Proxima Centauri: vicina ed inospitale

Nei pressi solari

Proxima Centauri è la stella più vicina al Sole: una nana rossa che esprime fenomeni eruttivi ed energetici molto violenti, rendendo inospitale il suo sistema planetario


La stella più vicina al Sole è conosciuta nel mondo scientifico come Proxima Centauri, appartiene alla costellazione del Centauro ed è presente nei cieli dell’emisfero australe. Essa possiede un sistema planetario associato, formato fin ora da Proxima b e Proxima c.

Tutto ciò la rende il candidato ideale per lo studio della vita stellare e per l’osservazione esoplanetaria, grazie ai metodi dei transiti e delle velocità radiali. Da studi recenti eruzioni 100 volte più brillanti e violente di quelle solari complicano il lavoro degli astrobiologi e di chi pensa che la “vita” per come la conosciamo possa essere un fenomeno facilmente riproducibile.

Rappresentazione artistica di Proxima Centauri e delle sue eruzioni energetiche. Fonte: Forbes
Rappresentazione artistica di Proxima Centauri e delle sue eruzioni energetiche. Fonte: Forbes

 

Zona Abitabile

La stella è la più vicina in assoluto a noi, dopo il Sole: è posta a poco più di 4 anni luce, circa 270 000 volte la distanza Terra-Sole. È un corpo piccolo, vecchio e freddo in realtà, classificata come una stella nana rossa M5, ma un articolo del 21 Aprile 2021 pubblicato su Astrophysical Journal[1] certifica, dopo 10 anni di studi, la pericolosità e variabilità di tale astro.

Il Sole è il motore del nostro sistema planetario: si sono verificate condizioni particolari e difficilmente ripetibili (statisticamente a ciò che conosciamo, non sulle grandezze scala dell’Universo) per cui sulla Terra si è sviluppata ciò che l’uomo considera vita.

Esistono delle condizioni necessarie, se pur molto lontane dall’essere sufficienti, affinchè si possa sviluppare qualsiasi cosa noi intendiamo per vita: distanza dalla stella, temperatura ideale, pressione e gravità, etc… Per definire tali caratteristiche si considera una zona di abitabilità[2], l’idea principale è quella di capire dove l’acqua possa sopravvivere in forma liquida.

 

Il fenomeno dei brillamenti

Proxima Centauri b è un pianeta roccioso posto nella cosiddetta zona abitabile della stella, ma non bisogna dimenticare che esistono altri fattori da considerare, per esempio la natura della stella stessa.

Proxima Centauri infatti è una stella fredda[3], questo la porta ad avere uno spettro con il picco massimo energetico nell’infrarosso e non nel visibile, come nel caso del Sole. Per questo motivo, da una decina d’anni si sono mobilitati telescopi capaci di rilevare tali frequenze spettrali in una cooperazione che ha visto partecipare, tra gli altri, Hubble, TESS e ALMA.

Dopo un’osservazione continua di 40 ore, si è palesato un fenomeno simile ad un brillamento o flare per il nostro Sole, ma con una potenza di 14 000 volte superiore al consueto spettro e sprigionata in pochi secondi. La particolarità è la banda elettromagnetica del picco del brillamento: in contro tendenza rispetto al solito, ci si sposta nell’UV ad energie maggiori rispetto all’infrarosso.

Tutto questo porta il sistema planetario a subire violente radiazioni, alimentando così lo scetticismo tra astrobiologi per possibili condizioni favorevoli ad ospitare vita.

Immagine del telescopio terrestre ALMA. Fonte: Eso
Immagine del telescopio terrestre ALMA. Fonte: ESO

 

Conclusioni

Pur essendo la stella più vicina, Proxima è così debole da non poter essere vista da noi ad occhio nudo: questi brillamenti sono fenomeni di rara energia nel sistema planetario che le circonda. Non sembrano di così rara frequenza, l’articolo sul Journal sarà decisamente più esplicativo.

Questo per dire che non vi è ancora un’esclusione certa per l’indagine biologica, ma gli scienziati rimangono sull’attenti.[4]

Infine, l’osservazione di questi fenomeni aiuta l’astrofisica stellare nello studio della loro ripetibilità in stelle nane analoghe e non solo, anche nella differenza con episodi simili in stelle più giovani e luminose. Per esempio si pensa che i campi magnetici abbiano un ruolo da protagonista in tal senso.[5]

 

Note:

[1] Articolo brillamento: L’abstract dell’articolo lo potete trovare in questo link

[2] Zona di abitabilità: maggiori dettagli in questo articolo

[3] Stella fredda: la temperatura superficiale è circa 3000 K, contro i 5700 K del Sole

[4] Proxima Centauri e l’astrobiologia: altri articoli di riferimento a questo link e questo secondo link

[5] Campi magnetici stellari: per quanto riguarda il Sole, lo studio del campo magnetico collega meccanismi di trasporto energetico per possibili spiegazioni su problemi irrisolti circa la corona solare. Rimando a questo articolo per dettagli

Informazioni su Edoardo Feudatari 12 Articoli
Sono un ragazzo di Padova, nato a Mantova nel 1993. Eterno studente, laureato in Psicologia e Astronomia, coltivo interessi in molti campi. Mi ritengo una persona poliedrica, un modo edulcorato per nascondere un curriculum schizofrenico che spazia dalla musica, allo sport, al bartending, ai motori, all'arbitraggio. Le molteplici esperienze mi hanno permesso di entrare in contatto con ambienti molto diversi e persone di ogni età e contesto, permettendomi di affinare adattabilità ed elasticità, problem solving, gestione dello stress e collaborazione in team anche con ruoli di responsabilità

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