Partendo dai 4.3 al del gruppo di α Centauri ci siamo allontanati a 5.9 al da noi, ma non in linea retta! Se lanciate la mappa interattiva, che avevo già proposto nella prima puntata

potete vedere che Proxima e α Centauri si trovano vicinissime e ben al di sotto del piano equatoriale rappresentato dai cerchi concentrici (la loro declinazione è di -60°), mentre la Barnard’s Star si trova di poco più a Nord del piano equatoriale: nello spazio ci sono più di 6 al tra la stella che stiamo analizzando ed il famosissimo gruppo stellare. Da queste considerazioni geometriche dobbiamo perciò aspettarci che il cielo che potremo osservare interattivamente avrà parecchie differenze con quello che ben conosciamo.
Vediamo qualche caratteristica della Stella di Barnard: innanzitutto è una nana rossa di classe spettrale M4, come detto ad una distanza di 5.9 al da noi, scoperta dall’astronomo Barnard nel 1916 e caratterizzata dal più alto moto proprio tra le stelle, ben 10.3″ all’anno, fatto che le ha fornito anche l’appellativo di Barnard’s “Runaway” Star . La sua magnitudine pari a 9.5 è tale da non consentirne l’osservazione ad occhio nudo, ma solo grazie ad un buon telescopio. Ma dove dobbiamo puntarlo? All’interno della costellazione di Ofiuco, come ci mostra Stellarium

poco distante dalla Via Lattea, ma per vederla bisogna zoomare un po’ di più ed allora la si scorge circondata da un mare di stelle

Dato il suo alto moto proprio, la stella di Barnard si sposta nel cielo in modo molto evidente: in queste quattro immagini vediamo la sua posizione rispetto alla stella 66 Oph dal 1900 al 2200, ogni 100 anni




Come sempre dal sito SIMBAD ho innanzitutto preso i nomi con i quali questa stella è contraddistinta a seconda del catalogo stellare in cui è stata inserita

mentre qui la vediamo come appare nel DSS (Digitized Sky Survey), l’atlante fotografico celeste che raccoglie le migliori immagini del cielo

Il Cielo della Stella di Barnard
È il momento del nostro programma, che permette di visualizzare in diretta il cielo che si vedrebbe in prossimità della piccola ma veloce stella dell’Ofiuco, semplicemente cliccando sull’immagine successiva (dopo qualche secondo si apre la visualizzazione in un’altra pagina del browser)

Come anticipato la scorsa puntata e a conferma delle considerazioni fatte all’inizio, l’aspetto del cielo è decisamente differente rispetto a quello che siamo abituati a vedere. Cambiando il punto di vista cambiano le distanze reciproche e soprattutto le posizioni: in questo caso si ha pure una nuova situazione, rappresentata dal fatto che la stella più vicina a quella di Barnard è la stella denominata Ross 154 (un’altra stella vicina a noi, che incontreremo solo fra qualche puntata). Proprio a causa della loro posizione nel cielo, due stelle (quella di Barnard e la Ross 154) che da noi distano rispettivamente 5.9 e 6.4 al , tra loro risultano separate da appena 5.5 al : comunque la magnitudine pari a 9 impedisce di visualizzarla nel nostro planisfero barnardiano. Nel diagramma interattivo delle stelle vicine cercate pure Ross 154 e vi renderete meglio conto dell’effettiva collocazione spaziale di queste stelle e delle loro distanze reciproche.
Il Sole invece (con una buona magnitudine pari ad 1.1) si trova in prossimità di Orione, nell’ideale prolungamento delle tre stelle della Cintura, verso Sirio, che si è avvicinata alla già splendida costellazione. I Gemelli hanno le loro teste (Castore e Polluce) inclinate verso il basso, mentre il Leone ha una forma un po’ più strana e corta. Anche l’Orsa Maggiore e quella Minore sono leggermente deformate, così come nell’Aquila la stella Altair la fa apparire con un collo più lungo.
In questa snaphot vediamo una Cassiopea decisamente irriconoscibile

non essendo più una “W”, ma una “\/\”. La teiera del Sagittario invece risulta un po’ più tozza con un coperchio viceversa più schiacciato… Lo Scorpione è ancora riconoscibile, seppur modificato, mentre la ben nota α Cen è ora diventata una stella della Poppa, poco più a sud del Cane Maggiore. Altra costellazione irriconoscibile è il Pavone, che dal nostro emisfero è invisibile

mentre infine la costellazione del Cigno risulta quasi uguale, seppure un po’ più larga…
Vi do l’appuntamento alla prossima puntata nella quale intraprenderemo il viaggio verso un’altra stella vicina , che ha un nome impronunciabile, UCAC2 19810175…
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