Cosa sta succedendo agli Starlink?

I satelliti Starlink sono sempre motivo di discussioni, per i loro lati positivi e per quelli negativi


Quando si parla di Starlink sono sempre molto combattuto nel decidere se le notizie che di solito riporto in queste NEWS siano positive o negative: lascio ovviamente a voi lettori il giudizio.

Gli Starlink sono quegli in-famous satelliti della SpaceX di Elon Musk, che fanno sempre parlare di se : nati con lo scopo ottimo di portare internet in qualunque parte del globo (anche per chi frequenta le impervie foreste amazzoniche o le più alte cime dell’Himalaya) il costo per noi appassionati di Astronomia e amanti del cielo nero e pulito è una serie infinita di strisciate nelle nostre foto, causate dalla riflessione del Sole (nelle ora a cavallo dell’alba e del tramonto) sulle parti metalliche che li compongono.

Il problema è che non si tratta di una dozzina o al massimo un centinaio di satelliti, ma di parecchie migliaia : problema ulteriore è che nell’ottica di accaparrarsi fette di cielo per posizionare i propri satelliti per telecomunicazione (e scongiurare problemi di monopolio, ma creandone inevitabilmente altri) altre nazioni concorrenti si buttano a capofitto in analoghe imprese con il risultato che il cielo si sta riempiendo in orbita bassa di satelliti che però hanno una loro vita.

Già, perché in questo caso si parla di satelliti Starlink al termine della loro vita operativa : traggo le notizie dal sito Spaceweather di oggi e non sono proprio buone. La traduzione è come sempre ragionata e non automatica o artificiale.

Rientri senza precedenti degli Starlink

Canzoni di parecchi anni fa e poi più recenti affermavano che “what goes up, must come down” (tutto ciò che sale, deve tornare giù – pensando alla gravitazione terrestre), ma scendendo sulla Terra, questo potrebbe essere un problema quando stai lanciando satelliti.

Dal 2018, la società SpaceX ha posto più di 7000 satelliti Starlink in orbita terrestre (LEO, Low Earth Orbit) e da poco stanno tornando giù : solo a gennaio, più di 120 satelliti sono usciti dall’orbita , creando sequenze di stelle cadenti.

Jonathan McDowell, astronomo dell’Harvard Center for Astrophysics, che si occupa di tracciare i vari satelliti nelle loro orbite, afferma che “Questo tasso di rientri giornalieri è senza precedenti : in genere questi satelliti vengono pensionati ed inceneriti nel numero di 4-5 al giorno”

i rientri degli Starlink per ogni giorno dal 2018 ad oggi

I pianificatori della missione sapevano da sempre che ciò sarebbe avvenuto prima o poi : la prima generazione (Gen1) di satelliti Starlink sta per essere messa in pensione per lasciare posto a nuovi modelli e McDowell afferma che “più di 500 dei 4700 satelliti della Gen1 sono stati già pensionati”.

(ndr: ecco qui il mio dubbio sugli Starlink: se ne vanno via tante strisce nel cielo per dare posto ad altre… ma non basta, perché questo problema importante è il minore… vediamo insieme cosa c’è di peggio…)

Quando gli Starlink rientrano, si disintegrano prima di toccare il suolo, aggiungendo vapori metallici all’atmosfera. Uno studio pubblicato nel 2023 ha trovato che i detriti sono persistenti. Nel febbraio del 2023, la NASA ha sorvolato l’Alaska con un aereo WB-57

l’aereo WB-57 della NASA

per raccogliere gli aerosol: il 10% delle particelle contenevano alluminio e altri metalli provenienti dai satelliti bruciati.

Siamo dunque in presenza di un gigantesco esperimento di chimica atmosferica : la morte di un satellite di generazione Gen1 produce circa 30 kg di ossido d’alluminio, un composto che distrugge uno strato di ozono dell’atmosfera (qui un articolo che ne parla) mentre altri studi hanno rivelato che questi ossidi sono aumentati di 8 volte tra il 2016 ed il 2022 e la recente ondata sta aumentando ancor più l’inquinamento.

(ndr: visto che il sito Spaceweather raccoglie pure immagini dei lettori)  Ogni rientro produce un bel bolide che è sempre più probabile vedere nel cielo.  Mandate le vostre foto!
(ndr: e addirittura, se la cosa vi interessa! ) Esiste il sito dell’Aerospace Corporation che fornisce le previsioni dei rientri dei satelliti.

Informazioni su Pierluigi Panunzi 519 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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5 Commenti    |    Aggiungi un Commento

  1. Citazione Originariamente Scritto da Antonello66 Visualizza Messaggio
    Ci mancava anche questa…
    Un pianeta sempre più compromesso.
    Ad essere sempre più compromesso è il nostro ecosistema.
    E' come lentamente segare il ramo sul quale siamo appesi.

  2. Purtroppo alla maggior parte della gente questi problemi non interessano, vuoi per ignoranza (inteso come incapacità di comprendere le implicazioni di certi argomenti per mancanza di cultura scientifica) o per una sorta di rigetto dovuta alla continua inondazione di brutte notizie.

    Alla fine la persona media finisce per dire "basta che io stia bene da qui a domani, che mi frega di quello che succede tra un anno? Tanto sono le solite esagerazioni giornalistiche". A livello psicologico ne siamo tutti affetti, che ci piaccia o no. Proseguiamo felici tenendo chiusi gli occhi finché non finiamo per sbattere il naso contro il muro.

  3. Però nell'articolo (e nemmeno in quello originale che mi sono andato a spulciare) manca (secondo me) un dato importante, ovvero le concentrazioni.
    Perché sapere che un satellite quando brucia al rientro produce 30 kg di ossidi di alluminio e che in 7 anni sono aumentati di 8 volte, non mi dice la gravità del fatto senza conoscere le concentrazioni (almeno alle quote dello strato di ozono, dove dovrebbero mostrare i loro effetti).

    In breve il fatto che nell'atmosfera brucino i satelliti al rientro (e mica solo quelli di starlink) non mi dice della gravità del problema senza il dato delle concentrazioni e senza il confronto con altri inquinanti distruttori di ozono, perché se mi dicono che (per ipotesi) il maggior distruttore di ozono è prodotto dalla fabbrica di tipo X e concorre al fatto per il 70% mentre i satelliti di Elon partecipano per lo 0,01%, stiamo indirizzando la nostra indignazione verso la causa sbagliata.

    Insomma, mi risulta che ogni anno rientrano in atmosfera circa 75 t di "spazzatura" spaziale (tra cui i satelliti di Musk) e circa 45.000 t tra tra pulviscolo, micrometeoriti, affini e collaterali, quindi di cosa stiamo parlando?