La nascita delle costellazioni e la magia simpatica

Poche parole per presentare e per dare il via a un progetto meraviglioso di astronomia.com, dedicato alla descrizione e all’analisi della mitologia più poetica legata alle costellazioni. L’unico vero significato che esse posseggono ancora e che non è giusto confondere con la speculazione più infima che ne viene fatta dall’astrologia.


Stiamo per mettere in cantiere un’impresa veramente interessante oltre che utile e poetica. Cercheremo di legare tra loro le 48 costellazioni greche attraverso un unico racconto mitologico. Approfitteremo dello stupendo affresco che decora il soffitto della Sala del Mappamondo del Palazzo Farnese di Caprarola, ma non disdegneremo anche altre raffigurazioni artistiche sia precedenti che successive.

Aspettiamo il contributo di tutti i lettori che a mano a mano si dedicheranno ad argomenti specifici che serviranno a costruire il lavoro conclusivo. Vi sarà una finestra dedicata dove esprimere le varie idee e accumulare il materiale.

Vorrei, tuttavia, suggerire un inizio di tutto e non posso fare altro che riferirmi alla più antica rappresentazione esistente di una costellazione. Essa ci fornirà anche la chiave di lettura fondamentale che ha dato il via alla divisione del cielo stellato in strutture più o meno complicate che hanno accompagnato l’umanità sia nella sua essenza mitologica, religiosa e poetica, ma anche verso trasposizioni legate all’ignoranza e a una sorte di fanatismo ben lontano dalla ragione.

Magia simpatica, dicevo nel titolo: la base delle prime rappresentazioni pittoriche e plastiche dell’homo sapiens. Cos’è la magia simpatica? In parole semplici, essa consiste nel cercare di riprodurre simbolicamente una certa azione fortemente desiderata con la convinzione che la Natura ne venga suggestionata e ne permetta lo svolgimento migliore.

Se fossi un uomo primitivo e volessi cacciare un cinghiale o un cervo non dovrei fare altro che  dipingere una battuta di caccia o un bellissimo esemplare della preda sulla parete di una caverna e sperare che la Natura ripeta e porti a buon fine la mia azione futura. Non è difficile dedurre come dalla magia simpatica siano nati gli amuleti, gli idoli e, in fondo, tutta la visione religiosa.

Vi erano però forme di magia simpatica particolarmente efficaci: le descrizioni di un’azione umana, non elaborate dal fruitore, ma dalla Natura stessa, che sembrava raffigurare simbolicamente e praticamente proprio l’aspirazione dell’uomo. Il caso più classico e, forse, il più radicato tutt’oggi anche dopo millenni di evoluzione, è quello del legame tra Luna e gestazione della donna. Il ventre femmineo cresce per poi sgonfiarsi nuovamente. Lo scopo? Creare una nuova vita. Ossia, realizzare la procreazione, lo scopo più importante di una razza animale o vegetale che sia. La Luna, con le sue fasi riproduceva esattamente il variare del ventre della donna (e non solo) e rappresentava quindi un perfetto esempio di magia simpatica eseguita dalla stessa Natura. La Luna, infatti, descriveva l’azione umana e portava sempre alla conclusione desiderata: la sua fase cresceva per tornare sempre al punto d’inizio. Non sbagliava un colpo!

Non sono necessarie molte parole per  comprendere come la Luna sia sempre stata associata non solo alla gestazione della donna, ma anche alla crescita e alla degradazione delle piante e a cento altri fenomeni più o meno primitivi. Insomma: Luna = fertilità, variabilità, periodicità, ecc.

Il Cielo stellato era però pieno di possibili raffigurazioni di azioni umane e, in un secondo tempo, degli dei che sovraintendevano la buona (o cattiva) riuscita di esse. Bastava un po’ di fantasia  e di volontà: le stelle erano tante e le possibilità di sistemarle secondo disegni guidati dalla mente umana erano quasi infinite. Bene, proprio così sono nate le prime costellazioni, che sono poi state legate sempre più alla religione e alla mitologia, ma anche al percorso del creatore della più grande magia simpatica esistente: il Sole. Chi se non quella enorme sfera di fuoco, portatore di luce e di calore, poteva rappresentare e guidare tutte le azioni dell’uomo e del mondo che lo circondava?

Penso che la prima rappresentazione di magia simpatica trasportata nel cielo stellato, finora trovata, sia proprio quella della Grotta di Lascaux. La preda è un magnifico toro, disegnato con una maestria che ancora oggi lascia allibiti. Ebbene, quella preda tanto agognata era anche riprodotta nella volta celeste. La natura aiutava l’uomo a descrivere la sua preda e la successiva azione di cattura. Non riesco a considerare soltanto casuale l’allineamento più che preciso tra la testa del toro e i due gruppi di punti che lo accompagnano.  Pensiamo, infatti, che è stato dipinto circa 15000 anni prima di Cristo.

L’occhio della testa del toro (Aldebaran tra le Iadi) ha a destra sei punti neri che non possono che raffigurare le Pleiadi, gruppo affascinante di oggetti luminosi che deve aver attratto da sempre l’occhio dell’uomo primitivo. Analogamente, a sinistra, vi sono quattro punti allineati. La mia idea è che si riferiscano alla cintura di Orione, un altro allineamento che cattura immediatamente l’occhio, anche più delle stelle brillanti che l’accompagnano. Nessuna visione esoterica o misteriosa in tutto ciò: una chiara e semplice applicazione delle prime intuizioni e schemi mentali dell’uomo che prendeva coscienza di ciò che lo circondava con grande timore e con la speranza di un aiuto continuo da parte della Natura.

Proporrei, quindi, di utilizzare la figura che segue come il manifesto stesso della nostra futura opera. L’inizio di tutto, la prima costellazione costruita dell’essere umano. Con tutti i rivolti psicologici, razionali e conoscitivi che ne conseguono.

Buon lavoro a tutti

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3 Commenti    |    Aggiungi un Commento

  1. A proposito di "Magia simpatica" e dei primi asterismi conosciuti le pleiadi rappresentano una grandissima fonte, per i popoli delle Ande il loro sorgere segnava la stagione dei raccolti, per i Celti invece erano legate alla morte e al trapasso, (legate alla morte del sole e l'inizio dell'inverno).
    Erano tra i principali astri seguiti dall'uomo in tutte le culture (l'affresco di Lacaux che cita Enzo e il disco di Nebra ne sono le prove); quest'ancestrale attrazione per questo fantastico asterismo, è viva tuttora basti vedere quelle macchine da rally Blu che portano il nome giapponese delle sette sorelle SUBARU
    Allegato 3200

    Ok penso di essere andato OT

  2. Ritorno, dopo una lunga assenza motivata da (superate) difficoltà, su questo stupendo sito di astronomia.
    Stupendo perché, pur nel rispetto di un rigoroso approccio scientifico ai temi dell'astronomia, non trascura gli aspetti onirici, poetici e filosofici che spingono tanti di noi ad interessarsi dell'Universo e della sua evoluzione...

    Porto questo modesto contributo al tema delle costellazioni e della Magia simpatica...

    Alba d'agosto a Larino
    (martedì 21 agosto 2012)

    La Notte si oppone ancora all'avvento del giorno. Confuso tra le luci di Campomarino, scorgo un puntino luminoso: sembra Mercurio!
    Sono incerto. Gli occhi, a volte, vedono quello che vogliono vedere, non quello che c’è.
    Guardo meglio… quella luce è circa 5° sopra l'orizzonte; sovrasta il chiarore del paese: è forse un aereo? Attendo qualche minuto, mi distraggo, guardo il Cielo stellato.
    Ad Ovest vanno verso il tramonto i resti del Triangolo Estivo; a Nord la stella Polare indica ancora la giusta via. Vedo l'Orsa Maggiore nella sua interezza, non solo il grande carro… e vedo il Dragone che, viscido, striscia tra le Orse.
    Allo Zenit risplende la vanitosa Cassiopea, con a fianco il cerbero Cefeo. Ancora tra le braccia di Morfeo, dorme tranquilla Andromeda, cullata dal vigile amore di Perseo. Dalle Perseidi sgorga un'ultima lacrima… una lacrima di gioia! Il Mostro Marino figlio di Poseidone, scacciato dall'Amore del Perseo, fugge lontano verso i cieli orientali, nei quali il dominio di Orione, annuncia l'imminente fine dell’Estate e l'avvento del Cielo invernale.
    In questo scenario, bella come non mai, brilla Venere, sotto lo sguardo incantato di Castore e Polluce; poco più in alto Aldebaran, le stelline del Toro e le inseparabili Pleiadi, ossequiano sua Maestà Giove. Ma dov’è Mercurio? E' lì… è Lui! Ancora più alto sull'orizzonte: adesso, liberato dalla bruma del mattino sul mare, è ancor più luminoso nella sua fiera solitudine.
    L'orizzonte si tinge progressivamente dei mille colori del rosso. La Notte lentamente si ritira: si spegne la Polare; i Gemelli si attardano con la bella Venere, ma poi devono arrendersi al crescente potere del Sole; ad Occidente Deneb oppone una strenua resistenza; in alto brilla ancora Capella, ultimo baluardo dell’Auriga; Orione, senza spada e cintura, incute meno timore.
    Mercurio, messaggero dell'Olimpo, resiste al prorompere invadente del Sole; la sua luce diventa sempre più lieve, ma ancora chiara e limpida. Mi rinnova un messaggio di Quiete, mi porta un augurio di Pace; annuncia un giorno felice, un giorno di festa.
    La festa dei nuovi venuti, della Vita che si rinnova. La festa di Lorenzo, da un anno tra noi; di Franco, di tutte le Chiare; la festa di Laura e dell'Aurora che sta spuntando a Cesena.