Primo incontro della sonda Lucy con un asteroide

Fra un mese la sonda Lucy incontrerà un asteroide, il primo obiettivo del suo lunghissimo viaggio verso gli asteroidi Troiani di Giove

Sulla sonda Lucy sono stati già pubblicati almeno quattro articoli (basta cercare “sonda lucy” nel motore di ricerca del sito… ) e l’ultimo dei miei due articoli era di fine gennaio di quest’anno.

Il tempo passa inesorabilmente e già qualcosa si smuove nel ricco carnet della gloriosa sonda Lucy, che comincià già a vedere nel proprio mirino il primissimo obiettivo del suo lungo viaggio, il piccolo asteroide 152830 Dinkinesh.

Manca poco più di un mese, ma gli strumenti a bordo hanno inquadrato per la prima volta questa piccola roccetta cosmica, che fino alla sua promozione a target della sonda non aveva nemmeno ricevuto una denominazione ufficiale, possedendo solo la sua sigla 1999 VD57.

A parlare di questo primo rendez-vous è il sito UniverseToday laddove è apparso ieri un articolo a firma di Evan Gough, al quale lascerò la parola traducendone il testo in modo ragionato e non automatico…

Prima di tutto una doverosa segnalazione…

Proprio ieri era apparso nel nostro forum un post in cui l’amico Alby68a ha pubblicato una bellissima foto di Giove dal cui fianco spuntava il satellite Europa: a me è piaciuta così tanto da promettergli la pubblicazione in un prossimo articolo mio su Giove.

Caso vuole che mi capita proprio di parlare di Giove in questo aggiornamento sulla sonda Lucy ed allora ho pensato di inserire la foto direttamente nell’immagine in evidenza, che accompagna l’articolo nella Home Page del nostro sito e dove avrei posto una qualunque foto di Giove o della Lucy tratta da internet!

… poi il mio programma di visualizzazione 3D

Nell’articolo, Evan ha pubblicato un’immagine statica del prossimo incontro,

Il primo incontro della Lucy con gli asteroidi – credit : NASA’s Goddard Space Flight Center

bella, sì, ma giustamente noi sappiamo fare di più, per mezzo del programma di visualizzazione interattiva e tridimensionale del viaggio della Lucy tra pianeti e asteroidi.

Come sempre, per attivare il programma in un’altra pagina basta cliccare sull’immagine seguente

cliccare l’immagine per attivare il programma 3D in un’altra finestra del browser

con il che si otterrà la visualizzazione dall’alto di parte del Sistema Solare alla data di lancio della sonda Lucy.

I comandi per far partire, mettere in pausa e far ripartire la simulazione sono sempre gli stessi, particolarmente intuitivi.

Il tasto di play inizia la simulazione, che viene automaticamente interrotta in alcuni momenti principali della missione (incontri di asteroidi e flyby della Terra): ma comunque in qualunque momento la simulazione può essere fermata col tasto di stop.

Per riavviare il moto della sonda basta premere di nuovo start oppure si può procedere con un passo di 5 giorni con il tasto di step.

In ogni momento, sia che la simulazione sia attivata oppure interrotta, sappiamo che è possibile modificare l’orientamento e la visualizzazione semplicemente usando il mouse (sul PC) oppure con un dito sui dispositivi sensibili al tocco (PC, cellulari o tablet), come pure è possibile modificare lo zoom della visualizzazione sia ingrandendolo che rimpiccolendolo con le ben note operazioni (con la rotella del mouse o con due dita).

Lascio ora la parola ad Evan Gough.

La Lucy ha nel suo mirino il suo primo obiettivo asteroidale

Nel corso della sua missione dodicennale la sonda Lucy, lanciata nell’ottobre 2021 visiterà un certo numero di asteroidi (ndr: e qui Evan fa la solita confusione sul numero di asteroidi, indicandone otto, due dei quali della fascia principale, mentre sappiamo che in totale sono finora dieci ), dei quali il primo è anche il più piccolo, 152830 Dinkinesh, di 900m di diametro: il nome deriva dal termine Amarico del fossile Lucy (scoperto nel 1974 in Etiopia) al quale la NASA ha dedicato la missione.

Come il fossile completo ci può dire parecchio sull’evoluzione dell’uomo, così la NASA spera che la Lucy possa aiutarci a comprendere l’evoluzione del Sistema Solare osservando da vicino alcuni asteroidi che sono appunto le reliquie dei primi tempi di vita del Sistema Solare stesso.

Dicevo che manca un mese all’incontro, che avverrà il 1 novembre 2023 ad una distanza di appena 425 km: ma già la sonda ha inquadrato la piccola roccia cosmica da una distanza di 23 milioni di km.

la prima immagine dell’asteroide Dinkinesh – Credit: NASA/Goddard/SwRI/Johns Hopkins APL

L’incontro della sonda Lucy (ndr: che aspettiamo con ansia, per scoprire l’aspetto ovviamente sconosciuto dell’asteroidino ) permetterà agli operatori della missione di testare alcune delle funzionalità della sonda, in particolare il sistema di inseguimento (tracking), che manterranno l’asteroide in vista per tutto il tempo del flyby, che avviene ad elevata velocità (4.5 km/sec, pari a 162000 km/h !). (ndr: se ricordate anche la mitica sonda New Horizons era rimasta fissa sul suo obiettivo primario, Plutone, nel corso del suo incontro ravvicinato )

La prima immagine ricopre un campo stellare della costellazione dell’Auriga e la stella sulla destra è HD 34258, una stella di magnitudine 7.5 perciò invisibile ad occhio nudo, che possiamo trovare al centro di questa immagine

la stella HD 34258 all’interno della costellazione dell’Auriga in un’immagine di Stellarium

e perciò Dinkinesh è molto ma molto più debole, ben 150000 volte.

Dopo l’asteroidino…

… la Lucy si ridirigerà verso la Terra con la quale avrà un incontro ravvicinato (e relativo Gravity Assist) fra poco più di un anno, il 13 dicembre 2024.

Successivamente, dopo 4 mesi, incontrerà l’asteroide 52246 DonaldJohanson, denominato così in onore dello scopritore del fossile Lucy. (ndr: rimaniamo sintonizzati! )

Perché visitare questi asteroidi?

Gli asteroidi Troiani sono particolarmente interessanti : condividono la stessa orbita di Giove, ma una parte di essi si trova in prossimità del punto lagrangiano L4, mentre i rimanenti nel punto L5.

La sonda Lucy, come sappiamo si stabilirà in un’orbita molto eccentrica (un’ellissi schiacciata) che nel corso degli anni le permetterà di incontrare sia i primi che i secondi e di continuare poi nei prossimi decenni ad incontrare nuovi obiettivi (ndr: rimaniamo anche qui sintonizzati! ).

Questi asteroidi sono i resti dell’antico Sistema Solare, ormai posti stabilmente nei pressi di Giove e probabilmente ce ne sono almeno quanto in tutta la Fascia Principale.

Secondo i modelli della formazione planetaria, i Troiani sono gli avanzi dello stesso materiale primordiale che ha formato i pianeti esterni, rappresentando gli indizi della formazione del Sistema Solare di circa 4 miliardi di anni fa.

Quello che sappiamo degli asteroidi Troiani è che sono diversificati, alcuni di tipo S (pietrosi, ricchi di silicati ), altri di tipo C (caratterizzati dalla presenza di carbonio e dei suoi composti organici ) , con dimensioni molto differenti. La Lucy ci dirà un sacco di cose che ancora non sappiamo.

Fra qualche anno…

… la Lucy ci mostrerà la geologia superficiale, la stratificazione, la composizione, il conteggio e la distribuzione dei crateri e le differentì età di ognuno dei suoi obiettivi.

Oltre al colore degli asteroidi, la Lucy misurerà le proprietà della regolite di ogni asteroide, la distribuzione dei minerali, del ghiaccio  e dei composti organici. Di ognuno misurerà la densità e la composizione esaminando i crateri da impatto, le fratture, le varie rocce presenti e il materiale espulso in superficie, per studiarne le parti interne.

Alcuni dei Troiani possono avere degli anelli, ma anche satelliti (ndr: oltre a quelli già noti ) e nel caso la Lucy sarà pronta a scoprirli.

La Lucy non è molto grande, ma ha due pannelli solari enormi vista la distanza a cui opererà – credit : NASA

La Lucy porta con sè una serie di strumenti scientifici molto sofisticati, tra i quali  telecamere, spettroscopi e spettrometri termici all’infrarosso.

Il suo viaggio di 12 anni non terminerà certo nel 2033, quando incontrerà la coppia 617 Patroclus/Menoetius, gli ultimi obiettivi attuali.

A quel punto, come detto, sarà pronta ad una sicura estensione della missione, soprattutto in base alle scoperte e a quanto mostrerà in tutti questi anni: una cosa importante delle missioni spaziali è che ci sono sempre sorprese, con fatti e situazioni che a priori gli scienziati non possono nemmeno immaginare.

La Lucy potrà infine rispondere a domande che non ci siamo nemmeno posti.

Informazioni su Pierluigi Panunzi 501 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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