Oltre al Ferro

Questo articolo segue quello scritto da Francesca e riguarda la formazione degli elementi più pesanti del Ferro. Essendo un approfondimento rispetto a quanto scrittto nel libro, invitiamo coloro che lo posseggono di inserire questa parte nella giusta posizione. Le supernove creano elementi sempre più pesanti, noi (nel nostro piccolo) un testo sempre più articolato e completo…

E’stato un sogno per secoli e secoli, ma senza alcun risultato pratico. Di cosa parliamo? Del miraggio degli alchimisti: la trasformazione del comunissimo Ferro nel preziosissimo Oro. Forse lo faceva Re Mida con l’aiuto (o punizione) divina, ma altre prove storiche non esistono.

Ebbene, la faccenda è complicata anche per l’Universo ed esso ha dovuto aspettare la morte delle prime stelle massicce per riuscire in questo difficile compito. Sappiamo ormai molto bene che stelle come il Sole possono giungere nella loro fusione del nucleo solo fino all’ossigeno. Ci vogliono stelle ben più massicce per ottenere le temperature e le pressioni necessarie a creare “cipolle” stellari che arrivino a produrre elementi più pesanti. Ma anche queste hanno un limite: il Ferro 56, ossia con 56 nucleoni (protoni e neutroni), il che vuole anche dire un isotopo con 26 protoni e 30 neutroni.

Questo elemento è il più stabile che si conosca e non esiste temperatura e pressione in grado di farlo fondere. Poveri alchimisti… lo avessero saputo, non ci avrebbero nemmeno provato! La figura che segue mostra l’andamento della stabilità del nucleo (ossia l’energia di legame nucleare) in funzione del numero di nucleoni. Come si vede il Ferro 56 raggiunge il valore massimo.

stabilità dei nuclei atomici
l’andamento della stabilità del nucleo (ossia l’energia di legame nucleare) in funzione del numero di nucleoni. Come si vede il Ferro 56 raggiunge il valore massimo.

Eppure sappiamo benissimo che in qualche modo l’Universo è riuscito ad andare oltre. Come ha fatto? Presto detto: ha cambiato tecnica, non più fusione nucleare ma la cattura di neutroni all’interno dei nuclei atomici. I neutroni, benché a carica nulla, sono estremamente importanti nell’Universo, in quanto -a differenza dei protoni- decadono spontaneamente e velocemente (in solo otto minuti) e si trasformano proprio in protoni (decadimento beta). Il problema sta allora nel potere avere a disposizione molti neutroni, in grado di essere catturati. Ciò non può capitare all’interno delle stelle e bisogna aspettare un fenomeno di energia spaventosa, in grado di cambiare violentemente le condizioni in cui si trovano le particelle. Non è cosa facile. Nella fusione si andava in discesa: bastava riscaldare e fondere. Ora, invece, comincia la salita: bisogna fornire “qualcosa” per andare avanti.

Il neutrone è una particella molto particolare, da un lato fortunata e dall’altra sfavorita dalla sorte. Non avendo carica elettrica può superare tranquillamente le barriere che i protoni  sollevano verso particelle di uguale carica. Il suo “passaporto” gli permette di entrare dove vuole e di cambiare come vuole il nucleo atomico. Però, ha anche un gran difetto, come già accennato: se non si “accasa” convenientemente nel nucleo, decade in solo otto minuti e si trasforma in un protone, più un elettrone e un antineutrino. Tanta fortuna per sopravvivere pochi minuti…

Ma all’Universo questo mix di fortuna e sfortuna fa un grosso favore. Se un nucleo di Ferro 56 si rimpinza di neutroni niente cambierebbe, dato che si sarebbe creato solo un isotopo molto pesante. Tuttavia, se i neutroni che si sono aggiunti sono troppi, l’elemento diventa instabile. I neutroni appena arrivati decadono velocemente trasformandosi in protoni. Eureka! Se nasce un nuovo protone aumenta il numero atomico e si può andare ben oltre il Ferro. La strada è aperta verso l’Oro e anche l’Uranio, il più pesante tra tutti. L’Universo sì, che è un vero alchimista!

Quando nascono queste condizioni così particolari e sconvolgenti? Presto detto: durante l’esplosione di una stella che abbia già creato al suo interno un gran numero di atomi pesanti come il Ferro. Durante l’esplosione le velocità e il numero di neutroni liberi diventano impressionanti. E’ una vera e propria corsa di queste particelle alla ricerca di una nuova casa. Non hanno problemi a superare la barriera dei protoni e si affollano nei nuclei atomici. Qualcuno magari riesce a sistemarsi, ma la maggior parte è costretta a decadere e trasformarsi velocemente in protoni. Il gioco è fatto. Le supernove sono riuscite a realizzare il sogno degli alchimisti! Questo processo viene chiamato “processo r”, o di “cattura veloce”. Il vero segreto di questo processo sta nel poter catturare il maggior numero di neutroni prima che questi decadano spontaneamente. Se ve ne sono tanti e viaggiano velocemente, gli otto minuti sono più che sufficienti a far sì che molti di loro siano ormai inseriti all’interno di nuclei atomici quando inizia il decadimento.

Grandi esplosioni, “grandi” (o meglio “pesanti”) elementi. Piccole esplosioni, “piccoli” (o meglio “leggeri”) elementi. Esiste, infatti, un altro processo in grado di produrre elementi più pesanti del Ferro. Non fa un granché, ma è sempre meglio che niente. Le stelle come il Sole mostrano anch’esse una fine (o meglio “trasformazione” finale) non proprio tranquilla. Quando non hanno più combustibile si raffreddano e diventano nane bianche. In questa fase si producono neutroni liberi. Non tanti e nemmeno troppo veloci. Tuttavia, bastano perché almeno uno di loro si infili nei nuclei di quel poco Ferro che queste stelle avevano recuperato dalle loro antenate esplose precedentemente. Attraverso questa “cattura lenta”  o “processo s”  si formano elementi come il Bario, il Rame, l’Osmio, lo Stronzio, e il Tecnezio.

Qualcuno potrebbe dire: “Perché invece di usare i neutroni e aspettare il loro decadimento, non si usano direttamente i protoni? Sarebbe ben più facile aumentare il numero atomico!”. Teoricamente sì, ma non è semplice inserire un nuovo protone all’interno di un nucleo atomico. I suoi amici residenti fanno di tutto per tenerlo lontano, a causa della sua carica elettrica uguale. Bisognerebbe superare questa forza di repulsione che è fortissima. Ogni tanto ci si riesce, ma le condizioni devono essere molto particolari. Ancora un volta abbiamo bisogno delle stelle doppie.

Per essere “ammesso” nel nucleo, un protone libero deve essere molto energetico, per cui questo processo avviene solo a temperature estremamente alte. Se le due stelle del sistema sono abbastanza vicine sappiamo bene che una delle due può iniziare a rubare materiale alla compagna (attraverso il famoso punto lagrangiano che separa i rispettivi lobi di Roche). Questo materiale fornisce un flusso di protoni liberi, abbastanza caldi ed energetici per superare la barriera alzata dai protoni del nucleo e fondersi con loro. Lantanio, Rutenio e Samario sono elementi tipici prodotti in questo processo, detto di “cattura protonica” o  “processo p”.

Come si è capito bene, dei tre processi quello veramente fondamentale è la cattura veloce, o “r”. Ora è chiaro il motivo dei continui insuccessi degli alchimisti dei secoli passati: non erano in grado di creare una supernova nei loro laboratori segreti!

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19 Commenti    |    Aggiungi un Commento

  1. Eh, caro Enzo... I miei antenati alchimisti cercavano di trasformare il piombo in oro come primo passo per trasformare ciò che è vile in ciò che è nobile...
    La loro scienza era dedicata più all'anima e allo spirito che alla materia..... Se lo avessero saputo, non si sarebbero arresi, e avrebbero cercato altre vie. Chissà, forse ci troveremmo in un mondo migliore...

  2. Gli alchimisti nei processi di trasmutazione (in particolare quello del ferro in rame se non ricordo male) usavano gli acidi e facevano in modo che il metallo libero sostituisse quello contenuto nell'acido,ovviamente tutto ciò a loro non era noto,ma credo che abbiano dato un grande contributo alla nascita della chimica.
    Per l'oro,forse un giorno troveremo un acceleratore di particelle nel deserto e il mistero sarà svelato .

  3. questo articolo (insieme a quello di Francesca) dimostra ciò che ho tentato di dire varie volte. Quando si cerca di dare informazioni utili su cose che stupiscono, l'interesse cala drasticamente. Parlando di corpo umano e di elementi creati dalle stelle, vi è stato un interesse enorme, a volte anche stupore. Cosa ci sarebbe stato di meglio che capire come può succedere tutto questo? E invece vedo che questo articolo è passato in secondo piano, sia come lettori che come commenti. perchè? Probabilmente la notizia sensazionale (per molti) attirava. La spiegazione (anche se semplificata a livello di tutti) lascia indifferenti...
    E' forse lo specchio di ciò che capita tutti i giorni in TV e nei giornali? Senza qualche mistero, terrore, meraviglia le persone si annoiano. Spero di sbagliare, ma....

  4. Ho capito bene? Un neutrone non è stabile e decade se non è inserito in un nucleo?
    Articolo, come sempre, molto interessante.

  5. Citazione Originariamente Scritto da givi Visualizza Messaggio
    Ho capito bene? Un neutrone non è stabile e decade se non è inserito in un nucleo?
    Articolo, come sempre, molto interessante.
    hai capito benissimo: è il celebre decadimento beta meno (da non confondersi con quella beta più che però non è mai spontaneo e che coinvolge il protone)

  6. caro Enzo, come sempre grazie per i tuoi articoli sempre molto precisi ed esaurienti, ammetto che sto stampando i tuoi vari articoli e li sto "aggregando" al tuo libro (e di Franci ovviamente!) come "nota a margine" di quei argomenti che sul libro stesso vengono trattati inevitabilmente in modo "superficiale".
    il vostro libro non ho ancora finito di leggerlo tutto, ho qualche nota presa su temi che non avevo pienamente compreso e che avrei domandato a voi nell'apposita sezione, ma vedo che tramite i tuoi articoli ogni dubbio si dissipa...
    grazie di cuore per il libro e per tutti gli articoli, credo che astronomia.com dispone di un "archivio" di tutto rispetto e questo solo grazie al tuo grande apporto scientifico.
    p.s. presto ci vorrà un < infinito teatro del cosmo #2>
    Antonio

  7. mmmh credo di aver imparato di più nel poco tempo in cui ho iniziato a frequentare questo sito che nel resto della mia vita. La questione del decadimento dei neutroni liberi mi fa nascere un bel numero di domande. Se ho letto bene, al momento del decadimento il neutrone rilascia un elettrone e un antineutrino giusto? Al suo interno invece a questo punto un quark down "diventa"(non ho trovato nulla sul porcesso che permettre questa cosa) un up cambiando quindi carica elettrica e trasformando il tutto in un protone bello e finito. Nel processo c'é una cosa che non mi é chiara : il neutrone rilascia sia energia che massa (antineutrino/elettrone), ma da cosa è causata questa reazione? Forse la forza nucleare forte tende a autoregolare le particelle per metterle in una condizione favorevole a catturarne altre e evitare l'isolamento?

  8. mi permetto di rispondere ad andrea per quel poco che so.
    i neutroni liberi (cioè non catturati dal nucleo) sono instabili e decadono in circa 15 minuti. quando sono all'interno di un nucleo allora diventano stabili, ma in alcuni casi può verificarsi un eccesso di neutroni nel nucleo ed avviene la trasmutazione di un neutrone in un protone tramite decadimento beta-, che è mediato dalla forza nucleare debole;
    un neutrone è costituito da un quark up e due quark down; uno dei quark down si trasforma in un quark up. Dato che il down ha carica -1/3 e l'up ha carica 2/3, per conservare la carica bisogna che il processo sia mediato da un bosone W⁻ che porti via una carica di -1;
    il neutrone così è diventato un protone (due quark up ed uno down).
    Il bosone virtuale W⁻ decade in un tempo di 3x10 e-25 sec in un elettrone (particella beta-) e un antineutrino.
    il processo è così descritto: n⁰ → p⁺ + β⁻ + v