Questa serie di articoli fa uso del Simulatore di costellazioni in 3D, descritto in questo articolo. Se si dovessero riscontrare problemi nel caricamento delle pagine, scaricare manualmente l’ultima versione di JRE (Java Runtime Environment) all’indirizzo:
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Il Capricorno è una costellazione zodiacale che gli antichi vedevano e riconoscevano molto bene, mentre per noi “cittadini” è particolarmente difficile da visualizzare per la luce diffusa delle nostre città e per la mancanza di stelle brillanti, anche perché alle nostre latitudini non appare mai molto alta sull’orizzonte. Diciamo pure che per vedere un capricorno apparire in una specie di triangolo di stelle ci vuole molta fantasia: nemmeno H.A.Rey era riuscito nell’intento, come possiamo vedere tra breve grazie al mio programma 3D.

Per ora vediamo un’altra immagine, come faccio sempre per le costellazioni zodiacali, creata da due singole immagini di Stellarium: possiamo vedere innanzitutto la costellazione attraversata dalla linea rossa, l’eclittica, che mostra il percorso del Sole durante l’anno, in particolare tra le date del 20 gennaio ed il 16 febbraio, nelle quali il Sole varca i confini della costellazione entrando ed uscendo da essa. Come sempre desidero sottolineare che queste date sono effettive, reali, che si ripetono ogni anno a parte una piccola differenza dovuta all’irregolarità del moto della Terra attorno al Sole. E questa è proprio l’irregolarità che possiede il moto apparente del Sole sulla sfera celeste: invece le date fornite da calendari e altre fonti non certo scientifiche non hanno nessun riscontro con il cielo e i moti del Sistema Solare.
Cliccando sull’animazione qui a fianco possiamo vedere la consueta rappresentazione di un foglio virtuale, dov’è disegnata la nostra costellazione. É proprio questo il foglio che possiamo ruotare a piacere con le frecce destra e sinistra: potremo così vedere con una prospettiva differente che le stelle in realtà si staccano da foglio stesso in base alla loro effettiva distanza in anni luce. Ricordo che la mia è una rappresentazione semplificata ed approssimata, ma dà senz’altro un’idea del fatto che le stelle non sono ovviamente tutte poste alla stessa distanza, così come credevano gli antichi.
Premendo il tasto “f” sappiamo che appare un aspetto alternativo, un disegno creato da H.A.Rey in base alla sua fertile fantasia: però in questo caso nemmeno lui era riuscito a visualizzare un capricorno…
Ricordo che con il tasto della barra spaziatrice vediamo i nomi delle stelle, mentre con “n” ne scopriremo le distanze. Infine con “+” o “–” possiamo zoomare a piacimento, mentre con “esc” ritorniamo alla visione iniziale.
Il capricorno questo sconosciuto
Lasciamo la parola a Silvia Pascucci che ci parlerà meglio di questa figura mitologica.
Capricorno
Sul mito del Capricorno vi sono varie versioni: in ogni modo, per i nostri antichi Greci, bisogna risalire al dio della campagna, di nome Pan, che fisicamente era metà capra e metà umano, insomma, non proprio una bellezza.
Egli, come Zeus, era un gran donnaiolo e un bel giorno tentò di sedurre una ninfa, ma per sfuggire alle sue insidie questa si trasformò in un mucchio di canne. Pan iniziò allora a soffiare su di esse e ne uscì fuori un suono così melodioso, che costruì uno strumento, il famoso flauto di Pan.
Fu protagonista di due importanti imprese: entrò in aiuto agli dei durante la lotta contro i Titani, mettendoli in fuga e una seconda volta li aiutò a fronteggiare Tefeo. Durante quest’ultima impresa, Pan avrebbe suggerito agli dei di tramutarsi in animali per poter fuggire al mostro.
Alla fine di queste imprese, Zeus, come segno di gratitudine lo trasformò nella nota costellazione.
Ora vediamo come veniva rappresentato il Capricorno nell’Uranometria

mentre qui c’è il disegno creato di Hevelius, rappresentato come se fosse visto allo specchio

ed infine come la rappresenta Stellarium.

Ancora qualche curiosità
Premetto che non conosco molto bene l’altresì famosissimo Jimi Hendrix: ero troppo piccolo quando dava sfoggio delle sue grandi capacità di chitarrista negli anni ’60. Ho scoperto che era stato pubblicato nel 1970 (l’anno in cui morì) un bootleg intitolato “The Capricorn Tape”, la cui copertina è la seguente


Per una strana casualità proprio lo stesso anno le Poste di San Marino avevano emesso la ben nota serie intitolata alle Costellazioni Zodiacali, dodici francobolli di valore facciale crescente, partendo dall’Ariete per arrivare ai Pesci: il Capricorno è il terz’ultimo della lista e perciò gli spettava un valore pari a ben 90 Lire, che per l’epoca avevano un valore non indifferente.
Qualche stella vicina
La costellazione del Capricorno presenta cinque stelle la cui distanza da noi è inferiore alla soglia di 60 al. Nella tabella vediamo elencate queste stelle: nella prima colonna c’è la distanza espressa in anni luce, nella seconda il nome identificativo con il link all’immagine tratta da Celestia di come si vede il Sole stando dalle parti della stella in esame, mentre nell’ultima colonna è riportata la classe spettrale.
Distanza (anni luce) | Nome della Stella e link alla foto | Classe Spettrale |
---|---|---|
18.6 | lp816-60 | M3 |
29 | HIP 99825 | K3 |
39 | δ Cap | A5 |
48 | ψ Cap | F5 |
48 | HIP 101997 | G8 |
Cliccando i vari link della seconda colonna possiamo vedere che ad esempio dalle tre stelle HIP 99825 (una stella di magnitudine 5.7, perciò in teoria visibile nei nostri cieli ad occhio nudo), da HIP 101997 e da ψ Cap, il Sole appare vicino nientemeno che a Castore e Polluce, a Procione e a Sirio, mentre da δ Cap si trova all’interno della costellazione del Leone (o giù di lì).
Qualche stella grandicella

Nel consueto diagramma che ci accompagna in ogni puntata ed in cui ho tracciato le stelle del Capricorno per paragonarne le dimensioni con altre stelle incontrate negli articoli precedenti, vediamo che ci sono 6 stelle di dimensioni ragguardevoli, ma non dei mostri stellari che abbiamo incontrato in precedenza.
La più grande del gruppetto, ω Cap, è 139 volte il nostro Sole, ma il fatto che sia di classe spettrale K4 la pone nella stessa famiglia di sua maestà Aldebaran, con un diametro che è quasi 4 volte quello della ben nota stella del Toro: di questo fatto vanno molto fieri i miei amici Omegacapi. Per mezzo di Celestia mi sono recato nei pressi di questa stella e l’ho fotografata da una distanza di 10 UA.
Della stessa famiglia e quindi della stessa classe spettrale, sono 24 Cap e σ Cap, rispettivamente 64 e 59 volte il nostro Sole ed anche in questo caso quasi un paio di volte più grandi di Aldebaran.
La seconda stella in ordine di grandezza è invece 47 Cap, di classe M3, con un diametro che è pari a 109 volte quello del Sole: sempre con Celestia ho scattato la foto di questa gigante rossa, l’astro dei miei amici Quarantasettecapitoli: costoro sono famosi nella galassia per essere abili scrittori, con la peculiarità che tutti i loro libri constano di 47 capitoli, da cui il loro nome. Ad esempio il volume 12 della loro Enciclopedia Trecconi (laddove il cono è il loro fedele quattrozampe) ha 47 capitoli, il famoso giallo Il Codice Da Perdi ha 47 capitoli, ma anche i loro dizionari hanno 47 capitoli, visto che anche 47 sono le lettere del loro alfabeto. Provate ad indovinare di quante ore è la durata della rotazione del loro pianeta…
Ma passiamo a cose più serie, che è meglio.
Due oggetti deep sky niente male
Tra gli oggetti deep sky presenti all’interno della costellazione, ne ho scelti due molto interessanti e di cui mostro la foto scattata dall’HST (cliccando sulla foto possiamo vederne la versione ingrandita, con maggiori dettagli). Iniziamo con l’oggetto numero 30 del catalogo Messier, al secolo M30, un bellissimo ammasso globulare

mentre in quest’altra foto vediamo una splendida galassia a spirale barrata, la NGC 6907

I nomi delle stelle
Vediamo ora i nomi delle stelle del Capricorno:
- Giedi I,II (α1, α2 Cap): la capra
- Dabih Minor, Major (β1, β2 Cap): il macellaio
- Nashira (γ Cap): la fortunata
- Deneb Algiedi (δ Cap): la coda della capra
- Castra (ε Cap): trovata su internet
- Yen (ζ Cap): trovata su internet
- Barm (η Cap): trovata su internet
- Dorsum (θ Cap): trovata su internet
- Al Shat (ν Cap): la pecora
- Baten Algiedi (ω Cap): la pancia della capra
Anche se si tratta di una costellazione zodiacale e proprio per la scarsa luminosità delle stelle componenti, i nomi effettivamente utilizzati più comunemente sono quelli di α e δ Cap, mentre gli altri sono solo una curiosità.
La visibilità del Capricorno
Prendendo come sempre un’ora di riferimento, comoda per le osservazioni, le 21, abbiamo che il Capricorno si trova basso sull’orizzonte orientale verso gli ultimi giorni di luglio, mentre culmina a Sud, non molto alto in cielo, intorno all’inizio di ottobre. Infine si troverà basso sull’orizzonte occidentale più o meno verso l’inizio del dicembre successivo.
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grazie della segnalazione!
ovviamente non dipende da me, ma dagli inserzionisti...
penso che stefano in questi casi sappia bene come agire di conseguenza...
evviva l'Astronomia!