Visualizza Versione Completa : informazione filtri colorati e skyglow
UpInTheSky
05-09-2015, 21:29
siccome non trovo nessuna discussione in proposito chiedo...
ma la percentuale di trasmissione dei filtri si riferisce alla luce passante? cioè l'83% di un W8 significa che taglia il 17% di luce in arrivo? come se si diaframmasse il tele?
mi chiedevo se potevo tenere montato il filtro giallo chiaro anche nell'osservazione degli oggetti deboli oppure è meglio toglierlo.
anche i filtri come lo skyglow e simili "tolgono" luce?
grazie.
etruscastro
06-09-2015, 09:15
la percentuale che trovi a fianco del filtro è la "quantità" di luce trasmessa.
io non sono un grande amante dei filtri wratten, però non è corretto pensare ad un filtro la cui trasmissività è paragonata al diaframma di un telescopio, con il filtro le proprietà ottiche dello strumento rimangono le stesse a meno di non andare a modificare in parte le aberrazioni cromatiche (soprattutto sui rifrattori!).
altro discorso invece sono i filtri interferenziali, come l'UHC o l'OII ed altri, questi operano solo nella banda passante per cui sono stati concepiti, l'OIII ad esempio è molto utile per le nebulose planetarie essendo ricchi di tracce di Ossigeno ionzzato due volte.
io per il deep sky non userei il filtro giallo, a meno che, come detto, per oggetti specifici non usi filtri specifici ma ci deve essere anche un buon diametro del proprio strumento per avere abbastanza "luce"....
UpInTheSky
06-09-2015, 13:53
quindi esempio pratico
se guardo M13 e metto un filtro giallo chiaro alcune stelle più deboli spariscono proprio "mangiate" dal filtro giusto? oppure questa cosa è trascurabile?
ho letto che negli acro come il mio un giallo è utile pure sul deep sky per dare più contrasto in quanto taglia il l'aberrazione, sarà vero?
a quanto ho capito anche i filtri migliori tagliano luce, su una nebulosa per esempio tagliano pure un po' di luminosità della stessa, ma visto che abbattono quasi totalmente tutto il resto risalta meglio... mi pare di aver capito questo
etruscastro
07-09-2015, 09:31
diciamo che nell'uso diurno e terrestre un filtro giallo o Frange Killer o Contrast Booster migliora la visione soprattutto sui rifrattori a rapporto focale corto, da una visione d'insieme più contrastata abbattendo proprio il residuo cromatico.
nel deep sky (dove per deep sky si parla di ammassi aperti-globulari-galassie-nebulose di tutti i tipi) è improprio parlare di cromatismo in virtù della bassa luminosità (intesa come magnitudine integrata e come Luminosità Superficiale) degli oggetti.... anche puntando un'oggetto "luminoso" come M13 l'aberrazione cromatica non influisce sulla qualità dell'osservazione.
i filtri non devono essere pensati per "vedere di più" ma per "vedere meglio", perché la luce in entrata è sempre legata al diametro di apertura dello strumento, mentre su alcuni tipi di oggetti, quelli che hanno un'emissione chimica particolare (idrogeno-ossigeno-calcio-), hanno bisogno di "aiuti" per essere osservati o impressi sul sensore, per questo sulle nebulose di usano filtri come l'UHC o l'OIII o l'Halfa o Hbeta o filtri particolare sul Sole come il K calcio, la luce in entrata però è sempre la stessa è soltanto sul sensore (occhio o CCD) che con l'aggiunta di un filtro è visibile soltanto la banda passante di quel determinato filtro (l'Ossigeno ionizzato due volte ad esempio nel filtro OIII).
è ovvio che un filtro più è "stretto" cioè più è limitata la sua banda passante e più è "scuro" sugli oggetti in virtù proprio del suo uso specifico, ed è anche per questo che filtri troppo stretti sono sconsigliati in strumenti piccoli di diametro perché non sortirebbero vantaggi apprezzabili; diciamo che un filtro stretto come l'OIII ci vorrebbe almeno un 8" abbinato ad un cielo buio.
Marcos64
07-09-2015, 09:33
Piu' chiaro di cosi'! Grazie
UpInTheSky
07-09-2015, 12:46
per il planetario dovrebbe essere utile quindi :thinking:
Valerio Ricciardi
07-09-2015, 13:54
Devi distinguere nella tua mente l'approccio ai filtri, separando molto bene quando si tratta di filtri interferenziali (che quindi tendono a selezionare una banda che interessa cercando di filtrare la componente spuria che può ad esempio essere affetta da inquinamento luminoso) da filtri che pur non essendo interferenziali si possono utilizzare per ridurre il cromatismo residuo dei rifrattori non proprio perfetti (come usare un giallo chiaro dietro un doppietto acromatico a fuoco non molto lungo);
dai filtri colorati utilizzati nell'osservazione planetaria, il cui utilizzo peraltro mi pare si stia riducendo progressivamente nel tempo per via delle grandi aperture con alto contrasto e bassissimissimo cromatismo residuo permesse oggi a costi umani dai Maksutov-Gregory e dai Rutten-Maksutov; nonché dalla diffusione di doppietti ED non perfetti ma di buon livello ed abbordabili.
I filtri colorati di contrasto, in astronomia, funzionano proprio come funzionano nella fotografia in bianco e nero. In estrema sintesi, un filtro della luce incidente favorisce, ossia non blocca, il passaggio della componente di frequenza corrispondente al proprio colore e ostacola il passaggio delle altre frequenze tanto più, quanto distanti esse sono sullo spettro.
Perciò un filtro rosso farà passare la totalità delle radiazioni rosse e buona parte dell'infrarosso prossimo, abbastanza bene l'arancione, discretamente il giallo, bloccherà totalmente le radiazioni ultraviolette, pressoché totalmente quelle viola, quasi tutte quelle blu e la gran parte di quelle verdi.
Un filtro verde al contrario farà passare benissimo la componente verde (se c'è) della luce che arriva, abbastanza bene il blu, benino anche il giallo, maluccio l'arancione, malissimo il rosso e l'infrarosso.
E così via.
Ora, ammettiamo che tu voglia vedere la macchia rossa su Giove, che negli ultimi anni è sempre meno marcata, rossa e grande. Tu la vedrai "bene" se essa produrrà un contrasto di luminosità abbastanza marcato con la superficie a basso contrasto del pianeta; essendo esso neutro/beige, se utilizzi un filtro verde o blu chiaro questo influenzerà poco i colori tenui del fondo, ma scurirà di molto rispetto ad esso la macchia che è rossastra (il filtro blu tende a bloccare la luce rossa...); vedrai "meglio" la macchia rossa perché risulterà più staccata dal fondo di prima.
Ma su una superficie di Giove colorata globalmente di azzurro, però. Il prezzo da pagare.
Se userai un filtro rosso chiaro, essa praticamente sparirà del tutto confondendosi col fondo di un Giove che vedrai tutto rossastro.
Su Marte, un filtro rosso schiarirà (in proporzione) il fondo delle pianure arrossate da ossidi di ferro, e marcherà meglio i contorni della Grande Sirte che ha un tono globalmente verdastro (il verde è circa il complementare del rosso...) PERO' le calotte polari, quasi bianche assolute e insomma, decisamente poco colorate, tingendosi del tono rosso del filtro si confonderanno col fondo rossastro - che sarà rimasto grossomodo tal quale a prima.
Un filtro sul verde, schiarirà la Grande Sirte ma scurendo le aree ossidate di tono rugginoso esalterà i limiti delle calotte polari che di rosso han poco o nulla e resteranno sostanzialmente tal quali come densità (anche se "colorate" dal tono verde del filtro).
Non so se ho reso l'idea. :rolleyes:
UpInTheSky
07-09-2015, 15:19
non è mia intenzione usare filtri colorati oltre al giallo chiaro. a questo punto lo userò solo sui pianeti e mi premurerò di toglierlo sul deep sky:weeabooface:
UpInTheSky
12-09-2015, 03:27
ho potuto testare questo filtro giallo chiaro su
sole
saturno
ammassi aperti
in tutti e 3 la messa a fuoco è più agevole (non chiedetemi come mai), spariscono gli aloni e la corsa della zona a fuoco sembra più lunga
sul sole aumenta il contrasto e si colora di un giallino piacevole. 32 e 70x
su saturno sparisce un po' di luce diffusa, i satelliti meno luminosi perdono un po' di luce ma il pianeta e la sua divisione risaltano meglio (150x)
sugli ammassi aperti fa lo stesso effetto della messa a fuoco agevolata, le stelle sono più puntiformi e secche.
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per essere solo un filtro giallo chiaro è un buon risultato
Angeloma
12-09-2015, 08:59
È cosa nota che occhiali con lenti che vanno dal giallino all'ambra e all'arancione chiaro (questo può essere troppo spinto) migliorano il contrasto visivo e spesso neanche di poco. Applicando un filtro del genere al binocolo o ad un telescopio si ottiene il medesimo effetto.
etruscastro
12-09-2015, 09:19
ti sembra che fuocheggi meglio perché il filtrino giallo abbatte in parte l'aberrazione cromatica e lo spettro cade più facilmente in un punto del fuoco più preciso, o almeno questo è quello che il tuo occhio vede, ma se funziona bene così!
UpInTheSky
12-09-2015, 11:38
si credo sia proprio questo!
cherubino
12-09-2015, 14:47
Perdonatemi ma ultimamente, complici molteplici impegni, mi perdo alcune discussioni utili e giungo sempre un po' in ritardo.
Come diceva giustamente Valerio i filtri "filtrano".
In realtà il loro effetto, sempre e comunque, è quello di PEGGIORARE le cose.
Con questo non dico che non siano utili, anzi, ma la fisica che sta alla loro base è quella di ridurre qualcosa, trattenere, schermare, limitare il passaggio di una parte dell'informazione (indipendentemente che questa si possa ritenere utile o no).
Vanno quindi usati CUM GRANO SALIS e solamente o soprattutto per identificare un certo particolare a discapito degli altri.
Questo in generale, poi si potrebbe aprire una lunghissima dissertazione sui filtri colorati da un lato e quelli "correttivi" (o quantomeno così chiamati) dall'altro.
Tra i primi metto tutti i Wratten e derivati (giallo, rosso, blu, verde, viola, etc...), tra i secondi quelli che vengono altisonatamente chiamati "frange killer", "manus violet", "semi api", etc.. la cui utilità (li ho provati e avuti praticamente tutti) ancora bene mi sfugge.
poi continuo un attimo...
Paolo
UpInTheSky
12-09-2015, 14:53
posso dirti che in terreste e sulle stelle l'alone viola nel mio f5 di vede, e mi mette in difficoltà con la maf, col w8 invece l'alone viola sparisce ed è tutto più piacevole
cherubino
12-09-2015, 14:55
dicevo...
il fine di questi filtri "correttivi", de facto, è quello di pubblicizzare la possibilità di rendere un "banale" acromatico, più perforante.
In realtà questo non è affatto vero.
Quello che fanno è eliminare una parte dell'informazione (o quantomeno LIMITARLA).
Nel caso degli acromatici, per i quali si tende ad utilizzare questi filtri (e non sempre nel migliore dei modi), si perde gran parte dell'informazione nelle righe spettrali del blu, violetto, e limitrofi.
Questo apparentemente rende l'imagine più pulita e si ha la sensazione di vedere di più, in realtà si vede meno ma quello che si vede risulta più nitido.
Quindi vanno usati coscienti di ciò che si ottiene.
Non rendono come dicono "semi-apo" un rifrattore da 300 euro... :angel:
Limitano semplicemente che ciò che non va a fuoco giunga all'occhio dell'osservatore.
L'immagine è più gradevole, solitamente (ma non sempre), ma ciò che prima era "sfuocato" (mi si perdoni l'inesattezza ma serve a capirci) semplicemente non si vede più.
Paolo
cherubino
12-09-2015, 14:59
diverso è ciò che CERCAVA di fare il chiacchierato CROMACORR della Aries che, differentemente, aveva come fine quello di tentare di mettere a fuoco proprio la radiazione che l'obiettivo primario non era capace di focalizzare insieme alle altre.
L'intento, ovviamente geniale, era però assolutamente dipendente dal tipo di acromatico usato.
In teoria un cromacorr avrebbe dovuto essere tarato sul singolo esemplare di rifrattore usato ma questo era impossibile così si tentò di creare dei "range" più o meno precisi di applicazione (rifrattori intorno a f8 ad esempio) oppure tra f6 e f8, e così via.
Il risultato era sicuramente migliore ma sempre non preciso.
Purtroppo la limitata applicabilità generale di questi filtri e il loro costo non popolare li ha resi poco diffusi.
In realtà, per le case produttrici, sarebbe facile realizzare dei "cromacorr" dedicati al costo di poche centinaia di euro ma il loro impiego sarebbe ottimizzato solo per "quello specifico telescopio".
Paolo
UpInTheSky
12-09-2015, 15:00
meglio toglierlo che vederlo sfocato :biggrin:
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