L’osservazione di fenomeni casuali e non ripetuti è di fondamentale importanza in molti campi della scienza: dall’astronomia alla spettroscopia, dalla biologia al telerilevamento. A causa della presenza di segnali deboli, coperti da un forte rumore di fondo, questo tipo di studi rappresenta una notevole sfida.
Un team di ricercatori è riuscito a sviluppare una nuova tecnica di estrazione che è in grado di rivelare proprio questo tipo di segnali random, ottenendo risultati che vanno oltre le possibilità dei rilevatori attualmente a nostra disposizione.
La capacità di captare un segnale breve e casuale, che si verifica solo una volta ed è immerso in un mare di altri segnali spuri, ha importanti implicazioni in molte discipline scientifiche: dalla possibilità di rivelare il decadimento spontaneo di una molecola a quella di individuare brevi lampi luminosi provenienti dal cosmo. Questa nuova tecnica potrebbe addirittura consentire l’osservazione di fenomeni che sono rimasti fino ad oggi inosservati. Attualmente, infatti, è possibile percepire segnali sconosciuti solamente se questi si ripetono, cosa che permette di mediare i dati raccolti, identificare eventuali pattern, e dunque estrarre il segnale ricorrente. Quando invece abbiamo a che fare con segnali casuali non ripetuti non ci sono dati sufficienti per individuare eventuali periodicità.
Nello studio pubblicato sul prossimo numero della rivista Science Vahid Ataie e i suoi collaboratori, un gruppo di ricercatori presso il Dipartimento di Ingegneria Elettronica e Informatica dell’Università della California, sono riusciti a superare questo ostacolo utilizzando come modello dei segnali radio. La scelta è ricaduta su questo tipo di segnali perché hanno importanti applicazioni in termini di tecnologia commerciale, scientifica e della difesa. Per condurre la loro ricerca hanno utilizzato un sensore che traduce i segnali radio in segnali ottici, più sensibili alle variazioni di frequenza, e hanno ripetuto il singolo segnale in loop in modo da ottenere dati sufficienti e calcolarne la media.
I ricercatori hanno quindi applicato due pettini di frequenza ottici sintonizzabili, ovvero spettri costituiti da una serie di elementi distinti, equidistanti e regolabili. La sovrapposizione di questi due spettri facilita l’allineamento delle componenti temporali e spettrali del segnale casuale, e permette di amplificare il segnale casuale rispetto al rumore di fondo, consentendo il rilevamento di un impulso della durata di 80 picosecondi.
Ataie e i suoi colleghi hanno eseguito un totale di 4.720 rilevazioni per quantificare la capacità di distinguere il segnale dal rumore di fondo, trovando che questa nuova tecnica offre un’accuratezza superiore al 99%.
I risultati mostrano che questo tipo di tecnica, sebbene applicata a un caso specifico nella banda radio, può essere facilmente estesa nel campo dei segnali ottici o nelle microonde. In aggiunta, potrebbe permettere di intercettare la trasmissione di pacchetti di dati attualmente considerati sicuri.
Per saperne di più:
si invita a leggere l’articolo “Subnoise detection of a fast random event,” di V. Ataie, D. Esman, B.P.-P. Kuo, N. Alic e S. Radic
L’articolo originale è reperibile su Media INAF.
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