Questa serie di articoli fa uso del Simulatore di costellazioni in 3D, descritto in questo articolo. Se si dovessero riscontrare problemi nel caricamento delle pagine, scaricare manualmente l’ultima versione di JRE (Java Runtime Environment) all’indirizzo:
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Quella di Perseo è una costellazione boreale, visibile nei nostri cieli in una zona molto ricca di oggetti da osservare, tra l’Auriga, Cassiopea, Andromeda ed il Toro, ma soprattutto attraversata dalla Via Lattea: una garanzia per chi voglia mostrare ai propri amici le bellezze dell’universo.
Tutti noi bene o male conosciamo le Perseidi, le Lacrime di S.Lorenzo, le stelle cadenti che si possono osservare ogni anno qualche giorno dopo il 10 agosto: quando io in montagna convinco qualche intrepido osservatore ad esporsi ad un bel venticello gelido per osservare qualcosa di nuovo, non di rado queste stesse persone confessano di aver sempre sentito parlare delle stelle cadenti, ma di non averne mai vista una. A distanza di anni, alcune di queste persone ancora mi ringraziano per l’opportunità che avevo loro concesso di cogliere queste fugaci apparizioni, in alcuni casi accolte da un coro di “ooohhhh” assolutamente spontaneo e tutto sommato liberatorio! Negli anni fortunati di solito si va a finire ad organizzare una gara a chi ne osserva di più, se non altro per tenere desta l’attenzione dei più distratti, prima che ci si congeli e si corra alla fine a scaldarsi…
Perseo in 3D
Come di consueto, cliccando l’immagine a fianco, possiamo vedere l’aspetto tridimensionale (approssimato, anche se mi dimentico di dirlo) delle stelle componenti la costellazione: sappiamo bene che con le frecce destra e sinistra riusciamo a girare il foglio virtuale dove ho disegnato le stelle, per vederle staccarsi dal foglio stesso, proporzionalmente alla distanza in anni luce di ogni singola stella (del quale possiamo conoscere il nome e vedere il valore della distanza, premendo la barra spaziatrice e il tasto “n” rispettivamente). Sappiamo anche che premendo il tasto “f” viene modificato il disegno della costellazione stessa: in questo caso vediamo l’interpretazione che H.A.Rey aveva dato alle varie stelle, riuscendo a connetterle in modo da visualizzare un buffo ometto.
Per sapere chi fosse nell’antichità Perseo, ci affidiamo alle parole dell’amica Silvia Pascucci, che ci fornisce qualche dettaglio della vita tormentata di questo eroe.
Figlio di Giove e Danae, appena nato quel malvagio di suo nonno Acrisio lo fece gettare in mare, insieme alla madre, dentro una cassa. Ma perché agì in questo modo così crudele? Sembrerebbe una vicenda di cronaca nera che purtroppo abbiamo modo di leggere, ahimè, sui nostri quotidiani. Il fatto è che Acrisio era andato in ansia a causa di una predizione che lo riguardava: egli sarebbe morto per mano del nipote.
Bando alle parentele, decise di liberarsene subito in quell’orribile modo. Ma che successe poi? Perseo e sua madre furono salvati da Dietis che li condusse presso il re di Scrifo, nelle isole Cicladi. Il giovane, aiutato da Minerva e Mercurio, uccise Medusa e armato della testa di questo mostro (sembra quasi un film horror!) e in arcioni del cavallo alato Pegaso, compì varie imprese tra cui quella di liberare sua madre Danae dalle grinfie di Polidette. Tornato in patria incontrò suo nonno e per errore lo uccise giocando al disco. Come si dice, quando una cosa deve andare male, lo farà!
Silvia
Perseo per gli antichi e modernamente
Vediamo come veniva rappresentato Perseo nell’antichità e come viene mostrato oggi. Sia Hevelius

che Bayer, nella sua Uranometria

lo rappresentano di spalle mentre trionfante tiene con la mano destra la testa della Medusa, appena mozzata con la spada che regge con la sinistra. Stellarium invece lo raffigura

con uno scudo nella mano destra e la testa di Medusa nella sinistra.
Un paio di stelle vicine, una stella grande ed una variabile
La costellazione di Perseo presenta al suo interno appena due stelle la cui distanza è inferiore alla soglia di 60 anni luce (al), quella da me utilizzata in tutti i miei articoli: ricordo che 60 al è all’incirca la distanza dalla quale il nostro Sole avrebbe una magnitudine pari a 6 e perciò non sarebbe più visibile ad occhio nudo. In questo caso abbiamo ι Per posta a 34 al di distanza e θ Per situata a 37 al ed in entrambi i casi viaggiando con Celestia fino alle due stelle singolarmente, il Sole viene visto come una stellina di quinta $magnitudine$, ai bordi della $Via Lattea$ (ι Per e θ Per), in compagnia di stelle appartenenti a costellazioni del nostro emisfero australe, quali il Lupo, lo Scorpione ed il Centauro, oltre alla ben nota Sirio, che da laggiù ha perso parecchia della sua luminosità.

Come possiamo vedere nel consueto diagramma, realizzato da me per avere un confronto tra le grandezze delle stelle più grandi della costellazione rispetto ad altre stelle incontrate man mano nella serie di articoli, in Perseo sono presenti dieci stelle di taglia maggiore di 40 volte il raggio del Sole, tutte di classi stellari differenti: su tutte spicca η Per, con un diametro pari a 156 volte il nostro Sole, seguita da un terzetto posto a quota 62-63 volte (φ Per, ψ Per e 17 Per), da tre stelle al di sotto del valore 50 (58 Per, ρ Per ed α Per), per arrivare ad un altro terzetto di diametro compreso tra le 50 e 40 volte quello solare (f Per, c Per e μ Per).

Come di consueto, tanto per dare una sensazione visiva di come apparirebbe la stella più grande del gruppo (η Per, di classe K3) da una distanza sicura di 10 UA, mi sono imbarcato sulla mia astronave Celestia per andare a trovare i miei amici Etapersi, noti in tutta la galassia per essere molto distratti e per dimenticare qua e là oggetti personali: pare che in città abbiano magazzini pieni di ombrelli persi qua e là da questi simpatici signori. Visto che però sul loro pianeta Perso (guardacaso) non piove mai, ci si potrebbe domandare il perché di tutti questi ombrelli: caliamo un velo pietoso sulla vicenda.
Piuttosto parliamo della stella β Per, detta Algol (il demone), notissima stella variabile ad eclissi, che presenta una variazione di $magnitudine$ da 2.3 a 3.5 in un periodo di poco meno di 3 giorni: la variabilità di questa stella (binaria) è dovuta al fatto che le due componenti sono una più luminosa dell’altra e quando la meno luminosa transita davanti all’altra componente, eclissandola, la luminosità della coppia si riduce drasticamente, mentre quando la stella occultante è quello più luminosa allora la luminosità totale varia di poco. Questa coppia di stelle (in realtà è un sistema ternario) si trova alla distanza di 93 anni luce dal Sole ed una fonte (wikipedia) segnala che più di 7 milioni di anni fa si trovasse a poco meno di 10 anni luce da noi, apparendo come la stella più luminosa del firmamento con una $magnitudine$ pari a -2.5.
Oggetti deep sky
Andiamo ora a scoprire qualche oggetto presente nella costellazione di Perseo, le cui foto sono sempre realizzate da quella meraviglia della Tecnologia che è l’Hubble Space Telescope (ricordo che cliccando sulla foto vedremo l’immagine stessa in alta risoluzione). Iniziamo da un notissimo ammasso doppio (h-χ Per), visibile ad occhio nudo come un batuffoletto di cotone, ma che già con un binocolo appare in tutto il suo splendore: osservando questa foto non possiamo che rimanere a bocca spalancata per la bellezza di questi due open cluster, catalogati come NGC 869 e $NGC$ 884.

In quest’altra foto vediamo l’open cluster M34, decisamente meno affollato di stelle

mentre qui possiamo vedere la nebulosa M76, detta anche Little Dumbbell (piccolo manubrio) oppure Tappo di sughero, catalogata come $NGC$ 650 e 651: simpatica!

Cosa dire ora della meravigliosa $NGC$ 1499, la famosa California Nebula?

Ben più strana è invece la $nebulosa$ a riflessione denominata $NGC$ 1333, che per alcuni è nota come Chaotic beauty (bellezza caotica)

Chiudiamo infine con la $galassia$ $NGC$ 1260, all’interno della quale, nel 2006, è esplosa la supernova SN2006gy, studiata a fondo da osservatori quali Chandra nei raggi X.

Questa supernova per qualche tempo ha avuto il primato dell’esplosione stellare più luminosa mai registrata, ma assolutamente invisibile ad occhio nudo dal momento che la $galassia$ ospite, $NGC$ 1260, si trova alla mostruosa distanza di 238 milioni di anni luce, quasi cento volte la distanza che ci separa dalla notissima $galassia$ di Andromeda (M31).
I nomi delle stelle
In questa costellazione troviamo una dozzina di stelle a cui sono stati associati dei nomi:
- Mirfak (α Per): gomito
- Algol (β Per): il demone
- Atik (ζ Per): spazio tra le spalle
- Miram (η Per): il polso
- Misam (κ Per): il polso
- Menkib (ξ Per): spalla delle Pleiadi
- Alatik (ο Per): spazio tra le spalle
- Misam al Thurayya (χ Per): polso delle Pleiadi
- Gorgonea II, III e IV (π, ρ e ω Per): testa della Gorgone
- Seif (φ Per): significato sconosciuto
Visibilità della costellazione
Detto che la parte settentrionale di Perseo è circumpolare e dunque visibile in ogni periodo dell’anno, la parte centrale si trova bassa sull’orizzonte nordorientale verso fine agosto (sempre all’ora canonica e comoda, le 21), arriva allo zenit a cavallo di capodanno, mentre a fine maggio successivo si trova bassa sull’orizzonte nordoccidentale.
In definitiva c’è parecchio tempo per poterla osservare.
Quattro chiacchiere a ruota libera
Ma sì, facciamoci due risate…
Il nome Perseo si presta da sempre a giochi di parole: pare che nel corso di una battaglia lui rimanesse ferito in modo tale da non essere riconoscibile, al punto che un suo commilitone iniziò un (terribile) scambio di battute: “Sei Perseo?” e lui “Trentaseo“… Vabbè…

Continuando in questa ondata di facezie, bisogna ricordare che tutte le stelle della costellazione hanno un nome del tipo xx Per, dove “Per” si deve leggere alla latina, “Persei“: questo fatto conferisce alla costellazione di Perseo l’invidiabile titolo di costellazione matematica per eccellenza. Tutte le stelle con un nome numerico (4, 1, 28, 12, ecc) in questo caso diventano 4 Per, 1 Per, 28 Per, 12 Per ecc in una sorta di tabellina cosmica… La capostipite di tutte queste stelle non può che essere 6 Per, che qui vediamo (seriamente!) collocarsi proprio al confine tra Perseo e Andromeda: mai nessun astronomo ha osato ribattezzarla Trentasei. E neanche io lo faccio!
sei Perseo? Trentaseo è troppo forte Pier!
inviato da Maurizio con Tapatalk 2
guardate che è una battuta vecchia quanto il cucco...
inviato da Maurizio con Tapatalk 2
Ah AH AH mi fate morire !!
Ottimo ed utile articolo !
Grazie !!
ricordo benissimo che la battuta del trentaseo era inserita nel primo libro che ho letto in vita mia (Ciuffettino). Più o meno avevo 6-7 anni e quindi risale sicuramente a 60 anni fa, ma sicuramente il libro non era nuovo...
In un altro invece il protagonista si chiamava Perotto... e quindi veniva fuori quarantotto...
Ah... i misteri dell'Universo!!!!!
....e con questo abbiamo chiuso il cerchio. ..


inviato da Maurizio con Tapatalk 2
Pigolone x pignolone.... Cioè Pign2...
Ho creato un mostro...........
Grazie,è davvero un articolo interessante(a parte trentaseo
)!Ricordo che quando avevo 10 anni mi divertivo tantissimo a cercare questa costellazione magnifica e grande per trovare delle meteore che conosciamo tutti
. Ora vedrò la stessa costellazione con occhi diversi,ma sempre con la stessa sua bellezza.