10 70°,col filtro cls le stelline del trapezio visibili erano quattro ,ma col tecnosky una diventava flebile,mentre nel rifrattore scompariva ,al contrario del plossl che ne mostrava sempre quattro,segno che una lente in più si paga in luminosità.Rispetto al dobson l' Antares mostrava meno particolari anche se la nebulosità aveva quasi la stessa estensione ,con un aspetto più uniforme e molto meno spettacolare ,ma ben contrastata rispetto al fondo cielo.Sono poi passato al doppio ammasso e qui non c'è storia,la maggiore apertura offriva una vista più appagante con stelline molto più luminose e numerose nel dobson.Ho usato un plossl 30 da due pollici,marchiato NT (quelli recensiti da Davide Sigilò come Sterling Plossl)che a parte una lieve curvatura ai bordi,offriva una vista spettacolare e un fondo cielo molto scuro,purtroppo sul rifrattore non andava a fuoco come il suo compagno da 40 e non ho potuto fare un confronto con oculari uguali.Successivamente ho inquadrato M1 che in entrambi i tele non offriva una buona visione in quanto situata in una porzione di cielo che risentiva troppo dell ìilluminazione artificiale ,leggera prevalenza del Geoptik.Alla fine è spuntato sopra i tetti Giove,che in entrambi i telescopi non ha offerto molte soddisfazioni (le migliori osservazioni che ricordo le ho fatte con lo schmidt cassegrain 200 e l'acro 102 f11)visibili le due bande principali e qualche formazione su un emisfero.Molto più luminoso nel dobson (persino troppo) e il solito cromatismo nel rifrattore ,migliore oculare per entrambi un Meade 3000 plossl 6,7,usato anche un or6 vixen già quasi oltre il limite del seeing,inusabile un baader go 5 che oltretutto dava una quantità inaccettabile di cromatismo nell'Antares già riscontrata nella luna, per contro molto ridotto con un planetary ed 5.Un'esperienza tutto sommato positiva per il dobson che va detto ha uno specchio primario non perfetto,con qualche graffio e puntini,che non si vedono nell'oculare e qualche scomodità soprattutto a causa del bilanciamento che è regolabile ma è sempre un compromesso. Passando da oculari 31,8 a 50 millimetri e diverse latitudini qualche problema di deriva lo da e fa perdere il puntamento specialmente nei cambi oculare.
Grazie, interessante recensione e confronto testa-a-testa.
Mi sembra di capire che l'inquinamento luminoso ha livellato le prestazioni sul deep, mentre un seeing nella media ha livellato quelle sul planetario.
giovanni73
11-02-2016, 17:34
Effettivamente le condizioni sono penalizzanti,però su M42 ho effettuato due osservazioni in momenti differenti,nella prima con orione più basso ma lontano da fonti di luce la nebulosa vista dal dobson era fantastica,il rifrattore li non aveva visuale,nella seconda più vicina ad un lampione a luce gialla i particolari si sono livellati ma sempre con una netta prevalenza del dobson.Sul doppio ammasso in una porzione di cielo più favorevole la differenza era enorme per brillantezza e stelle visibili.Giove mi ha effettivamente deluso ,ma del resto è il cielo che fa la differenza dal momento che come ho gia scritto le migliori osservazioni sempre da casa le ho fatte con uno sc8 e il 102 f11 acro (uno apertura 203 l'altro 102 !)e si equivalevano per particolari visibili.Interessante notare che i migliori risultati li ho ottenuti con oculari plossl ,ho anche dei planetary ed e pur essendo dei buoni oculari per la categoria di prezzo e senza particolari difetti non danno gli stessi risultati.Per quanto riguarda gli ortoscopici con un campo apparente di 40 gradi sul dobson sono un po'da masochisti
Huniseth
15-02-2016, 15:50
Avevo l'Antares, l'ho venduto per prendere il 120ed e anche perchè era troppo lungo, ma l'ho rimpianto e difatti ho preso un Individual 152/900 - Troppo comodo il rifrattore. Ovvio che sul deep ci perde e su Giove ha cromatismo, ma diaframmato a 110 quasi lo toglie senza i filtri. Troppo scomodo il dobson, e raramente è collimato bene. Motivo per cui ho venduto il 120ed e mai ho preso un newton grande, che costa un'inezia al confronto. E se proprio vuoi fare planetario, falli fuori entrambi e prendi un mak180 e un piccoletto apo tutto fare.
giovanni73
15-02-2016, 16:56
Sulla messa a punto dei newton/dobson hai ragione,l'ho preso da poco per curiosità ,però devo dire che fatte salve le inevitabili scomodità rispetto alla Neq6 + rifrattore ,non vibra nell'inseguimento(non lo davo per scontato) ed è subito pronto.Poi ,provato con un ortoscopico su pianetario è un mezzo incubo,ma per il deep rispetto all'acro non c'è storia.Sarei altrettanto curioso di mettere 'occhio in un grosso mak (io ho il 127),ma ho una domanda,è vero che ha bisogno di tanto tempo per acclimatarsi? E già che ci sono,lo hai mai confrontato con un sc 200 (Meade o Celestron)?Non penso che mi disferò molto facilmente del 150 acro,oltretutto ho anche (un po' ridondante lo ammetto)un 102 f11 acro che su pianeti e stelle doppie fa miracoli e a quel punto un piccolo apo tuttofare per disfarmi di tutto sarebbe un 120 ed .......
Huniseth
16-02-2016, 00:12
Se lo dai via te ne pentirai. Ripeto, non mi sono ripreso un 150/1200 perchè non l'ho trovato al prezzo che ho venduto il mio, e comunque è lungo. - il 152/900 è più corto ma pesa un accidenti, se trovavo un 150/750 forse non davo via il 120ed, ma sono contento così. Metterlo fuori e dopo mezz'ora guardarti le stelle puntiformi e senza il dubbio di collimare o meno è impagabile. Ma sul sistema solare nessuno batte il mak180 - chi ha preso il 120ed aveva avuto un C8, un newton 200mm e il 152/900, ma quando ha messo l'occhio nel Mak ( di giorno che non è l'ideale) e appena portato fuori con uno sbalzo di 15 gradi è rimasto di sasso.
Il discorso temperatura conta, basta metterlo fuori un paio d'ore prima di osservare, si mette fuori prima di cena e dopo è belle pronto. Il problema c'è se si va in trasferta, ma io non vado :biggrin:
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