Le finestre sull’oceano di Europa

Un’analisi accurata di vecchi dati osservativi di Europa ha permesso di evidenziare le migliori finestre per guardare verso l’oceano di acqua salata.

Europa è un corpo planetario come tutti gli altri e si è costruito il proprio “vestito” attraverso due meccanismi fondamentali: quelli esogeni e quelli endogeni. Nessuna paura per vocaboli ormai in tragico disuso, come, d’altra parte, la gran parte della splendida e articolata lingua italiana. Esogeno si riferisce a un fenomeno che ha origine all’esterno dell’oggetto, mentre endogeno significa che il fenomeno proviene dall’interno. Un meteorite che colpisce la superficie di un pianeta e forma un cratere è un fenomeno esogeno. Un vulcano che erutta lava, che va a coprire la superficie intorno alla bocca magmatica, è un fenomeno endogeno. Su scala macroscopica, un fenomeno esogeno può anche innescare fenomeni indotti di tipo endogeno. La Luna ce lo insegna: un asteroide o una cometa di dimensioni notevoli può scavare (o meglio poteva, all’origine del Sistema Solare) crateri così profondi da causare il riversamento in superficie di materiale liquido nascosto in profondità. Sto parlando, ovviamente, dei mari lunari.

Fatta questa dovuta premessa, occupiamoci nuovamente di uno dei satellite più di “moda” in questo periodo: Europa. La posizione peculiare del satellite, vicino a un gigante che fa sentire la sua potenza attraverso la marea e il campo magnetico, lo rende un esempio oltremodo interessante per studiare la sua superficie  sia da un punto di vista endogeno che esogeno. Lo stesso non capita, ad esempio, per la Luna, dove ormai la parte interna non può più generare alcun effetto superficiale e il cambiamento del vestito è legato soltanto su scala macroscopica agli sporadici impatti con meteoriti di una certa dimensione e su scala microscopica al vento solare e alla polvere interplanetaria.

Europa, di dimensioni simili a quella della Luna, è invece stato fino a poco tempo fa (e forse lo è ancora) in una posizione ben più agitata e il suo vestito è probabilmente in continua evoluzione. Non come quello del fratello Io, ma pur sempre in modo sufficiente a spiegarci molte cose anche attraverso osservazioni da lontano. La sua superficie, infatti, è composta da materiale che è provenuto sia dall’interno e, in particolare, dall’immenso oceano salato che “cova” sotto qualche chilometro di ghiaccio, sia da materiale convogliato verso di lui dal campo magnetico di Giove e originatosi dai frenetici e tempestosi vulcani di Io.

In altre parole, Europa è capace di mostrarci abbastanza bene gli effetti dei fenomeni sia endogeni che esogeni attraverso l’analisi accurata della sua superficie attuale.  Tuttavia, il problema è riuscire a dividere la superficie in zone in cui sia relativamente trascurabile uno dei due effetti rispetto all’altro. Perché? Presto detto. Siamo estremamente interessati a sapere la composizione dell’oceano sotterraneo  dato che non è del tutto improbabile che possa contenere qualche … “pesciolino” alieno.   Bisogna quindi cercare le regioni di Europa dove siano meno evidenti le modificazioni superficiali di tipo esterno. Le immagini di Galileo ci aiutano non poco.

Europa, al pari della Luna, mostra sempre la stessa faccia al suo pianeta. Mentre percorre la sua orbita, viene investita da particelle cariche legate al campo magnetico di Giove. Oltre agli elettroni, questa “polvere” è composta da ioni di zolfo e ossigeno prodotti dai vulcani di Io. Il campo magnetico trasporta questa “spazzatura” attorno a Giove, nello stesso verso del satellite, con una velocità che è molto più rapida di quella orbitale di Europa: 10 ore contro 3.6 giorni.

Ne consegue che Europa dovrebbe venire investita dalle particelle esogene nella sua parte “posteriore”, ossia raggiunta dal di dietro. In parole più tecniche, nell’emisfero che viene trascinato (trailing) e non in quello che avanza (leading). E, per il blocco mareale, questi emisferi rimangono sempre gli stessi.

Utilizzando i dati ripresi dallo spettrometro della “vecchia” missione Galileo, si sono scoperti chiari segni di acido solforico e altri elementi che potrebbero caratterizzare le parti superficiali influenzate dalla spazzatura esterna rispetto ad altre che mantengono quasi intatte le caratteristiche originali legate alla stessa acqua che compone l’oceano. La concentrazione di acido solforico gelato e di altri composti varia di molto sulla superficie di Europa. Non se ne trova quasi al centro dell’emisfero che avanza, mentre è abbondantissimo al centro dell’emisfero trascinato, proprio dove si pensa sia massima la pioggia di materiale esterno. In poche parole, si è trovato uno stretto legame tra la concentrazione di acido solforico e il flusso di ioni ed elettroni che orbitano in accordo col campo magnetico.

Non ci vuole molto a concludere che le zone ad alta concentrazione di acido solforico sono quelle più alterate da materiale esterno, mentre le altre sono quelle più “pure” e simili all’acqua dell’oceano che si è riversato all’esterno attraverso eruzioni acquose. Qualsiasi missione verso Europa dovrebbe essere diretta proprio in questi luoghi sia per osservarli da vicino sia per eventuali atterraggi. 

La parte “sporca” e alterata è altrettanto interessante, ma se vogliamo studiare l’ambiente in cui potrebbero vivere i “pesciolini” è meglio dedicarsi all’emisfero che avanza. E’ stata anche costruita una mappa dettagliata di Europa con le migliori zone di aeuropaggio (si dice così?).

Europa
La spazzatura su Europa individua le zone più “pure”. Fonte: NASA/JPL-Caltech/Univ. of Ariz./JHUAPL/Univ. of Colorado.

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6 Commenti    |    Aggiungi un Commento

  1. Come al solito il nostro buon vecchio sistema solare ci ha riservato una importante opportunita' di studio!
    Non resta che partire e indagare!

  2. Citazione Originariamente Scritto da Vincenzo Zappalà Visualizza Messaggio
    Un'analisi accurata di vecchi dati osservativi di Europa ha permesso di evidenziare le migliori finestre per guardare verso l'oceano di acqua salata....
    leggi tutto...
    Buongiorno caro Enzo, è bene sapere querste cose perchè , se non erro, prossimamente (?) è previsto qualcosa per Europa,: entreremo in quell'oceano e cercheremo eventuali "pesciolini", ma soprattutto la composizione e le sue condizioni fisiche.
    Ti chiameranno come consulente , spero? Ricordati che il nuovo non è prettamente anagrafico (anche se tu non sei certo vecchio) ma mentale.

  3. Citazione Originariamente Scritto da Mario Fiori Visualizza Messaggio
    Buongiorno caro Enzo, è bene sapere querste cose perchè , se non erro, prossimamente (?) è previsto qualcosa per Europa,: entreremo in quell'oceano e cercheremo eventuali "pesciolini", ma soprattutto la composizione e le sue condizioni fisiche.
    Ti chiameranno come consulente , spero? Ricordati che il nuovo non è prettamente anagrafico (anche se tu non sei certo vecchio) ma mentale.

  4. Citazione Originariamente Scritto da Vincenzo Zappalà Visualizza Messaggio
    Un'analisi accurata di vecchi dati osservativi di Europa ha permesso di evidenziare le migliori finestre per guardare verso l'oceano di acqua salata....
    leggi tutto...
    Vorrei aggiungere una cosa che non c'entra molto ma che tu hai comunque espresso, scusami e scusatemi tutti.

    La lingua italiaana che stà perdendo campo e vocaboli, soprattutto tecnici e scientifici, è una realtà incontrovertibile. Leggevo che i linguisti pensano che pian piano stiamo andando verso un'unica lingua, ciò può essere un bene se servirà ad unirci meglio, se servirà fimnalmente a comprenderci meglio ad avvicinarci tutti di più e conoscere e rispettare il nostro Pianeta, la Natura, gli Esseri Viventi e le meraviglie dell'Universo.

    Il mio augurio è che comunque non si dimentichino anche le singole lingue e, soprattutto, che sia una lingua viva, ricca di vocaboli e sfumature come l'italiano e simili.
    Scusate di nuovo e un saluto