Valerio Ricciardi
02-02-2016, 23:23
Una buonissima anticipazione, carina davvero l'idea.
Fonte: http://www.corriere.it/cronache/16_febbraio_02/primo-nano-satellite-made-italy-2c010a6e-c9d1-11e5-83af-3e75cf16ed0a.shtml
Il primo nano-satellite Made in Italy
Costruito a Torino sarà lanciato nello spazio con lo «Space Launch System» della Nasa La coordinatrice del progetto: «Volerà intorno alla Luna. La missione alla fine del 2018»
di Giovanni Caprara
«Sarà il primo nano-satellite a volare lontano nello spazio, addirittura intorno alla Luna, e lo costruiremo noi, in Italia». Anna Frosi è emozionata a raccontare la nascita di un’impresa nella quale si trova protagonista di una missione storica per l’America, l’Exploration Mission EM-1. Alla fine del 2018 partirà per il suo primo volo il nuovo razzo «Space Launch System» che la Nasa sta realizzando per volare in futuro con gli astronauti su un asteroide e poi verso Marte. È il più grande e potente mai concepito e nella sua spedizione d’esordio collauderà anche la capsula Orion, senza uomini a bordo in questo caso. Una volta circumnavigata la Luna rientrerà, quindi, sulla Terra. Ma prima che Orion si eclissi dietro la «pallida Selene» entrerà in scena l’Italia. «Il nostro ArgoMoon, come è stato battezzato — racconta la coordinatrice del progetto — si separerà dal vettore e inizierà a fotografarlo [...:wtf: Cosa? Il nostro satellite, ragionevolmente, o il vettore come parrebbe dalla costruzione della frase? Scritto così è ambiguo e impreciso NdVR ] assieme agli altri 12 nano-satelliti nati negli Stati Uniti e in altri Paesi e che via via verranno liberati nello spazio».
Una donna ingegnere ai comandi
Anna, 27 anni, milanese, nel dicembre 2013 è uscita dal Politecnico di Milano ingegnere spaziale. Dopo una meritata vacanza ha mandato il suo curriculum alla piccola società (una ventina di ingegneri) Argotec di Torino, da poco creata, ma con la determinazione di cercare vie produttive nello spazio partendo dalla ricerca. A febbraio era già al lavoro e iniziava a macinare risultati. Nei mesi scorsi ha completato un sistema innovativo che a breve volerà sulla Stazione spaziale internazionale (Iss) . È uno scambiatore di calore che si potrà applicare nelle caldaie dei nostri condomini migliorandone l’efficacia. Ora la selezione di ArgoMoon, prima da parte dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) che coordina la missione — il responsabile è Gabriele Mascetti, capo dell’Unità volo umano e microgravità — e poi da parte dell’Agenzia spaziale europea (Esa) . Infine la scelta della Nasa che fa volare i sogni. ArgoMoon rappresenterà addirittura l’Europa.
Inseguendo il fascino delle stelle
Spiega Anna Frosi: «Tutte le tecnologie saranno sviluppate in Italia, tranne alcune parti come i minuscoli propulsori e le ottiche delle due camere. Ma il sistema in cui queste saranno inserite sarà tutto nazionale». E ancora: «Ho sempre guardato all’ingegneria perché dava risposte concrete alle mie curiosità e nello spazio trovo il modo più completo per soddisfare i miei interessi. Non sono mai stata attratta dalla fantascienza ma guardavo le stelle fin da bambina ed ero soggiogata dal fascino che mi trasmettevano, dalle domande che mi spingevano a pormi».
Grande come una scatola di scarpe
Nel 2018 gli occhi elettronici del nano-satellite, grande come una scatola di scarpe (30 per 20 per dieci centimetri), riprenderanno la Terra da lontano e i profili deserti della Luna. «La Luna – continua — mi attrae perché la vediamo davanti noi, possiamo raggiungerla con le nuove tecnologie che ora possediamo imparando così a compiere il grande balzo verso Marte che resta, però, ancora lontano per le nostre capacità». Quando esce dalle camere bianche di Argotec Anna si tuffa nella letteratura. «Amo Delitto e Castigo perché è una magnifica introspezione psicologica e tra l’esplorazione dell’uomo e dello spazio trovo una sintonia».
Verso l’orbita della Luna
ArgoMoon nasce per ruotare intorno alla Luna per qualche anno, grazie alle idee del gruppetto di una decina di ingegneri (età media 28-29 anni) ora indaffarati a realizzare il progetto. «La ricerca è sempre stata l’anima dei nostri progetti — sottolinea David Avino, fondatore della società torinese proiettata nel cosmo —. Cercando sempre delle prospettive di applicazioni terrestri». Così l’azienda ha creato alcuni cibi usati sulla Iss da Luca Parmitano, Paolo Nespoli e Samantha Cristoforetti e in seguito commercializzati sulla Terra; poi ha costruito la prima macchina da caffè portata sulla base orbitale usando miscele Lavazza. E ora da Torino si proietta sulla Luna. «Ma è solo una tappa intermedia», ricorda Anna Frosi sorridendo.
2 febbraio 2016
PS/ Curiosissimo, :shock: anch'io adoro Delitto e Castigo, trovo che sia una delle cose più... assolute e intelligenti che la mente umana abbia mai concepito e trasformato in letteratura, uno specimen magnifico della civiltà umana a livello della Vergine delle rocce di Leonardo o del Poseidon di Capo Artemisio o della Commedia di Dante o dei Quadri da un'Esposizione di Mussorgsky o...
Fonte: http://www.corriere.it/cronache/16_febbraio_02/primo-nano-satellite-made-italy-2c010a6e-c9d1-11e5-83af-3e75cf16ed0a.shtml
Il primo nano-satellite Made in Italy
Costruito a Torino sarà lanciato nello spazio con lo «Space Launch System» della Nasa La coordinatrice del progetto: «Volerà intorno alla Luna. La missione alla fine del 2018»
di Giovanni Caprara
«Sarà il primo nano-satellite a volare lontano nello spazio, addirittura intorno alla Luna, e lo costruiremo noi, in Italia». Anna Frosi è emozionata a raccontare la nascita di un’impresa nella quale si trova protagonista di una missione storica per l’America, l’Exploration Mission EM-1. Alla fine del 2018 partirà per il suo primo volo il nuovo razzo «Space Launch System» che la Nasa sta realizzando per volare in futuro con gli astronauti su un asteroide e poi verso Marte. È il più grande e potente mai concepito e nella sua spedizione d’esordio collauderà anche la capsula Orion, senza uomini a bordo in questo caso. Una volta circumnavigata la Luna rientrerà, quindi, sulla Terra. Ma prima che Orion si eclissi dietro la «pallida Selene» entrerà in scena l’Italia. «Il nostro ArgoMoon, come è stato battezzato — racconta la coordinatrice del progetto — si separerà dal vettore e inizierà a fotografarlo [...:wtf: Cosa? Il nostro satellite, ragionevolmente, o il vettore come parrebbe dalla costruzione della frase? Scritto così è ambiguo e impreciso NdVR ] assieme agli altri 12 nano-satelliti nati negli Stati Uniti e in altri Paesi e che via via verranno liberati nello spazio».
Una donna ingegnere ai comandi
Anna, 27 anni, milanese, nel dicembre 2013 è uscita dal Politecnico di Milano ingegnere spaziale. Dopo una meritata vacanza ha mandato il suo curriculum alla piccola società (una ventina di ingegneri) Argotec di Torino, da poco creata, ma con la determinazione di cercare vie produttive nello spazio partendo dalla ricerca. A febbraio era già al lavoro e iniziava a macinare risultati. Nei mesi scorsi ha completato un sistema innovativo che a breve volerà sulla Stazione spaziale internazionale (Iss) . È uno scambiatore di calore che si potrà applicare nelle caldaie dei nostri condomini migliorandone l’efficacia. Ora la selezione di ArgoMoon, prima da parte dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) che coordina la missione — il responsabile è Gabriele Mascetti, capo dell’Unità volo umano e microgravità — e poi da parte dell’Agenzia spaziale europea (Esa) . Infine la scelta della Nasa che fa volare i sogni. ArgoMoon rappresenterà addirittura l’Europa.
Inseguendo il fascino delle stelle
Spiega Anna Frosi: «Tutte le tecnologie saranno sviluppate in Italia, tranne alcune parti come i minuscoli propulsori e le ottiche delle due camere. Ma il sistema in cui queste saranno inserite sarà tutto nazionale». E ancora: «Ho sempre guardato all’ingegneria perché dava risposte concrete alle mie curiosità e nello spazio trovo il modo più completo per soddisfare i miei interessi. Non sono mai stata attratta dalla fantascienza ma guardavo le stelle fin da bambina ed ero soggiogata dal fascino che mi trasmettevano, dalle domande che mi spingevano a pormi».
Grande come una scatola di scarpe
Nel 2018 gli occhi elettronici del nano-satellite, grande come una scatola di scarpe (30 per 20 per dieci centimetri), riprenderanno la Terra da lontano e i profili deserti della Luna. «La Luna – continua — mi attrae perché la vediamo davanti noi, possiamo raggiungerla con le nuove tecnologie che ora possediamo imparando così a compiere il grande balzo verso Marte che resta, però, ancora lontano per le nostre capacità». Quando esce dalle camere bianche di Argotec Anna si tuffa nella letteratura. «Amo Delitto e Castigo perché è una magnifica introspezione psicologica e tra l’esplorazione dell’uomo e dello spazio trovo una sintonia».
Verso l’orbita della Luna
ArgoMoon nasce per ruotare intorno alla Luna per qualche anno, grazie alle idee del gruppetto di una decina di ingegneri (età media 28-29 anni) ora indaffarati a realizzare il progetto. «La ricerca è sempre stata l’anima dei nostri progetti — sottolinea David Avino, fondatore della società torinese proiettata nel cosmo —. Cercando sempre delle prospettive di applicazioni terrestri». Così l’azienda ha creato alcuni cibi usati sulla Iss da Luca Parmitano, Paolo Nespoli e Samantha Cristoforetti e in seguito commercializzati sulla Terra; poi ha costruito la prima macchina da caffè portata sulla base orbitale usando miscele Lavazza. E ora da Torino si proietta sulla Luna. «Ma è solo una tappa intermedia», ricorda Anna Frosi sorridendo.
2 febbraio 2016
PS/ Curiosissimo, :shock: anch'io adoro Delitto e Castigo, trovo che sia una delle cose più... assolute e intelligenti che la mente umana abbia mai concepito e trasformato in letteratura, uno specimen magnifico della civiltà umana a livello della Vergine delle rocce di Leonardo o del Poseidon di Capo Artemisio o della Commedia di Dante o dei Quadri da un'Esposizione di Mussorgsky o...