Lucio Corrente
29-07-2015, 13:44
Le bellissime immagini che ci sta inviando New Horizons mi
hanno fatto molto riflettere circa lo stretto rapporto
esistente tra la fisica e l’arte musicale.
Infatti, fin da piccolo, quando cercavo informazioni sulle ancora
poco conosciute caratteristiche di Plutone, ricordo che ero
profondamente affascinato da questo oggetto, così lontano
da noi che la luce, pur con la sua fantastica velocità,
impiegava 4 ore e mezza per coprirne la distanza. Essendo
l'ultimo pianeta del Sistema solare, Plutone me lo sono sempre
immaginato sul bordo esterno di questa rassicurante zattera,
sull'orlo di un abisso che è lo spazio interstellare.
Vederne adesso le nitide immagini è per me quasi
sconvolgente se le paragono al misterioso puntino
raffigurato nella mia enciclopedia del lontano 1976!
La dinamica del sistema binario
Plutone/Caronte l'ho immediatamente associata alla musica: Plutone e la sua luna più grande costretti dalla loro stessa gravità ad una
vorticosa danza nel freddo spazio siderale ai limiti del
Sistema Solare. Inoltre, questo sistema accoppiato prosegue
il suo moto di rivoluzione attorno al Sole in risonanza
orbitale con Nettuno con un rapporto di 2:3 oppure, se
vogliamo privilegiare il punto di vista di Nettuno, di 3:2 ;
tre rivoluzioni di Nettuno corrispondono esattamente a due
rivoluzioni di Plutone.
In musica il suono generato dalla sovrapposizione di due
note le cui frequenze sono in rapporto 3:2 è ciò che nella
teoria musicale viene chiamato un accordo di quinta giusta.
Esso crea un senso di vuoto e incertezza tonale, giusto per
fornire un esempio, l’inizio della IX sinfonia di
Beethoven che è pervaso da questo accordo, è un qualcosa
che secondo me da l'idea di un ordine che nasce dal caos
indistinto e indeterminato. E personalmente trovo veramente affascinante che
i due pianeti che delimitano il nostro Sistema solare
"intonino" questo suono!
Il compositore Gustav Holst nel 1916 scrisse
la celebre suite per orchestra "I Pianeti ", con la quale cercò di descrivere musicalmente le peculiarità di ogni pianeta del sistema solare. Plutone di cui venne scoperta
l'esistenza solo nel 1930, ovviamente non figurava nella
composizione.
Ora mi chiedo cosa avrebbe composto Holst se fosse venuto a conoscenza dell'esistenza di Plutone e delle caratteristiche pseudo musicali ?!!
Lucio
hanno fatto molto riflettere circa lo stretto rapporto
esistente tra la fisica e l’arte musicale.
Infatti, fin da piccolo, quando cercavo informazioni sulle ancora
poco conosciute caratteristiche di Plutone, ricordo che ero
profondamente affascinato da questo oggetto, così lontano
da noi che la luce, pur con la sua fantastica velocità,
impiegava 4 ore e mezza per coprirne la distanza. Essendo
l'ultimo pianeta del Sistema solare, Plutone me lo sono sempre
immaginato sul bordo esterno di questa rassicurante zattera,
sull'orlo di un abisso che è lo spazio interstellare.
Vederne adesso le nitide immagini è per me quasi
sconvolgente se le paragono al misterioso puntino
raffigurato nella mia enciclopedia del lontano 1976!
La dinamica del sistema binario
Plutone/Caronte l'ho immediatamente associata alla musica: Plutone e la sua luna più grande costretti dalla loro stessa gravità ad una
vorticosa danza nel freddo spazio siderale ai limiti del
Sistema Solare. Inoltre, questo sistema accoppiato prosegue
il suo moto di rivoluzione attorno al Sole in risonanza
orbitale con Nettuno con un rapporto di 2:3 oppure, se
vogliamo privilegiare il punto di vista di Nettuno, di 3:2 ;
tre rivoluzioni di Nettuno corrispondono esattamente a due
rivoluzioni di Plutone.
In musica il suono generato dalla sovrapposizione di due
note le cui frequenze sono in rapporto 3:2 è ciò che nella
teoria musicale viene chiamato un accordo di quinta giusta.
Esso crea un senso di vuoto e incertezza tonale, giusto per
fornire un esempio, l’inizio della IX sinfonia di
Beethoven che è pervaso da questo accordo, è un qualcosa
che secondo me da l'idea di un ordine che nasce dal caos
indistinto e indeterminato. E personalmente trovo veramente affascinante che
i due pianeti che delimitano il nostro Sistema solare
"intonino" questo suono!
Il compositore Gustav Holst nel 1916 scrisse
la celebre suite per orchestra "I Pianeti ", con la quale cercò di descrivere musicalmente le peculiarità di ogni pianeta del sistema solare. Plutone di cui venne scoperta
l'esistenza solo nel 1930, ovviamente non figurava nella
composizione.
Ora mi chiedo cosa avrebbe composto Holst se fosse venuto a conoscenza dell'esistenza di Plutone e delle caratteristiche pseudo musicali ?!!
Lucio