In viaggio verso TRAPPIST-1

È il mio primo articolo della categoria Pianeti Extrasolari : desidero dare il mio contributo, con l’ausilio di un mio vecchio compagno di viaggio, Celestia


Un errore da correggere, anzi due

Grazie agli amici Red e Monica, mi sono accorto di aver fatto un errore nella redazione del file che definisce le orbite dei sette pianeti all’interno del programma Celestia: questo errore (che spiego nel dettaglio in uno dei post del forum) ha comportato una differente rappresentazione del sistema stellare nel suo insieme e un differente aspetto della stella TRAPPIST-1 vista dalla superficie di ognuno dei pianeti.
Sempre Monica ha fatto poi notare che il diametro apparente della stella, visto dai pianeti, andrebbe moltiplicato per 2: in realtà non è del tutto esatto ed ora vi dico il motivo. Celestia deve essere istruito opportunamente nella costruzione di sistemi stellari : il file che definisce la stella può contenere o meno valori (veri o inventati che siano) , in mancanza dei quali il programma adotta dei valori di default. Verificando anche questo file ho notato di non aver specificato bene il valore del raggio della TRAPPIST-1, per cui Celestia ha inserito un valore di default della classe spettrale M8. Caso vuole che quello stimato dagli Astronomi per la stella in esame sia quasi esattamente il doppio: corretto anche questo valore, le foto ora danno un valore del diametro apparente corretto.
Nel riassunto dell’articolo ho scritto subito che questo è il mio primo articolo sulla categoria dei Pianeti Extrasolari e perciò se ho commesso errori li correggo molto volentieri, grato a chi me li segnala.

Vi presento TRAPPIST-1

Abbiamo letto in questi giorni parecchi articoli scientifici, e non, su un argomento di cui hanno parlato anche i TG nostrani, come sempre quando c’è di mezzo la possibilità di mondi alieni, che possano ospitare la vita: è un argomento che di solito viene (mal)trattato al pari di scissioni, stadi, congressi, partite ecc ecc.

Per chi non sapesse ancora di cosa si tratti, qui c’è il riferimento all’articolo dell’INAF sulla stella TRAPPIST-1 attorno alla quale ruotano ben sette esopianeti, di grandezza comparabile con quella della Terra: in giro per il web e per i social, i commenti si sprecano, soprattutto da parte di persone che conoscono poco l’Astronomia, ma la sensazionalità della scoperta è ovviamente il fatto di aver scoperto un sistema extrasolare i cui pianeti sono tutti più o meno della stessa grandezza (quella della Terra per giunta) e orbitanti intorno ad una stella vicina (in termini astronomici). In altre migliaia di casi di sistemi extrasolari scoperti recentemente invece si trova quasi sempre la presenza di super-Terre e super-Giovi, e cioè pianeti molte volte più grandi della Terra o del già gigante gassoso Giove.

Il fatto ancora più importante è che tre di questi pianeti scoperti orbita all’interno della fascia di abitabilità del sistema stellare, con tutte le conseguenze che questa caratteristica potrebbe comportare, quali la possibilità di ospitare (nel passato, nel presente o nel futuro) forme di vita. È ovviamente troppo presto avere riscontri del genere e perciò possiamo lasciar galoppare la nostra fantasia.

L’ipotesi di sette pianeti rocciosi è davvero suggestiva e ha scatenato nel sottoscritto la voglia di toccare con mano, vedere e mostrare quello che si potrebbe trovare recandoci sul posto, al termine di un lunghissimo viaggio di 39 anni luce, una distanza enorme, ma astronomicamente quasi dietro l’angolo.

Negli articoli sulle costellazioni, se ricordate ho sempre sfruttato i miei amici extraterrestri (dai nomi improbabili) per farmi mandare le foto scattate da altrettanti improbabili pianeti orbitanti intorno a stelle viceversa molto note. Anche in questo caso ho chiesto ai miei amici vicini ma lontani di aiutarmi con foto scattate con la loro versione del vecchiotto ma glorioso Celestia.

Prima di passare all’analisi vera e propria, parliamo un attimo del nome TRAPPIST, una sigla che deriva da (TRAnsiting Planets and PlanetesImals Small Telescope) e che per tutti (specie gli americani) evoca il nome di una birra: ricordo che a Roma, dalle parti dell’EUR, alle Tre Fontane, è presente proprio uno dei Monasteri dei Frati Trappisti, che producono generi alimentari tra i quali cioccolata, olio, miele, vini, liquori e appunto la birra. Sentendo il nome della stella io però ho pensato subito alla mitica cioccolata!

Il sistema stellare TRAPPIST-1

In questo sistema stellare di amici ne ho ben sette (e fra poco li conosceremo tutti) ed uno di loro mi ha inviato la foto che mostra come si vede il nostro Sole dalle loro parti:

il Sole visto da trappist-1
il Sole visto da trappist-1

è quella stellina di quinta magnitudine al centro dell’immagine in una zona povera di stelle, ma tra le quali spiccano Regolo e Algieba del Leone e la solita Sirio (del Cane Maggiore), sempre presente quando si tratta di stelle vicine.

Partendo dall’immagine prodotta dalla NASA con indicate le caratteristiche dei vari pianeti (laddove solo i dati sono veri, mentre l’aspetto superficiale è di pura fantasia)

i dati degli esopianeti
i dati degli esopianeti

ho creato un add-on di Celestia contenente la nuova stella con il suo corteo di sette pianeti: per le texture dei singoli pianeti (le immagini che Celestia proietta su sfere altrimenti bianche), mi sono rifatto (ho spudoratamente copiato…) l’opera di vari autori di altri add-on, cercando pianeti simili a quelli indicati dall’immagine ufficiale.

Dati alla mano, si tratta di un sistema planetario che ruota attorno ad una stella nana rossa, di classe spettrale M8, con orbite veramente piccole (sarebbero all’interno di quella di Mercurio se si potessero inserire nel Sistema Solare) e con periodi di rivoluzione talmente piccoli, da sembrare frutto di errori di calcolo o traduzione: invece no! Il pianeta più vicino ruota in appena poco più di un giorno e mezzo intorno al suo Sole, mentre il più lontano in ben 20 giorni: il paragone con i 365 giorni del nostro anno sembra quasi improponibile, ma ovviamente ci sono in ballo grandezze e situazioni completamente differenti.

il sistema stellare riprodotto con Celestia
il sistema stellare riprodotto con Celestia

In base a questi dati ho voluto vedere come apparirebbe TRAPPIST-1 dalla superficie dei sette pianeti, così come ho fatto mille volte con i pianeti del nostro sistema solare e con ipotetici pianeti di stelle vere: in questo caso ho mantenuto il medesimo angolo di visuale (il FOV, Field of View) in tutte le foto, così da avere la possibilità di paragonare visivamente le differenze tra un pianeta e l’altro.

Partiamo perciò dalla foto del Sole visto da Mercurio

il Sole visto da Mercurio
il Sole visto da Mercurio

dalla Terra

il Sole visto dalla Terra
il Sole visto dalla Terra

e da Marte

il Sole visto da Marte
il Sole visto da Marte

e scopriamo ora la differenza con quello che i miei amici vedono ogni giorno.

I sette pianeti

Fino a che non riceveranno una denominazione ufficiale, il che avverrà molto presto visto che è stato indetto un concorso, li chiameremo sempre con le denominazioni provvisorie, che prevedono lettere minuscole a partire da “b” per il più vicino, fino alla “z” per il ventiseiesimo, fatto questo che ancora non si è mai verificato.

Vediamo ora la galleria fotografica, con la foto di TRAPPIST-1 inviatami dai miei amici Trappistibi

trappist-1 vista da b
trappist-1 vista da b

qui vediamo che la stella $nana rossa$ ha un aspetto nettamente più grande e minaccioso rispetto a quanto appaia il Sole visto dal pianeta più vicino, Mercurio.

Nella foto scattata dai miei amici Trappistici

trappist-1 vista da c
trappist-1 vista da c

l’astro è ancora molto grande e possiamo notare che ovviamente a mano a mano che ci allontaniamo dalla stella, questa appare conseguentemente più piccola.

Qui abbiamo quella dei Trappistidi

trappist-1 vista da d
trappist-1 vista da d

seguita da quella scattata dai Trappistei

trappist-1 vista da e
trappist-1 vista da e

Qui invece vediamo quella inviatami dai Trappisteffi

trappist-1 vista da f
trappist-1 vista da f

per proseguire con quella dei Trappistigi

trappist-1 vista da g
trappist-1 vista da g

e per finire con quella spedita qualche giorno fa dai miei amici Trappistacchi

trappist-1 vista da h
trappist-1 vista da h

Da queste immagini vediamo che anche dall’ultimo pianeta, h, il loro sole cioccolatoso avrebbe un diametro apparente praticamente doppio rispetto a quello del nostro Sole visto dalla Terra.

Per ultimo, ritorno un attimo sul periodo orbitale pazzescamente breve di ognuno dei sette pianeti. Gli Astronomi ipotizzano che molto probabilmente potrebbe essere accompagnato ad un identico periodo di rotazione, il che comporterebbe il ben noto fenomeno di un pianeta che mostra sempre la stessa faccia alla stella.
Un emisfero sarebbe sempre battuto da radiazioni, calore e luce, mentre l’altro rimarrebbe perennemente al buio, con temperature prossime allo zero assoluto in mancanza di atmosfera, però senza lo spettro (è il caso di dirlo) delle radiazioni.

In attesa di ulteriori nuove scoperte vi invito a rimanere sintonizzati!

Nel frattempo vi chiedo perdono per le facezie apparse qua e là: il mio intento è sempre quello di stemperare l’aridità di numeri e diagrammi a favore di qualche piccolo sorriso accompagnato da buone immagini, non troppo inventate, ma basate su dati solidi e aggiornati.
E ovviamente vi chiedo ancora scusa per gli errori commessi, dovuti alla poca dimestichezza con i meccanismi utilizzati da Celestia per generare i sistemi stellari.

 

Informazioni su Pierluigi Panunzi 508 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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25 Commenti    |    Aggiungi un Commento

  1. Trappistacchi

    Frati Trappisti, che producono generi alimentari tra i quali cioccolata, olio, miele, vini, liquori e appunto la birra. Sentendo il nome della stella io però ho pensato subito alla mitica cioccolata!
    Io invece ho pensato a questo (scusate la facezia )

  2. Buonasera sig. Panunzi,
    la notizia di questi sette pianeti mi ha molto incuriosito e ho letto varie cose sul web. Una cosa, però mi lascia perplessa: come si possa pensare che ci siano condizioni potenzialmente favorevoli alla vita su dei pianeti che probabilmente mostrano sempre la stessa faccia (come la Luna verso la Terra) alla loro stella. Infatti anche lei ha scritto che un emisfero sarebbe sempre al buio e con temperature vicine allo zero assoluto, mentre l'altro riceverebbe sempre luce e calore... se, poi, dovessero avere un'atmosfera, chissà che venti spaventosi sarebbero generati dall'escursione termica tra un emisfero e l'altro. Lei cosa ne pensa? Hanno un senso i miei dubbi o sono ipotizzabili forme di vita anche in un ambiente del genere? E, soprattutto, secondo lei è giustificato tutto l'entusiasmo mediatico che si è scatenato intorno a questa notizia oppure è un tantino esagerato?

  3. Mi scusi, ma ho un'ultima domanda... incuriosita dai periodi di rivoluzione brevissimi, ho voluto calcolare la distanza di questi pianeti dalla stella, quindi ho preso le distanze dalla stella espresse in unità astronomiche (fig. 2) e le ho moltiplicate per 150 milioni di km. Poi mi sono accorta che nelle figure successive, quelle in cui è raffigurata la stella vista da ogni pianeta, questa distanza è stata riportata, ma tutti i valori sono molto diversi da quelli che ho calcolato io: per esempio, il pianeta d, secondo i miei calcoli, dovrebbe essere distante 3.150.000 km e invece nella figura è scritto che dista 1.659.000 km... dove ho sbagliato?

    Grazie per la pazienza

  4. Hai centrato il problema, @Monica! Non solo c'è una quasi certa sincronicità tra periodo di rivoluzione e periodo di rotazione (cioè è pressoché sicuro che i pianeti presentano la stessa faccia al loro sole, un po' come la Luna alla Terra), ma è probabile che non abbiano un'atmosfera visto che sono vicinissimi al loro sole (che è nana rossa, un tipo di stella che notoriamente ha brillamenti solari molto intensi) ed è probabile che il vento solare intenso l'abbia portata via in tempi brevi.
    Quindi, probabilità di vita basse. Ma non si sa mai, quindi... Vediamo lo spettro dell'eventuale atmosfera, prima di decidere...

  5. Citazione Originariamente Scritto da Monica Visualizza Messaggio
    Mi scusi, ma ho un'ultima domanda... incuriosita dai periodi di rivoluzione brevissimi, ho voluto calcolare la distanza di questi pianeti dalla stella, quindi ho preso le distanze dalla stella espresse in unità astronomiche (fig. 2) e le ho moltiplicate per 150 milioni di km. Poi mi sono accorta che nelle figure successive, quelle in cui è raffigurata la stella vista da ogni pianeta, questa distanza è stata riportata, ma tutti i valori sono molto diversi da quelli che ho calcolato io: per esempio, il pianeta d, secondo i miei calcoli, dovrebbe essere distante 3.150.000 km e invece nella figura è scritto che dista 1.659.000 km... dove ho sbagliato?

    Grazie per la pazienza
    Nessun errore tuo, ma un errore in fase di programmazione di Celestia (una svista ogni tanto capita). @Pierluigi Panunzi è già all'opera per rimediare. Un po' di pazienza...
    Edit: mi scuso con Pier, ma tanto per capirci è stato invertito il valore del semiasse con quello del periodo. Lascio poi a Pier la spiegazione completa, ma era doveroso anticipare per tutti la cosa...

  6. Ops... non ci avevo fatto caso (non sono un'esperta di forum), comunque ho appena rimediato!

    Grazie mille per le risposte immediate e precise, mi sento anche sollevata per non aver commesso errori in quel calcolo che mi sembrava davvero banale.

    A presto!