Uno studio sorprendente su Nettuno e le sue nubi

studiando i dati e le immagini dell’Hubble Space Telescope (HST) alcuni scienziati hanno fatto una scoperta del tutto inattesa su Nettuno e le sue nuvole


Sul sito SpaceWeather.com, il 19 agosto è apparso un’articoletto davvero interessante e riguardante Nettuno: ora mi accingo a tradurlo in modo ragionato, come sempre.

Le macchie solari creano le nuvole su Nettuno

In un lungo scritto pubblicato il 17 agosto sul giornale Icaro si evidenzia ancora di più la prova (ndr : drammatica, come riporta l’articolista)  che l’attività solare può alterare la meteorologia dei pianeti.

Fin qui nulla di nuovo, ma la sorpresa è grande: in questo caso il pianeta è nientemeno che Nettuno, che dista dal Sole la bellezza di poco meno di 4 miliardi e mezzo di km, trovandosi ad una distanza di 30 volte quella della Terra dal Sole (30 UA, Unità Astronomiche).

Ebbene 26 anni di riprese da parte dell’HST mostrano che le nuvole luminose di Nettuno si formano in perfetta sincronia con il ciclo solare di 11 anni

Osservazioni di Nettuno da parte dell’HST dal 1994 al 2020: l’aspetto delle nuvole ddel pianeta in funzione della radiazione ultravioletta del Sole

La connessione tra Nettuno e l’attività solare è sorprendente per gli scienziati planetari, dal momento che Nettuno è il più lontano tra i pianeti maggiori del Sistema Solare, così lontano  da ricevere solo l’1 per mille della luce che la Terra riceve.

La meteorologia di Nettuno sembra essere guidata dall’attività solare e non dalle quattro stagioni del pianeta, che durano in media ognuna circa 40 anni.

Erandi Chavez, laureatosi all’Harvard-Smithsonian’s Center for Astrophysics dopo aver effettuato studi su Nettuno presso la UC Berkley, afferma che “questa scoperta è eccitante ed inattesa”.

Il team di ricerca ha confermato i risultati dell’HST usando i dati del mitico JWST (James Webb Space Telescope), dell’Osservatorio Keck e dell’Osservatorio Lick.

La connessione tra le macchie solari e le nuvole di Nettuno sembra essere la radiazione ultravioletta del Sole, che ha dei valori molto elevati quanto più alto è il numero delle macchie solari.

schema delle osservazioni di Nettuno da parte dell’HST dal 1994 al 2020

“Le nostre scoperte supportano la teoria che raggi ultravioletti del Sole, quando raggiungono un valore sufficientemente elevato, possono scatenare reazioni fotochimiche che producono le nuvole di Nettuno” così afferma Imke de Pater, professore emerito all’UC Berkley e co-autore senior degli studi.

Basandosi su questi dati statistici, sembra che ci vogliano circa due anni perché le nuvole di Nettuno si formino completamente, dal momento in cui il ciclo solare raggiunge un massimo.

Il ciclo solare attuale (25) sta crescendo per arrivare ad un picco previsto per il 2024: ciò significa che la stagione delle nuvole di Nettuno sta proprio per iniziare e potrà essere osservata e studiata a breve scadenza dagli Astronomi professionisti.

Rimaniamo perciò sintonizzati, in attesa di novità.

Conclusione

Parlando di questo argomento con un mio caro amico, mi sono subito domandato se questo effetto da parte dei raggi ultravioletti possa influire pure gli altri tre pianeti gassosi (Giove, Saturno e Urano), se non altro per la loro maggiore vicinanza al Sole (con una distanza rispettivamente di circa 5, 10 e 20 volte la distanza Terra-Sole).

Evidentemente l’aspetto multiforme e caotico di Giove non dovrebbe certo facilitare l’eventuale analisi degli studiosi, visto il grandissimo numero di caratteristiche che compongono l’atmosfera del pianeta gigante, ma con Saturno e Urano il compito potrebbe risultare nettamente più facile.

Davvero interessante: attendiamo fiduciosi.

Informazioni su Pierluigi Panunzi 535 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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