Non tutti i crateri di Marte sono circolari

Le sonde in orbita intorno a Marte continuano la loro opera di mappatura della superficie e molto spesso immortalano crateri molto strani


In un articolo apparso su UniverseToday, l’autore Evan Gough ci parla di Marte e dei suoi crateri, approfondendo lo studio di come si siano formati: ecco la mia traduzione ragionata.

Non tutti i crateri di Marte sono circolari: talvolta hanno questo aspetto

questo cratere si è formato a seguito dell’impatto di un oggetto con una certa angolazione – credit : NASA/JPL-Caltech/UArizona

I crateri da impatto sono la testimonianza di un periodo molto caotico del Sistema Solare: basta dare una semplice occhiata alla superficie lunare per averne una conferma.

Stessa cosa per Marte, sebbene sia necessario un telescopio per osservarlo o , meglio ancora, una  sonda in orbita intorno al pianeta, dotata di una potente fotocamera.

Il Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) e la sua fotocamera HiRISE stanno esaminando la superficie di Marte da tanti anni e stanno catalogando l’insieme di crateri da impatto. Uno di questi, scelto recentemente come la HiRISE Picture Of the Day (HIPOD), ricorda un “thunderbird” (ndr: il mitologico uccello del tuono: l’ho cercato su google, ma quello che ho trovato non ci assomiglia nemmeno… ci fidiamo… ) oppure l’orma di un dinosauro. (ndr: questa è più riconoscibile… )

In questo caso l’oggetto impattatore, un asteroide o una cometa, ha colpito Marte con un certo angolo: la maggior parte dei detriti da impatto si è raggruppata un un plateau sollevato, visibile nella parte alta dell’immagine ed hanno agito come una sorta di coperchio sul materiale sottostante, mentre il resto dell’impattatore è stato spruzzato a ventaglio, formando quello che (ndr: con molta fantasia ) sembra un thunderbird oppure l’impronta di un dinosauro.

Nel corso dei secoli, le forze dei venti hanno eroso il resto dei detriti.

un’altra immagine dello strano cratere – credit : NASA/JPL/University of Arizona

Questo cratere ancora senza nome ha un diametro di circa 5 km ed è uno delle migliaia di crateri di queste dimensioni: si trova vicino al più grande cratere Schiaparelli e all’enorme Hellas Planitia, un bacino da impatto.

la posizione del cratere è indicata dal quadrato giallo – credit : USGS

Tra i crateri immortalati dalla sonda MRO, fin dal suo primo inserimento in orbita nel lontano 2006, ci sono crateri riempiti da dune, crateri formati dalla sublimazione del ghiaccio, come pure crateri doppi.

questa immagine di un cratere marziano è stata processata per risaltare le sue caratteristiche – credit : NASA/JPL/University of Arizona

Il cratere che si vede in questa immagine contiene un deposito inconsueto di materiale causato probabilmente dalla sublimazione di acqua e ghiaccio.

Impatti nel corso dei millenni

La posizione di Marte vicina alla fascia degli asteroidi comporta che il pianeta sia stato colpito da un’ampia varietà di oggetti ad angolazioni e velocità differenti. In altri casi appena sotto la superficie c’era un substrato contenente acqua o ghiaccio, che ha aumentato la stranezza dei crateri formatisi con l’impatto.

Con il passare del tempo, la popolazione di impattatori potenziali all’interno del Sistema Solare si è modificata: alla fine gli impattatori più grandi, come quello che ha creato l’Hellas Planitia, sondo andati via via esaurendo. Attualmente gli impattatori tendono ad essere più piccoli.

Altri crateri importanti

Ma non tutti questi crateri hanno l’aspetto mostrato nella prima immagine: impattatori obliqui hanno creato un’enorme varietà di forme.

cratere con deposito di detriti a forma di farfalla – credit : NASA / JPL / UA / mosaic by Emily Lakdawalla

Questo cratere da impatto provocato da un “oggetto con traiettoria avente un angolo molto basso” (ndr : in inglese, più semplicemente si dice “low-angle impactor) ha una strana forma a farfalla per i detriti sparsi a seguito dell’impatto stesso: è lungo 15 km e si trova a nord delle Acheron Fossae su Marte. L’immagine è un mosaico di tre immagini catturate dallo strumento THEMIS a bordo della sonda Mars Odissey.

disegno esplicativo di un impattatore “verticale” e di un “low-angle impactor”

Ma il più famoso cratere da impatto provocato da un low-angle impactor non si trova né su Marte né sulla Luna, ma proprio qui sulla Terra.

Crateri ed estinzione dei dinosauri

I ricercatori sono abbastanza sicuri che il cratere da impatto di Chicxulub in Messico (quello che avrebbe provocato l’estinzione dei dinosauri) sia stato generato da un low-angle impactor .

A riprova di questa teoria è il fatto che se l’angolo di impatto fosse stato differente, anche gli effetti sarebbero stati parecchio differenti.

In uno studio del 2020 sull’impatto di Chicxulub, l’autore affermava che “un impatto con un’inclinazione più ripida produce una distribuzione simmetrica delle rocce espulse e rilascia nell’aria più gas che vanno a modificare il clima, rispetto ad un impattatore con una traiettoria di impatto quasi verticale e un bacino d’impatto poco profondo”.

Gli scienziati sono da sempre interessati ai crateri da impatto perché questi hanno plasmato la superficie dei pianeti ed hanno avuto un impatto notevole sullo sviluppo della vita sulla Terra: l’Università John Hopkins ha un laboratorio dedicato proprio alla formazione dei crateri da impatto.

In definitiva il Sistema Solare si è calmato parecchio nel corso dei tempi dalla sua formazione ad oggi: il serbatoio di oggetti impattatori si è esaurito col passare del tempo, anche se non si arriverà mai ad una loro mancanza totale.

Contemporaneamente non ci sarà mai una mancanza totale di immagini interessanti dei crateri che tali impattatori lasciano alle loro spalle.

Il cratere Victoria su Marte, oggetto di esplorazione da parte del rover Opportunity – credit : NASA/JPL

Questo ne è un esempio: si tratta del cratere Victoria su Marte, la cui immagine è la più vista di sempre. L’MRO ha catturato l’immagine di questo cratere fotogenico proprio quando il rover Opportunity della NASA stava esplorando il bordo del cratere.

Appendice simpaticissima

Per caso ho cercato “Chicxulub impact” con Google: fatelo pure voi, tanto non vi spoilero quello che succede quando si preme invio

Ripetetelo più e più volte con il tasto di refresh (F5 o con Ctrl-R o con la freccia circolare a sinistra della barra di ricerca) ! Troppo simpatico… Ieri sarò andato avanti mezz’ora!

Che mattacchioni i creatori di Google!

 

Informazioni su Pierluigi Panunzi 535 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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3 Commenti    |    Aggiungi un Commento

  1. L'analisi di immagini ad alta risoluzione di Marte ha rivelato che solo i crateri più recenti e integri presentano la classica forma bowl-shaped. Studiare l'evoluzione morfologica dei crateri marziani ci aiuta a comprendere la storia geologica del Pianeta Rosso.