La costellazione dell’Idra

Siamo arrivati finalmente alla costellazione più grande di tutta la volta celeste: ma dove si trova? Magari ce l’abbiamo lì davanti ai nostri occhi senza saperlo


Questa serie di articoli fa uso del Simulatore di costellazioni in 3D, descritto in questo articolo. Se si dovessero riscontrare problemi nel caricamento delle pagine, scaricare manualmente l’ultima versione di JRE (Java Runtime Environment) all’indirizzo:
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la costellazione dell'Idra
la costellazione dell’Idra

Si tratta di una costellazione davvero grande, dal momento che copre una superficie di 1303 gradi quadrati: pensate che inizia dalle parti della costellazione del Cancro, si arrotola e si srotola al di sotto del Leone e della Vergine, per finire tra i piatti della Bilancia. Se avete presente ad esempio quanto è grande il Leone oppure ancor di più la Vergine, allora potete vagamente immaginare quanto è vasta la costellazione dell’Idra. Dicevo che forse ce l’abbiamo lì davanti agli occhi senza saperlo: grazie alla mappa di Stellarium non ci dovrebbero essere più problemi a trovarla nel cielo!

Benché sia povera di stelle particolarmente luminose, possiede invece un discreto gruppo di stelle vicine, un altra famigliola di stelle grandi (tra le quali un Gargantua stellare) e tanti oggetti deep sky molto interessanti. Stavolta iniziamo proprio da questi ultimi, un paio dei quali davvero suggestivi.

Oggetti Deep Sky

Iniziamo questa ricca carrellata di foto (realizzate quasi tutte dall’HST: ricordo che cliccandole se ne può vedere una versione a maggiore risoluzione) con la splendida Southern Pinwheel Galaxy (la girandola meridionale), nota e catalogata come M83

la splendida galassia M83
la splendida galassia M83

passiamo poi ad un globular cluster, M68, anche lui davvero splendido (guardatelo in alta risoluzione!)

il Globular Cluster M68
il Globular Cluster M68

seguito da un ammasso stellare aperto, catalogato da Messier come M48

l'ammasso stellare aperto M48
l’$ammasso stellare$ aperto M48

Passando agli oggetti del New General Catalogue, incontriamo NGC 3109, una $galassia$ irregolare

la galassia irregolare NGC 3109
la $galassia$ irregolare NGC 3109

per poi imbatterci nella $galassia$ a spirale barrata $NGC$ 3621.

la galassia a spirale barrata NGC 3621
la $galassia$ a spirale barrata NGC 3621

Ma il piatto forte deve ancora arrivare: intanto vediamo una stranissima nebulosa planetaria ($NGC$ 3242) denominata The Ghost of Jupiter (il fantasma di Giove), che trae il nome dal fatto che al telescopio assomiglia al pianeta, ma sotto sembianze decisamente spettrali

la nebulosa detta "The Ghost of Jupiter"
la nebulosa detta “The Ghost of Jupiter”

Siamo arrivati infine ad una fotografia assolutamente eccezionale per la singolare coincidenza che testimonia: stiamo vedendo $NGC$ 3314, un esempio più unico che raro di perfetto allineamento tra due galassie, in realtà lontanissime tra loro. La più vicina, $NGC$ 3314a, si trova infatti a circa 117 milioni di anni luce da noi, mentre la seconda, $NGC$ 3314b, dista circa 140 milioni di al: sono i 23 milioni di al tra le due galassie che fanno la differenza: i due oggetti infatti non interagiscono minimamente fra loro…

la galassia "doppia" NGC 3314
la $galassia$ “doppia” NGC 3314

L’Idra in 3D

l'applet dell'Idra
l’applet dell’Idra

La grandezza della costellazione e soprattutto l’estensione delle coordinate in ascensione retta, mi hanno costretto ad un certo livello di zoom iniziale, per fare entrare tutta la pagina virtuale all’interno del frame di visualizzazione: questo fatto comporta che ruotando la pagina con le frecce destra e sinistra, quando arriviamo alla pagina vista di taglio, anche la stella più lontana (1003 anni luce) appaia abbastanza vicina al foglio. Sappiamo però che possiamo comunque  zoomare con i tasti “+” e “” e centrare il foglio con i tasti “z” e “x” e perciò osservare un po’ meglio quasiasi zona del diagramma: se per caso dovessimo perdere la pagina (spostandola ad esempio troppo di lato) sappiamo che possiamo ritornare sempre alla situazione iniziale premendo il tasto “esc“.

Dato che si tratta comunque di un serpentone, in questo caso il tasto “f” non funziona in quanto nemmeno H.A.Rey era riuscito a ricavare dai puntini (le stelle!) un disegno migliore, come invece il più delle volte gli era riuscito.

Parecchie stelle vicine a noi

Come dicevo all’inizio, l’Idra contiene 8 stelle al di sotto della soglia che mi sono imposto in questi articoli, 60 anni luce, distanza dalla quale il nostro Sole diventa una stella invisibile ad occhio nudo (la sua magnitudine scende sotto la sesta), nella fantascientifica ipotesi che un domani l’uomo possa portarsi a quella distanza, nelle vicinanze di una di queste stelle più vicine, per verificare quanto conosciamo solo in base alle formule: grazie alla nostra astronave Celestia, noi siamo in grado di anticipare quale sarà lo spettacolo che si presenterà agli occhi dei fortunati navigatori galattici (umani o macchine che siano) osservando la posizione del Sole sulla volta celeste.

In questa tabella ho raggruppato queste stelle indicandone la distanza crescente in anni luce, il nome della stella (con il link, cliccando il quale si apre l’immagine ripresa con Celestia) e da ultimo la sua classe spettrale.

Distanza
(anni luce)
Nome della Stella
e link alla foto
Classe
Spettrale
21.4GJ3877M7
29Gliese 433M2
31HIP 56452K0
49HIP 47592G0
56HIP 43726G3
56τ1 AqlF6
58HIP 69965F7
58HIP 57507G5

Iniziando dalla più vicina, GJ 3877, vediamo che il Sole appare in una zona di cielo dove convivono stelle del nostro Ariete (Hamal e Sheratan),del Centauro (α Cen), stelle del Perseo ed in alto le ben note Pleiadi: perciò il Sole si trova in una zona boreale dove il vero intruso è α Cen, in virtù della sua vicinanza, per il solito fantastico gioco di tridimensionalità delle stelle nello spazio.

Da Gliese 433 il Sole appare più debole e stavolta tra stelle di Andromeda (ed infatti a sinistra si vede la Galassia M31), del Pegaso, con il solito intruso.

A dimostrazione dell’estensione della costellazione dell’Idra, il Sole, visto da HIP 56452, appare in una zona di cielo contenente ancora stelle di Andromeda e Pegaso, ma stavolta troviamo un paio di intrusi illustri (Sirio e Procione) e altre stelle notissime come Altair e Vega.

Dall’ultima stella di cui ho realizzato la foto, HIP 47592, il Sole appare più o meno nella stessa zona di Gliese 433 con vicina la Galassia di Andromeda: prospetticamente, è ovvio!

Una stella molto grande ed altre niente male

confronto fra le stelle dell'Idra ed altre note
confronto fra le stelle dell’Idra ed altre note

Dando un’occhiata al diagramma che ho realizzato per confrontare le stelle più grandi dell’Idra con altre stelle che via via abbiamo incontrato nella serie di articoli, stavolta balza subito agli occhi un vero mostro stellare, una variabile supergigante rossa (W Hya) grande la bellezza di 550 volte il nostro Sole, appena accennata lassù in alto a sinistra, seguita da un trenino di stelle di dimensioni inferiori, quasi tutte di classe spettrale K: 44 Hya è un mostriciattolo di 140 volte il diametro del nostro Sole, niente male davvero.

Poi troviamo 28, φ2, α, ω, μ, E, a ed infine F Hya, con valori a scalare tra 64 e 33 volte il nostro Sole: sono voluto arrivare fino a F Hya prima di tutto perché è un’ennesima stella qualunque, grande quanto la blasonata Aldebaran e poi perché è una gigante gialla, perciò una sorella maggiore del nostro Sole, esattamente della stessa classe spettrale G2.

la supergigante W Hya dalla distanza di 10 UA
la supergigante W Hya dalla distanza di 10 UA

Tranquilli, non mi sono dimenticato dei miei amici Whyani e del mostro stellare attorno al quale ruota il loro pianeta d’origine: nonostante si trovino a 82.4 UA dal loro astro ed in un pianeta ricoperto da nubi, questa supergigante rossa fa sentire pesantemente la sua presenza   inquietante che regala un’alta temperatura ed un cielo dal colore rossastro. Dalla consueta distanza di 10 UA questa stella appare come un minaccioso disco rosso dal diametro di ben 23°.

L’aspetto dell’Idra nel tempo

Siamo arrivati al consueto appuntamento con la retrospettiva di come veniva raffigurata l’Idra nei secoli passati e come viene vista modernamente (dai programmatori di Stellarium). Si dovrebbe trattare dell’Idra di Lerna, il mostro combattuto ed ucciso da Eracle in una della sue dodici mitiche fatiche: dovrebbe avere nove teste, della quali quella rappresentata è la centrale, l’unica immortale, almeno fino all’arrivo del mitico eroe.

Iniziamo dall’Uranometria, dove questo mostro appare con le fauci aperte ed un corpo avvolto su se stesso a mo’ di cavatappi

l'Idra secondo l'Uranometria
l’Idra secondo l’Uranometria

Secondo Hevelius invece questo serpentone è un po’ più lineare, con una spira vicino alla testa, disegnata decisamente brutta e minacciosa

l'Idra secondo Hevelius
l’Idra secondo Hevelius

Stellarium di nuovo la rappresenta con varie spire ma stavolta sembra trattarsi più un serpente, pericoloso e minaccioso, ma pur sempre un serpente, con tanto di lingua biforcuta.

l'Idra secondo Stellarium
l’Idra secondo Stellarium

Nomi delle stelle: un paio di famiglie

Una cosa che si nota tutte le volte che si parla di una costellazione estesa e con tante stelle, è che gli antichi naviganti avevano un repertorio limitato per i nomi da associare agli astri: era decisamente più facile creare una famiglia di stelle con lo stesso nome ed in cui ogni rappresentante veniva contraddistinto da un numero (romano) progressivo.

  • Alfard (α Hya): la solitaria
  • Dhanab (γ Hya): trovata su internet
  • Minazal I, II, III, IV e V (δ, η, ε, ρ e ζ Hya): luogo disabitato
  • Ukdah I, II, III e IV (τ1, τ2, 33 e ι Hya): il nodo
  • Al sharasif (κ Hya): le costolette
  • Sherasiph (ν Hya): trovata su internet
  • Sataghni (π Hya): trovata su internet
  • Minkalshuja (σ Hya): il naso del serpente

Visibilità della costellazione

Come detto più volte si tratta di una costellazione molto lunga e perciò è un po’ più complicato identificare il periodo in cui è visibile, alla solita ora comoda , le 21.

A partire da metà dicembre e fino ad aprile inoltrato, l’Idra si trova sull’orizzonte orientale, tra E e SE. La culminazione a Sud inizia ai primi di aprile per terminare a luglio. Infine si trova bassa sull’orizzonte dai primi di luglio fino a metà agosto.

E’ ben strano: quando la parte finale della coda sta sorgendo, la testa è già a Sud in $culminazione$ e quando la testa sta per tramontare, è la coda a culminare a Sud. Praticamente (alle 21) l’Idra comincia a vedersi quando la sua testa spunta ad aprile inoltrato e si vede notte dopo notte, ininterrottamente fino a metà agosto, quando tramonta la parte finale della coda.

Per non essere una costellazione circumpolare, è un bel record, dovuto unicamente alla sua estensione longitudinale.

Informazioni su Pierluigi Panunzi 507 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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7 Commenti    |    Aggiungi un Commento

  1. Bell'articolo!
    La "jupiter ghost" (NGC 3242) che magnitudine ha? E' facilmente osservabile?
    Idem per la glassia doppia NGC 3314 sono facilmente osservabili?

    Bellissimo l'ammasso globulare M68, ha molte stelle blu quindi deve essere ancora abbastanza giovane.

  2. Citazione Originariamente Scritto da Dead Space Visualizza Messaggio
    Bell'articolo!
    La "jupiter ghost" (NGC 3242) che magnitudine ha? E' facilmente osservabile?
    Idem per la glassia doppia NGC 3314 sono facilmente osservabili?

    Bellissimo l'ammasso globulare M68, ha molte stelle blu quindi deve essere ancora abbastanza giovane.
    assolutamente NO. Ha un'età dell'ordine di 11 miliardi di anni (molto vecchio come quasi tutti gli ammassi globulari) e le stelle blu che si vedono sono le ormai celebri (per questo sito) Vagabonde Blu.