Questa serie di articoli fa uso del Simulatore di costellazioni in 3D, descritto in questo articolo. Se si dovessero riscontrare problemi nel caricamento delle pagine, scaricare manualmente l’ultima versione di JRE (Java Runtime Environment) all’indirizzo:
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La Fenice
In questo diagramma di Stellarium vediamo in quale zona di cielo si trova la Fenice: praticamente più a Sud e leggermente spostata a sinistra rispetto a Fomalhaut, che in estate si vede brillare (in una zona di cielo priva di stelle altrettanto luminose) molto bassa sull’orizzonte. Poco più sotto notiamo la presenza di un’altra stella molto bella, ma a noi invisibile, Achernar, la foce del fiume Eridano, che sappiamo nascere dalle parti di Orione.
La Fenice è un uccello mitologico, noto anche come Araba Fenice, avente la caratteristica ben nota di risorgere dalla proprie ceneri dopo essere morta: già dal disegno della figura precedente si vede (finalmente!) un uccello con le ali spegate. Non contento di questa raffigurazione, H.A.Rey aveva individuato un’altra possibile figura in cui il mitico volatile ha un collo più lungo e snello.
Lanciando infatti l’applet 3D della costellazione (cliccando l’animazione qui a fianco) possiamo vedere questa raffigurazione alternativa premendo “f“, ma come sempre possiamo ruotare la mappa stellare (picchiettando sulle frecce destra e sinistra) per vedere in 3 dimensioni la posizione delle stelle, ognuna delle quali si trova ad una distanza in anni luce visibile premendo il tasto “n“.
Di questa costellazione possiamo vedere l’aspetto, alquanto minaccioso ed arcigno, che ne dava Hevelius
mentre in quest’altro diagramma vediamo la rappresentazione dei creatori di Stellarium.
Poche stelle abbastanza vicine e grandicelle
Costellazione piccolina, ma non certo insignificante, la Fenice possiede due stelle abbastanza vicine al Sole, entrambe alla distanza di 49 al e di magnitudine intorno alla 5a-6a: si tratta di HIP 3583, una cugina del Sole, visto che è di classe spettrale G5 e ν Phe, di classe spettrale F8. Da entrambe le stelle, il nostro Sole appare come una stellina di circa 6a $magnitudine$ in una zona di cielo insieme ad altre stelle della nostra Orsa Maggiore con la strana presenza della notissima Sirio: praticamente il $campo$ stellare è lo stesso, sia se fotografato dalle parti di HIP 3583 che dalle parti di ν Phe.
In realtà all’interno della costellazione c’è anche un’altra stella vicina, addirittura più vicina delle altre due, ma dato che la sua parallasse non è nota con sufficiente precisione, non appare in Celestia. Si tratta di Gliese 915, una nana bianca (grande quanto la Terra), la cui distanza è stimata circa in 26 al, anno più anno meno: quando questa stima verrà migliorata, ne riparleremo.
Nel diagramma di confronto tra le stelle della Fenice ed altre note ed incontrate in precedenza, vediamo che in questa costellazione ci sono poche stelle di $magnitudine$ importante: la più grande è ψ Phe, di classe spettrale M4, una gigante rossa con diametro pari a 92 volte quello del Sole. La seconda è γ Phe, di classe K5 con un raggio di 46 volte ed infine l’ultima che segnalo è χ Phe, una stella di classe K5, praticamente identica per dimensioni ad Aldebaran, che come sempre porto a paragone di altre stelle assolutamente meno note. I miei amici Psippesi, giganti rossi che abitano in un pianeta orbitante intorno a ψ Phe, mi hanno invitato presso di loro per scattare una foto al loro sole, alla distanza di 10 UA.
Oggetti deep sky
Degno di nota, all’interno della Fenice, è il cosiddetto Robert’s Quartet, un poker di galassie che ha preso il nome dal suo scopritore: da sinistra a destra abbiamo NGC 92, $NGC$ 89, $NGC$ 88 e $NGC$ 87
poi abbiamo una galassia a spirale barrata, $NGC$ 625
ed infine la stupenda galassia ESO 243.49
Nomi e visibilità
Una manciata di stelle della Fenice ha ricevuto un nome, ma 5 di queste fanno parte di una famiglia, indicando la poca fantasia di chi ha inventato i nomi.
- Ankaa o Nair Al Zaurak (α Phe): la barca
- Alrial I, II, III, IV, V (κ, μ, β, ν e γ Phe): i giovani struzzi
Oltre a poca fantasia non è moto chiaro cosa c’entri un barca con un uccello mitologico e tanto meno i giovani struzzi (che per la cronaca in inglese sono indicati con “the young ostriches”, mentre le ostriche si dicono “oysters”…)
Per quanto riguarda la visibilità alle nostre latitudini, parte della Fenice si potrebbe vedere, sempre alle 21, culminare a Sud verso la metà di novembre, ma con un’$altezza$ sull’orizzonte davvero scarsa. La stella α Phe, quella più a nord, non supera mai 6° di $altezza$, ma magari qualcuno potrebbe tentare di osservarla sfruttando un orizzonte libero da ostacoli, considerando che ha una $magnitudine$ pari 2.4 .
Il Tucano
Come si può vedere dal diagramma di Stellarium, il Tucano si trova praticamente più a sud della Fenice e della stella Achernar, quindi sarà assolutamente impossibile riuscire a vederne qualche stella dalle nostre latitudini.
Sembrerebbe a prima vista una costellazione poco interessante e quasi dimenticata, ma non è così: nella sua parte più meridionale è presente un batuffoletto bianco, che a prima vista sembra un difetto dell’immagine. Si tratta invece dalla ben nota SMC, la Small Magellanic Cloud, una $galassia$ nana irregolare che si accompagna alla Via Lattea ed insieme alla LMC, la Large Magellanic Cloud, e ad altre decine di galassie, compongono il cosiddetto gruppo locale. In seguito vedremo le foto della SMC e di altri oggetti deep sky niente male.
Il Tucano Toco
Affidandomi a wikipedia, visto che non sono un esperto ornitologo, il Tucano Toco, (in latino Tucana e più semplicemente Tucano) è il ben noto uccello dal caratteristico grande becco giallo-arancione: ho voluto aggiungere una foto di questo uccello che vive nelle foreste amazzoniche per poter riuscire a comprendere il disegno rappresentato dalle stelle della costellazione.
Cliccando l’animazione qui a fianco si lancerà l’applet per vedere la costellazione in 3D e nel caso del Tucano la rappresentazione principale e quella alternativa (di H.A.Rey, premendo il tasto “f“), anche se davvero stilizzate, possono effettivamente dare un’idea dell’uccello dal grande becco. Sul programma 3D non aggiungo altro che non sia già noto, perché visto in ogni puntata, se non che premendo la barra spaziatrice si vedono comparire i nomi tecnici delle stelle ma nessun nome proprio.
Vediamo subito come Hevelius rappresentava questa costellazione
e come i creatori di Stellarium l’hanno disegnato
Una stella vicina e due stelle grandicelle
Tra le poche stelle che compongono questa costellazione non proprio piccola, la stella ζ Tuc si trova ad appena 28 al da noi, una distanza molto piccola se confrontata con scale di distanze cosmiche: sono andato a trovare i miei amici Zetucchi e la sera (che nel loro pianeta dura 437 delle nostre ore) ho potuto osservare che il nostro Sole è una stellina di $magnitudine$ 4.5, posta in una zona di cielo insieme a stelle dell’Orsa Maggiore, nonché Sirio e Procione. Nella foto potete vedere anche voi lo spettacolo notturno.
Osservando il diagramma consueto di confronto tra le stelle del Tucano e altri mostri stellari incontrati nella serie di articoli, possiamo notare appena due stelle di grandezza importante: la ν Tuc, di classe M, con un diametro di 64 volte quello del Sole, mentre la seconda, α Tuc, l’ho messa solo perché è una parente stretta di Aldebaran (di classe K) leggermente più grande della più blasonata stella del Toro (38 volte il diametro del Sole confrontate con 33). Mi spiace per i miei amici Nutuci, ma non è necessario mostrare la loro stella dalla consueta distanza di 10 UA: d’altronde nemmeno loro la conoscono molto bene perché il loro pianeta si trova a più di 200 UA dalla stella, che loro vedono come un puntino molto luminoso, ma abbastanza innocuo.
Oggetti deep sky
All’inizio dell’articolo ho parlato della SMC: qui la vediamo in una fantastica foto dell’HST (cliccando si può vedere la versione più dettagliata)
Del Tucano fa parte un ammasso globulare ($NGC$ 104) molto luminoso e che gli antichi avevano scambiato per una stella (di $magnitudine$ 4.9), tanto è vero che era stato denominato 47 Tuc
All’interno della SMC è presente $NGC$ 346 un ammasso aperto con associata una nebulosa
Passiamo ora alla galassia a spirale $NGC$ 406
alla nebulosa ad emissione $NGC$ 248
ed infine passiamo in rassegna tre ammassi stellari uno meglio dell’altro, iniziando da $NGC$ 362 (un globular cluster)
proseguendo con l’open cluster $NGC$ 265
e chiudendo con un altro open cluster, $NGC$ 290
Nessun nome e non si vede
Alla fine di questa abbuffata di oggetti deep sky niente male, concludo l’analisi segnalando che il Tucano non possiede alcuna stella denominata con un nome proprio e che come detto non sorge mai al di sopra dell’orizzonte dalle nostre latitudini.
Proprio per questo, viene voglia di fare un viaggio al di sotto dell’Equatore per osservare tutta la parte di cielo che noi non vediamo mai, che comprende il nostro simpatico Tucano.
ottimo lavoro Pier!
Peccato non poter osservare il deep delle costellazioni, promettono bene.
inviato dal cellulare
Ciao,
sono nuovo!
Mi interessa molto la costellazione della Fenice, specie la disposizione delle sue stelle.
Cercando su internet le immagini della costellazione, ho trovato molte differenze su come la fenice viene disegnata in funzione delle stelle:
- tramite il diagramma di Stellarium
- http://archive.oapd.inaf.it/costella...oni/fenice.htm
con l'immagine sovrapposta (http://i.imgbox.com/acfom32k.jpg)
- le altre rappresentazioni non riesco molto a capirle
La mia domanda è: Quale di tutte queste rappresentazioni è la più usata\attendibile? Se si dovesse disegnare la fenice sopra le stelle, come sarebbe messa la fenice? Da che parte sarebbe la testa?
Grazie mille in anticipo
Temo che l'unica certezza sulla quale gli organi ufficiali si siano accordati sia quali stelle facciano parte di quale costellazione, stabilendo così delle frontiere precise e da tutti riconosciute.
Per quanto riguarda il modo di unire alcune di queste stelle, per raffigurare in maniera grafico il nome della costellazione, credo sia stata lasciata libertà a ciascun astronomo in ogni epoca: da quelle dei secoli scorsi magari artisticamente interessanti ma di uso pratico praticamente nullo alle varie soluzioni moderne più o meno evocative.
Ti raccomando un geniale illustratore americano H. A. Rey - The stars: a new way to see them...un esempio vale più di tanti discorsi... (la sua versione dei Gemelli è ovviamente la n. 4)
Allegato 16883
Grazie mille della risposta!
Grazie @Pierluigi Panunzi, quando leggo i tuoi articoli assumo queste espressioni: