Questa serie di articoli fa uso del Simulatore di costellazioni in 3D, descritto in questo articolo. Se si dovessero riscontrare problemi nel caricamento delle pagine, scaricare manualmente l’ultima versione di JRE (Java Runtime Environment) all’indirizzo:
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L’Altare si trova nel cielo proprio sotto allo Scorpione ed alla sua pericolosa coda: per poterla vedere e almeno riconoscerne le stelle, però poco luminose, basta fare un viaggio in Egitto, magari durante una crociera lungo il Nilo.
Non ben visibile ad occhio nudo non significa che non presenti oggetti di sicuro interesse: ho scelto ben nove oggetti extragalattici, tra nebulose ed ammassi stellari. Ma poi ci sono quattro stelle vicine al Sole e un paio di mostriciattoli stellari niente male: sono queste le caratteristiche “di merito” che hanno fatto salire in graduatoria l’Altare nella scaletta delle costellazioni da mostrarvi. A mio insindacabile giudizio, ho scelto infatti un criterio alquanto cervellotico per stabilire una classifica di presentazione nel nuovo sito, basato appunto sulla presenza di stelle vicine, grandi e di oggetti particolarmente suggestivi: avrei potuto scegliere l’ordine alfabetico o la collocazione nel cielo, ma sarebbe stato banale. Comunque anche l’ultima costellazione di cui parlerò (la Corona Australe) avrà un suo perché, come suol dirsi e non sarà certo da disprezzare! Ma il cammino è ancora lungo…
La costellazione in 3D

Una costante di tutte le costellazioni, belle o brutte, grandi o piccole, note o sconosciute, è la rappresentazione in 3D che si ottiene cliccando la figura che gira qui a fianco: per vedere le (poche) stelle in profondità, a seconda della loro distanza, possiamo premere le frecce destra e sinistra, mentre con lo spazio ed il tasto “n” possiamo identificarle e vedere la loro distanza in anni luce. Il famoso tasto “f” ci fa vedere la versione di H.A.Rey dell’Altare, ma bisogna dire che sia prima che dopo lo cura non cambia granché: solo una fervida immaginazione può mostrare un’ara, il famosissimo altare per sacrifici, onnipresente in tutti i cruciverba.
La rappresentazione dell’Altare
Lasciamo la parola, come di consueto a tre rappresentazioni della costellazione, due nell’antichità ed una moderna. Hevelius la rappresenta come un altare per sacrifici

mentre l’Uranometria la rappresenta come una specie di braciere ardente

e la stessa immagine la dà Stellarium, con un braciere poggiato anche questo su di un tripode

Stelle grandi

Prima dicevo che nella costellazione ci sono un paio di mostriciattoli: due stelle supergiganti che superano i 100 raggi solari, più una terza stella gigante grande 55 volte la nostra nana gialla. Nel diagramma realizzato con lo scopo di paragonare le stelle più grandi della costellazione con altre stelle già incontrate in precedenza, troviamo che le tre stelle inserite dell’Altare sono tutte di classe K e perciò giallo-arancioni.

Per la serie “vista una, anche le altre sono uguali“, a parte la grandezza, osserviamo la più grande delle tre, β Ara, che con i suoi 131 raggi solari, anche dalla cospicua distanza di 10 UA appare enorme e luminosa, con un diametro apparente di quasi 7°: ricordo a tal proposito che noi dalla Terra vediamo il Sole di appena mezzo grado di diametro apparente, mentre da Saturno (circa a 10 UA), il suo diametro è davvero piccolo, poco più di 3′ d’arco. I miei amici Arabeti sono un po’ arrabbiati perchè, come vedremo, la loro stella non ha ricevuto un nome da parte dei nostri astronomi, ma di certo neanche loro conoscevano il Sole che dalla loro stella appare di undicesima magnitudine…
Due stelle molto vicine…
…ed altre due non proprio lontane: in questa piccola tabella vediamo a che distanza si trovano queste stelle, come si vede il Sole dalle loro vicinanze e la loro classe spettrale.
Distanza (anni luce) | Nome della Stella e link alla foto | Classe Spettrale |
---|---|---|
15 | Gliese 674 | M2 |
29 | 41 Ara | G8 |
50 | μ Ara | G5 |
53 | Gliese 676A | M0 |
Prima di analizzare le quattro foto, facciamo una doverosa considerazione geometrica: sulla sfera celeste, la costellazione dell’Altare si trova diametralmente opposta alla costellazione dell’Auriga, che abbiamo conosciuto la scorsa puntata. Non dovrebbe essere difficile comprendere perché in tutte le foto il Sole appaia vicino a Capella (α Aur): il Sole si trova lungo il cammino Altare-Auriga e perciò visto dalle vicinanze di stelle dell’Ara il Sole si proietta nell’Auriga. E viceversa.
In particolare osserviamo bene la foto del Sole visto da 41 Ara: qui la nostra nana gialla è vicinissima a Capella (di prima grandezza) e se solo fosse un po’ più luminoso della magnitudine 4.55, avrebbe potuto dar luogo ad una stella doppia ravvicinata. In effetti per i miei amici Araquarantuni se il Sole fosse stato anche lui di prima grandezza, sarebbe stato molto facile pensare ad una stella doppia, quando in realtà Sole e Capella distano tra loro ben 42 anni luce: se ne sarebbero accorti con il mio programma 3D!
Dalle altre tre stelle il Sole è un po’ più lontano da Capella e nello stesso $campo$ stellare appaiono stelle intruse, quali Sirio, Castore, Polluce e Alfa Centauri, a causa di un gioco di prospettive tridimensionali da tenere sempre presente, specie se lungo il cammino si incontrano altre stelle “vicine” quali Sirio ed Alfa Centauri.
Oggetti deep sky
Prepariamoci a vedere le immagini di parecchi oggetti extragalattici, ripresi come sempre dall’infaticabile HST: iniziamo con una serie di open cluster, ammassi aperti di stelle, partendo da NGC 6193

proseguendo con NGC 6204

poi con NGC 6250

e NGC 6253

Ora passiamo a tre globular cluster, ammassi stellari globulari, iniziando da NGC 6352, davvero fantastico!

continuando con NGC 6362

e finendo con NGC 6397

Ora vediamo una nebulosa molto affascinante, dai colori tenui, la Stingray Nebula che prende il nome non già dallo scopritore ma bensì da un tipo di Razza

Concludiamo infine con la nebulosa RCW 108

Nome della stella
Il titolo è al singolare perché in questa piccola costellazione c’è un’unica stella ad aver ricevuto un nome: si tratta di α Ara, denominata Tchou oppure Choo, nome di chiara origine orientale, che però più che un nome di stella pare uno sternuto dei fumetti.
Visibilità della costellazione
Ho già parlato del fatto che dall’Italia la costellazione dell’Altare non è praticamente visibile: peccato, perché visti gli oggetti deep sky che presenta, verrebbe subito voglia di osservarla…
Che buffa forma quella della Stingray!
oggetti spettacolari.... dovremmo aprire una succursale di astronomia.com anche nel cielo australe.....