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Visualizza Versione Completa : Le mani di Bulgari sull'EUR



serastrof
12-12-2015, 19:09
http://www.forumskylive.it/viewtopic.php?f=11&t=19276

Valerio Ricciardi
13-12-2015, 11:14
Non so quanto tanto sfavillio di fari in cielo possa rientrare nelle deroghe (dannatissime) previste per manifestazioni temporanee. Proverò a verificare con l'UAI.

Le due statue simulacri di "Oscar" ben si sposano col modello hollywoodiano; credo sia nato negli USA a suo tempo, con le fotoelettriche sviluppate nella Prima Guerra Mondiale e poi rimaste disponibili e inutilizzate alla fine del conflitto, il gusto di sottolineare l'importanza sfarzosa di un evento mondano roteando luci verso l'alto.

Ossia, illuminare dal basso un edificio ha una ratio già più comprensibile (anche se dal nostro punto di vista è nocivo, ha una logica: do' risalto a qualcosa illuminando molto l'edificio che la ospita), mentre i fari e i proiettori verso Zenit o roteanti son come i matrimoni meridionali in cui si offre TROPPO da mangiare agli invitati, come tentativo apotropaico di scongiurare una futura ipotetica ristrettezza degli sposi.
E' un augurare abbondanza e prosperità... sprecando montagne di soldi oltre il necessario per un ottimo e abbondante pranzo che se fossero messi su un conto corrente loro intestato farebbero ben più comodo per gli inizi della vita in due.

L'evento è otticamente spiacevole anche se transitorio, quindi non lo trovo particolarmente grave;

La cosa che mi vien da rimarcare è che in generale la nostra società ha paura del buio.
Tutto l'immaginario collettivo dà un valore negativo al buio.

Vede la luce come vita, anche di notte.
Angosciato (e vorrei vedere) dopo gli attentati di Parigi, Hollande ha detto alla commemorazione che i terroristi non avrebbero potuto piegare Parigi, «la città che vive di giorno e brilla di notte».
Esatto, Parigi, la Ville Lumiére.
Di notte è viva, perché è illuminata.
Dai tempi della bélle époque, la rete di illuminazione coi lampioncini a gas di Parigi fu uno dei simboli del momento d'oro di quella città, che divenne in quel periodo il vero centro del mondo, la sede ideale per ogni artista di avanguardia, mentre Londra malgrado la City delle banche e dei commerci era tetra, triste, poco desiderabile al confronto.

Buio per l'uomo moderno occidentale vuol dire solo in prima analisi possibilità di inciampare in una buca che non vedi, nel suo inconscio buio è associato a tenebre, paura, animale feroce che esce dal bosco e ti mangia senza che tu possa vederlo per tempo, assassino col coltello che sbuca dal vicolo.
Il buio è associato al freddo.
Alla povertà (non puoi illuminare, costa soldi).
La piccola fiammiferaia resta al freddo e al buio guardando attraverso i vetri gelati e appannati la festa sontuosa piena di camerieri in redingòte e lampadari scintillanti e tante buone cose da mangiare che si svolge all'interno.
I depressi in crisi grave se ne stanno tappati in casa con le tapparelle abbassate e pochissima luce.
Spesso si intuisce che un anziano sta andando in depressione perché la mattina lascia le tapparelle semichiuse e accende un abat-jour invece di tirar su.
Nella canzone di Guccini "il pensionato" si cita "la lampadina fioca, quella da trenta candele".
Le persone contente si definiscono "solari".
Le belle ragazze si mettono sotto al sole e si abbronzano, a una persona malaticcia e di aspetto esangue si dice "mamma mia, sei bianca come un cadavere, prenditi un po' di Sole!"
Pierrot con la sua lacrimuccia (sempre detestato per quel che mi riguarda) se ne sta tutto malinconico a lamentarsi dei suoi sentimenti non corrisposti sotto una falce di Luna, mica di giorno.

Il buio richiama incosciamente il buio eterno, ossia alla morte.
Dentro un loculo al cimitero è buio, al cimitero si accendono lumini per rischiarare le tenebre della fine.
Quando uno muore, poveraccio, gli si augura "et lux perpètua lùceat eis", ossia continui per lui la vita simboleggiata dalla luce (quando è giorno si vive, si agisce, la notte è buio e se tutto va bene si dorme, augurandosi di rivedere la luce del giorno dopo).

Dopo una fase di crisi, personale o sociale, se le cose iniziano ad andare meglio si dice "forse si inizia a rivedere la luce in fondo al tunnel".

Perciò penso che a prescindere dalle leggi e dalla loro applicazione, a prescindere dall'ineludibile necessità di arrivare ad una Legge Nazionale (sulla difformità fra le leggi regionali chi produce apparecchi illuminanti per esterni sguazza letteralmente, potendo vendere apparecchi estremamente irrazionali e nocivi... "ma io mica so dove verranno installati, il rispetto delle leggi locali è compito dell'acquirente!"), sia necessario un lavorio di informazione e di carattere culturale, capace di veicolare il valore positivo della notte, del buio e del cielo stellato.

Parlando del buio TUTTO IN POSITIVO.

Dei vantaggi biologici per l'organismo derivanti dall'avere una corretta alternanza fra giorno e notte, del risparmio energetico importante ottenibile (la bolletta dell'ACEA pubblica di Roma come quella delle altre città è suddivisa fra i cittadini...), della migliore visibilità che si gode quando l'illuminazione notturna è correttamente orientata e della giusta intensità, dei vantaggi per la sicurezza pubblica quando le telecamere di videosorveglianza non sono abbagliate dalla luce dispersa verso l'alto da lampioni e insegne, della migliore qualità del sonno se non sei costretto a difenderti dalla luce esterna con pesanti tendaggi, del senso di pace che dà la notte stellata, della penombra come ausilio alla rilassatezza e alla riflessione, alla meditazione, non all'angoscia.
Eccetera eccetera eccetera eccetera.

Non ha senso "protestare" per affermare delle esigenze che non son - culturalmente- percepite tali da nessuno che non sia un astrofilo o un biologo specializzato in chirotteri o in fauna delle caverne.
NON ESISTE allo stato attuale una base di opinione pubblica che sia in grado di considerare utile occuparsi di inquinamento luminoso. N-O-N . . . E-S-I-S-T-E .
Va creata, ci vuole una strategia di comunicazione.

E' NORMALE che ci si sentirebbe rispondere "le strade son piene di buche, mio figlio la settimana scorsa c'è caduto con lo scooter e si è rotto due costole, i cassonetti puzzano e strabordano immondizia, l'autobus non passa e tu mi vai a dire che bisogna orientare meglio i lampioni?... ma nun c'hai 'gnente de mejo da fà stammatina, tu?"
Al confronto, il crollo istantaneo di popolarità che subì il sindaco romano Marino quando come prima azione da Sindaco l'idiota (nel senso del libro di Dostoevskij) chiuse al traffico privato via dei Fori Imperiali gettando nel caos il rione Colle Oppio in cui chiusero in meno di un anno moltissimi negozi per via del traffico deviato malconvogliato che impediva di fermarsi a comprare qualcosa, sarebbero zollette di zucchero.
Forse che l'idea di Fori Imperiali pedonalizzati e fulcro di un area archeologica più facilmente interconnessa era poco virtuosa, in sé?

Se, ipoteticamente, sapendo con anticipo quanto si stava preparando all'EUR - che, sia chiaro, mi pare un'inutile e costosa cafonata - si fosse potuta organizzare una rumorosa manifestazione con un centinaio di astrofili (impossibile) dotati di cartelli e di volantini esplicativi della ragione della loro protesta, ammettendo che la cosa riuscisse alla grande ed avesse un qualche risalto mediatico, probabilmente avrebbe guadagnato alla "causa" una citazione nel programma La Zanzara di Radio 24, quello condotto da Cruciani e Parenzo, e i partecipanti alla manifestazione sarebbero stati sbeffeggiati in modo volgare e triviale, mandando in onda in diretta nazionale telefonate di ascoltatori che li insultavano, e trattandoli alla stessa stregua degli animalisti che fanno i blitz per liberare i poveri visoni dagli allevamenti (ottenendo di solito solo una catastrofe ecologica locale). Bel risultato.

Si deve IMHO iniziare dalle scuole elementari, che son già state la testa di ponte per iniziare a diffondere la raccolta differenziata nelle case (le maestre lo insegnano ai bambini, i genitori si adeguano vedendo l'esempio dei piccoli che non se la sentono di smentire).

Ce n'è da fare. Tanto. :hm: