Mentre la cometa Lovejoy è riuscita miracolosamente a sfiorare il Sole e a uscire quasi indenne dall’atmosfera stellare, la maggior parte delle sue sorelle vengono inghiottite letteralmente. Nel luglio del 2011 la piccola cometa C/2011 N3 (SOHO) venne completamente distrutta, mentre sorvolava il Sole a circa 100 000 km sopra la sua superficie. Il Solar Dynamics Observatory (SDO) della NASA aveva ripreso in modo straordinario l’evento, come si vede nella figura che segue.
Per la prima volta si era vista una cometa sorvolare il disco solare, prima di dissolversi completamente. Le immagini sono state studiate a lungo e si sono ottenuti risultati a dir poco inaspettati: la cometa si è trasformata in più di un milione di tonnellate di gas elettricamente carico che si è depositato sulla superficie solare.
A questo punto nasce una domanda veramente intrigante: “I vapori potrebbero mischiarsi al vento solare ed essere trascinati con esso verso il Sistema Solare?”. Alcuni studiosi sono convinti di sì e pensano, inoltre, che questi “residui cometari” potrebbero essere scoperti mentre transitano nei pressi della Terra. Le comete sono ricche di ghiaccio d’acqua e quindi il gas dovrebbe avere un eccesso di ossigeno, rispetto alla composizione tipica del vento solare. Probabilmente si potrebbero evidenziare anche altri componenti di cui sono ricche le comete.
Ogni giorno piccole comete si disintegrano sul Sole e quindi questi “sbuffi” potrebbero essere molto frequenti e riconosciuti dai satelliti che misurano il vento solare. L’importanza di questa eventualità sta soprattutto nelle ripercussioni sullo studio dell’atmosfera solare, proprio come si cerca di studiare una superficie d’acqua buttando pietre e guardando le onde che si formano.
Che vi siano notevoli interazioni tra il Sole e le comete che si tuffano in esso è ormai risaputo. Proprio nel caso della cometa C/2011 N3 (SOHO) il gas rilasciato dal nucleo si è riscaldato in pochi minuti fino alla temperatura di 500 000 gradi centigradi, sufficienti a farlo brillare nell’estremo ultravioletto in modo comparabile al Sole che gli stava dietro.
Misurare il tempo tra la distruzione di una cometa e l’arrivo sulla Terra del gas che ne contiene i residui sarebbe di estrema utilità per comprendere sempre meglio i meccanismi attivi nella superficie solare.
E’ proprio vero: nell’Universo niente sparisce veramente e tutto può tornare utile!
Effetti di questo gas , ricco di acqua, sul nostro pianeta ? Forse anche così l’acqua si è diffusa , non solo da noi, ma forse anche in altri sistemi solari? (oltre naturalmente in modo più massiccio con i veri e propri scontri tra comete e pianeti come è avvenuto agli albori del Sistema Solare).
Altri eventuali gas presenti nel vento solare dopo queste eventi ?
caro Mario,
in realtà tutte queste cometine sono frammenti di quella ben più grande, chiamata di Kreutz, probabilmente già nota in tempi antichi. Frammenti relativamente recenti, quindi…
Altri gas… molte sostanze organiche più o meno conservatesi ad altissime temperature, quindi carbonio… magari un po’ di ammoniaca. Per essere sicuri bisognerà cominciare ad osservare sistematicamente questi possibili sbuffi…
Caro Enzo,
nell’articolo del video della cometa che andava a impattare sul sole ricordo che avevo espresso un dubbio simile a questo, ovvero: tutto il ghiaccio d’acqua ( e altro ) che nel corso di milioni o miliardi di anni finisce evaporato sul sole, che fine fa? In qualche modo può andare/tornare a contribuire alla formazione di “qualcosa” nel sistema solare? E poi, le molecole d’acqua, riescono a restare intatte nelle condizioni di temperatura, pressione, (radiazione?), a cui vanno incontro? O si scindono in atomi di idrogeno e ossigeno e si ionizzano? Perdona tutte le domande, ma ogni articolo mi fa sorgere mille (affascinanti) dubbi… 🙂
caro Andrea,
Sicuramente il ghiaccio si scinde viste le temperature. L’idrogeno se lo “pappa” il Sole e l’Ossigeno viene sicuramente convogliato in parte nel vento solare insieme ad altri residui gassosi. Essi viaggiano nello spazio investendo i pianeti e gli altri corpi. un po’ qui e un po’ là… Ma non possono certo “costruire” qualcosa. 😉
Caro Enzo per fortuna c’è sempre una prima volta altrimenti il progresso della Scienza si sarebbe arrestato già da tempo. Avendo avuto modo di apprezzare la tua onestà intellettuale e professionale mi ha meravigliato constatare che tu non abbia rimarcato l’eccezionalità della Cometa Lovejoy che ha sbalordito gli scienziati della NASA quando l’hanno vista riemergere in tutto il suo splendore dopo avere attraversato la corona solare che come si sa ha una temperature che supera un milione di gradi Celsius. Ora io mi chiedo e ti chiedo : Come è possibile che una massa di ghiaccio, sia pure di ghiaccio sporco, possa attraversare una regione ove regna una temperatura di oltre un milione di gradi senza sciogliersi ? . Inoltre mi chiedo e ti chiedo come si spiega la cometa “gemella” che ha evidenziato al suo approssimarsi all’interno della corona solare, che a me ha dato la sesazione di vederla come fosse il riflesso di una lente ottica posizionata altrove ? . Ritengo che questo evento così bene documentato sia un’ottima opportunità che gli addetti ai lavori dovrebbero saper cogliere per dare una spiegazione scientifica dell’evento, cercando finalmente di chiarire la fantomatica natura della Cometa, che ad oggi rimane una illustre e suggestiva sconosciuta. Personalmente, per puro buon senso, sono portato a dedurre :
i ) La massa della cometa non può essere composta da ghiaccio “sporco” perchè al suo passaggio attraverso la corona solare, con temperatura di oltre un milione di gradi, il ghiaccio si sarebbe sciolto e volatilizzato ; e comunque non avrebbe potuto riprendere indenne il suo cammino astrale. Quindi l’ipotesi che afferma che la massa della cometa è costituita da ghiaccio sporco è insostenibile e quindi falsa.
ii ) Oppure per avvalorare la tesi che la cometa ha una massa composta da ghiaccio sporco, dobbiamo ritenere che la temperatura superficiale del Sole è di molto inferiore rispetto a quanto prevede l’attuale modello del Sole.
Caro Enzo sono convinto che tu sei d’accordo con me nell’affermare che la Scienza commetterebbe un grave peccato di arroganza o se vogliamo di voluta indifferenza se non cercasse valide spiegazioni scientifiche ad un evento naturale documentato con dovizia di particolari dalla sonda spaziale Solar Dynamics Observatory (SDO), anche a costo di dovere rimettere in discussione modelli, spacciati per teorie scientifiche, che nel caso in oggetto vengono smentiti dalla realta oggettiva. Un caro saluto e buona riflessione a tutti.